TRAMA IN BREVE

Jonah e Troy. Due uomini completamente diversi sia nel carattere che nel retaggio. Eppure entrambi sono alla ricerca di quel lieto fine che la vita sembra non volergli dare. Riusciranno a raggiungerlo e, soprattutto, a riconoscerlo?

DEDICA

A Dan Smetanka

ai miei figli,
due buoni fratelli

A mia moglie,
Sheila:
sempre, tutto

INCIPIT

Jonah rimase morto per breve tempo prima che i soccorritori lo riportassero in vita. Non ne parla mai, ma a volte gli torna in mente, e si ritrova a pensare che forse è quello l'evento centrale del resto della sua esistenza, forse è quello che ha messo in moto il suo futuro. Pensa al grosso orologio a cucù nel soggiorno del nonno, al tonfo sordo dei pesi e all'accordo dissonante delle molle quando la piccola porta si apriva e l'uccellino schizzava fuori; pensa al proprio cuore, che era fermo quando i soccorritori lo avevano raggiunto, e poi all'improvviso aveva ripreso a battere, nessuno sapeva il perché, aveva ricominciato e basta, proprio quando stavano per dichiararlo morto.

RECENSIONE

«Oh, lascia perdere. Tutti sembrano convinti che sia solo questione di natura o di ambiente, o di una combinazione tra i due, ma la sai una cosa? Io credo che sia ancora peggio di così. Credo che sia tutto... causale. È solo questione di caos e fortuna».

Il riflesso del passato è il romanzo d'esordio di Dan Chaon, autore portato nelle librerie italiane da NN Editore l'anno scorso con La volontà del male.

Dan Chaon dimostra anche in questo volume di amare le strutture sfalsate: i punti di vista da cui leggiamo sono ben cinque (anche se i principali e i più ripetuti sono solamente due) e vanno avanti e indietro nel tempo, sia in maniera esplicita (con la data indicata ad inizio capitolo) che implicita (tramite i pensieri, le riflessioni e i ricordi del personaggio di cui stiamo leggendo in quel momento).

Nonostante questo, la lettura appare piuttosto lineare e chiara. Il cambio di punto di vista non viene utilizzato, come spesso succede nei romanzi di questo genere, per creare suspense, bensì per formare un parallelismo tra le personalità, altrimenti diversissime, dei personaggi presi in considerazione. In effetti, il legame tra i diversi capitoli, per quanto non esplicito e dichiarato solamente pian piano, è piuttosto semplice da indovinare. Chaon in questo libro non stravolge con i colpi di scena ma scava nel profondo dell'animo umano, facendoci riflettere su alcuni aspetti scomodi che appartengono a molti di noi, se non a tutti.

I personaggi ritratti dall'autore sono degli antieroi, specialmente i due personaggi principali: Jonah e Troy. Come tutti hanno avuto delle sofferenze, come tutti hanno intrapreso delle strade e, come tutti, talvolta hanno preso la direzione sbagliata. Entrambi sembrano vivere all'interno di una spirale vittimistica che, da un lato, li porta a pensare senza sosta a tutto ciò che di brutto hanno avuto dalla vita e a darne la colpa ad agenti esterni, dall'altra, innesca in loro un senso di colpa automatico non appena riescono a pensare ad una via d'uscita. Entrambi sognano una vita migliore ma, sotto sotto, pensano di non meritarsela, come se dovessero espiare per sempre un peccato originale che non conoscono ma che sentono di avere commesso, anche solo nascendo.

E di nuovo si sente di meritare le cose brutte che gli sono capitate.

I due uomini condividono anche l'ossessione dell'immaginare "come sarebbe stato se". Attribuendo le loro sfortune ad agenti esterni, invece di concentrarsi sul loro presente e sulle loro azioni, preferiscono fantasticare su come sarebbe stata la loro vita se gli altri avessero preso decisioni differenti.

Si sentì svanire, e le altre vite che aveva immaginato volarono via, stupide come palloncini.

Lo stesso leit motiv della dissociazione della realtà dei suoi personaggi viene espressa da Chaon attraverso un lessico cinematografico e ai paragoni diretti con i film: i personaggi si immaginano in una dimensione di finzione dove magicamente tutto va a posto o viene compreso con uno sguardo, per poi sentirsi feriti quando la realtà decide di bussare alla loro porta e mostrare loro la sua vera faccia.

Non era come un film.

Tutto ciò che sto raccontando potrebbe mettere in una cattiva luce questi due personaggi che, in realtà, mi permetto di trattare con grande severità perché loro rappresentano tutti noi. Il parallelismo tra le loro, altrimenti diversissime, personalità, ci mostra proprio come non importa veramente ciò che ci succede: è facile indulgere con noi stessi a prescindere dal nostro errore. Quanto è più semplice incolpare di ogni nostro dolore gli altri e le loro scelte? Quanto è complesso ripartire da capo, cambiare e, sopratutto credere di potercela fare?
Il titolo originale You Remind Me of Me, in questo senso non potrebbe essere più azzeccato.
È l'autore che, facendoci leggere direttamente il loro punto di vista ci fa capire come possano agire in questo modo e, mentre da fuori saremmo portati a giudicarli duramente e senza indugi, da "dentro" ci pare tutto chiaro, quasi inevitabile. Veniamo scissi tra razionalità ed emotività, riuscendo a vedere la situazione sia dal punto di vista che si ritiene senza scampo, sia da quello saggio e oggettivo che appartiene a tutti coloro che si devono occupare di una situazione in cui non hanno alcun coinvolgimento emotivo e, per questo, la trovano semplice, risolvibile.
Leggere il loro punto di vista, perciò, non solo non è complesso, ma ci manda anche indirettamente un messaggio profondo su cui, volenti o nolenti, verremo chiamati a riflettere sul finale, sul quale avrei molto da dire ma che purtroppo non potrei analizzare senza darvi anticipazioni importanti.

Significative sono anche le descrizioni. Vivide e chiare, trasmettono un ulteriore parallelismo: quello tra la natura esterna dell'ambientazione e la natura interiore del personaggio preso in considerazione.

Oltre il parabrezza, la neve è una nebbia farinosa. Trasforma gli alberi, le case e i segnali stradali nel grigio confuso e granuloso di un schermo televisivo oscurato dalle interferenze. Il cielo sembra schiacciare il mondo, crollare, posarsi al suolo.

In conclusione, Il riflesso del passato è un buon libro che grazie alla sua struttura arzigogolata riesce a mostrare molto sull'uomo e sul suo modo di ragionare. La storia raccontata ha una buona trama, per quanto lo svolgimento sia semplicissimo da indovinare. Per chi ha letto La volontà del male è piuttosto immediato fare paragoni: questo esordio mostra in nuce ciò che lì verrà rappresentato in modo molto più complesso. In più, leggere questo primo libro mi ha aiutata a capire qualcosa in più de La volontà del male che, persa nella sua magistrale architettura e folgorata dai colpi di scena, avevo perso di vista e non compreso completamente.

Lo consiglio e se di Dan Chaon non avete ancora letto niente vi esorto, proprio perché trovo che mostri molto del progetto letterario dell'autore, a iniziare proprio da questo volume.

CITAZIONI

Ma nel film questo non si vedrebbe. Si vedrebbe solo lui mentre scende dallo scuolabus, un bambino che corre trascinando lo zaino sulla ghiaia umida, che indossa un berretto di lana rosso e una giacca a vento azzurra e lisa; le pietruzze he stridono sotto le suole degli scarponcini, un rumore ritmico e piacevole prodotto da lui. Lo spettatore guarderebbe tutto questo dall'alto, con una visuale a volo d'uccello: il lungo vialetto di ghiaia che conduce dalla cassetta della posta alla casa, le erbacce sulle rive dei fossati, i pali del telefono, le recinzioni di filo spinato, i binari della ferrovia. L'orizzonte, la vasta pianura di polvere e vento.

Per la prima volta capiva davvero che in lui c'era qualcosa che agli altri non piaceva.

Forse c'era qualcosa di inevitabile in ciò che accadde. Quando Jonah si sforza di immaginarlo gli sembra sempre che l'intero pomeriggio covasse in sé un elemento silenzioso e gelido, soffocato, una sorta di aspettativa, come se qualcosa fosse stato preparato per lui.

Nel buio, non può fare a meno di pensare che si tratti di un fantasma. Non crede nei fantasmi, non del tutto, però se esistessero in un posto come quello prospererebbero. Alcune ragazze lì dentro si sono uccise, ne è sicura. È un luogo di morte. Di silenzio. Di freddo. Vi regna la sensazione che si prova a volte camminando da soli in un parco ad autunno inoltrato, quando un'unica foglia cade da un albero, si contorce con lentezza e atterra davanti a noi.

C'erano momenti in cui gli pareva che il suo passato fosse più presente adesso di quando lo viveva. Non aveva conservato neanche una foto, neanche un oggetto, eppure i ricordi non facevano che riaffiorare, stendendo un velo sulla sua vita quotidiana.

Il vero terrore, pensò Jonah, il vero mistero della vita non era che tutti noi moriremo, ma che tutti noi siamo nati, che in passato siamo stati tutti bambini piccolissimi come quello tra le sue braccia, bambini che con lentezza, inconsapevoli, avvolgevano il mondo, lo arrotolavano un anello dopo l'altro, come un gomitolo di spago. Il vero terrore era che una volta non esistevamo, e poi, senza alcuna colpa da parte nostra, siamo stati costretti ad esistere.

Non ho fatto niente di male, pensa, eppure si sente una persona cattiva. Ha la sensazione di essere colpevole di qualcosa, qualcosa a cui non riesce nemmeno a dare un nome, ma che se ne sta appollaiato come un grosso uccello su un ramo che sovrasta la sua mente, e lui capirebbe cos'è se solo ci pensasse abbastanza a lungo.

Persino quando le pareti si fecero più strette, perfino quando il passaggio gli si chiuse davanti, il cervello continuò a bramare quella crepa luminosa sempre più piccola, a sperare in un gesto di misericordia, in un colpo di fortuna, in una commutazione, nell'intervento di qualcuno.

Vista su una mappa, la cittadina di St. Bonaventure sembra un po' una pera o una zucca a fiasco. È tagliata a metà dai binari della ferrovia e dalla strada principale che corre in parallelo.

Non è mai stata una persona superstiziosa, ma in quel momento è sicura di percepire la presenza del bambino. Della sua piccola anima. È una piccola pulsazione, che ammicca costante, come la luce di un aerei che attraversa il cielo di notte.

Ma è come se ogni vita possibile si trovasse appena oltre la sua portata. Pensa a una mosca che si agita contro una lastra di vetro, continua a sbattere contro una barriera trasparente. Arriva sempre fino a un certo punto, poi fallisce.

QUARTA DI COPERTINA

Jonah ha sei anni quando il cane di famiglia lo aggredisce, lasciandolo sfigurato. L'incidente lo segna per sempre e lo allontana dalla madre Nora, perseguitata dal ricordo di un figlio dato in adozione. Rimasto solo e ormai adulto, Jonah abbandona la casa d'infanzia e si mette in cerca del fratello, sperando di ricomporre i pezzi della sua vita e sentirsi finalmente parte di una famiglia. Troy, invece, sta perdendo ogni affetto. È in libertà vigilata, la moglie lo ha lasciato e la suocera gli impedisce di vedere il figlio, Loomis. Per caso conosce Jonah che lavora nel suo stesso locale: all'inizio diffida di lui, ma qualcosa nei suoi modi, allo stesso tempo sfuggenti e supplichevoli, lo attira. Finché un giorno il piccolo Loomis scompare, mettendo in moto una catena di eventi che rischia di trasformarsi in tragedia. Dopo La volontà del male, Dan Chaon torna con un thriller in cui le vite dei personaggi si intrecciano e si svelano a poco a poco, in un intarsio di passato e presente che assume contorni sempre più oscuri e inquietanti. E mette a nudo fragilità, paure e sogni dell'uomo contemporaneo, raccontando le estreme conseguenze a cui porta il bisogno d'amore. Questo libro è per chi si immagina regista del film della sua vita, per chi ha osservato un dipinto così a lungo da trasformarlo in un ricordo personale, per chi ha lasciato volar via un palloncino guardandolo dileguarsi nell'aria, e per chi ha deciso di non perdere la speranza, quella piccola pulsazione che ammicca costante come la luce di un aereo nel cielo notturno.

LIBRI CITATI

Il collezionista di John Fowles QUI su Amazon
Diario di Anna Frank QUI su Amazon
L'isola del tesoro di Robert Louis Stevenson QUI su Amazon
Il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach QUI su Amazon
Il mago di Oz di L. Frank Baum QUI su Amazon
La fine del principio di Ray Bradbury QUI su Amazon
Louis The Fish Di Arthur Yorinks QUI su Amazon

Autori citati senza un libro specifico:
Virginia Woolf, Charles Dickens, Lev N. Tolstoj, Albert Camus, William Shakespeare, Saul Bellow.

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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