La versione della cameriera

Di Daniel Woodrell

NN

189 pagine

8/10

Consigliato: Sì

Narrativa

Contemporaneo

Serie/Saga

Statunitense

Noir

Autoconclusivo

TRAMA IN BREVE

Alma DeGeer Dunahew racconta al nipote Alek la sua versione sulla grande esplosione della sala da ballo cittadina, avvenuta nel 1929.

DEDICA

In ricordo di Grif Fariello

INCIPIT

Mi spaventò all'alba di ogni giorno, nell'estate che trascorsi con lei. Si sedeva sul bordo del letto, i lunghi capelli sciolti, sciolti fino a terra e ondeggianti mentre li spazzolava senza posa, e nella stanza si ritiravano le ombre e dalle due finestre fluiva la prima luce.

RECENSIONE

Erano laggiù da tanto tempo: perché mettersi a ballare proprio adesso?

La versione della cameriera è il primo volume della serie di West Table di Daniel Woodrell ed esce oggi, 14 marzo 2019, per NN Editore in molte librerie indipendenti, nel link Amazon che vi ho inserito è prenotabile al prezzo minimo garantito e sarà disponibile tra una settimana esatta, così come in altri store e librerie.

Il genere perfetto per descrivere questo libro è stato coniato proprio dall'autore stesso, che ha deciso di chiamarlo, con grande cognizione di causa, country noir

L'atmosfera noir è particolarmente palpabile nell'incipit e nelle prime 19 pagine e, questa prima parte, come consiglia NN Editore in un suo tweet, è veramente adatta ad una lettura serale o notturna tutta d'un fiato. Questo aspetto, però, sarà costante anche in tutto il resto della narrazione, dove immagini macabre e forti si scontreranno con la realtà di tutti i giorni. Ho apprezzato particolarmente la capacità dell'autore di congiungere i due elementi (vita normale e accadimento straordinario) tanto da farci sentire la diversità del luogo e della sua gente. 
La cittadina diventa un luogo tangibile, reale.

Quell'autunno, quando di pulirono le grondaie, vennero alla luce così tanti obbrobri che le gronde cominciarono a mettere paura, a venire benedette, e quell'inverno i padroni di casa accolsero con riguardo qualche infiltrazione, pur di non infastidire i defunti.

West Table, Missouri, è l'ambientazione country perfetta. Grazie ad una struttura sfalsata, sia tra presente e passato che per punto di vista, abbiamo l'impressione di riuscire ad accorpare in un unico sguardo (in un volume di nemmeno 200 pagine) l'intera cittadina, assaporandone l'atmosfera unica e sentendo di conoscere ogni suo abitante. Numerose e particolari sono le descrizioni, Woodrell non si risparmia né in parole, né nella scrittura emozionale, né nel linguaggio figurato. Riguardando ciò che ho sottolineato, ho notato che tutte le introduzioni di nuovi personaggi e tutti i cambi di scena mi hanno colpita con forza, sia per il linguaggio utilizzato che per le immagini trasmesse.

Era piccola e minuta e pallida come una nube che un pensiero ostile avrebbe potuto squarciare.

Oggetto principale della trama è l'esplosione del 1929 della sala da ballo della città, in cui morirono quarantadue persone e si ferirono molte altre. Un delitto irrisolto e di cui Alma, nonna del narratore principale, crede di conoscere il colpevole. Il racconto si divide tra il 1965, anno in cui la donna svela tutto al giovane protagonista, e all'anno dell'accadimento, in cui un intreccio di punti di vista e personaggi ci svelerà tanto delle persone che erano rinchiuse all'interno della sala e del suo presunto assassino.

Era l'estate del 1965 ma lei non aveva ancora la televisione, solo una radio che pareva sempre annunciare i prezzi del bestiame e le quotazioni del grano.

Quando si legge il primo volume di una serie, uno dei terrori più grandi del lettore è spesso rivolto al finale: dirà troppo, troppo poco? A pochissimi piacciono le conclusioni che non sono tali e che lasciano senza alcuna certezza, al contempo, lo scrittore deve garantire una sufficiente apertura ad una continuazione, per indurci a fantasticare sul seguito. Woodrell riesce anche in questo. Al termine del volume, infatti, avremo, in concomitanza, sia la sensazione di aver saputo tutto, che quella di dover sapere altro, questo perché, in questo volume, troviamo appunto "la versione della cameriera" ed essa è presentata in maniera completa, ma questa versione combacerà totalmente con i fatti realmente accaduti? Inoltre, tanti sono i personaggi di cui vorremmo sapere qualcosa di più e, confido, che nel secondo volume ci saranno delle sorprese.

Cominciò semplicemente a prendere forma. La storia le usciva di bocca in sbrodolate, scrosci o gocciolii di dettagli noti, malignità d'epoca e supposizioni belle e buone.

Come già spiegato, sono tanti i personaggi presi in causa e tutti vengono introdotti con lo stesso livello d'importanza, solo alcuni ritorneranno e diventeranno fondamentali per la vicenda. Alla fine del volume troverete un elenco dei loro nomi e una breve descrizione, onde evitare vuoti di memoria che potrebbero inficiare la comprensione della storia.

Lo stile di questo scrittore è ben riconoscibile, Woodrell riesce, per me, ad unire due aspetti che spesso non si trovano nella stessa penna: durezza ed eleganza. Le frasi sono spesso lunghe e piene, obbligano ad una lettura più lenta ed attenta o ad una rilettura alfine di comprendere tutto. Le parole utilizzate sono fondamentali per la resa di ogni frase e sono inserite appositamente per dare quell'effetto ritmico e tematico. 
Il risultato finale è quella di frasi ricercate in cui vengono inserite parole aspre e sgradevoli e io, che sono al mio primo (ma sicuramente non ultimo) Woodrell, ho già mentalmente collegato a lui solo questa capacità.

Erano tanti i pensieri e le opere, o anche solo i pensieri che potevano insinuare il marciume in un essere umano, soffocando il flusso dello spirito santo finché l'anima non avvizziva e si separava dal corpo, inutile come una caccola che cade secca dal naso e, a conti fatti, un corpo senz'anima non era che un guscio ospitale, presto occupato dal demonio.

Il lavoro di traduzione deve essere stato particolarmente difficoltoso e Guido Calza ce lo racconta egregiamente nella nota del traduttore in calce all'opera.

L'ambientazione, l'ampio respiro temporale, la varietà di voci e circostanza si realizzano in una lingua mutevole, punteggiata di oscuri termini vernacolari. Espressioni antiquate e tipiche dei monti Ozark, non facili da capire e impossibili da tradurre con altrettanta vividezza.

Il ritmo di lettura è influenzato dalla complessità del libro e dalla sua comprensione: se dopo il primo capitolo riscontrerete alcune difficoltà di orientamento, scoprirete ben presto la chiave di lettura e, da quel momento, il libro vi trascinerà con sé.

NN si riconferma, ancora una volta, un editore attento alla cura, alla grafica e alla traduzione. Un complimento in particolare va alla stupenda copertina di questo volume.

In conclusione, La versione della cameriera non è un'opera semplice. Tutto è molto articolato; stile, struttura, numero dei personaggi rilevanti introdotti, e questo può causare una prima (ma leggera) difficoltà di lettura. Una volta terminato il libro ho avuto immediatamente la necessità di rileggerlo, perché ci sono alcune frasi iniziali che, sapevo, mi avrebbero detto ancora di più una volta capito bene tutto. È un libro di cui bisogna fidarsi e che bisogna approcciare senza leggerezza, sebbene una volta entrati dentro la storia vi sembrerà inevitabile essere trascinati fino alla fine. 

È un libro che mi ha convinta sia per la resa dell'ambientazione che per quella dei personaggi, ma che consiglio a tutti ancora di più per il suo stile particolare. Credo che ogni lettore, indifferentemente dai suoi gusti letterari, senta prima o poi il bisogno di sperimentare e di scoprire qualcosa di unico. Qui lo troverete.

CITAZIONI

Si chiamava Alma, non le andava di essere chiamata nonna ed era capace di rifilarti una sberla se le davi della nonnina.

I lampi graffiarono le nubi e rombò il tuono. Con l'abito svolazzante, gli occhi socchiusi e lontani, lei scelse con astuzia quell'attimo di furia per cominciare il suo resoconto dell'esplosione all'Arbor Dance Hall nel 1929, dei quarantadue ballerini morti in un istante in quell'angolo dei monti Ozark nel Missouri, delle coppiette uccise nel bel mezzo di un passo di valzer, lanciate verso le nuvole in una bruma rosa inseguita da fiamme gigantesche, e del perché fosse accaduto.

Sapevo che mio padre non voleva che sentissi da lei quella storia, che era l'origine della loro contesa, ed era proprio questo a solleticarmi, a rendermi ansioso di saperne di più, di più e ancora di più.

Nessuno venne mai incriminato o condannato, e le ventotto vittime ignote furono sepolte ai piedi di un monumentale angelo alto tre metri che piano piano divenne nero, dopo anni e anni di freddo e caldo e pioggia battente.

Alma DeGeer Dunahew, con la sua indole ostile e sofferente, le sue oscure ossessioni e il suo primitivo bisogno di vendetta, era il grande cuore rosso della nostra famiglia, il cuore vero, quello che teniamo nascosto e ci sorregge.

Fin da piccola aveva conosciuto la miseria, ma dotata com'era di fascino e intelligenza, aveva capito presto che la vita è un incontro di boxe, e con la mano buona legata dietro la schiena non avrebbe vinto nemmeno un round... Per lei non si trattava di prostituzione, poiché non chiedeva un compenso per ogni momento d'intimità, quello mai, non l'avrebbe mai fatto, ma accettava solo qualcosa di più simile a un obolo, da uomini che definiva amici.

Era una vita grama e quegli anni lasciarono ricordi indelebili, destinati a non svanire mai e neppure ad appannarsi.

Le mani le fecero sempre male fin dai vent'anni, le articolazioni sporgenti, le nocche gonfie, e furono quelle mani dolenti e distorte che appoggiò, calde e distese, su ciascuna delle ventotto bare radunate nella palestra della scuola.

Nella penombra della stanza lo conduceva in luoghi di cui aveva a stento immaginato l'esistenza, e in quella realtà madida lui si abbandonava come un pascià libidinoso a schizzi, sospiri, nuove posizioni, e al tanfo avvolgente, e la scoperta di quell'incanto carnale alla sua età fu per lui come accogliere nella propria vita una vena di follia – una follia che sperava senza fine, adesso che era cominciata.

Metà del lavoro di uno sceriffo consiste nel piegare un tantino le leggi, per tenere fuori dalla galera la gente giusta – lui questo lo aveva capito da subito, e aveva facoltà di decidere.

QUARTA DI COPERTINA

Il dodicenne Alek trascorre l’estate a West Table, Missouri, con sua nonna Alma. Vecchia, eccentrica e orgogliosa, la donna ha lavorato per cinquant’anni come cameriera per le famiglie ricche della città, allevando tre figli e sopportando un marito sempre assente. Alma conosce molte storie, ma quella che più la ossessiona è l’esplosione della sala da ballo che nel 1929 causò la morte di quarantadue persone, tra cui l’amatissima
sorella Ruby. Nessuno ha mai scoperto com’è andata, né è mai stato trovato il responsabile: Alma è certa di sapere la verità, e la racconta ad Alek, per rendere giustizia alle vittime e donare pace a se stessa.
Nel primo episodio della Serie di West Table, Daniel Woodrell illumina con nitide, veloci pennellate di colore una varietà di personaggi. Alma, Alek, Ruby, i Glencross e gli sfortunati ballerini sono voci di un romanzo corale, serrato come un noir, che parla di condivisione e di comunità, di un passato che si avvolge al presente, ora come una condanna, ora come un riscatto, in cui tutti si ritrovano colpevoli e innocenti.

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