La casa sul lago è il primo romanzo di David James Poissant, autore di cui io avevo già letto ed amato, la raccolta di racconti Il paradiso degli animali.
In questo libro, lo scrittore riprende la medesima tematica principale riscontrabile nell'antologia: la famiglia e i rapporti interpersonali dei membri che la compongono.
In La casa sul lago, infatti, conosciamo la famiglia Starling, composta da padre (Richard), madre (Lisa), due figli maschi (Michael e Thad) e i loro rispettivi compagni (Diane e Jake). I sei membri della famiglia vengono rappresentati sia dall'esterno che dall'interno, con capitoli incentrati alternatamente in ognuno dei loro punti di vista.
Sono individui legati tra loro da emozioni, obblighi e retaggio semplicissimi da immaginare in quanto propri delle relazioni umane, ma che al loro interno, come succede nella vita reale, nascondono un mondo molto più ampio di quanto gli altri possano percepire. È proprio questo il gioco principale di Poissant: mostrarci una famiglia sia nel suo complesso che nello specifico di ogni individuo; mostrandoci quanto ci si riesca a conoscere e, al contempo, non ci si conosca affatto, persino tra persone legate tra loro da diversi decenni.
Gli manca suo fratello e come andavano le cose quando erano ragazzi, l'infanzia beata in cui si coprivano le spalle a vicenda e la certezza che uno sarebbe saltato nel fuoco per l'altro, che avrebbe affrontato ostacoli, squali, pagliacci che impugnano una sega elettrica. A che età si perde per sempre quel tipo di amore?
La casa sul lago, che fa da titolo e anche da ambientazione, è il collante di tutte le scene che si avvicendano all'interno del libro. È spesso vista come una metafora di ciò che sta accadendo tra i componenti e, leggendo le diverse opinioni al riguardo, sarà semplice comprendere anche la personalità e, specialmente, lo stato d'animo di ogni personaggio.
Sai cosa significa innamorarsi, non di una persona ma di un posto? Del pendio della collina, del cigolio del molo. Del sole e della brezza. Di una V di oche riflessa sulla superficie di un lago. Lisa lo sa.
Tutta la vicenda si svolge in un weekend del 2018 (e infatti il testo è diviso in quattro parti: venerdì, sabato, domenica mattina e domenica sera) in cui i sei membri della famiglia passano insieme i loro ultimi giorni nella casa sul lago, che sta per essere venduta.
Per quanto inizialmente introspettivo; i primi capitoli introducono i sei personaggi e mostrano solamente una traccia dei pensieri che li affliggono e che ci porteranno poi a comprendere il quadro generale, il libro comincia quasi subito con una scena difficile da prevedere e che, grazie alla sua portata emotiva, farà scaturire forti reazioni. Perciò, anche se il romanzo non cerca la propria forza nella spettacolarità della trama, il lettore verrà portato a leggere velocemente il tutto, perché gli elementi vengono dosati da Poissant con maestria: aggiungendo sempre abbastanza da indurre curiosità, senza mai svelare troppo. In questo aiuta anche l'alternarsi dei capitoli, facendoci lasciare un personaggio in un momento in cui mai avremmo scelto di abbandonarlo. Il ritmo di lettura derivante sarà, perciò, piuttosto veloce.
Per quindici anni erano stati così felici. Felici quanto basta. Appagati, perlomeno, prima che Diane rovinasse tutto. «Le persone cambiano» aveva detto. Michael non ne era sicuro. Diane era cambiata o l'aveva ingannato? Era questo che voleva da sempre?
Ogni punto di vista, per quanto raccontato in terza persona, è onnisciente (anche se mostra un tempo limitato e parziale) e, dunque, non mostra solo le azioni svolte ma svela anche i pensieri più reconditi del protagonista di ogni capitolo. Questi personaggi sono talmente consistenti e realistici da essere difficili da amare incondizionatamente; ognuno di loro può essere giudicato per qualcosa che fa o nasconde e, anche se conosciamo la motivazione dietro ogni loro scelta, sarà probabile che alcuni di loro, se non tutti, facciano arrabbiare il lettore. Allo stesso tempo, sarà difficile poter non tifare per loro: sin dall'inizio il desiderio prevalente sarà il lieto fine (sul quale, ovviamente, non vi svelo nulla).
Proprio grazie alle loro diverse personalità, ambizioni e caratteristiche troverete all'interno delle quasi trecentocinquanta pagine di La casa sul lago, un'incredibile varietà di tematiche: alcolismo, dipendenza in generale, rapporti di ogni genere, lavoro, conflitti intergenerazionali, religione, aborto, arte e molto di più. Ogni argomento è introdotto e approfondito sufficientemente sia per conoscere l'opinione del protagonista del momento, sia per indurci a riflettere sulla nostra. Anche qui, la varietà, la credibilità e la forza dei temi, porteranno il lettore ad immedesimarsi e a provare forti emozioni al riguardo. L'atmosfera, dunque, è facilmente recepita.
«Pensi che la felicità sia ottenere quello che vuoi» dice Michael. «Qualunque cosa vuoi, quanta ne vuoi, quando vuoi». Gli trema la voce. «E se non fosse vera felicità? E se la vera felicità fosse dire 'Fanculo a cosa vuoi tu, e rimanere insieme, anche quando è dura, anche quando non sei più quello di una volta?
All'interno del libro vengono citate opere varie, quali ad esempio il film Cast away, Frankenstein e X-Men, che daranno un tocco di modernità, contestualizzando ancora di più la vicenda.
Ultimi, ma non per importanza, l'ottimo lavoro di traduzione di Gioia Guerzoni e la sua nota del traduttore (presente in ogni libro edito NN Editore tradotto) in cui ci viene raccontata sia l'esperienza di traduzione (avvenuta durante il lockdown) e della sua personale interpretazione del testo.
Ma soprattutto, e questo mi ha affascinata davvero, si sente in questo romanzo la solitudine estrema – "la distanza tra loro è una galassia nera come l'inchiostro" – di ciascun membro della famiglia, che spesso, pur non essendo mai solo, si comporta come se lo fosse. Non dice, finge, nasconde, decide senza chiedere.
In conclusione, ho trovato in La casa sul lago tutto ciò che cercavo.
Capita spesso, con un autore abituato ad un tipo di narrazione, di trovarlo maggiormente inadatto verso una nuova mai affrontata ma questo non è il caso di Poissant che, all'interno del testo, è riuscito ad inserire esattamente ciò che si trova nei suoi racconti, con l'unica differenza che, in questo caso, i personaggi sono tutti legati tra loro e vengono approfonditi per più pagine, cosa di cui il lettore difficilmente si potrà dispiacere.
È un romanzo che va letto i cerca di interiorità: per quanto non manchino gli eventi importanti, anch'essi propri della vita di tutti i giorni, non è tanto ciò che succede a colpire ma lo fa la verosimiglianza dei personaggi, delle loro relazioni ed emozioni e, anche, dei loro dialoghi che dicono e non dicono, al contempo, ciò che vorremmo.
Se il destino è guidato dai pensieri, dalle parole, il minimo che Diane può fare, almeno oggi, è stare zitta. Quindi lascia che suo marito le tenga la mano. Sorride. E ci sono molte, moltissime cose che non dice.
Per questi motivi lo consiglio, trovo che sia perfetto letto in una situazione di calma (anche solo apparente), ancora meglio se circondati dalla propria famiglia.