Può una storia finire per una stupidissima, minuscola e insignificante frase?
Vuoi conoscere un casino? è il romanzo d'esordio di Alex Astrid, pseudonimo scelto dall'autrice per la pubblicazione, ed è edito da Il Ciliegio.
Si tratta di un diario in cui la protagonista, Giorgia, si sfoga e racconta tutte le emozioni che non può lasciare trapelare, in tutta la loro intensità, con le persone che le stanno intorno.
L'idea le nasce, infatti, davanti a uno dei dolori più grandi che si possano sopportare in giovane età: la perdita di una grande amica (nonché cugina). È a lei, Martina, che la ragazza si rivolge, cercando in questo modo di mantenere vivo il legame che, a causa della morte prematura, sarebbe altrimenti stato scisso dal tempo.
Proprio per questo ho deciso di scrivere un diario e di comunicare con te grazie a questo magico portale che trasporta le idee attraverso le dimensioni.
Proprio per questo, l'incipit del libro è la parte più commovente e toccante, in cui chi ha vissuto sensazioni ed emozioni similari potrà rivedersi molto e sentire nuovamente la stessa potenza emotiva provata a quei tempi.
Te lo volevo comprare io, ho risparmiato tutto il possibile e, con un piccolo prestito di mamma, ero riuscita a raccogliere la somma. Ecco dov'ero mentre tu morivi. Volevo renderti felice.
Come sappiamo, però, è giusto che la vita vada avanti e, pur non dimenticando mai chi ci ha lasciato, siamo costretti a combattere per ritrovare la felicità. Così fa Giorgia che, nello svolgimento del testo, ci racconterà le classiche disavventure di un'adolescente; sport, rapporti con la famiglia e, soprattutto cotte e sofferenze d'amore.
Baciare qualcuno a caso non mi serve. Io voglio sentimento. Un bacio che ti fa venire i brividi, ti scalda, ti soddisfa... Un bacio è un vero bacio solo se ha un perché.
Lo stile di scrittura è esattamente quello che ci si aspetterebbe di trovare aprendo il diario segreto di una ragazza giovane e attenta ad esprimere di getto i propri sentimenti. Ci sono ripetizioni sia volute che legate al lessico della protagonista, ci sono parolacce e nessun tipo di filtro: le frasi che potranno sgomentare un adulto sono tante, perché è con l'età che si comincia a dare importanza a certe parole che, da giovani, si rischia di usare con eccessiva leggerezza e superficialità.
Ci sono anche diversi refusi di vario genere, che non credo fossero voluti ma che riescono a non stonare grazie alla forma strutturale scelta: è il diario di una ragazzina, che scrive tutto velocemente e sfogandosi e trovare degli errori sembra quasi normale.
Non si è fatto alcun problema, si è fatto me.
La personalità della protagonista è resa molto bene. È confusa, contraddittoria, buona e ingenua, talvolta tagliente. È una persona in giovane età che non ha chiari punti di riferimento da seguire e, come tutti, impara gradualmente e dolorosamente ogni nuova lezione di vita. È anche un'anima pura, però, il che ci ricorda, anche nei momenti in cui l'argomento trattato è spinoso, che non c'è cattiveria o scelta dietro ciò che dice e che ciò che pensa, anche se di breve durata e contraddittorio, è sempre la sua verità.
Io sono un casino in movimento, un disastro continuo, una matta, una bomba. Rido, poi piango, lo picchio, poi ho fame, sete e sonno, voglio una cioccolata, vedo i pasticcini, ne mangio due, poi mi pento, me ne frego, bevo il tè. Corro, mi insegue, lo sgrido, urlo, voglio tante coccole. Mi sdraio, mi alzo, studio, poi leggo e metto la musica. Scrivo, volto pagina, e sorrido di nuovo. Piango ancora. Mi abbraccia. Una coperta, poi fa caldo, canottiera, felpa, matite colorate, fogli e computer. Smalto rosso, smalto blu, smalto bianco. Gonna o jeans? Cinema o pizza? Entrambi? Partita, palla, rete, il pavimento si avvicina, un ginocchio sbucciato, qualche goccia di sangue, un cerotto. La neve, il mare, il sole. Adesso o dopo? Devo o posso?
La verosimiglianza del testo è completa, tanto che lascia immaginare che si tratti del suo diario (anche considerando la dedica, che vi ho riportato e il nome dell'autrice). Oltre alla storia, ci sono squarci di vita reale, di quegli aspetti che difficilmente si riportano in un romanzo eppure fanno parte della nostra quotidianità, tanto che non ce ne accorgiamo nemmeno più.
Come sempre percepisce che sta arrivando la sua ora. Ha questa sensazione sa almeno quattro anni, ma è ancora viva e vegeta.
Bello il finale che, anche se non lo esplicita, lancia il messaggio giusto e concilia entrambe le parti del lettore, quella giovane e sognatrice e quella adulta e concreta.
In conclusione, Vuoi conoscere un casino? è un libro che fa l'effetto di una testimonianza: più che intrattenere o ammaliare fa ricordare, rivivere o capire un mondo che io stessa ho vissuto ma che, da sola, non avrei mai potuto rievocare con questa efficacia.
Sicuramente è un libro che va letto dai ragazzi o dagli adulti che desiderano uscire dal proprio ruolo e imparare a capire, anziché giudicare.
È una lettura emotiva che consiglio a coloro che ricercano questo e che sconsiglio, invece, ai cultori della forma.
A questo proposito trovo particolarmente coerente ed interessante la presenza di numerosissimi riferimenti ad altri testi (letti dalla protagonista nel periodo di scrittura del diario e fortemente legato al genere Young Adult/per ragazzi) che vengono valutati esclusivamente di pancia e a sentimento, quasi mostrandoci la chiave di lettura per apprezzare veramente anche questo testo.
Mi sento vuota, o forse, al contrario, sono troppo piena per contenere tutto... Ho freddo, anche con la coperta di lana sulle spalle. Ho sete, ma bere non mi soddisfa. Un libro, può un libro fare tutto questo?