TRAMA IN BREVE

Sergio, ragazzo emarginato dai coetanei, vive, nei suoi sogni ad occhi aperti, una seconda esistenza. Lui è anche Samuel Cook, principe dei Druidi alle prese con nemici temibili e pericolosi.
Quanto di quello che succede nella mente di Sergio è vero? Non vi resta che leggere il libro per scoprirlo.

DEDICA

A Claudia, con amore

INCIPIT

L’uomo si guardava intorno circospetto, aggirandosi nei corridoi bianchissimi del centro di ricerca come il più vile dei fuorilegge. Si sentiva stordito dall’odore acre di plastica tirata a lucido, esalazione stridente così tipica di certe strutture sanitarie. Si ripeteva - all’infinito, come una nenia ossessiva - che non avrebbe fatto altro che un investimento, così come gli avevano assicurato i rispettabilissimi balordi a cui aveva chiesto un parere. Nulla per cui perdere il sonno, in buona sostanza. Stringeva la mano al bambino come Se quella fosse l’ultima volta, tanto che il piccolo spesso alzava la testa a guardarlo, incredulo, incapace di comprendere l’inquietudine nascosta in quel contatto tanto diverso dal solito.

RECENSIONE

"Ho un dono... o è una maledizione?"

Un altro giro di clessidra è il romanzo d'esordio di Simone D'Adamio, edito da Scatole Parlanti.

Il libro intreccia al suo interno generi differenti: è un romanzo di formazione per ragazzi, perché racconta delle difficoltà tipiche dell'età e del modo giusto per affrontarle, è fantascientifico, perché ci sono esperimenti, operazioni e sieri in gioco e, infine, è anche fantasy, perché parla di un mondo fantastico abitato da Druidi e molto altro.

La struttura del testo è potenzialmente molto varia. Ci sono ben tre piani narrativi; quello del mondo "normale", quello del mondo "alternativo" e un altro che si comprenderà bene solamente alla fine del testo e che sarà decisamente meno presente e di cui non espliciterò nulla, onde evitare anticipazioni importanti.
Questi tre piani vengono convogliati in pochi capitoli molto lunghi, l'alternanza, specie quella tra i primi due, è varia, talvolta rapidissima e ripetuta, talaltra quasi assente.

La trama relativa alla quotidianità ci parla di Sergio, ragazzo diverso dagli altri che, proprio per questo, viene escluso o deriso dai compagni. La sua lontananza dai coetanei è dovuta prevalentemente ai suoi sogni ad occhi aperti, talmente vividi da rappresentare per lui l'unico interesse reale. In questi, è Samuel Cook, principe dei Druidi che si nasconde in mezzo alla gente comune, in seguito alla dipartita del padre, assassinato cinque anni prima.

Per Sergio i sogni avevano un significato incomprensibile per la maggior parte delle persone. Così lucidamente presi dalle ambizioni e dai desideri della vita... chi poteva comprendere un'esistenza costruita esclusivamente all'interno della propria mente?

Lo svolgimento vedrà il dipanarsi di ambedue le storie, trovando nel primo un messaggio positivo per i più giovani, cioè la graduale apertura verso il mondo reale, e nell'altro un romanzo d'azione ma ragionato in cui si rifletterà anche a riguardo di argomenti che, tolto dalla metafora, possono essere traslati anche nella vita reale. 

Già nell'incipit, però, comprendiamo che c'è qualcosa di ulteriore. Nel prologo, infatti, ci viene svelato un indizio importante per comprendere ciò che succederà realmente nel resto del testo. Questo aumenta sicuramente la suspense, perché il lettore si chiederà in che modo questo influenzerà ciò che accadrà ma, allo stesso tempo, fa comprendere al lettore forse fin troppo di ciò che verrà svelato solamente più avanti.

«Quello che manca, purtroppo, è il tempo. Abbiamo una rigida programmazione per il siero della felicità, come mi piace definirlo». Il medico sorrise compiaciuto, ma il risultato fu un ghigno storto e inquietante, al quale l'uomo cercò di non dare peso.

Il finale è ciò che mostra, più di tutto il resto, come vi fosse ancora più potenzialità nella trama rispetto a quella notata durante la lettura. La conclusione lascia da un lato sbalorditi e, dall'altra, vogliosi di capire e sapere di più al riguardo, dato che l'idea è solamente accennata.

Il ritmo di lettura è piuttosto frenetico; gli accadimenti si susseguono a grande velocità e, spesso, non si ha il tempo di assimilare un'informazione che già ci si ritrova ad affrontarne un'altra. Ricco di idee, dunque, che da sole sarebbero bastate per un'intera saga.

A causa di questo, anche la psicologia dei due protagonisti, ben congegnata ed esplicata, appare frettolosamente in mutamento. Comprendiamo esattamente ogni svolta emotiva, perché ci viene spiegata e ha un fondamento nel testo, ma non facciamo in tempo a sentirla a nostra volta. Lo stesso vale per gli altri personaggi, molti dei quali nascondono dei terribili segreti che, se svelati con maggiore calma, avrebbero potuto lasciare il lettore maggiormente attonito.

L'ambientazione fantastica è complessa ma solamente accennata: conosciamo le città e i luoghi principali ma non la sua formazione e composizione geografica. È evidente che l'autore visualizza tutto e conosce il mondo che ci sta raccontando, ma il lettore dovrà usare a sua volta molta fantasia per poter ampliare le informazioni fornitegli. Alcuni aspetti sono fondamentali e vengono ben spiegati e raccontati. Alcune delle descrizioni, specialmente nel prologo, sono curate e attente.

Il cemento all'esterno pareva fondersi con la natura in una rassicurante alchimia: un connubio stranamente gradevole, benché a tratti artificioso, al quale l'uomo si stava piacevolmente abituando da quando si trovava in quella città. Il giardino, visibile solo in piccola parte, era delimitato da alte siepi, che garantivano l'intimità necessaria ai pazienti ricoverati. La grande arteria principale era a poche centinaia di metri, ma il rumore del traffico non riusciva a superare il perimetro dell'ospedale, quasi che quel luogo fosse sprofondato in una dimensione alternativa.

Lo stile di Simone D'Adamio dimostra la sua confidenza con termini maggiormente ricercati e altisonanti, che non usa mai a sproposito, anche se in abbondanza. Questo si abbina particolarmente bene al genere fantasy, anche se generalmente in quello per ragazzi è meno sottolineato, ma può risultare ridondante nella trama principale. Il linguaggio comune è mischiato ad esso, riuscendo a catturare anche la simpatia dei ragazzi (ad esempio l'insegnante chiamata "befana"). Alcune parole sono ripetute più volte e anche alcune formule desuete nei testi, come ad esempio i tre puntini di sospensione.

In conclusione, trovo che Un altro giro di clessidra sia un testo godibile con una potenzialità elevata. Si notano le energie e, soprattutto, la passione applicata dall'autore che dimostra di avere bisogno di una maggiore esperienza ma di avere qualcosa da dire, fantasia e buone idee. Per questo motivo lo consiglio, anche se non perfetto è piacevole da leggere e dimostra come essere uno scrittore significhi anche partire da un'esigenza; quello di far uscire una storia che si ha in mente e che vuole vivere di vita propria. 

CITAZIONI

L'uomo ebbe un capogiro pensando alla cifra e se ne vergognò. Forse era il veleno più pericoloso mai creato. O forse no, forse era davvero la soluzione geniale che solo una mente un po' folle poteva concepire.

Sergio si era chiesto più volte cosa volesse dire "normalità". Significava troppe cose perché uno come lui potesse incarnarne solo la metà, o forse aveva un significato  vacuo, coniato da chi di normale non aveva nulla, e cercava solo di etichettare il prossimo nella vana speranza di rendersi accettabile.

Sergio non amava la gente. O meglio, non amava quello che la gente pensava. Non capiva perché tutti si ostinassero a recitare un ruolo, un copione già scritto; un copione che veniva messo in scena giorno dopo giorno, stancamente, un frammento dietro l'altro, fino alla inevitabile chiusura da sipario.

Le lotte nelle fosse di combattimento erano tra le principali attrattive del popolo di Grandia, in particolare nelle selvagge isole di Servos, dove ancora i Druidi consentivano quella incivile tradizione.

In cinque anni aveva conosciuto innumerevoli volti, aveva incrociato così tante vite riuscendo sempre a preservare la propria identità. Tutti credevano morto il famigerato principe dei Druidi, e così avrebbe dovuto essere per sempre. Sarebbe dovuto rimanere solo un mercenario senza volto, che combatteva nell'arena in cambio di pochi spiccioli per mantenersi e per rimediare qualche pasto caldo. 

Si sentiva un illuminato, un prescelto; e mai avrebbe abbandonato la sua condizione di superiorità. Per nulla al mondo.

Gettando il chip di credito sul tavolo, con un cenno salutò l'oste. L'uomo lo ignorò, ostinandosi bovinamente a sfregare un bicchiere che, a dispetto di qualunque tipo di pugna, non sarebbe mai diventato presentabile.

Sergio si ritrovava per la prima volta dopo tanto tempo immerso in un pensiero slegato dalle sue fantasie ricorrenti... ed era strano. Ciò lo rendeva inquieto. Da tempo non prendeva una decisione coraggiosa, e quel giorno decise che l'avrebbe fatto.

Sergio era teso: sapeva cosa l'aspettava. Sapeva cosa lo attendeva perché non sarebbe stata altro che l'iperbole della sua quotidiana e immancabile emarginazione. Si sarebbe sentito additato dal primo minuti, individuato come l'anello debole di una scala sociale che, per quanto a fondo si sforzasse, non riusciva in alcun modo a comprendere.

Ma tutto questo era nulla: quello che non si sarebbe scordato mai più era la sensazione che si stava facendo pian piano strada dentro di lui. La sensazione che qualcosa dentro fosse finalmente cambiato.

Che avesse penato era evidente. Eppure, le braci nel suo sguardo ardevano sospinte da una brezza residua, un lampo inerziale, come se la furia che aveva dato il la alla fiamma dovesse tacitarsi senza alcun preavviso, consegnando a quel vecchio corpo la meritata pace.

QUARTA DI COPERTINA

Sergio è un ragazzo timido e riservato, poco inserito nell'ambiente scolastico e con delle lacune che rischiano di condurlo alla bocciatura. Dietro le sue assenze, più che letterali, si nasconde un segreto ancora inconfessabile: lui è Samuel Cook, un Druido che ha trascorso lunghi anni tra le terribili fosse di combattimento dell'isola di Servos. Il giovane, attraverso un'anomala attività cerebrale, può connettersi con questo mondo parallelo e tentare di risollevare non solo le sorti della propria stirpe, ma in generale di un Continente votato alla corruzione e a dividersi, sempre più pericolosamente, in una disperata lotta per il potere. Il difficile equilibrio tra queste due esistenze viene scosso anche da alcune novità che costringono Sergio a uscire dal proprio guscio: una ragazza e... un gruppo musicale. In ballo ci sono non solo le questioni personali o quelle legate ai Druidi, ma anche e soprattutto la necessità di far luce sulla propria natura.

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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