Middle England

Di Jonathan Coe

Feltrinelli

398 pagine

7,5/10

Consigliato: Sì

Inglese

Contemporaneo

Serie/Saga

Narrativa

TRAMA IN BREVE

Tornano alcuni protagonisti di La banda dei brocchi e di Circolo chiuso e, questa volta, hanno a che fare con l'Inghilterra degli anni 2000. I maggiori eventi sociopolitici, come Olimpiadi e Brexit, ci vengono racconti da un Jonathan Coe sempre più nostalgico dei "bei tempi andati".

DEDICA

Per Janine, Matilde e Madeline

INCIPIT

Aprile 2010

Il funerale si era concluso e anche il ricevimento stava volgendo al termine. Benjamin decise che era arrivano il momento di andare.
"Papà," disse. "È ora di muoversi."

RECENSIONE

Middle England di Jonathan Coe, uscito a Novembre 2018 per Feltrinelli è il terzo libro della trilogia ideata dall'autore.

Avendo letto appositamente i due romanzi precedenti prima di quest'ultimo, la mia recensione verterà in particolar modo sulle differenze riscontare in questo volume rispetto a ciò che ho trovato in La banda dei brocchi e Circolo chiuso.

Elemento fondante di questa trilogia è l'ambientazione. Tutti e tre i volumi parlano dell'Inghilterra, in particolare di Birmingham, ma temporalmente presentano decenni differenti. Nel caso di Middle England ci troviamo tra l'aprile 2010 e il settembre 2018.
Sin dall'incipit comprendiamo che ogni capitolo sarà contraddistinto da una collocazione temporale e che sarà impossibile per il lettore non avvertire eventuali salti temporali. Anche all'interno del testo alcune date importanti vengono specificate ed evidenziate.
La situazione sociopolitica inglese è resa magistralmente ed è il punto di forza del romanzo, così come succede nel primo volume. 

Lo stile dell'autore rimane attento e ricercato ma credibile, nei dialoghi o nei flussi di coscienza interiori le parole utilizzate sono volutamente più colloquiali.

I personaggi presenti in questo romanzo sono solamente alcuni di quelli che abbiamo trovato ne La banda dei brocchi e in Circolo chiuso, molti altri vengono aggiunti creando una continuità della storia. È inevitabile non sentire il vuoto lasciato da quelli non considerati in questo testo.

La trama, oltre che a curare l'ambientazione e la Storia attuale dell'Inghilterra, porta avanti le vite dei personaggi. Essendo essi in numero molto minore rispetto alle aspettative e dando loro poco spazio, però, questo aspetto non colpisce in particolare il lettore che ha acquistato il libro per ritrovare questo aspetto.

L'atmosfera è chiaramente percepibile.
Quella generale del Paese, viene raccontata da tutti i punti di vista in modo oggettivo, nonostante si possa comprendere l'opinione personale dell'autore che scaturisce in un finale, credibile e molto forte che invia un messaggio che, personalmente, non ho apprezzato.
Quella soggettiva dei diversi personaggi è chiaramente avvertibile nonostante alle loro vita non venga lasciato ampio spazio come nel volume precedente. Coe stupisce perché rende credibili anche scene che, per gusti personali, si potrebbero non amare.

Il ritmo di lettura è medio. Per chi, come me, avrà letto da poco i due volumi precedenti l'inizio di questo sarà spiazzante, ma con l'avanzare nella lettura questa prima impressione migliorerà, facendoci trovare, anche se solo in parte, il Coe che ci saremmo aspettati sin dall'inizio.

La struttura di questo libro è ben curata. Gli eventi descritti nelle diverse scene si intrecciano nelle vite di più personaggi, mostrando chiaramente il lavoro dell'autore sulla costruzione della storia.
D'altro canto, però, è inevitabile non notare come Middle England sembri l'unico volume totalmente staccato della trilogia. I riferimenti a ciò che è successo nel passato dei personaggi sono sempre presenti ed attenti, ma i flashback e i flashforward, continui nelle altre opere, qui sono assenti.
La struttura è sempre ottima, dunque, ma così lineare da fare rimpiangere la maggiore complessità trovata (ed amata) precedentemente.

In conclusione, Middle England è un ottimo libro, scritto esplicitamente per trattare il tema della Brexit. Per stessa ammissione dell'autore (nella postfazione) è stata una scelta secondaria quella di inserire i personaggi da noi tanto amati in La banda dei brocchi e Circolo chiuso. Questa scelta, un po' forzata, si sente e si esplicita in particolare sulla totale diversità della struttura tra il terzo volume e i primi due. 

È un bel libro che se letto prima di conoscere la produzione di Coe potrebbe essere considerato quasi senza eguali ma, che paragonato ai suoi "antenati" non può convincere del tutto. Questo è il motivo della mia valutazione, sicuramente più bassa di quello che merita, ma giusta per distinguerlo dalle altre opere.

Lo consiglio a tutti perché è un libro ottimo, onesto, credibile e ben curato, ma vi invito a leggerlo come un romanzo sulla Brexit e non come appartenente alla serie di "La banda dei brocchi".

CITAZIONI

"Doug, non prendertela a male, ma credo che ci sia un problema generazionale. Gli anni che ti separano da loro corrispondono a una generazione. Tu e i tuoi amici, tra cui mio padre, siete stati cresciuti in un certo modo. Siete abituati all'antagonismo in politica. Ma il mondo cambia."

Il suo primo istinto quando andava a casa di qualcuno era sempre quello di guardare cosa leggeva: era un riflesso della sua formazione accademica, profondamente radicato e irresistibile.

"In un certo senso siamo una nazione di innocui strampalati."

"La vita è un'avventura. Non si sa mai che cosa si troverà. A volte ti capita qualcosa di bello, altre volte qualcosa di brutto, e molto spesso qualcosa di veramente strano. È questa l'Inghilterra. Dobbiamo farcene una ragione."

Il mondo sprofondò nel silenzio. La terra smise di girare. E quest'allucinazione, se di allucinazione si trattava, parve avere una durata interminabile.

"Può anche essere stato chiaro, ma la chiarezza non corrisponde per forza alla verità."
"Forse questa è una distinzione importante per te, Douglas, ma tu sei uno scrittore. Dai più valore alle parole di quanto faccia la gente normale.

"E se avessi preso un'altra strada? È questo che mi affascina dei viaggi in auto. Arrivi a un incrocio e ti trovi davanti a una scelta. E ogni scelta che fai può cambiarti la vita. A volte radicalmente."

Forse era stata l'atmosfera della libreria, così serena, fuori dal mondo, o il fatto che non ci fossero altri clienti. O forse la ragione era un'altra: c'erano poche cose altrettanto intime per lei che curiosare insieme a qualcuno tra i libri.

E tutto era inondato di luce. Sì, pensò, era questo che mancava in Inghilterra, l'elemento che rendeva tutto così vivido, sensuale, pieno di energia, così inesorabilmente vivo. Che esistenza triste, sacrificata, si viveva nel paese che era costretta a chiamare patria.

Sì, perché non ammetterlo apertamente, in quel momento si sentiva orgoglioso, orgoglioso di essere inglese, di far parte di una nazione che non solo aveva raggiunto quegli straordinari risultati, ma che poteva celebrarli con sicurezza e ironia, ma senza presunzione.

Sotto di loro giaceva Londra, languida e supina nel tepore di quella sera d'estate. Il Tamigi si snodava come un grande nastro sporco, fino a ridursi a una striscia di luce che baluginava all'orizzonte, offuscata dallo smog.

"Dave se ne rende conto. Non è un mostro, anche se a te piace pensarlo. Ma siamo molto bravi a leggere gli umori del paese, ed è ovvio che quando le cose sono così difficili e il futuro così incerto, la gente sarebbe folle a scegliere il cambiamento. Continuità, stabilità... ecco quello che ci vuole per uscire da questo pantano."

"La tirannia non si identifica necessariamente con un individuo, ma con un'idea."
"Così voi vivreste sotto la tirannia di un'idea?"
"Proprio così."
"E di che idea si tratta?"
"Quella del politicamente corretto, ovvio."

"Molte cose sono accadute nel mondo tra gli anni trenta e i settanta. Molti cambiamenti. Forse non altrettanti dopo di allora."

Guardando il suo studio, con gli scaffali dei libri perfettamente sistemati non per autore o argomento bensì per dimensione e colore del dorso, Sophie capiva perché le emozioni potessero terrorizzarlo.

QUARTA DI COPERTINA

Tornano alcuni personaggi de "La banda dei brocchi" e di "Circolo chiuso": Benjamin e Lois Trotter e i loro amici, che ritroviamo qui ormai alle prese con le grane dell'età che avanza. Ma l'attenzione del nuovo tragicomico romanzo si concentra sui membri più giovani della famiglia Trotter, come la figlia di Lois, Sophie, ricercatrice universitaria idealista, che dopo un matrimonio poco probabile fatica a rimanere fedele al marito, soprattutto da quando le rispettive idee politiche si sono fatte sempre più distanti. Intanto la nazione sfrigola e questioni come il nazionalismo, l'austerità, il politicamente corretto e l'identità politica incendiano il dibattito e gli animi.

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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