TRAMA IN BREVE

La nuova antologia del Re del Brivido contiene quattro racconti tra cui Se scorre il sangue, che dà il nome alla raccolta e che vede come protagonista Holly Gibney, già vista nella trilogia di Mr. Mercedes e in The Outsider.

DEDICA

Pensando a Russ Dorr,
Mi manchi, capo

INCIPIT

Il telefono del signor Harrigan
La cittadina dove sono nato era solo un villaggio di più o meno seicento abitanti (e lo è tuttora, anche se sono andato a vivere altrove), ma avevamo internet proprio come le metropoli, perciò io e mio padre ricevevamo sempre meno posta personale.

La vita di Chuck
Il giorno in cui Marty Anderson vide il tabellone, precedette di poco la chiusura definitiva di Internet. Erano otto mesi che andava e veniva, dopo le prime, brevi interruzioni. Tutti concordavano sul fatto che fosse solo questione di tempo, e che avrebbero trovato il modo di tirare avanti anche una volta che le connessioni si fossero interrotte – in fin dei conti, ne avevano fatto a meno per secoli, no?

Se scorre il sangue

Nel gennaio del 2021, una piccola busta imbottita indirizzata al detective Ralph Anderson viene consegnata ai Conrad, i vicini di casa degli Anderson. La famiglia Anderson è in vacanza alle Bahamas, e i Conrad hanno acconsentito a ritirare la posta fino al loro ritorno, previsto per il 3 febbraio.

Ratto

Di solito, a Drew Larson le idee per un racconto venivano poco alla volta – nelle occasioni sempre più rare in cui capitava –, come tante gocce d'acqua estratte da un pozzo ormai quasi secco. E c'era sempre una catena di associazioni mentali che poteva partire da un qualcosa che aveva visto o sentito: un innesco nel mondo reale.

RECENSIONE

Se scorre il sangue è l'ultima antologia pubblicata da Sperling e Kupfer, scritta da Stephen King, e io, da Fedele Lettrice, l'ho acquistata appena uscita.

Negli ultimi anni, non lo nascondo, King non mi pare lo stesso: in una carriera longeva è normale cambiare e proprio l'autore statunitense lo ha dimostrato più volte, mutando il proprio stile di scrittura, maturando e modificando anche le tematiche principali dei suoi testi. Quest'ultima svolta, però, a me non convince molto e metto le mani avanti dicendolo, anche se poi, come potete notare, i suoi libri continuo a comprarli comunque e, probabilmente, continuerò così fino alla fine.
Fatta la necessaria premessa, perché credo che leggere King da "fan" (ma non fanatica, che vede solo il bene e non si accorge del male) di vecchia data sia una cosa, mentre iniziarlo a leggere da qui farebbe un effetto differente, inizio finalmente a parlarvi del libro.

Se scorre il sangue è un'antologia di quattro racconti lunghi/quattro romanzi brevi. Facile da paragonare a Stagioni diverse o Quattro dopo mezzanotte per la struttura, anche se in questo caso è piuttosto evidente dalle lunghezze delle storie che tre sono state usate più come "riempitivi" da aggiungere a quella principale che, non a caso, è anche quella che dà il titolo alla raccolta. 

Il primo racconto è Il telefono del signor Harrigan.
Che King sia affascinato dalla tecnologia, e da Amazon ed Apple in particolare, l'ha già dimostrato nel tempo e, qui, ritorna sull'argomento. Come si evince dal titolo, l'oggetto dalle facoltà soprannaturali (elemento quasi obbligatorio nelle storie di King, dall'alba dei tempi) è il telefono, un iPhone di prima generazione che presenterà il bug più terribile che potreste immaginare.
La storia è carina, raccontata in prima persona dal protagonista che, ad inizio del testo, è un ragazzo molto giovane. Trovo che il Re continui ad essere particolarmente bravo a descrivere quell'età e perciò ho apprezzato, anche se la trama rieccheggia sia grandi classici della letteratura horror (c'è una tematica carissima ad Edgar Allan Poe) sia il racconto, sempre di King, scritto per l'uscita del Kindle e commissionato da Amazon, dove le premesse (prima serie di un oggetto tecnologico e "bug") sono le medesime.

Il secondo racconto è La vita di Chuck.
Questa storia colpisce immediatamente (o perlomeno non appena la si scopre) per la struttura narrativa. King rovina un po' la fascinazione al riguardo nella postfazione perché, raccontando il come gli è venuta l'idea, in pratica dimostra come la riuscita finale sia completamente fortuita e non voluta e pensata dall'inizio (un suggerimento: meglio continuare a mentire!).

A volte capita anche a me di pensare a questi versi, quando qualcuno mi chiede da dove ho preso l'idea per una delle mie storie. Spesso non conosco la risposta, il che mi crea imbarazzo e anche un po' di vergogna (dev'essere senza dubbio frutto di qualche complesso sviluppato durante l'infanzia). A volte rispondo onestamente («Non ne ho idea!»), ma in altre occasioni mi invento una cazzata, fornendo a chi mi ha fatto la domanda una spiegazione soddisfacente e quasi razionale, con una causa e un effetto. Stavolta, però, cercherò di essere onesto.

Vi posso dire poco senza anticipare eccessivamente, ma mi limiterò a dire che è composto da tre parti che sono al contempo collegate e separate.
Mentre la prima parte è molto bella, e avrebbe avuto senso anche se tenuta da sola, le altre le ho trovate più ottimi spezzoni di un ipotetico romanzo che racconti rilevanti presi in modo sé stante.

Il terzo racconto è Se scorre il sangue.
In questa storia torna Holly Gibney, personaggio conosciuto nella trilogia di Mr. Mercedes e ritrovata anche in The Outsider. Si tratta di un ipotetico seguito di quest'ultimo, fermo restando che la trama è completamente autonoma e rimanda così spesso agli accadimenti antecedenti che, per capirlo, non è assolutamente necessario leggere prima The Outsider (che però rischiate di anticiparvi troppo leggendo prima questo).
In questo racconto si concretizzano tutti quelli che, ormai, io considero i difetti attuali di King: l'ossessione con Trump (non è rilevante ma lancia frecciatine continue, senza apparente motivo ai fini della storia), la ripetitività (sembra convinto che sia necessario rimarcare al lettore concetti che sono chiarissimi e che, comunque, aveva già ribadito poco prima) e il focus sul brutto passato della protagonista (resa benissimo, come King sa sempre fare, ma una volta compreso com'è stata la sua vita il fatto di leggerlo, rileggerlo e rileggerlo nuovamente può risultare pesante e piuttosto artificioso e non aiuta a caratterizzarla di più, ma solo a renderla noiosa). Quest'ultimo c'è da sempre, perché King ha sempre parlato dei diversi, degli osteggiati, di persone che hanno sofferto, ma ora sembra non fidarsi più del lettore, ribadendogli le stesse cose troppe volte.
Se si conosce un po' King e un minimo il genere è pressoché impossibile non sapere come andranno le cose sin dall'inizio: ogni "colpo di scena" si indovina dal momento in cui è imbastito, i personaggi sono coerenti, ma si comportano in modo talmente ovvio (antagonista compreso) che, per quanto King continui ad essere un maestro della suspense e ci sappia fare, in realtà il dubbio di come finirà non vi sfiorerà nemmeno un secondo. Anche la finissima me l'aspettavo e speravo non ci fosse perché davvero troppo facile da indovinare.

Ratto è l'ultimo racconto e, secondo me, il più bello.
Ricorda sia il vecchio King, sia l'horror più classico ma allo stesso tempo è quello che svela maggiormente il radicale cambiamento delle idee dell'autore. Perché se c'è qualcosa di certo è che il Re dell'horror non avrebbe mai scritto né fatto dire ad un proprio personaggio (parafraso) che scrivendo romanzi di genere (si parla di western nello specifico, ma io lo prendo in generale) si ha meno ansia perché di certo non possono essere capolavori della Letteratura, né avrebbe citato gli autori che vengono nominati qui (tra cui Franzen di cui viene "inventato" un discorso che è molto in linea con le idee dello scrittore, piuttosto elitario). Prima che chi l'ha letto mi corregga: King qui cita anche scrittori che ha sempre nominato e sempre letto, e molti di essi sono proprio scrittori di genere, ne sono consapevole, ma le new entry citate, secondo me, non sono lì per caso e dicono tantissimo sul suo concetto di Letteratura, ad oggi.
Ho preso questo racconto, al di là della trama, come un giocare a carte scoperte dell'autore, leggendolo ho pensato finalmente, di capire, il perché di quest'ultima svolta letteraria di King (sicuramente derivante anche da letture diverse) e, per quanto continui a preferire il vecchio stile, mi sono sentita maggiormente vicino a lui.
Al di là di questo, che probabilmente ho pensato solamente io e che centra ben poco con quello che può interessa a chi deve decidere se comprare o meno questo libro, Ratto mi ha convinta. Anche qui è facilissimo immaginare cosa succederà ma, nonostante questo, sono riuscita a godermi ogni frase e riferimento.

In conclusione, Se scorre il sangue è una antologia di quattro racconti dei quali quello "principale" è anche quello che ho amato meno, ma King qui dimostra la sua bravura e porta a casa il lavoro bene. 

Se siete neofiti può andare bene (anche se non ho particolarmente amato la trilogia di Mr. Mercedes e The Outsider consiglierei però di partire da quelli e di leggerli in ordine), se volete leggere tutto ciò che ha scritto anche, se cercate una delle migliori opere del Re del Brivido, potete evitare di acquistarlo (o aspettare l'edizione economica).

L'effetto "minestra riscaldata" degli ultimi tempi un po' rimane, ma sono contenta di averlo letto e, tutto sommato, apprezzato.

CITAZIONI

«Ho gli strumenti per potercela fare», disse infine. «E ho il talento. Perciò potrebbe venire fuori una cosa buona. Forse addirittura commerciale, sempre ammesso che io capisca il significato del termine, quando si tratta di narrativa».

... lesse un vecchio romanzo di John D. MacDonald. Dall'elenco nelle prime pagine sembrava che MacDonald avesse scritto sessanta o settanta libri. Evidentemente, non aveva mai avuto problemi a trovare la parola o la frase giusta, e alla fine della sua vita aveva raggiunto anche una certa reputazione presso i critici. Beato lui.

A differenza del Villaggio, il nuovo romanzo era imperniato più sull'intreccio che sui personaggi e sul contesto. All'inizio, questo fatto aveva destato qualche preoccupazione in Drew; da bravo insegnante e lettore (due ruoli molto diversi, ma certamente imparentati) aveva la tendenza a concentrarsi sui temi, il linguaggio e il simbolismo anziché sulla storia, ma tutti i pezzi sembravano andare al loro posto in modo spontaneo.

Meglio usare una metafora diversa. Sempre ammesso che quella che aveva appena usato fosse una metafora. Drew non ne era del tutto certo. Forse era solo un paragone... una comparativa... non ricordava quale fosse il termine esatto. No, era una metafora. Ne era sicuro. Quasi.

Stemper era un lettore vorace ed onnivoro, che aveva analizzato e smontato ogni genere di prosa per una vita intera. Era l'unica persona che Drew conoscesse con il coraggio di inserire nello stesso corso Sotto il vulcano e Infinite Jest.

Il libro non ossessiona il lettore con le tematiche che affronta, e immagino che molti lo leggeranno soltanto perché la storia funziona e vogliono sapere come andrà a finire.

QUARTA DI COPERTINA

Ci sono diversi modi di dire, quando si parla di notizie, e sono tutti leggendari: «Sbatti il mostro in prima pagina», «Fa più notizia Uomo morde cane che Cane morde uomo» e naturalmente «Se scorre il sangue, si vende». Nel racconto di King che dà il titolo a questa raccolta, è una bomba alla Albert Macready Middle School a garantire i titoli cubitali delle prime pagine e le cruente immagini di apertura dei telegiornali. Tra i milioni di spettatori inorriditi davanti allo schermo, però, ce n'è una che coglie una nota stonata. Holly Gibney, l'investigatrice che ha già avuto esperienze ai confini della realtà con Mr Mercedes e con l'Outsider, osserva la scena del crimine e si rende conto che qualcosa non va, che il primo inviato sul luogo della strage ha qualcosa di sbagliato. Inizia così "Se scorre il sangue", sequel indipendente di "The Outsider", protagonista la formidabile Holly nel suo primo caso da solista. Ma il lungo racconto dedicato alla detective preferita di King (come scrive lui stesso nella sua nota finale) è solo uno dei quattro che compongono la raccolta. Da "Il telefono del signor Harrigan", dove vita e tecnologia si intrecciano in modo inusuale, a "La vita di Chuck", ispirato a un cartellone pubblicitario, fino a "Ratto" - che gioca con la natura stessa del talento di uno scrittore - le storie di questa raccolta sono fuori dagli schemi, a volte sentimentali, forse anche fuori dal tempo. In una parola, kinghiane.

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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