TRAMA IN BREVE

Nove racconti in una prima opera che stupisce: la parola è data agli emarginati, a coloro che non si conformano, agli esclusi, ai rifiutati.

INCIPIT

Tette

– Ma poi andrete da qualche parte?
Fu Senape a porre la domanda che gli mise la mosca nell'orecchio. Fino a quel momento Mirko non aveva pensato ad un "dopo". Era abbastanza eccitato, sì, per la prima volta sarebbe uscito di sera con ragazzi più grandi, ma tutto sommato si trattava di una pizzata per festeggiare il compleanno della sorella di Viviana, una cosa tranquilla.

L'egocentrico

Come ogni mattina, la sveglia iniziò a suonare alle sette in punto, e con pochi squilli prepotenti, "Oggi mi interroga!", riuscì a trascinarlo nella realtà. Luca spense la sveglia, si alzò in un lampo, mise le pantofole e andò in cucina a fare colazione. Dato che il tè scottava, vi aggiunse meccanicamente del latte freddo, cosa che da quando era tornato dall'Inghilterra, agli inizi dello scorso agosto, era rimasta una piacevole abitudine.

La morte ha i tuoi occhi

– È... morto?
– Lei è la moglie?
– Sì...
L'uomo non ebbe il coraggio di guardarla negli occhi mentre lei li teneva fissi su di lui.

Emilio

Il passo cadenzato di Emilio sul marciapiede, e il complice sfoggio di clori primaverili, ispiravano i suoi pensieri con logica e poesia, come fanno gli strumenti di un'orchestra. Il sole splendeva gentilmente caldo, e quanto il mondo tutto mostrava rinnovato benessere, anche Emilio rinvigoriva tra i profumi e quel giovane tepore.

Punti di vista

Appena scese dal treno fu investita dall'aria fredda e lievemente pungente del mattino. Ogni cosa era gelata in una patina di grigiore, nonostante i colori delle giacche, i cartelloni pubblicitari, e le luci rosse sul tabellone degli orari, cercassero di scrollarsela di dosso. Stretta nel suo cappotto di pelle nera, Anna seguiva con abitudine l'intima linea invisibile che tra la massa intorpidita le indicava il percorso fino alla metropolitana, prima tappa del suo itinerario quotidiano.

Oggi il tempo è splendido

Odio alzarmi presto la mattina. Questa è una verità che negli anni non cambia. Fin dai tempi della scuola, faccio fatica a strapparmi dal sonno perché amo far tardi la sera. Probabilmente la parte più inconscia di me, sapendolo, ha tramato fin da subito per scovare un lavoro adatto a questa mia esigenza: turno fisso di notte.

Lunghe notti

– Oh, per favore Fè, ha solo vent'anni!
– Questo ne ha ventidue.
– Benissimo, perfetto per te che devi sempre fare la parte del fratello maggiore, ma non è quello che cerco io. Eravamo d'accordo che avremmo cercato qualcuno per risolvere la mia serata, o sbaglio? È già tardi. Clicca su Roby 28...

Nel buio degli occhi chiusi

Nel buio degli occhi chiusi, filari di parole scorrevano veloci. Discorsi, spiegazioni, accuse che ancora avrebbe voluto rinfacciargli, si succedevano impressi in negativo su immensi fogli neri, un nastro che non smetteva di svolgersi. Vi si coglieva una logica che forse poteva comprendere, ma Livio aprì gli occhi, e quei grossi blocchi scomparvero.

Un vestito per il cane

– Bene, mettiamoci subito al lavoro. Alza te tapparelle per favore.
– Ecco, la voce dell'autorità! Guarda che se cominciamo così, me ne vado e torno stasera con gli altri.
– E tu non fare il polemico. Ti ho chiesto "per favore", di cosa ti lamenti?

RECENSIONE

– Non sono strano. Ho riflettuto.
– Su cosa?
– Su ieri sera.

– Sulle tette?

Punti di vista è la prima opera di Andrea Negri.

Si tratta di una raccolta di nove racconti apparentemente scollegati ma che, in realtà, nascondono tra le loro pagine molte affinità.

I collegamenti che si possono cogliere sono primariamente legati al contenuto: vi sarà semplice ritrovare un concetto espresso in un racconto che ritorna, talvolta personalizzato, in quello successivo. Questo non significa, però, che le trame siano similari. Leggendo i primi due racconti della raccolta potrà sembrare, è vero, incontrando due protagonisti uomini, giovani e studenti, ma dal terzo in poi sarà sempre più evidente l'indole sperimentatrice dello scrittore.

Quest'ultima, si nota in diversi aspetti del libro ma, più di tutto, è evidente nello stile che cambia, di racconto in racconto, mostrando una sempre maggiore audacia che, personalmente, ho trovato particolarmente bene espressa in "Punti di vista", proprio la storia che fa da titolo anche all'antologia. In questo racconto, infatti, non solo cambiano i punti di vista e il loro traslare non viene esplicitato se non grazie alla lettura attenta del testo, ma ci saranno anche giochi stilistici quali avanti e indietro nel tempo, dialoghi intervallati dalla narrazione, dialoghi a fondo campo rispetto alla scena principale e anche un evidente mutamento stilistico al cambiamento di ogni "punto di vista".

L'audacia si mostra anche nel linguaggio utilizzato: aulico e ricercato anche nei dialoghi, assolutamente non comune e tipico del parlato, ma anche del pensiero della maggioranza delle persone e con continue dicotomie (linguaggio forbito intervallato da parolacce, situazione quotidiana e quindi potenzialmente banale, letta in chiave poetica e riflessiva) che mostrano al lettore l'eccentricità delle sue scelte narrative che rendono ogni scritto particolarmente originale.

Le descrizioni ambientali, sia quelle esterne ma, soprattutto, quelle di interni, sono cinematografiche, visive e altrettanto d'impatto. Capita spesso che la descrizione, sempre "alta" a livello linguistico, abbia come oggetto, rifiuti, sporco e altri oggetti o dettagli che, tipicamente, vengono associati al ribrezzo e alla vergogna.

L'umidità e la muffa nei muri, si erano sostituite alla vernice bianca di un tempo con tristi macchie nere e grigie, come braccia invadenti che si spandevano lungo le crepe degli anni. I mobili, coperti dallo spesso strato di polvere grigia, e gli oggetti della stanza, sparsi confusamente tra ragnatele e formiche, lamentavano il loro dolore e la loro frustrazione nel silenzio rassegnato del loro purgatorio.

Questo aspetto l'ho immaginato immediatamente associato al fil rouge che si intravede attraversare tutte le storie: il racconto dell'emarginato. In ogni storia, infatti, si racconta, spesso in modo indiretto, talvolta anche in modo diretto, di persone che, tipicamente, vengono malviste dalla società o da una buona parte della stessa, esseri umani che, ogni giorno, devono lottare non solamente contro la vita ma anche contro altri loro simili che sembrano non poter vivere in loro presenza: prostitute, barboni, il classico secchione della classe e omosessuali sono solamente alcuni di essi. Ogni racconto riesce sia a farceli vedere con l'occhio del pregiudizio sia a levarci, pian piano, il velo che ci ricopre per mostrarci cosa c'è sotto.
Di questi, la persona con cui sono entrata più in empatia è la donna del terzo racconto, "La morte ha i tuoi occhi", una donna che, alla notizia della morte del marito, perde il lume della ragione diventando essa stessa un rifiuto della società.

Tutti i personaggi, specialmente i protagonisti delle vicende, escono completamente dagli schemi. Potremmo dire che non sono credibili ma ritengo che l'intento dell'autore fosse proprio quello di rappresentare la diversità ed è per questo che, inevitabilmente, ci si troverà a pensare che il ragazzino della prima storia sembra davvero troppo serio e consapevole per la sua età, che non parlerebbe mai in quel modo se esistesse veramente, e così via. Anche qui ritorna il leit motiv dell'emarginato, dell'escluso che, capovolgendosi, può diventare anche orgoglio e fierezza di essere diverso da chiunque altro, come succede in "Emilio".

Per quale motivo arcano, ogni qualvolta gli accadeva di manifestare liberamente la propria natura, e – per Dio! –, con tanto stile, doveva sempre leggere biasimo sui volti dei compagni di classe? Perché non lo appoggiavano, invece? Quegli sguardi di altezzoso disprezzo, misto a pietà, erano la sua ferita.

In conclusione, Punti di vista è un esordio inaspettato, con tratti quasi postmoderni, che dal lato dell'idea, dell'originalità ma anche della stilistica (specialmente nelle ambientazioni) è molto più che convincente. Dal lato del prodotto finale, inteso come libro di testo ha, però, dei limiti a livello grafico (qualcuno anche ortografico) e, secondo me, andrebbe smussato e lavorato per poter rendere al meglio un contenuto che, proprio perché diverso dalla massa, ha bisogno di una cura particolare per uscire al meglio e distinguersi in toto.

Lo consiglio, specialmente a chi è stanco del classico "compitino" che, talvolta, fa sembrare ogni libro identico ad un altro.

CITAZIONI

Stavano bene insieme, quando succedeva, e tra i due fratelli c'era sempre stata una sana dose di complicità, ma gli anni di distanza creavano un'inevitabile alone di mistero.

Il suo pensiero era un insetto impazzito, e il fiore odoroso cui ronzava attorno era Vicky.

Senape tornò sul palco del narratore.

Era passata nella sua vita lasciando solo un'impressione, ed era già volata via, come un festoso stormo d'uccelli che scompare lasciando il cielo vuoto.

Ma lo specchio non aveva la mera funzione di compiacere il suo narcisismo o il bisogno di evitare il ridicolo. Nella sua intimità, rappresentava la limpida superficie dove giornalmente poteva incontrare la propria anima, e se necessario interrogarla.

Anche la luce del lampione cominciò a tremare, mentre sempre più forte si infilava ovunque l'ululato di un vento che pretendeva diritto di proprietà su tutto il parco, usurpato oltre il tollerabile dalla vita. Era giunto il tempo delle tenebre,  e i cadaveri stagionali degli alberi si inchinavano di buon grado alla sentenza di morte.

All'inizio si era trattato di una passione innocente, del necessario bisogno adolescenziale di esprimersi e sfogarsi attraverso emozioni e idee impresse sulla carta. Oggi poteva sorridere di quei primi approcci. Poi, verso i quindici, sedici anni, scrivere divenne, nel suo sentire, il fondamentale pilastro su cui avrebbe costruito la sua intera esistenza terrena: la preziosa motivazione della sua comparsa sul pianeta.

Nella solitudine di quel luogo, lui sentiva di aver trovato il suo posto, un angolo dove egli era il padrone e poteva palpare a piene mani la sublime sensazione di essere parte di un'immensa bellezza, una creatura della Terra. Le rocce, l'acqua e le alghe stringevano un connubio, un'intesa fraterna con il suo corpicino abbronzato.

Ma la colpa fondamentale non era sua. Il male risiede accovacciato negli angoli, nei meccanismi stessi di quell'ingorda macchina affamata di vite e di sogni che tutti pomposamente chiamiamo civiltà. I suoi muri, i suoi grattacieli, la burocrazia, il formalismo... È un metallico ingranaggio fuori controllo che fagocita le menti dei suoi stessi figli...

Una colomba nei paraggi si librò rapida nel cielo pallido, puntando verso l'alto quasi in verticale. Vide sotto di sé un mondo avvolto nella foschia. Sapeva che la Terra doveva essere tonda, eppure lei. ovunque fosse volata, l'aveva sempre vista piatta.

QUARTA DI COPERTINA

Nove racconti e una folla di personaggi immersi nella confusa quotidianità urbana. Giovani uomini e donne, anziani e adolescenti, artisti, impiegati, senzatetto, gay ed eterosessuali, impegnati nel trovare momenti di autenticità, o la propria identità, tra i primi approcci al sesso, la ribellione alle regole condivise, le insicurezze, il dolore, i pregiudizi, le speranze e le paure di tutti. Amore, desiderio, rabbia e amicizia. Ma anche arte, ironia e grottesca comicità. Racconti autonomi, accomunati da tematiche e richiami in una rappresentazione caotica ma coerente, quasi a comporre un romanzo corale.

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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