Secondo libro di Ivano Mingotti che leggo. Il primo "Nebbia" mi aveva già colpito molto e, anche in questo l'impronta dell'autore è inconfondibile.
Quello che caratterizza maggiormente i libri di Mingotti è il suo stile. La scelta delle parole è accurata, la lettura scorre veloce ma allo stesso tempo delicata, come una poesia. Più volte durante la lettura mi è capitato di pensare che, come audiolibro, mi sarebbe piaciuto anche di più perché il suono delle parole scelte è davvero ricercato e trasmette esattamente ciò che la protagonista prova. Anzi, in caso aveste il tempo di farlo, vi consiglio proprio di leggere questo romanzo e anche gli altri libri dell'autore ad alta voce, godendovi ogni scelta lessicale e non affrettando la lettura.
La particolarità di questo libro è, invece, la trama. L'autore ha infatti deciso di raccontare la storia di Arianna e Teseo, già conosciuta ai più in diverse versioni, rendendola in una versione nuova e raccontata dal punto di vista di Arianna. Questa scelta è, a parer mio, molto coraggiosa perché raccontare una storia già conosciuta in maniera del tutto diversa può essere molto ostico; nelle parti conosciute può esserci poca suspense e voglia di continuare la lettura, ben sapendo cosa succede e, nelle parti "nuove", c'è la possibilità che il lettore pensi "ma come, non succedeva questo" e non apprezzi la nuova trama. Questa prova è stata superata ottimamente dall'autore che ci racconta una storia che sembra del tutto nuova e non ti fa rimpiangere il mito già conosciuto.
Nonostante io l'abbia apprezzata e pensi che il coraggio dell'autore sia stato ben direzionato, non posso inserire la trama come un pro perché penso che non tutti i lettori gradirebbero allo stesso modo questa particolarità. Se, però, come me gradite l'idea di rileggere in chiave diversa una storia già sentita, troverete molto interessante questo libro.
La storia è raccontata dall'unico punto di vista di Arianna, è perciò lei l'unico personaggio che conosciamo veramente a fondo; tutti gli altri vengono raccontati soggettivamente dalla ragazza. Questo ci permette di capire esclusivamente ciò che pensa e vuole Arianna, ma non quello che in realtà pensano gli altri personaggi. Questo è dovuto, ovviamente, ad una scelta dell'autore che può essere condivisa o meno. Solitamente io preferisco leggere libri che trattino i personaggi in maniera differente ma penso che in questo libro in particolare questo fosse il modo migliore per far sì che il lettore si immedesimasse nella protagonista. La scelta di focalizzare tutto sulla ragazza in questo modo è stata supportata anche dal punto di vista emotivo ed è sicuramente ciò che l'autore desiderava fare. Quindi, ritengo che il lettore riesca ad immedesimarsi nella ragazza e, allo stesso tempo, vedere vividamente gli altri personaggi per come li vede anche lei.
La ragazza, devo dire la verità, io l'ho odiata dalle prime pagine. Rispecchia chiaramente una ragazza adolescente con tutte le sue contraddizioni; è viziata, ama i privilegi considerandoli scontati ma, allo stesso tempo, odia tutti i contro che la sua posizione di figlia di Minosse le creano. Nemmeno il suo cuore, le sue emozioni, i suoi ricordi di bambina, possono andare contro ciò che decide e che lei stessa comprende essere sbagliato e affrettato. Il fatto che io non l'abbia sopportata fa, però, capire quanto l'autore sia stato bravo a rendere il personaggio.
I dialoghi rispecchiano, a loro volta, questa decisione; non è ciò che viene detto ad Arianna a contare bensì ciò che la ragazza prova a riguardo. Non viene data particolare importanza al modo oggettivo in cui i personaggi si parlano, questo è sinonimo di coerenza per ciò che ha scelto di fare Mingotti, ma rende i dialoghi non molto rilevanti nel libro. Peccato perché, anche se questo avrebbe contrastato con la scelta dell'autore, personalmente avrei amato tantissimo leggere questa storia dal punto di vista del padre della ragazza e vedere raccontati i dialoghi anche da quel punto di vista.
L'ambientazione è resa molto bene, sembra di vedere il mare, la spiaggia, il palazzo di Minosse. L'ho trovato uno degli aspetti migliori del libro, impossibile non invidiare Arianna per il luogo in cui vive.
Il ritmo dello scorrimento della trama è lento; viene data molta importanza ai pensieri di Arianna che, come ho già detto, è molto confusa e contraddittoria. La resa del personaggio e la sua credibilità ne beneficiano, ma per il lettore che cerca velocità e fluidità questo libro non è adatto. Nonostante sia breve e si legga tranquillamente in una giornata.
La suspense è crescente; all'inizio non è presente poi, con il procedere della storia è sempre più elevata. La scena finale, che non anticipo, è quella resa meglio sotto questo punto di vista. Il libro dà maggiore importanza agli elementi introspettivi piuttosto che alla velocità di lettura.
Il libro è ben costruito e ha una struttura credibile e coerente. Come lettrice avrei preferito una maggiore divagazione dal personaggio di Arianna, spiegando ciò che la ragazza non può sapere, ma la scelta dell'autore era diversa ed è stata rispettata pienamente. Magari un giorno ci regalerà anche un brano relativo agli altri punti di vista; sarebbe molto interessante.
Un messaggio vero e proprio non l'ho colto, ma a tale proposito dirò che all'interno del romanzo vi sono riferimenti sessuali espliciti che personalmente non amo in nessun tipo di romanzo. Capisco pienamente il perché sono stati inseriti, agli occhi di una persona meno moralista di me sicuramente risultano sensati e coerenti, per come sono fatta io, mi sono parsi un po' forzati ed esagerati. Non sono prevalenti nel romanzo né importanti ma ci sono e quindi ve ne ho parlato. Se fossero stati presenti in una misura minore o meno esplicita sicuramente avrei apprezzato di più il libro.
Lo consiglio solo chi ha voglia di affrontare uno stile molto diverso dalla norma. Lo stile dell'autore è notevole, ma se letto nel momento sbagliato, può non piacere. In un momento di tranquillità e di voglia di leggere qualcosa di nuovo sia "Minoica" che "Nebbia" sono due libri ottimi da affrontare.