TRAMA IN BREVE

La giovane protagonista vive una vita monotona che la spinge sempre a domandarsi a che pro decidere di svegliarsi ogni mattina e scegliere di fare l'una cosa o l'altra se i giorni si susseguono tutti uguali. Finché, un bel giorno, l'amore arriva e bussa alla sua porta. Da quel momento tutto ha un senso: conquistare l'amore e cambiare la propria vita per sempre sarà il suo obiettivo!

INCIPIT

Eravamo in lutto per nostra madre, morta d'autunno, e si viveva l'invernata in campagna con Katia e Sonia, sole.
Katia era una vecchia amica di casa, la governante che ci aveva l'una dopo l'altra allevate; e io sentivo di ricordarla e amarla fin da quando ricordavo me stessa.

RECENSIONE (CON SPOILER)

La felicità domestica è un romanzo breve di Lev Tolstoj, pubblicato nel 1859 e scritto a soli trentadue anni.

Il libro, già molto breve, si divide in due parti. La prima è quella che potremmo definire introduttiva, con una trama lenta e ben evidente sin dalle prime righe che si forma completamente solamente nella seconda parte in cui coincidono svolgimento ed inizio vero e proprio della storia. Quest'ultima parte ricorda molto quella di altri romanzi particolarmente celebri tra i quali la stessa Anna Karenina di Tolstoj, che verrà pubblicata ben 18 anni dopo.

Il messaggio del testo concerne, come da titolo, la felicità domestica: cosa serve per essere felici? Fino a che punto è normale accontentarsi e non bramare qualcosa di più?

Non invano egli diceva che nella vita esiste solamente un'unica indubitabile felicità, ossia: vivere per gli altri. Cosa che mi riusciva ostica allora: non la capivo; ma pure questa convinzione, all'insaputa del pensiero, già guadagnava il mio cuore.

La giovane protagonista, nonché narratrice della storia, mostra un grande senso d'insoddisfazione sin dall'inizio del libro: sua madre è morta da poco e lei si annoia, bramosa di visitare l'estero per poter uscire dalla vita monotona che le appartiene, fatta da sessioni di piano, libri, studio e chiacchiere con la balia, la sorella e con i pochissimi visitatori della casa.
Il suo stato d'animo è, però, destinato a mutare grazie all'amore, che aspetta di essere scoperto, compreso ed esperito dalla ragazza.

Avanti il termine dell'inverno, questo senso di ansietà della solitudine, o semplicemente di noia, si accrebbe a tal punto, ch'io non uscivo di camera, non aprivo il pianoforte, e non prendevo libro in mano.

Nonostante lo stile narrativo possa risultare vetusto per le scelte di traduzione che utilizzano parole in disuso, talvolta anche in forme ancora più desuete (imaginazione anziché immaginazione e così via), il ritmo narrativo è snello, specialmente nella seconda parte del racconto.

Grande pregio del testo è quello del mostrare in fieri quello che sarà il Tolstoj che conosceremo con i suoi grandi romanzi, che risulteranno molto più complessi sia a livello stilistico che strutturale.

In conclusione, è piuttosto facile comprendere sin dalle primissime righe o pagine ciò che accadrà in seguito, la suspense dunque è completamente nulla ma può essere creata  se il lettore/la lettrice ama questo genere di storia e, dunque, il leggere del dipanarsi degli eventi, già ovvi, possa coinvolgerlo/a comunque dal punto di vista emotivo.

Personalmente io ho difficoltà con questo genere di storie, i cui messaggi non trovo particolarmente condivisibili, anche se attuali e forse ancora più frequenti al giorno d'oggi, e anche davanti ad opere eccelse mi sono scontrata con questo gusto soggettivo che mi impedisce di immedesimarmi nella protagonista. In questo libro giovanile l'arzigogolo stilistico non è particolarmente presente e la successione degli eventi è semplice e frettoloso, perciò è ancora più semplice, per chi non gradisce la trama, scorgere aspetti meno convincenti ed apprezzare meno il risultato finale rispetto ad opere maggiori che si distinguono anche per questi aspetti.

Per questo motivo trovo che sia consigliabile per chi ama l'autore russo e vuole conoscere ogni progresso e passaggio della sua carriera letteraria, a chi si è innamorato di Madame Bovary e Anna Karenina e vuole sentire riecheggiare le sensazioni provate in quelle letture e a chi, in generale, ama la tematica principale, ovvero il senso di insoddisfazione permanente e indipendente da ciò che effettivamente si ha.

Il titolo è disponibile gratuitamente in edizione Fazi (la stessa che ho letto io, proprio usufruendo di questo servizio) con Kindle Unlimited

CITAZIONI

Raro chi arrivasse da noi; e, anche arrivando, non aggiungeva giocondità o gioia alla nostra casa.

Katia, sul declinar dell'inverno, si mise in apprensione per me, e risolse, bene o male che fosse, di condurmi via, all'estero. Ma per questo ci voleva danaro: e noi non sapevamo quasi niente circa l'ammontare dell'eredità materna; e di giorno in giorno si aspettava il tutore, il quale doveva venire e prendere in esame i nostri affari.

Mi tornò gradito questo suo modo di rivolgersi a me, con tanta semplicità, e in tono amichevolmente imperioso.

Questo misurato elogio mi diede un tuffo di gioia tale che ne arrossii; mi giungeva così nuovo e gradito, che egli, l'amico e uguale di mio padre, parlasse meco a tu per tu seriamente, e no più come a una bambina.

«Voi non dovete né potete annoiarvi», disse, «avete la musica, e la capite: i libri, lo studio: avete davanti la vita intera, alla quale solo ora è pur dato prepararsi, per non dolersi poi. Da qui a un anno sarà già tardi».

Egli con me parlava a modo di padre o di zio, e sentivo come assiduamente si sorvegliasse per tenersi al mio livello. Io ero impermalita ch'egli contasse me inferiore a lui, e a un tempo solleticata che credesse necessario sforzarsi, per me sola, di comparir diverso.

La paurosa domanda: a che prò? – non mi si affacciava già più. Pareva a me tanto semplice e chiaro che occorresse vivere a fine d'esser felice; e io avevo miraggi di grande felicità nell'avvenire.

E sopravvenne la primavera.
L'ansietà mia d'una volta era passata, e ne aveva lasciato in sua vece un'altra, primaverile, sognante, satura d'incomprensibili speranze e desideri.

Mi riesce difficile, oggi, rievocare e intendere quei sogni, che riempivano allora la mia imaginazione. E quand'anche la memoria mi aiuta, non so credere che fossero davvero cosa mia: tanto strani erano e lontani dalla mia vita.

I libri, che prima leggevo solo per ammazzar la noia, divennero a un tratto per me uno fra i migliori diletti della vita; e tutto unicamente perché io avevo chiacchierato di libri con lui, ne leggevo con lui, e lui me ne procurava.

«A noi tutti, specialmente a voi, donne, occorre vivercele in prima persona tutte le vanità della vita, a questo scopo, per ritornare infine alla vita medesima: dato che prestar fede agli altri non si può».

QUARTA DI COPERTINA

Scritto nel 1859 da un Tolstòj trentaduenne, La felicità domestica affronta il tema delle incomprensioni, dei difficili equilibri di coppia, del mutare dei rapporti coniugali, dalla piena, passionale sintonia di affetti agli equivoci, alle incrinature sempre più profonde, al distacco e all'indifferenza reciproca. Protagonisti sono una delicata fanciulla di diciassette anni, orfana, e il suo ben più maturo tutore, di cui lei s'innamora e che sposa. I primi anni di vita famigliare sono felici, allietati dalla nascita di due figli. Ma quando la moglie, ormai donna, scopre gli allettamenti della vita mondana, si allontana dal marito; per accorgersi poi, una volta superata la crisi, che lo sposo ha perso ogni interesse per lei. Con tocchi leggeri che ricordano la prosa di Turgenev e un fondo di ispirazione autobiografica - la storia giovanile con una ragazza sua vicina di casa in campagna, Valerija Arsèn'eva, che lo scrittore pensò effettivamente di chiedere in moglie -, Tolstòj tratta in queste pagine il delicato argomento dei rapporti coniugali con una finezza e un senso di inquietudine decisamente moderni, preparando la strada ai romanzi maggiori, da Guerra e pace a Anna Karenina .

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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