TRAMA IN BREVE

16 giugno 1904, Dublino. Stephen Dedalus e Leopold Bloom, i due protagonisti della storia, oggi si incontreranno. In Ulisse seguiamo entrambi per tutta la giornata, vedendo cosa gli succede e imparando a conoscerli, aspettando il momento del loro incontro.

INCIPIT

Solenne e paffuto, Buck Mulligan comparve dall'alto delle scale, portando un bacile di schiuma su cui erano posati in croce uno specchio e un rasoio. Una vestaglia gialla, discinta, gli levitava delicatamente dietro, al soffio della mite aria mattutina. Levò alto il bacile e intonò:
– Introibo ad altare Dei.

RECENSIONE

Insegna a tua nonna a mungere le papere.

Ulisse di James Joyce, libro letto grazie al MegaGDL, è un libro impossibile da recensire. O, perlomeno, ritengo impossibile recensirlo nel modo in cui cerco di recensire io: il più oggettivo possibile.

La verità è che i critici lo studiano da quando è stato pubblicato, le teorie legate ad esso si sprecano, persino le scelte di come si dovrebbero tradurre alcune parole o frasi non riescono minimamente a concordare. È un'opera ricca di cultura e riferimenti, profondamente legati al bagaglio culturale di Joyce e, per questo, impossibile da comprendere completamente senza poter chiedere al diretto interessato. 

Perciò, la mia recensione di oggi (che mi sono convinta a fare solamente perché è, stranamente, richiesta) verterà principalmente su cosa ho imparato io al riguardo del libro, anche grazie all'esperienza del gruppo di lettura e sul perché bisognerebbe leggerlo o meno, secondo me.

Iniziamo con il dire che per Ulisse le complicazioni nascono sin dalla scelta dell'edizione. Le traduzioni sono incredibilmente divergenti, così come il materiale di supporto fornito per l'interpretazione del testo. Anche quest'ultima cambia e si modifica, sia nel focus di ciò che è importante che nel significato retrostante, a seconda di chi la scrive. Per questi motivi, per quanto il testo originale sia il medesimo, è possibile fare esperienze di viaggio completamente diverse nella lettura di questo libro.

Personalmente ho scelto l'edizione Mondadori (al momento, 9 Agosto 2019, scontata del 25% su Amazon e persino utile per ottenere un buono da 10€ da spendere in altro, acquistando 25€ di libri del Gruppo Mondadori), collana Oscar Moderni, che mi ha completamente soddisfatta per quanto riguarda l'analisi del testo, situata a fine capitolo. Il commento, le note e la traduzione sono tutte curate da Giulio De Angelis che si dimostra esperto ed informato (si deduce che lui stesso si è documentato prima di parlarne a sua volta) ma anche coraggioso e fondamentale perché azzarda proprie opinioni, costantemente spiegate e motivate. Non si limita, perciò, a riportare quanto noi stessi potremmo leggere in altri luoghi, ma lo rielabora al meglio. Sulla traduzione non posso pronunciarmi perché non ho avuto modo di confrontarla né con il testo originale né con altro, ma l'ho trovata convincente e comprensibile.
Si vocifera, ma non so dirvi se è vero, che la traduzione più semplice da leggere sia quella Newton Compton, QUI fisico su Amazon, disponibile anche in ebook, gratuito con Kindle Unlimited.

Una volta scelta l'edizione del libro, vi consiglio di scegliere a priori anche il vostro approccio alla lettura. Ulisse NON è un qualunque libro di narrativa; leggendolo, seppur con attenzione, è pressoché impossibile coglierne ogni significato. Quello che dovrete scegliere, perciò, è se comprare una guida alla lettura dell'Ulisse o se utilizzare esclusivamente gli strumenti dati dal vostro testo (io ho fatto così e ho scelto l'edizione Mondadori proprio perché è già molto completa e strutturata) o se, da coraggiosi, preferite leggerlo e basta, senza ulteriori spiegazioni.

La scelta giusta non esiste; se ci si approccia all'Ulisse lo si fa con motivazioni profondamente diverse tra di loro e, secondo me, a meno che non lo si legga per motivi di studio o professionali, è giusto fare ciò che ci renderà la lettura il più piacevole possibile.

Ed ora, passiamo alla lettura vera e propria.

Il testo di Joyce è diviso in tre parti, a loro volta suddivise in capitoli. Originariamente questi capitoli richiamavano quelli dell'Odissea, ma poi l'autore ha deciso di farli togliere. Nabokov dice, nelle sue Lezioni di Letteratura (QUI su Amazon), che Joyce ha deciso di eliminare questi titoli perché i critici cercavano forzatamente collegamenti tra le due opere, non so dirvi, però, se sia la verità o una delle tantissime opinioni personali che l'autore russo esplicita come se fossero fatti riscontrabili e certi.

Il collegamento con l'Odissea è talvolta chiaro ed evidente ed, altre, molto difficile da trovare (se realmente esiste) e, perciò, è piuttosto importante non approcciarsi a questo testo pensando ad un rifacimento Joyciano del famoso volume di Omero. I due testi sono completamente diversi tra loro e il paragone può servire solo come una delle tantissime possibili interpretazioni.

Il libro, che vanta quasi 750 pagine di testo (il resto, nella mia edizione, è legata ad approfondimenti e spiegazioni) parla di un'unica giornata e, i due protagonisti sono Stephen Dedalus (già presente nel Dedalus, altra opera di Joyce, QUI su Amazon), giovane scrittore ancora in erba, e Leopold Bloom, ebreo irlandese più maturo e dall'indole decisamente più pragmatica.
La trama ci racconta la loro giornata, inizialmente vissuta in scene diverse e ci spiega in che modo i due,  finalmente, si incontreranno.

Mentre alla fine della lettura è quasi impossibile non parteggiare per Poldy, alias Leopold Bloom, Stephen continuerà a rimanere uno sconosciuto per noi e, probabilmente, anche antipatico.

E si capisce che Bloom voleva metterci il becco anche lui se per esempio uno ha mal di cuore deve evitare gli sport violenti. Porco d'un mondo ci scommetto che se tiri su una pagliuzza da terra e dici a Bloom: Guardi, Bloom. Vede questa pagliuzza? È una pagliuzza. Mi giocherei mia nonna che lui si mette a parlarne per un'ora porca miseria senza chetarsi un minuto.

La storia non segue minimamente il politically correct, di qualsivoglia tempo, e presenta al suo interno tantissime immagine scomode, sconce, volgari o anche disgustose. In particolare il cibo viene spesso accostato a qualcosa di ripugnante. Non ho mai letto un testo più esplicito e spinto sessualmente e con così tante menzioni riguardanti feci ed urina!

Più di tutto gli piacevano i rognoni di castrato alla griglia che gli lasciavano nel palato un fine gusto d'urina leggermente aromatica.

Sono tantissimi i temi affrontati nel testo, ma quello dell'Irlanda e degli irlandesi è, sicuramente, uno dei più importanti. Anche il razzismo e il rapporto con l'esistenza degli ebrei (il protagonista, Bloom, lo è) sono ripetutamente chiamati in causa.

– Volevo soltanto dire, disse. L'Irlanda, dicono, ha l'onore di essere il solo paese che non ha mai perseguitato gli ebrei. Lo sai lei? No. E sa perché?
Mostrò un severo cipiglio all'aria luminosa.
– Perché, signore? chiese Stephen cominciando a sorridere.
– Perché non li ha mai lasciati entrare, disse solennemente Mr Deasy.

Sicuramente, oltre alla struttura, ciò che caratterizza maggiormente l'Ulisse di Joyce è la sua particolare tecnica stilistica, che nn si riduce esclusivamente al flusso di coscienza, che un po' tutti noi abbiamo studiato a scuola, ma anche a sperimentazioni varie che rendono ogni capitolo completamente differente dal precedente.
Il flusso di coscienza stesso diverge ogni volta, fino ad arrivare, nella sua forma più pura, solamente nel capitolo finale: completamente privo di ogni qualsivoglia forma di punteggiatura.
Oltre all'ultimo capitolo, gli esercizi di stile che ho preferito maggiormente sono tutti situati da metà del libro in poi. Rileggendo, però, le citazioni che vi ho riportato, mi sono resa conto che Ulisse è un "allenamento" e che una volta terminato, rileggerlo da capo sarebbe molto più semplice rispetto alla prima lettura. Questo non solo perché, ovviamente, si sa già quanto c'è scritto e, dunque, si comprende più facilmente, ma anche perché serve tutto il viaggio (o perlomeno così ho sperimentato io) per poterci entrare totalmente.

Sembra tutto un po' sciocco finché non ne hai visto bene il fondo. Vuol dire giustizia ma fatto sta che tutti si mangian tra di loro. È la vita dopo tutto. Come lo fa alla svelta il lavoro. L'esercizio perfeziona. Sembra veda con le dita.

L'idea che avevo inizialmente del testo, infatti, era che Ulisse fosse un testo molto personale che, proprio per la sua conformazione, chiude all'esterno il lettore. E continuo a pensare, in parte, che lo sia ma, effettivamente, una volta portato a termine diventa anche parte di colui che l'ha letto. Credo che non ci sia opera maggiormente adatta, proprio per la sua costruzione personale, ad essere uno, nessuno, centomila e a raccontarci, oltre che a moltissimo sul suo autore, anche tantissimo di noi. Nel MegaGDL siamo riusciti a portarlo a termine in 8 o 9 persone e, ognuno, ha colto all'interno del testo (criptico e, perciò, interpretabile in milioni di sfumature diverse) riferimenti ad aspetti della propria esistenza e conoscenza di cui, magari, lo scrittore stesso non era nemmeno al corrente. 

È questo il motivo per cui lo consiglio e lo ritengo anche un must. Ulisse è un testo dall'importanza imprescindibile per la Letteratura contemporanea, e questo si sa, ma può dare moltissimo anche al lettore come persona. L'unico modo per riuscire ad entrarci, però, è non pretendere di comprendere tutto e di godersi la lettura. Non va letto a forza, gli va lasciato spazio, non deve essere terminato in fretta e furia. Se non lo farete per obbligo, se avrete tempo di farlo crescere e maturare dentro di voi e se, magari, riuscirete ad avere la fortuna che ho avuto io di poter condividere la lettura con altre persone, noterete come non solo la lettura cambierà, ma anche chi la sta affrontando. E se andrà male? Avrete comunque letto uno dei capisaldi della Letteratura e avrete attinto direttamente alla fonte da cui provengono le sperimentazioni letterarie del giorno d'oggi.

La poesia più profonda di Shelley, le parole di Amleto mettono il nostro spirito in contatto con la saggezza eterna, il mondo delle idee di Platone. Tutto il resto è speculazione di scolaretti per scolaretti.

Shakespeare ha grande rilevanza nel testo e viene citato continuamente, vi è persino un capitolo che potremmo considerare propriamente costruito su di lui. Se amate il Bardo, la lettura potrà fornirvi anche quest'ulteriore fonte di felicità.

Shakespeare è la felice riserva di caccia di tutte le menti che hanno perso l'equilibrio.

Infine, specifico che il voto (questo, come sempre) riflette esclusivamente la mia personale opinione al riguardo della lettura e non vuole essere un voto legato all'importanza del testo, che non è valutabile in alcun modo.

CITAZIONI

Presso il suo letto di morte posava una bianca porcellana contenente la verde bile vischiosa che con accessi di vomito altogemente ella aveva divelto al fegato in putrefazione.

Sventagliò a semicerchio lo specchio nell'aria per lampeggiare all'intorno le notizie nella luce del sole adesso raggiante sul mare. Le labbra sbarbate e increspate risero, e così pure i bordi dei denti bianchi, scintillanti. Il riso si impadronì di tutto il suo torso forte, ben piantato.

Ero come lui, quelle spalle cadenti, questa sgraziataggine. La mia infanzia si china qui accanto a me. Troppo distante perché io possa posarvi la mano anche solo una volta, o lievemente. La mia è distante e la sua segreta come i nostri occhi. Silenziosi, pietrosi, segreti sono insediati nei palazzi bui di entrambi i nostri cuori: segreti stanchi della loro tirannide: tiranni disposti a essere detronizzati.

– Io ho paura di quelle parole grosse, disse Stephen, che ci rendono tanto infelici.

E quando leggevi due pagine per ciascuno di sette libri ogni sera, eh? Ero giovane. Ti inchinavi a te stesso nello specchio facendoti avanti a ricevere applausi con grande serietà, un viso notevole.

Getto da me quest'ombra finita, ineluttabile umana forma, la richiamo a me. Infinita, sarebbe mia, forma della mia forma? Chi mi vede qui? Chi mai dovechessia leggerà queste parole scritte? Segni in campo bianco.

– Mrkgnao! piagnucolò la gatta.
Li chiamano stupidi. Capiscono quello che si dice meglio di quanto noi non si capisca loro. Capisce tutto quel che vuole. Vendicativa anche. Crudele. La sua natura. Curioso che i topi non stridano mai. Sembra gli piaccia. Chi sa che cosa le sembro io. Alto come una torre? No, mi salta benissimo.

Le donne tengono alla classe, finché non si tocca il punto. L'abito non fa il monaco. Contegnosa, ma sta per cedere. L'onorevole signora e Bruto è un uomo onorevole. Possederla una volta le toglie l'amido.

Chiudi gli occhi e apri la bocca. Cosa? Corpus: corpo. Cadavere. Buona idea il latino. Per prima cosa l'imbambola, Ospizio per i moribondi. Non sembra che la mastichino: solo la ingoiano. Idea stramba: mangiare pezzetti di cadavere. Per questo attecchisce fra i cannibali.

Dammi una sgrufolatina, Poldy. Dio, muoio dalla voglia. Così comincia la vita.

È divertente veder l'imparar una erre eggiabile imbara una o due erre? due zeta o di un ambulante imbambolato che calibra sdrucciolo lungo il cammino due emme l'imponente camino del crematorio del cimiterio. Sciocco, no? Cimiterio ce lo ficca dentro per via del camino del crematorio, naturalmente.

Buffo il modo come quei giornalisti cambiano rotta quando annusano una strada nuova. Banderuole. Caldo e freddo contemporaneamente. Non si sa quale credere. Una storia è buona finché non ne senti un'altra. Si accapigliano nei giornali e poi tutto sfuma. Ciao amico chi si vede, un minuto dopo.

– È così, disse. Noi siamo il grasso. Voi ed io siamo il grasso nel fuoco. Non abbiamo più speranze di quelle che ha una palla di neve all'inferno.

Se si ingozza un tacchino di farina di castagne, ne prende il sapore. Mangia del maiale e diventi un maiale. Ma allora com'è che i pesci d'acqua salta non sono salati?

Questa è proprio la peggiore ora del giorno. Vitalità. Opaca, oscura: odio quest'ora. Mi par d'essere mangiato e vomitato.

Odori d'uomini. Segatura sputacchiata, fumo dolciastro tepidiccio di sigaretta, lezzo di tabacco da masticare, birra versata, piscio umano birroso, rancidume e fermentazione.

Vino inzuppava e ammollava mollica appallottolata di pane senape un momento formaggio molliccio. Buon vino questo. Lo gusto meglio perché non ho sete. Per via del bagno naturalmente. Appena un boccone o due. Poi verso le sei posso. Sei. Sei. Il tempo sarà passato allora. Lei. Mite fuoco di vino gli scaldava le vene. Ne aveva proprio bisogno.

Le ere si succedono le une alle altre. Ma sappiamo da autorevolissima fonte che i peggiori nemici di un uomo sono i suoi familiari stessi.

Un fratello come un ombrello si dimentica facilmente.

Un difetto è dieci volte peggiore in una donna. Ma le rende gentili. Sono contenta di non averlo saputo quando si metteva in mostra.

QUARTA DI COPERTINA

«Il più bello e il più interessante dei soggetti è quello dell'Odissea. È più grande e più umano di quello dell'Amleto, superiore al Don Chisciotte, a Dante, al Faust. A Roma, quando avevo finito circa la metà del Portrait, mi resi conto che l'Odissea doveva esserne il seguito». Così scriveva Joyce nel 1917. L'«Ulisse» uscì nel 1922, nel giorno del suo quarantesimo compleanno, per iniziativa di un'intraprendente americana di Baltimora, la ventitreenne Sylvia Beach. Sei anni di intenso lavoro, stesure e continue revisioni, per trasformare il grande mito in grande pantomima. Diciotto capitoli, diciotto luoghi, diciotto ore e momenti, diciotto stili, una miriade di personaggi e situazioni per raccontare l'eroicomica giornata di un ebreo irlandese di origini magiare, Leopold Bloom, un uomo a spasso per Dublino dalle otto del mattino alle due di notte del 16 giugno 1904: le sue azioni, i suoi pensieri, le azioni e i pensieri della città, della gente che incontra, di Stephen Dedalus, ovvero l'altra parte di sé, il giovane intellettuale in cerca di un padre (così come Bloom è in cerca di un figlio), di sua moglie Molly, ovvero il grembo, da cui si salpa e a cui si ritorna. Accompagnato da strumenti di guida alla lettura.

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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