La storia di Christiane inizia quando lei aveva sei anni. La bambina si trasferisce con i genitori e la sorella in un appartamento molto grande e si appresta ad iniziare la scuola. I genitori vedono quel trasferimento come l'inizio di una nuova vita, la madre piena di aspettative, racconta alle figlie tutto ciò che avranno e potranno fare nella nuova casa, riempiendole di aspettative che diventano poi illusioni una volta che la famiglia si scontra con la verità. I genitori non riescono ad aprire l'agenzia matrimoniale che sognavano e non avranno mai i soldi necessari per ammobiliare l'appartamento. La piccola inizia la scuola e anche quella si rivela diversa da quello che sognava, gli insegnanti non sono bravi e, soprattutto, hanno scarsa autorità, non riescono a prevalere sui bambini. I giochi a cui Christine è abituata non si possono più fare nel suo nuovo appartamento e il modo di comportarsi dei suoi coetanei è totalmente diverso da quello esperito nella casa in campagna in cui viveva prima. Nella casa dove viva, vige la legge del più forte. Il padre è violento e despota, picchia moglie e figlie per sfogare i propri insuccessi "Ad un certo punto lui doveva essere arrivato alla conclusione che mia madre ed io eravamo responsabili della sua misera situazione. Lui non solo odiava la famiglia, ma semplicemente ne aveva un rifiuto totale." e la figlia impara ad amarlo ed odiarlo allo stesso tempo. La prima figura che la bambina prende come riferimento è il padre e inizia ad emularlo con gli altri bambini, diventa aggressiva e cerca di diventare il capo della zona, di farsi rispettare da loro come lei rispetta la figura paterna. L'unico essere vivente che viene amato da tutta la famiglia è il cane Ajax tutelato persino dal padre che, anche nelle peggiori crisi, non lo colpisce mai. Il desideri di Christiane è quello di diventare il più presto possibile grande come suo padre e di avere il suo potere, quest'ultima diventa la cosa più importante per lei.
Per emulare sua padre comincia a fumare sigarette, maltratta la sorella costringendola a fare le pulizie al posto suo e chiudendola in casa e inizia a rubare per avere ciò che i genitori non le possono dare o per restrizioni imposte dal padre o per mancanza di soldi. Comincia a fare tutto ciò che vietato, nella zona in cui vive sono moltissime le cose che non si possono fare e lei inizia a provarle tutte fino a trovare quelle che la rendano il più ribelle possibile per ottenere sempre più rispetto dagli altri bambini e quindi più potere. La ribellione è vista da lei come un evento naturale, un passatempo da bambini, a cui tutto aspirano "Ci dovevamo far venire in mente qualcosa che fosse terribilmente proibito."
Un giorno il padre picchia moglie e figlie una volta di troppo e la madre di Christiane dapprima chiede il divorzio e poi, in secondo tempo, trova un nuovo compagno e va a vivere in un nuovo appartamento. In questo modo la bambina perde la sua figura di riferimento e inizia ad andare in cerca di qualcun altro da emulare. In tutto il racconto della ragazza stupisce un fattore: lei non incolpa mai nessuno. Ogni atteggiamento lo prende per quello che è ma allo stesso tempo cerca di far capire che la colpa di tutto ciò che le è successo viene da fuori, questa è la prima di una serie di incongruenze che ricorrono nella storia.
La nuova persona considerata forte è Kessi, una compagna di classe che sta con il ragazzo più bello della scuola. Il nuovo obiettivo della protagonista è quello di diventare la migliore amica di questa ragazza e di entrare nel suo gruppo, è disposta a tutto per riuscirci anche se, inconsciamente, non se ne accorge. Inizialmente che quei ragazzi fumino hascisc la spaventa, lei non si sente pronta a farlo a sua volta, la spaventa anche la disinibizione sessuale del gruppo, si sente troppo piccola per certe azioni. Purtroppo Christiane ci mette poco a capire che i suoi nuovi amici, per quanto siano tolleranti sul discorso del sesso, non la ammetteranno mai veramente tra di loro se non assumerà droghe leggere perciò lei decide di fumare hascisc a sua volta nonostante abbia soli 12 anni.
I nuovi compagni diventano la sua figura di riferimento e, quando il compagno della madre le impone di dare via in cane Ajax, la ragazzina non ritiene più di avere motivi di restare a casa propria e si attacca ancora di più a quelle nuove figure. Continua a non ritenersi, però, ben coesa nel gruppo perché molti di loro assumono pasticche di LSD e perciò si convince a provarlo a sua volta per avere un motivo di dialogo con loro. Nel frattempo la madre non solo non si accorge di niente ma non le pone nemmeno particolari restrizioni perché lei stessa da piccola era sempre limitata dal padre e non vuole far vivere alla figlia la sua stessa triste infanzia, non accorgendosi che la figlia non si comporta affatto né come si comportava lei da piccola né come lei si aspettava si comportasse. Ogni la ragazza le racconta alcune verità e la madre cerca di essere sempre disponibile e pensa che questa sincerità della figlia sia un fattore positivo nel loro rapporto.
Kessi, la sua iniziale figura di riferimento nel gruppo, viene costretta dalla madre a cambiare vita e, di conseguenza, Christiane si trova davanti alla scelta tra cambiare vita a sua volta e ricominciare ad essere una comune ragazzina o trovarsi un nuovo punto di riferimento. Ancora una volta la scelta che viene presa è la seconda e la ragazzina si innamora di Atze, un ragazzo conosciuto in discoteca che fa parte di un gruppo ancora più numeroso e ribelle di quello a cui appartiene lei che automaticamente le pare abbiano perso interesse e che la invidino perché lei è "un passo avanti a loro".
Quando Atze la lascia per una nuova ragazza Christiane affranta smette di sentirsi parte del gruppo e decide di disintossicarsi da ogni tipo di droga e di smettere con quella vita. Dopo soli due giorni, però, cambia nuovamente idea e ricomincia a frequentare il giro e, persa la sua figura di riferimento, ne cerca immediatamente un'altra: Detlef. Lui diventa il suo nuovo ragazzo e le cose per entrambi vanno bene per un po' finché Detlef non entra in un nuovo giro: quello dell'eroina. "Detlef andò via. In un mondo al quale io non appartenevo. Tutto in un colpo, per un buco, tra noi non c'era più niente in comune". Sentendosi tradita Christiane si allontana momentaneamente da quel mondo e da quel gruppo finché un giorno non decide di partecipare ad un concerto e, quasi inconsapevolmente, invita ad andar con lei l'eroinomane più "rinomato" del gruppo. Da lì la discesa sembra inevitabile, decide di provare l'eroina a sua volta e così entra in un nuovo gruppo, da lei ritenuto il più forte di tutti: quello degli eroinomani. Quello che prima riteneva sbagliato è diventato per lei normale e lei continua a mentire a se stessa dicendo che, al contrario di tutti gli altri, lei non diventerà dipendente. Tutto questa accade il 18 aprile 1976, un mese prima che lei compia quattordici anni. All'inizio si impone di riprovare l'eroina solo dopo 4 settimane ma, appena ne ha l'occasione, la assume immediatamente senza pensare né alle conseguenze né ai propositi che aveva. Si ripromette anche di continuare a sniffare e non iniziare a iniettarsi l'eroina per vena ma, ancora una volta, si sente esclusa dal gruppo dei "più forti" e cambia rapidamente idea.
Quando viene mandata per la prima volta dalla nonna Christiane ha appena iniziato ad assumere eroina e non ne è ancora fisicamente dipendente. Riesce, per questo motivo, a passare l'estate dalla nonna e a rimanere pulita. Tornando a casa si ripromette di non cadere più nel circolo vizioso che la coinvolgeva perché si rende conto di essere più felice e in salute senza assumere droga. Appena torna, mentendo a se stessa, si mette subito alla prova e, immediatamente, la perde. Ricomincia ad assumere eroina da subito forte del fatto che, se è riuscita a stare pulita per due mesi e mezzo, potrà farlo quando vuole.
Diventa presto dipendente dall'eroina e, così, inizia ad averne un maggiore bisogno. Nonostante abbia fatto l'amore per la prima volta un mese prima, appena si crea il bisogno di soldi per comprare la droga, decide di "fare marchette". Inizialmente si pone dei limiti, niente sesso, niente stranieri e così via, ma vedremo che con l'andare avanti del libro tutto le sembrerà poi lecito e fattibile.
Da questo momento in poi i tentativi di disintossicazione riusciti che ricadono, in nemmeno una settimana, in dipendenza da eroina sono innumerevoli e difficili da raccontare in totalità perciò cercherò di farne una sintesi accurata il più possibile.
La prima disintossicazione viene fatta a casa di Christiane insieme a Detlef, la madre, che ha appena scoperto la dipendenza della figlia, l'aiuta in tutti i modi ad uscirne ed ingenuamente pensa che, una volta tolta la dipindenza fisica, il problema si risolva da solo. I due riescono a non fuggire e a disintossicarsi ma, il primo giorno in cui escono di casa, ricominciano ad assumere eroina, ripetendosi che non ne diventeranno più dipendenti e sognando quello che faranno ora della loro vita da non "bucomani", ricadendoci nuovamente anche peggio di prima.
Atze ridiventa il modello della ragazza perché conduce una vita lussuosa in confronto agli eroinomani che conosce e sembra riuscire a tenere a bada la sua dipendenza a sufficienza per non farsi rovinare la vita ma, un giorno, viene sapere che è morto di overdose. Ha deciso di suicidarsi perché si rende conto di pesare sui familiari e di non riuscire a smettere con l'eroina e questo fece rivalutare la situazine a Chiristiane. "Dopo la morte di Atze la sensazione di essere una star del buco, che con la roba ci sapeva fare, sparì." Il suicidio dell'amico, però, non è sufficiente come sprone e lei continua con l'eroina finché non viene arrestata per la prima volta e, dopo essere stata picchiata dalla madre, decide nuovamente di smettere.
Torna dalla nonna e riesce nuovamente a disintossicarsi. Mangia ed ingrassa molto e questo viene preso da tutti i parenti come un segnale positivo. Diventa la confidente e consigliera di tutti i suoi cugini e li supporta. Quando, però, viene il momento di tornare a casa lei non solo non si tira indietro ma, appena arrivata, va subito da Detlef a drogarsi di nuovo. Come sempre mentre si drogano, si ripetono che possono smettere quando vogliono e che non sono come tutti gli altri. Man mano il rapporto con Detlef viene sempre più inficiato dall'amore e dal bisogno che hanno entrambi per la droga e Christiane si sente sempre più sola e, poco dopo, viene nuovamente arrestata dalla polizia.
Da quel momento in poi, il suo fisico è talmente mal ridotto che rischia di morire ogni volta che si fa una dose e questa paura, l'aiuta a decidere a tentare nuovamente con la disintossicazione ed entra al Narkonon e di rimanere pulita fino a quel giorno. Questo centro a pagamento, in realtà, sfruttava i soldi che venivano dati per le disintossicazioni e li sfruttava per il proprio scopo personale, le terapie non erano tali e nessuno guariva mai entrando in quel posto, ma questo si scoprirà solo più avanti. Prima di entrare nel centro,due giorni prima del suo quindicesimo compleanno, il 18 maggio 1975 Christiane riassume eroina entrando così nel centro ancora assuefatta dalla droga. Scappare dal Narkonon è semplice e così la ragazza si trova nuovamente per strada, dove finalmente trova un'amica: Janie. Questa cagnolina la segue ovunque vada e la aiuta a sentirsi meno sola. Decide allora di rientrare, insieme alla cagnolina, al centro di disintossicazione.
Il padre, consapevole della situazione della figlia e vedendo che tutto ciò che è stato fatto per farla smettere non ha funzionato, decide di portarla a casa con lui e di obbligarla a disintossicarsi chiudendola in casa. Inizialmente anche questa "terapia" funziona ma, ben presto, Christiane trova il modo di eludere la sorveglianza del padre e ricomincia con l'eroina. Anche questa volta lei e Detlef si ripetono che non diventeranno dipendenti ecc ecc.. ricomincia anche a prostituirsi e a cadere sempre di più nel circolo vizioso della droga e della prostituzione.
Il padre, accortosi che la figlia è di nuovo eroinomane, decide di far star con lei una sua amica, con il suo stesso problema. Anche questo si rivela uno sbaglio: insieme riescono ad organizzarsi meglio e a sfuggire ancora meglio ai controlli del padre.
Chiristiane decide nuovamente di disintossicarsi e si fa rinchiudere in un istituto psichiatrico per disintossicarsi ma, una volta lì, si sente imprigionata e desidera nuovamente di scappare. Avendo il fegato rovinato dalla droga, si ammala nuovamente e finisce all'ospedale da dove scappa e ricomincia la sua vecchia vita.
Una volta ricongiunto il rapporto con la madre, decidono di fare un ulteriore tentativo per la disintossicazione e la figlia comincia a frequentare un consultorio, per un po' funziona ma poi ricade nuovamente nella prostituzione e nella droga con la scusante dell'aiutare delle sue amiche a racimolare un po' di soldi per un quartino di eroina.
Pensando di non avere più possibilità di smettere, Christiane decide di suicidarsi iniettandosi una dose molto alta di eroina in vena, il suicidio però non avviene e lei si sente grata di questa seconda possibilità che le viene data ma, nuovamente, la decisione di rimanere pulita viene cambiata a breve.
Dopo un tentativo di spaccio con il suo ragazzo viene arrestata nuovamente e viene chiamata la madre che, stanca e affranta, la obbliga subito a salire su un aereo per andare a vivere dalla nonna.
Dai parenti la ragazza si disintossica di nuovo e cerca di crearsi una nuova vita ma si accorge che il suo passato la tormenta e non le permette di raggiungere gli obiettivi che vorrebbe: è costretta a fare la scuola professionale perché quella tecnica non la vuole a causa del suo curriculum
Il libro finisce con Christiane che dichiara di non aver più bucato da un anno e che ora frequenta un grupoo di ragazzi che fumano hascisc. Sostiene che ogni tanto abusa di tranquillanti ma che non usa più l'eroina.
Purtroppo dalla biografia della ragazza sappiamo che l'eroina non è ancora uscita dalla sua vita e che il circolo vizioso c'è sempre e anche la sua dipendenza.