TRAMA IN BREVE

Michela e Lorenzo sono amanti. La loro relazione clandestina è appena nata e, come spesso accade, priva di definizione. Molti sono i pensieri che hanno l'uno dell'altra che non hanno il coraggio, o la volontà, di esplicitare. Omissioni, insomma, che i due decidono di scrivere nei loro rispettivi diari.

INCIPIT

Lasciare fare al caso, non è forse già una decisione?
Delegare ai fattori più nascosti delle nostre personalità le scelte che dovremmo compiere con coraggio e consapevolezza non è altro che un imbroglio segreto, grazie al quale possiamo illuderci di spostare su un altro o su altri le conseguenze della nostra viltà. È così che finiamo col chiamare imprevisti gli effetti di ciò che non abbiamo voluto, o saputo, vedere né ascoltare.

RECENSIONE

Omissioni è uscito ad agosto 2018 per WLM Editore, per la collana Fuori Tempo.

La sua struttura è particolare e curata sotto diversi aspetti, che vanno dalla presenza di una prefazione di Marco Marcuzzi, in cui lo scrittore ci racconta quest'opera associandola al concetto di "Amor sacro e amor profano" e aiuta il lettore ad aggiungere un'ulteriore chiave di lettura al testo che, altrimenti, gli sarebbe potuta sfuggire, alla vera e propria divisione dello scritto.
Il romanzo vero e proprio, infatti, si apre con un prologo che, oltre che ad aiutare il lettore a contestualizzare e a prepararsi alla lettura, dona veridicità, consistenza e grande importanza a ciò che verrà scritto nelle parti successive. Non voglio dirvi qual è il motivo che viene addotto, ma posso dire con sicurezza che sarà parimenti toccante anche per voi.

Avevo un puzzle da comporre, pazientemente, tessera dopo tessera, tentativo dopo tentativo. Mai trovato il tempo e il coraggio di farlo, prima d'allora. Ma adesso che i miei giorni assumevano un'importanza speciale, adesso che la mia vita si compattava, che ogni ora diveniva solenne e preziosa, sì, potevo iniziare, dovevo farlo, prima che...

Anche grazie al prologo, in particolare nel suo incipit, potrete capire uno dei punti focali del testo: far trascorrere del tempo senza decidere non è, alla fin fine, semplicemente un altro tipo di decisione?

Il lavoro sulla struttura, però, non finisce qui. Si tratta, infatti, di un romanzo che potremmo definire epistolare, cioè ogni capitolo viene scritto da uno dei due protagonisti (Michela e Lorenzo) dove lo scrivente si rivolge all'altro. Nella scelta delle categorie in cui inserirlo, però, ho deciso di metterlo, invece, sotto "diario" perché, in realtà, queste lettere indirizzate all'altro vengono scritte con la consapevolezza e la necessità di non fargliele mai avere. Omissioni, dunque, può essere considerato come un diario incrociato, che presenta in maniera alternata gli sfoghi dei due narratori.

Ieri pensavo che non dovrei più nasconderti i miei pensieri, o almeno questi miei pensieri. Altrimenti finisco con gettare una luce incerta sui nostri incontri, con l'indurti a un giudizio ingiusto sui miei atteggiamenti, col provocare incertezze e recriminazioni, equivoci e ripensamenti, per piombare in una lontananza assurda, mentre potrebbe trattarsi della nostra ultima occasione. Il tempo passa inesorabile.

Questo aspetto accentua alcune verità sulle dinamiche relazionali, in particolare le incomprensioni che nascono dal non detto. Da qui, ma non solo, il titolo Omissioni. I pensieri che leggerete non sono altro che omissioni che i due amanti hanno deciso di non esplicitare all'altro. 

Alla mia destra, un confessionale severe che, con le sue tendine viola, mi ricorda i riti religiosi della mia infanzia, anzi, per essere precisi, la formula della confessione: confesso che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni. Già, Omissioni, soprattutto.

La trama del libro ci parla di Michela e Lorenzo, una donna e un uomo impegnati con i loro rispettivi partner (fidanzato e moglie) che, un giorno, iniziano una storia d'amore clandestina tra di loro. Come spesso accade nelle storie d'amore, una delle prime caratteristiche di questa nuova relazione è la passione, che si svela in forme differenti per la componente maschile e per quella femminile.
Michela e Lorenzo, infatti, sono due ottimi rappresentanti delle caratteristiche tipicamente attribuite ai loro sessi in una relazione: l'uomo che pensa in termini di possesso, la donna che è intrigata dal proibito.
Una storia comune, dunque, che agli occhi di chi la vive è, invece, come è giusto che sia, speciale ed unica. 

Sarà vero che una donna è sempre attratta da uomini simili tra loro? Che non si possa mai mutare copione?

Il linguaggio utilizzato, invece, è quello che generalmente non si associa alla passione, bensì alla freddezza: aulico, ricercato, apparentemente distante. Trattandosi di scritti consapevolmente non destinati al vero destinatario è assolutamente possibile che i due autori abbiamo voluto renderli belli dal punto di vista estetico e stilistico, preferendo questo all'emotività e alla scrittura di getto.
In un'occasione il testo di Lorenzo, apparentemente rivolto a Michela, parla di lei in terza persona, lasciando capire che, effettivamente, questi scritti fungono più da diario personale e sfogo, piuttosto che da una necessità di rivolgersi all'altro.

Nulla può irritarci di più di un esempio pedante di saggezza.

All'inizio di ogni capitolo troviamo, oltre che il nome dello scrivente, talvolta anche la data in cui il diario è stato scritto. Questo aiuta ad avvertire maggiormente le tempistiche in cui il rapporto si sviluppa e modifica e, anche, a contestualizzare alcune frasi. 

Genitori, insegnanti, parenti, credono di sapere chi sei, di poterti annunciare che cosa potrai diventare, quale sarà il tuo futuro, pretendono di rivelarti a te stessa. Per le donne soprattutto, è ancora così: poco o niente è cambiato negli ultimi anni.

Nel testo troverete anche piccolissimi riferimenti che mostreranno come vi sia stato uno studio e una ricerca sugli anni a cui si riferisce il testo, ad esempio la nascita della figura della Guardia Medica. La prima data che leggerete sarà 18 settembre 1978 e l'ultima 27 giugno 1981. Il prologo, però, ci lascerà capire che chi ha raccolto questi testi lo ha fatto in un periodo molto successivo. L'ambientazione, dunque, è sempre evidente e chiara, anche se quella geografica non riveste un ruolo particolarmente importante.

Il finale è coerente con quanto scritto nel prologo e, forse per questo, molto facile da indovinare. 

Il romanzo si legge velocemente, anche in ventiquattro ore. Il testo scorre con semplicità e, anche davanti a momenti critici, non pesa sul lettore. Il ritmo di lettura, perciò, sarà veloce e vi porterà a terminare il volume senza accorgervene.

In conclusione, Omissioni è un libro che si legge volentieri e che, a chi ama il genere, può regalare momenti introspettivi e riflessioni. Purtroppo il mio gusto è molto lontano e, dunque, penso che il mio voto sarà nettamente inferiore rispetto a quello che gli potrebbe dare un altro tipo di lettore.

Consigliato a chi ama leggere di storie d'amore in età matura, con tutte le consapevolezze e decisioni che comportano.

CITAZIONI

Del resto, ripercorrere coscientemente il passato è l'unico modo per sentire che abbiamo vissuto e che la nostra esistenza ha avuto un significato, per noi e per gli altri. In particolare per coloro che ci hanno amato e che noi abbiamo amato.

Sono strani, i primi incontri di una coppia. Si gioca a rincorrersi e a negarsi, a nascondersi e a mostrarsi. Vorrei proprio sapere come ho fatto a mutare così rapidamente stato d'animo in modo imprevedibile e assoluto, quando sono atterrata su di te. Per quale magia ho dimenticato tutto ciò che avevo in mente, sciolto ogni dubbio, rinunciato a ogni sospetto.

Gli innamorati che si dicono tutto sono prima o poi destinati alla separazione; ma coloro che non si rivelano alcunché sono condannati alla convivenza abitudinaria.

Quando siamo arrivati all'abbazia diroccata, il silenzio e la penombra del crepuscolo sembravano evocare antichi sortilegi, o rituali d'amore consumati in segreto, proibiti. E la proibizione è terribilmente eccitante.

Non tollero di sentirmi rifiutato. Del resto quale uomo potrebbe tollerarlo?

Non era quello che pensavo. Ti volevo, semplicemente, e temevo che mi sfuggissi ancora. Sentivo che si trattava di un desiderio intenso, incontenibile. Ti volevo.

Non voglio sentire da te possibili critiche su Mario. Proprio no. È come se ormai lui fosse diventato una parte di me. Una parte poco vitale, forse, ma tenacemente intrecciata a tutto il resto.

Che cos'è mai un amplesso?
Certo qualcosa su cui si può riflettere solo quando è già accaduto.

È come scagliare lontano ogni formalità e bere attaccati al collo della bottiglia o portare alla bocca il cibo con le mani. Non si fa; non si deve fare. È bello che non si debba fare, un sacrilegio non è eccitante se non è palesemente compiuto.

Saresti capace di dimenticare anche me? Te lo chiederò la prossima volta che ci vedremo. Io no, non potrei dimenticati, ormai. Né lo vorrei. Per sentire la vita come effettivamente vissuta occorre non dimenticare mai.

Non amo molto i giovani, deve essere a causa del fatto che sto invecchiando.

QUARTA DI COPERTINA

La passione come via di conoscenza: così potrebbe intitolarsi questa storia, ambientata tra i ritmi frenetici di Milano e la abitudinarietà, sedentaria e tradizionale, di un paesino della Valcuvia, tra gli spazi e il respiro di Parigi e il ricordo del clima inquieto della Bologna degli ultimi anni '70. La passione che caratterizza un'avventura amorosa può essere vissuta come semplice espediente vitalizzante, oppure far incuriosire dell'altro, della relazione, del proprio modo di stare al mondo, diventando l'occasione per rivisitare le proprie scelte. O la propria rinuncia a scegliere. Al contrario, una familiarità cui ci si è assuefatti può velare lo sguardo, illudere di conoscersi, indurre a sviste o far precipitare in tranelli relazionali dalle drammatiche conseguenze.

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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