Il sognatore è il primo volume della duologia scritta da Laini Taylor e pubblicata qui in Italia da Fazi Editore.
Non ho ancora letto il volume successivo, La musa degli incubi, ma posso già consigliarvi di leggerli in ordine cronologico, perché pare piuttosto evidente che gli eventi saranno strettamente collegati. Il finale, infatti, per quanto chiuda un ciclo aperto all'inizio del volume, non può considerarsi realmente autoconclusivo.
Il sognatore è un fantasy, pubblicato nella collana Young Adult e, per questo, le aspettative su libro potrebbero essere differenti da quello che, effettivamente, ci si ritroverà. Questo tipo di fantasy, infatti, ricorda più quello dei classici del genere o la cultura orientale, e ha poco o niente a che vedere con le tipiche linee guida di uno Young Adult e questo, secondo me, rende la lettura più piacevole e fruibile anche per adulti e/o ragazzi che non amano leggere libri troppo vicini all'idea che si associa a questo tipo di libri. Al contrario di quanto mi è stato detto prima della lettura, il romanticismo non manca affatto e, per chi non ama il genere in parte questo può essere limitante. È anche vero, però, che questo aspetto è inserito solamente verso la fine del volume, quando ormai l'autrice ci ha già convinti della sua validità e, inoltre, non è invadente o eccessivamente stereotipato, perciò può convincere o non disturbare anche coloro che sono diffidenti nei confronti dello stesso. Al contrario, i più romantici, dovranno aspettare un po' per ritrovare questo aspetto ma, una volta arrivato, li potrà colpire grazie all'intensità e alla magia intorno al sentimento. Quest'ultimo, infatti, può essere anche considerato come una metafora, una morale ed è avvolto da un'atmosfera ineluttabile e, perciò, risulta differente dalle altre storie d'amore.
Come anticipavo prima, la struttura del romanzo è circolare: l'incipit parte dalla fine e, una volta concluso il volume, la scena iniziale ci apparirà maggiormente chiara e comprensibile e anche il nostro coinvolgimento emotivo sarà completamente diverso. Questa scena iniziale ha una doppia funzione positiva; rende prima di tutto più coerente la separazione dei due volumi, dando una sensazione di maggiore conclusione di un "cerchio" e, inoltre, fa scaturire da subito la voglia del lettore di scoprire cosa significa ciò che ha appena letto.
L'aspetto negativo è che, se si legge il libro lentamente e avendo un buon tempo per pensare tra una parte e l'altra, sarà veramente difficile, ricordando questo incipit, non capire ben prima della conclusione vera e propria ciò che succederà. Lo stesso è vero anche per il resto del libro: se la prima metà del volume introduce solamente i due personaggi principali e, dunque, è completamente imprevedibile, nella seconda metà ci saranno avvenimenti piuttosto semplici da indovinare tenendo conto di tutti gli indizi regalatici dall'autrice (e ripetuti in più occasioni proprio per confermarcene l'esistenza) nella prima parte.
La struttura comunque è ben costruita e un dettaglio che lo dimostra è anche l'inserimento di una sorta di dizionario all'inizio di ogni parte, dove una parola inventata dall'autrice viene spiegata.
Il lessico utilizzato, infatti, è in buona parte inventato (ed introdotto con tale nonchalance e grazia da farti dubitare, a volte, di stare leggendo di qualcosa di realmente esistente e che solamente tu non conosci) o desueto, non mancano infatti delle parole che solitamente non si trovano in un testo, tantomeno fantasy, e che pure si abbinano perfettamente allo stile dell'autrice. Laini Taylor fuoriesce completamente dallo stereotipo, sia del genere che della penna femminile, inserendo all'interno del libro scene che (lo si può notare sin dall'incipit) sono forti e anche cruente, per quanto raccontate in un modo che, senza dubbio, attutisce la loro forza. La scrittrice ha un marchio ben riconoscibile che rende la narrazione, a prescindere dal nostro gusto personale, unica e speciale. Leggere questo libro rievoca molto la lettura delle fiabe e delle favole (e questo non è un caso visto che le stesse hanno un ruolo fondamentale all'interno del testo) o anche, come da titolo, di un sogno.
Proprio per questo l'aspetto per me maggiormente riuscito è l'atmosfera che è veramente difficile non percepire. Anche qui, la sensazione provata da me si è avvicinata a quella che solitamente mi regala la letteratura orientale; la sensazione di essere all'interno di una bolla, vivendo in un mondo completamente diverso in cui il mondo reale esiste ma è attutito e chiuso all'esterno. Questa particolarità è rilevante per me perché, solitamente, io fatico molto ad avvertire questo elemento che, sebbene mi sia evidente da ciò che evinco dalle parole, difficilmente riesce a convincermi ad abbassare la guardia. Qui ammetto di non averla abbassata del tutto, ma sono comunque rimasta colpita dalla semplicità in cui l'autrice è riuscita a "incastrare" persino me in qualcosa che è molto lontano da ciò che leggo normalmente e anche da ciò che ricerco in un testo.
In conclusione, trovo che Il sognatore sia un libro oggettivamente valido perché si distingue dagli altri (specialmente se lo si associa alla cultura occidentale), parte da un'ottima idea ed è curato in ogni minimo dettaglio. Solo la realizzazione e lo svolgimento non mi hanno convinta del tutto perché convergono in qualcosa di molto facile da indovinare e molto vicino a ciò che preferisco non leggere in un romanzo ma, nonostante questo, mi ritengo molto contenta di averlo letto e aver riscoperto, ancora una volta, che la qualità di un libro trascende dal genere.
Per lo stesso motivo, mi sento di consigliarlo; a chi ama il genere (fantasy ma anche young adult) perché troverà qui una forma d'eccezione e a chi non lo ama per poter provare qualcosa di nuovo/diverso che possa lasciare una sensazione positiva e che renda orgogliosi del proprio tentativo.
Detto questo, ammetto anche che se fossi stata da sola (ho letto questo in un gruppo di lettura) probabilmente non avrei acquistato il seguito perché temo che in esso sarà presente in maniera preponderante ciò che in questo non ho amato molto.