Un viaggio madre e figlia per poter ravvivare un legame non sempre semplice.

A Oliver

Quando lasciammo l'albergo pioveva, una pioggerellina fine, come a volte accade a Tokyo in ottobre. Dissi che il posto dove stavamo andando non era lontano – avremmo solo dovuto raggiungere la stazione, la stessa in cui eravamo arrivate il giorno prima, poi prendere due metro e camminare per un po' lungo alcune stradine fino a raggiungere il museo.

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Tempo di neve è un libro del 2022 di Jessica Au, edito in Italia da Il Saggiatore e tradotto da Federica Merati.

Romanzo atipico perché sembra così autobiografico da non far sospettare il lettore che non si tratti di un viaggio realmente effettuato, vede sicuramente nel rapporto realistico tra i due personaggi raccontati (madre e figlia) il suo punto di forza.

Il rapporto madre e figlia e le sue conseguenti complicazioni causate da generazioni e scelte di vita differente è il tema portante del testo.

Il viaggio e il luogo di ambientazione, Tokyo, ha più valenza metaforica che fisica e rappresenta un punto d'incontro tra le due donne appartenenti a due mondi diversi e che vedono nel Giappone un luogo non conosciuto ma ospitale che può aiutarle a colmare le lacune del loro rapporto e avvicinarle in una nuova avventura condivisa.

Apprezzabile per la verosimiglianza è un testo che può piacere particolarmente a chi apprezza il tema principale ma che non sviluppa molto altri aspetti del romanzo che potrebbero interessare a chi non sceglie il libro per il rapporto madre-figlia.

Tempo di neve è il racconto di quel filo sottile che unisce madri e figlie. O meglio, di quei nodi che lo piegano e sfilacciano. Jessica Au disegna con precisione e delicatezza un pellegrinaggio alla ricerca dell’identità per le strade di Tokyo, di cui però le viandanti non conoscono la vera meta.Una figlia e sua madre, che vivono da tempo lontane, si danno appuntamento nella capitale giapponese. Non è un viaggio come gli altri: questo ha l’aspetto di un addio. Così come la giovane regola il diaframma della sua Nikon per fissare l’immagine dell’anziana donna per sempre, allo stesso modo è costretta a scegliere quali dettagli del loro rapporto mettere a fuoco e quali invece lasciar galleggiare in superficie e poi disperdere, come sull’acqua increspata dei canali della città. Le due condividono ciotole di noodle fumanti in minuscoli ristoranti, visitano mostre e fanno del loro meglio per evitare che la pioggia di ottobre rovini i loro programmi. Ma rifugiarsi nei ricordi non è sufficiente quando ci si trova in un corpo a corpo privato di ogni traccia di intimità e possibilità di avvicinamento. Qual è allora il significato di questo errare fianco a fianco, se non la ricerca di una serena solitudine nel mondo?Nel confronto in punta di piedi che avviene pagina dopo pagina, la tanto agognata familiarità sembra sfuggire ogni volta e la vicinanza si trasforma lentamente in un’inadeguatezza: l’angoscia di essere ormai fuori tempo massimo.

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