L'Isola del Tesoro: il mio primo libro

Di Robert Louis Stevenson

Oligo

51 pagine

8/10

Consigliato: Ni

Letteratura

Saggio

Classico

CE Indipendente

Statunitense

TRAMA IN BREVE

Un articolo scritto da Robert Louis Stevenson in persona, in cui l'autore ci racconta com'è nata l'idea del suo primo romanzo (L'isola del tesoro) e su come l'abbia sviluppata.

INCIPIT

L'Isola del Tesoro è stato ben lungi dall'essere il mio primo libro, dato che non sono solo un romanziere; ma sono consapevole che il mio ufficiale pagatore, Il Grande Pubblico, tratta le altre cose che ho scritto con indifferenza, se non con avversione.

OPINIONE VELOCE

🖋 Ci sono gli amanti dei classici e i detrattori, io, da sempre, li amo alla follia. Quando la me bambina è passata dai volumi del Battello a Vapore ai suoi primi classici per ragazzi, ha capito subito che non aveva capito niente, ha capito subito che, con i libri, sembra di arrivare ad un certo livello di conoscenza ma, poi, arriva qualcos’altro che ti sconvolge e ti fa capire che mai, mai, mai finirai 💖⁣

⁣🥺 C’è solo un aspetto negativo degli autori classici: sono morti. Sì, permettetemi di essere prosaica. Io questo fatto che mi siano morti, che non mi scrivano più e che, soprattutto, non mi possano più spiegare ciò che hanno scritto, fatico a perdonarglielo.⁣

💖 E qui entra in gioco questo libro: tratto da un articolo che ha scritto Robert Louis Stevenson stesso sul suo primo romanzo: L’isola del tesoro (che ormai sanno anche i muri, è IL romanzo che da bambina mi ha fatto fare il mio primo salto come lettrice).⁣

😍 È stato bello sentirlo vivo, è stato bello leggere dalle sue parole come sia nato il libro che, per me, ha fatto così tanto. ⁣

🤗 Sicuramente è più per i fan, anche se scoprire la nascita del primo romanzo di un grandissimo autore può interessare e servire anche a chi un libro lo vuole scrivere o è affascinato da questo processo. ⁣

📖 ‘Ma è mia opinione - o superstizione, se volete - che chi è fedele alla sua mappa, e la consulta, e ne trae ispirazione, ogni giorno e ogni ora, ottiene un supporto positivo e non solo la metà immunità dalle imprecisioni. La storia ha una radice lì; cresce in quel suolo; ha una propria spina dorsale dietro le parole.’⁣

CITAZIONI

Prima o poi, in qualche modo, comunque ero obbligato a scrivere un romanzo. E sembra superfluo chiedersi il perché. Gli uomini nascono con varie manie: fin dalla prima infanzia, la mia era quella di creare un gioco con una serie di eventi immaginari. E non appena ho imparato a scrivere, sono diventato un buon amico dei cartai.

Chiunque può scrivere un racconto breve – uno brutto, intendo –, chi abbia intraprendenza, carta e tempo a sufficienza; non tutti però possono sperare di scrivere un romanzo, anche se brutto. È la lunghezza che uccide.

In una di queste occasioni, disegnai la mappa di un'isola; era ben elaborata e (pensavo) magnificamente colorata; la sua forma scatenò la mia fantasia oltre ogni immaginazione; conteneva porti che mi soddisfacevano come sonetti; e con l'incoscienza del predestinato, battezzai la mia opera L'Isola del Tesoro.

In una fredda mattina di settembre, con le guance scaldate da un vivace focolare, e con la pioggia che tamburellava sulla finestra, iniziai Il cuoco di bordo, perché era questo il titolo originale della mia opera.

Mi sembrava originale come il peccato; sembrava appartenermi come il mio occhio destro.

Avevo scelto uno stile molto semplice. Confrontatelo con il quasi contemporaneo Gli allegri compari: un lettore potrebbe preferire lo stile di questo, un altro di quello – è una questione di carattere, forse di umore; ma un esperto non può non accorgersi si come lo stile dell'uno sia molto più difficile e quello dell'altro molto più facile da mantenere.

La storia sembra essere piaciuta molto, e ha portato (o è stata il mezzo per portare) calore, cibo e vino a una famiglia meritevole alla quale tenevo. Inutile dirvi che intendo la mia.

QUARTA DI COPERTINA

"My first book: Treasure Island" di Robert L. Stevenson venne pubblicato nell'agosto 1894 su "Idler Magazine", rivista fondata da Robert Barr e codiretta da Jerome K. Jerome. Lo scrittore scozzese, quattro mesi prima della sua morte, raccontò nel dettaglio l'origine de L'Isola del Tesoro. Ammise ironicamente di avere rubato un pappagallo al "Robinson Crusoe" di Defoe, uno scheletro ad Edgar Allan Poe, una palizzata a "Masterman Ready" di Frederick Marryat, Billy Bones e il suo baule a Washington Irving. Ma soprattutto ricordò che il titolo originario dell'opera era "Il cuoco di bordo" mentre "L'isola del Tesoro" era quello della mappa da lui disegnata e che lo avrebbe accompagnato durante la stesura del libro. Ed è proprio quella mappa, smarrita dall'editore prima della pubblicazione, a seguire il flusso dei ricordi di Stevenson. Una pergamena che ha più di un valore simbolico, perché ogni mappa è "un'inesauribile fonte di seduzione per ogni uomo che abbia occhi per guardarla". La magia de "L'isola del Tesoro" è partita tutta da lì e se anche quella mappa non rappresenta "tutta la trama del libro fornisce però una miniera di suggestioni uniche" sia allo scrittore che al lettore.

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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