TRAMA IN BREVE

Scott Carey è un uomo che ha sempre avuto problemi di sovrappeso. Un giorno, la sua bilancia comincia a realizzare il desiderio di molte persone nella sua condizione: rileva un calo di peso indifferentemente da ciò e da quanto lui ingurgiti. Il problema, però, è che Scott, diversamente dal protagonista di L'occhio del male, non dimagrisce nel modo comune: appare sempre nello stesso modo senza perdere un etto davanti all'occhio critico del vicinato.

Uno dei benefici della sua insolita condizione, oltre all'energia supplementare, era la possibilità di mangiare tutto quello che voleva senza trasformarsi in una palla di lardo.

DEDICA

Pensando a Richard Matheson

INCIPIT

Scott Carey bussò alla porta dell'appartamento degli Ellis, e Bob Ellis (agli Highland Acres lo chiamavano tutti «dottor Bob», anche se era in pensione da cinque anni) lo fece entrare. «Bene, Scott, eccoti qui. Le dieci spaccate. Allora, Che cosa posso fare per te?»

RECENSIONE

Scott era quasi scoppiato a ridere, il che sarebbe stato un disastro sul piano diplomatico: una gaffe degna di Trump.

Uscito il 9 febbraio, Elevation è, per ora, l'ultimo libro di Stephen King pubblicato in Italia.

Da grande amante di questo autore, non ho avuto nessun dubbio sull'acquisto di questo volume: appena so che un romanzo di King deve uscire, io lo prenoto immediatamente. Come ho già accennato in altre recensioni ho letto tutto ciò che è stato pubblicato in Italia di questo autore, alcuni volumi li ho letti due o tre volte, di tutti possiedo una o più copie. Si potrebbe dire, conoscendo il mio background, che sono quasi ossessionata da questo scrittore e che, dunque, lo apprezzo a prescindere. La verità è, però, che ultimamente King mi ha delusa molto, con scelte evidentemente commerciali in cui ha messo ben poco del suo e io, per quanto lo abbia stimato, non ho potuto fare a meno di accorgermene.

È sotto quest'ottica che dovete, dunque, leggere questa mia recensione: non ho nessuna possibilità di giudicare questo titolo in particolare con estrema oggettività, anche se cercherò di esserlo il più possibile, sarà perciò una recensione maggiormente utile per gli "esperti" dell'autore, piuttosto che per i neofiti, per cui credo l'opera possa essere più piacevole di quanto lo sia stata per me. Perdonatemi, perciò, se sarò più tagliente del solito ma, con King, non posso farne a meno.

Partiamo con l'ambientazione, unico motivo per cui mi ero permessa di alzare il livello delle mie, altrimenti bassissime, aspettative.
Si torna a Castle Rock, cittadina fittizia ideata da King in cui sono ambientate moltissime delle sue migliori storie. I riferimenti che ci vengono forniti per ripensare "ai bei tempi andati" sono pochissimi ma non del tutto assenti. Il Fedele Lettore, però, dovrà fare a meno del tipico romanzo corale e dell'atmosfera del luogo. Troviamo, anzi, un King semi politicizzato, che invece di trasportarci nella sua cittadina di un tempo la trasforma, insieme ai suoi abitanti, in un coacervo di gente comune che ha avuto l'ardire di votare nel modo sbagliato e che rappresenta, quasi nella sua totalità, un'enorme massa non pensante piena di pregiudizio, così come colui che ha deciso di eleggere. La politica e la discriminazione sociale centrano ben poco con la vera e propria storia e sembrano inserite a bella posta per inviare una frecciatina all'attuale presidente americano. 
King, insomma, asservisce la sua storia ai propri fini personali, ottenendo un romanzo che non convince né per l'una né per l'altra cosa in quanto a ambientazione. Chi lo leggerà, dunque, per riassaporare la cittadina del Maine di una volta, rischierà di rimanere deluso. Dov'è finita l'atmosfera palpabile, quella sensazione di magico (brutto o no) permeante? Evidentemente Donald Trump è più potente di quanto l'autore creda, e se l'è portata via. 

Scott non si prese la briga di chiedere a Ellis da dove venisse quell'informazione: Castle Rock era poco più di un paese e le voci circolavano.

La trama vera del libro ricorderà alle "vecchie guardie" dei lettori, un romanzo firmato Richard Bachman (pseudonimo di King), chiamato L'occhio del male. Inoltre, l'idea di quel libro era già ispirata da un racconto di Richard Matheson, Tre millimetri al giorno, al quale, non casualmente, il nostro scrittore ha dedicato la sua opera. 
Questo, unitamente ad una serie infinita di altri dettagli tipici dei suoi ex libri che non specifico perché anticiperebbero troppo, crea grande difficoltà nel lettore che conosce le storie precedenti nel considerare originale questa nuova trama. Non c'è novità e, a causa del titolo, mi pare improbabile che qualcuno riesca a non immaginare dove voglia andare a parare. Dunque, nessun tipo di suspense e di curiosità.
La storia, per chi ancora non la sapesse, tratta di un uomo che, sulla bilancia, continua a dimagrire. Perché la specificazione della bilancia? Perché nella sua estetica nulla cambia, rimane il solito uomo, piuttosto robusto, di sempre. 

«Il potere che la forza di gravità esercita su di me si è decisamente ridotto. Chi non ne sarebbe felice?»

Lo svolgimento è una miscela tra questo ed un altro racconto che si riallaccia al contesto di discriminazione di cui parlavo prima: due nuove vicine del protagonista sono sposate tra di loro e sono, dunque, due omosessuali coniugate. Da questo sposalizio esplicitamente dichiarato nasce lo sdegno della comunità che, volutamente, boicotta il loro ristorante. Le due storie si collegano nel più banale e meno "libresco" dei modi e, onestamente, mi hanno dato l'impressione di essere due racconti scritti separatamente che, per allungare il brodo e divenire abbastanza lunghi per divenire romanzo, sono stati uniti a bella posta dall'autore. Per la terza volta di fila, dunque, trovo l'ultima uscita Kinghiana prevalentemente commerciale e poco di sostanza.

Anche nello stile troveremo qualcosa che potrei definire solamente e nel modo meno tecnico possibile "compitino". Non posso affermare che Elevation sia scritto male, ma siamo ben lontani dal livello dei volumi migliori scritti dall'autore. King sembra essersi dimenticato di come si fa percepire l'atmosfera al lettore: anziché capire come si sente il personaggio principale ci ritroviamo continuamente (e in 200 pagine che una cosa si ripeta così spesso è davvero grave) frasi su frasi in cui Scott analizza come si sente. A volte è felice, altre triste, ma rimane il fatto che ci viene detto direttamente da lui ciò che prova perché, altrimenti, noi ne saremmo del tutto ignari. Nonostante questo i personaggi principali hanno una buona, ma limitata, introspezione perché, nonostante tutto, la penna di King sa su cosa puntare.
Manca totalmente l'antagonista.

Scott rimase per qualche istante immobile sul marciapiede, sentendosi... come? Le emozioni che provava erano così complesse che non esisteva una parola sola per definirle. Umiliato, certo. Leggermente divertito, anche. Un po' seccato. Ma soprattutto, triste.

Il ritmo di lettura è molto veloce: ho terminato il libro in poco più di un'ora di lettura. È piacevole, intrattiene, se fosse un libro di un autore di cui non conosco il valore letterario potenziale lo casserei come "carino" e passerei oltre. È difficile pentirsi di averlo letto, ma non lascia niente di più (perlomeno a chi, come me, non riesce a valutarlo ex novo) di Laurie, racconto distribuito gratuitamente su Amazon e ben più breve.

Unica svolta positiva che sto riscontrando in questo nuovo King è il drastico cambiamento nei confronti degli animali: se nelle opere scorse avevano sempre vita breve ed erano visti spesso come qualcosa di meno importante rispetto all'essere umano, adesso ricoprono spesso un ruolo rilevante o comunque "ingombrante" nella narrazione. Presumo che sia tutto merito della sua cagnolina Molly (soprannominata The Thing of Evil) che, insieme a Donald Trump, è sicuramente l'argomento preferito dei suoi account social.

Come se un gatto potesse avere la cognizione dei minuti, o del tempo in generale.
O come se l'avessi io, la cognizione del tempo, pensò Scott, il tempo è invisibile. A differenza del peso.

In conclusione, Elevation è un libro dal contenuto accettabile ma non imperdibile. Ho trovato molto più interessante la sua veste grafica (copertina luccicante, font, carattere grande, illustrazioni ad inizio capitolo) rispetto che al suo contenuto che avrei trovato più adatto ad essere inserito, insieme a La scatola dei bottoni di Gwendy, in una nuova raccolta di racconti. 

Se siete amanti di King e desiderate leggere e avere ogni suo libro lo prenderete con o senza il mio benestare, se invece siete tra i fan ma desiderate solo le sue grandi opere e vi fidate del mio consiglio, vi esorto a tralasciare questo volume che, secondo me, ci ritroveremo prima o poi in una raccolta di racconti.
Se, invece, non conoscete Stephen King e questo piccolo libricino (molto carino da sfoggiare in libreria) vi incuriosisce, ve lo consiglio, ma ricordatevi di tenere conto, in caso non vi sembrasse niente di che, che qui siamo ben lontani dal motivo per cui Stephen King si è meritato di diventare così famoso.

CITAZIONI

Finché Scott non si era reso conto di quella cosa dei vestiti. Una faccenda che non si trovava su nessun sito web, medico o no. E che sicuramente non aveva niente a che fare con il diabete.

Benché fossero i primi di ottobre e non facesse particolarmente freddo, Scott indossava una giacca a vento della North Face.

«Nessuno pesa uguale nudo e vestito. È un dato di fatto, proprio come la forza di gravità.»

Era un po' maligno a pensarlo, lo ammetteva, ma d'altro canto la verità raramente faceva sconti.

Le lancette dell'orologio, i numeri sulla bilancia non erano solo dei modi per tentare di misurare forze invisibili che sortivano effetti visibili? Un debole sforzo per ingabbiare una realtà più grande, che andava oltre ciò che gli umani consideravano realtà?

«Non si tratta di vincere o di perdere, mi creda.» Mentre quelle parole gli uscivano di bocca, a Scott tornò in mente l'affermazione di uno dei suoi insegnanti al college, secondo il quale, quando qualcuno aggiungeva un «Mi creda» a una frase, c'era sempre da stare in campana.

Stava sorridendo di nuovo. Gli capitava spesso, negli ultimi giorni, il che probabilmente era folle, date le circostanze.

«È come se fossi circondato da una specie di campo di forza che respinge il peso.»

«A volte credo che questo sia il più grande programma di dimagrimento della storia dell'umanità.»

La cosa stupefacente era che non gli importava, e non lo preoccupava neppure più di tanto. Poteva anche essere un fatto senza precedenti, ma a volte la costanza con la quale perdeva peso semplicemente on trovava spazio nei suoi pensieri.

«Be', qui la maggioranza è repubblicana da sempre. E dell'ala più conservatrice. Nel 2016, tre persone su quattro hanno votato Trump, e sono convinte che quel deficiente del nostro governatore cammini sulle acque.»

Dagli altoparlanti proveniva una musica messicana – quella che, così gli pareva di ricordare, la gente chiamava tejano o ranchera.

«Con piacere. È al Dartmouth-Hitchcock, ora, nel lato oscuro», disse Gina, alludendo al New Hampshire.

La nota, sempre in rosso, consisteva di un'unica parola: ZERO.

Ma mi ha fatto capire che finirò nella merda.
L'unica consolazione, pensò, era che la merda non sarebbe durata a lungo. 

QUARTA DI COPERTINA

Scott Carey sta percorrendo senza fretta il tratto di strada che lo separa dal suo appuntamento. Si è lasciato alle spalle la casa di Castle Rock, troppo grande e solitaria da quando la moglie se n'è andata, se non fosse per Bill, il gattone pigro che gli tiene compagnia. Non ha fretta, Scott, perché quello che deve raccontare al dottor Bob, amico di una vita, è davvero molto strano e ha paura che il vecchio medico lo prenda per matto. Infatti Scott sta perdendo peso, lo dice la bilancia, ma il suo aspetto non è cambiato di una virgola. Come se la forza di gravità stesse progressivamente dissolvendosi nel suo corpo. Eppure, nonostante la preoccupazione, Scott si sente felice, come non era da molto tempo, tanto euforico da provare a rimettere le cose a posto, a Castle Rock. Tanto, da provare a riaffermare il potere della parola sull'ottusità del pregiudizio. Tanto, da voler dimostrare che l'amicizia è sempre a portata di mano. In questo racconto, che è anche un omaggio ai suoi maestri, King si prende la libertà, più che legittima, di dare una possibile risposta alle tristi derive del nostro tempo.

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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