L'amore non guasta è il secondo libro pubblicato di Jonathan Coe, in Italia edito da Feltrinelli, ed è stato il romanzo prescelto per il mio gruppo di lettura sull'autore (#LibriDiCoe su Instagram) per il mese di Aprile.
L'amore non guasta (titolo italiano che, per me, non rende l'idea del messaggio quanto l'originale) è un libro che dimostra molte delle caratteristiche migliori dell'autore ma che, per chi ha letto tanti altri suoi libri, rimangono un po' in sordina.
La trama ci parla di Robin, uomo che sta attraversando una fase delicata della propria vita: privo di slancio vitale, non sa più cosa fare e quali obiettivi perseguire. La sua storia non ci verrà raccontata solamente dal suo punto di vista ma anche da quello di Ted, ex amico dell'università, Aparna, nuova amica con cui l'uomo ha instaurato un rapporto particolare ed Emma, una legale brava ma molto presa dalla sua vita privata.
Il libro è diviso in quattro parti e ognuna di esse contiene al suo interno un frammento della storia principale e un racconto. Infatti, L'amore non guasta ha al suo interno della metanarrazione: i racconti che leggeremo sono stati scritti da Robin, autore in erba.
Questa struttura lascia intravedere la capacità dell'autore nell'intercambiare sapientemente le scelte narrative (così come l'utilizzo di lettere, diari ecc) ma in questo volume sarà solamente accennata rispetto ad altre opere.
"Ah," disse debolmente, "è una serie su cui sto lavorando. Non ti saprei dire perché mi ci sono messo. Sono quattro storie, tutte collegate tra loro. Trattano di sesso, di amicizia, di scelte: cose così."
Lo stile di Coe è attento, ricercato, ma scorrevole. In questo volume l'autore si fa sentire molto poco e parla direttamente con il lettore in un'unica occasione nella trama principale. L'ironia è presente ma lascia grande spazio al cinismo, aspetto che associo meno alla sua scrittura.
I racconti, paradossalmente, li ho trovati più Coeiani, anche se appare evidente come essi siano stati scritti esclusivamente per far arrivare un'idea al lettore sul loro scrittore, Robin.
"Quello che in letteratura la gente chiama ironia, di solito nella vita vera si chiama dolore e incomprensione e disgrazia, tutte cose che non mi fanno sorridere."
La storia è ambientata nell'Inghilterra del governo Thatcher, a Coventry. I riferimenti alla politica come sempre non mancano e sono determinanti per comprendere al meglio la psicologia dei personaggi, questo aspetto, però, non è approfondito come in altre opere.
Le descrizioni non mancano, sono piacevoli e aiutano a visualizzare le scene. Non sono particolarmente vivide.
È una calda sera di metà aprile; sono circa le undici. Robin e Ted sono usciti dal pub e stanno prendendo una nuova direzione, Robin al comando, Ted di fretta per tenersi al passo. Ora la gente di Coventry dorme o si prepara a dormire; ma loro continuano a camminare a passo sfiancante, questi due amici che non sono più amici.
Il ritmo di lettura non è tra i più veloci: inizialmente si fatica ad entrare nella storia perché non si comprende bene ciò che sta succedendo (l'incipit è una telefonata di cui sentiamo solamente uno dei due interlocutori) e i rapporti preesistenti tra i personaggi, successivamente ciò che succede è esiguo e raccontato in modo volutamente dosato. L'inserimento dei racconti aiuta molto la narrazione: non si rischia mai di annoiarsi perché poi intervengono le quattro storie, tendenzialmente più interessanti e significative.
Ciò che succederà nel finale è inevitabile: la coerenza della trama voleva che il libro potesse terminare solamente in questo modo. Ciò che succede come appendice, però, mi ha convinta meno. Non c'è niente di poco credibile, ma mi aspettavo che l'autore facesse qualcosa di più.
I personaggi sono ben rappresentati. In questa fase Coe non ha ancora iniziato a introdurre quelli negativi come "normali", riuscendo a farceli piacere grazie all'egregia caratterizzazione, perciò suscita facilmente le simpatie e le antipatie del lettore verso determinate persone.
Il messaggio, riassunto egregiamente nel titolo originale, vuole spiegarci che, talvolta, anche solamente un tocco d'amore può fare la differenza. Non necessariamente un amore romantico; un affetto, un accorgersi che, oltre a noi stessi, ci sono anche gli altri e le loro necessità. E se un tocco d'amore, invece, non bastasse? Potremmo sapere, almeno, di averlo fatto e vivremmo senza rimpianti.
"Hai mai avuto l'impressione," disse Robin, "di aver passato la vita a prendere costantemente decisioni sbagliate? O, peggio ancora, senza prendere mai nessuna decisione? A un certo punto ti rendi conto che ci sono stati periodi in cui avesti potuto riuscire... che so, ad aiutare qualcuno: ma non hai mai trovato il coraggio. O no?"
In conclusione, L'amore non guasta è un buon romanzo, che mostra tante qualità dell'autore ma che, se comparato con altri titoli, non convince allo stesso modo.
Lo consiglio perché Jonathan Coe per me vale la pena anche quando non è al suo meglio: se dovete iniziare e volete solamente un assaggio del suo potenziale questo può essere un buon inizio.