TRAMA IN BREVE

Un nuovo caso per il libraio Ettore Misericordia e il suo aiutante Fango. Questa volta è Ettore Petrolini, il grande comico, a sembrare la chiave di volta per riuscire a risolvere il giallo romano.

INCIPIT

Avevo fatto molte cose in vita mia, ma il deejay mi mancava. Per di più vintage. Infatti, non ero alle prese con un normale "piatto" o giradischi che dir si voglia, magari. Ero alle prese invece con un grammofono e con un 78 giri degli anni Venti: quando la canzione incisa su quella lacca d'antiquariato arrivava al ritornello, regolarmente si incantava.

RECENSIONE

Ettore Petrolini. Proprio lui, il grande attore-macchiettista-fumettista d'inizio Novecento, il sommo talento del varietà capitolino.

Il giallo di Ponte Sisto è il terzo volume della serie gialla di Max e Francesco Morini, edita da Newton Compton.

I tre volumi di questa serie sono collegati dalla presenza dei medesimi investigatori, in particolare la figura del libraio Ettore Misericordia (che dà il nome alla serie) e del suo aiutante Fango (narratore della vicenda). Ciò che accade nei tre libri è completamente scollegato e, perciò, è possibile leggerli anche in ordine sparso senza avere alcuna difficoltà di comprensione.

Roma è la vera e propria protagonista dei romanzi scritti dai due fratelli romani, che inseriscono in ogni testo che scrivono riferimenti attenti, puntuali e dettagliati a strade e luoghi realmente esistenti, fondamentali anche per la risoluzione del caso. Le descrizioni fanno vivere Roma sotto ai nostro occhi, e ci fanno venire voglia di visitarla e di conoscerla più profondamente.
La storia è ambientata a marzo e lo scorrere dei giorni è costantemente segnalato, senza sembrare però ridondante. È possibile capire cosa è accaduto nei diversi giorni e ricostruirlo, senza troppe difficoltà.

Sebbene in questo volume, così come nei precedenti, vengano citate canzoni, film e opere, Il giallo di Ponte Sisto si sofferma, per la prima volta, più su una persona che sull'Arte, anche se quest'ultima è ben rappresentata nella figura prescelta: Ettore Petrolini. Il comico sarà il perno attorno al quale girerà tutta la trama e gran parte del volume sarà destinato a ripercorrere la sua carriera e la sua vita. Sarà un'ottima occasione per i nostalgici di riassaporare un'epoca ormai persa e per coloro che non l'hanno vissuta di scoprire una realtà ormai cambiata.

«Prima di lui le "macchiette", come si diceva all'epoca del varietà, erano personaggi schizzati, abbozzati, "macchie", appunto, senza nessuna psicologia. Petrolini gli dà un'anima: mai visto Gastone? È il suo personaggio più famoso».

Nonostante la grande importanza dell'ambientazione e del tema prescelto, la parte "gialla" non finisce in sordina e, anzi, la sua soluzione si dimostra più complessa (e difficile da indovinare) di quanto si possa immaginare inizialmente. Lo svolgimento, dunque, oltre che interessante ed utile (è impossibile leggere un libro di questi autori senza aver imparato qualcosa su Roma, ma anche in generale) è intrigante e porta a chiedersi chi sia il colpevole, proprio come dovrebbe fare ogni buon giallo.

Lo stile dei fratelli Morini è attento alle parole ma scorrevole. Ogni volta riescono ad inserire all'interno dei loro scritti nozioni, trama, battute legate a giochi di parole in tema, creando una miscellanea omogenea, convincente e, soprattutto, divertente. Spesso le parole utilizzate sono importanti anche per la risoluzione del caso!

Un loro libro termina velocemente, proprio grazie al modo in cui è scritto; leggero ma consapevole. Il ritmo di lettura, perciò, non solo non sarà un problema ma, anzi, vi indurrà a comprare e leggere anche gli altri volumi.

Anche la struttura del libro lo rende facilmente fruibile; i capitoli sono brevi e titolati con frasi fondamentali per il loro contenuto, spesso sono loro stesse nozioni o citazioni importanti, che avranno modo di essere spiegate e raccontate all'interno del capitolo.

I personaggi fissi si ritrovano con piacere; i loro schemi comportamentali sono ormai conosciuti e motivo di divertimento e ogni loro cambiamento viene spiegato dal narratore. Per coloro che non hanno letto nulla degli autori sarà tutto egualmente evidente, perché il necessario viene sempre specificato, senza mai essere di troppo per chi, invece, sa già tutto.

I personaggi nuovi saranno avvolti da un alone di mistero; ci è chiaro che mentono o che possono mentire e li vediamo esclusivamente come possibili colpevoli, non ci fidiamo di loro e riserviamo tutte le nostre simpatie ai due protagonisti.

In conclusione, un giallo ben fatto, divertente e che insegna molto. È un altro volume riuscitissimo di questi due autori di cui vi consiglio ogni scritto, perché il loro modo di narrare e spiegare riesce a coinvolgere e a insegnare, creando un risultato davvero unico.
Il solo aspetto che, da nostalgica, mi è mancato è la maggiore rilevanza dell'arte rispetto al resto: la figura di Petrolini è affascinante e resa molto bene, ma mi è mancata la forte rilevanza di una corrente artistica, sebbene in questo volume sia evidentemente il Liberty ad essere chiamato in causa (e ben spiegato, anche nel perché si chiama così in Italia).

Art Nouveau, Modernismo, Modern Style, Jugendstil: solo da noi l'arte nuova dell'inizio del Novecento si chiama Liberty. Perché? Perché Sir Arthur Lasenby Liberty era il proprietario di un grande emporio a Londra che proponeva proprio oggetti e manufatti di quella nuova tendenza: partecipò con la sua ditta all'Esposizione Universale di Arti Decorative di Torino all'inizio del secolo e poi, et volilà, l'italico genio appioppò il suo cognome a tutto il movimento.

Lo consiglio. Trovo che questo libro, così come i suoi predecessori, sia adatto ad ogni tipo di lettore e di necessità. È semplice e veloce come una lettura d'intrattenimento ma pieno di informazioni utili come un saggio o un testo maggiormente impegnato. Provare per credere!

CITAZIONI

«"Stagnaro", Fango, si dice "stagnaro", non "idraulico", siamo a Roma».

Insomma, aveva bisogno di Misericordia e della sua sconfinata conoscenza di Roma per capire cosa stesse succedendo; d'altro canto, Ettore in queste cose ci sguazzava e non si era certo fatto pregare.
Avevamo raggiunto l'ispettore; e adesso il "Capo", come lo chiamo io, aveva cominciato ad allisciarsi il basettone destro, il che voleva dire solo una cosa: il suo cervello si era già messo in movimento e sentiva puzza di mistero. Un bel mistero da risolvere, per la precisione. Capirai, non aspettava altro, era passato fin troppo tempo dall'ultimo caso.

Brividi: quando un milanese pronuncia qualcosa in romanesco penso subito a Celentano in Rugantino (il film, ovviamente: uno dei misteri irrisolti del nostro cinema), e mi vengono i brividi. Di vergogna.

Sarà stata la primavera, sarà stato il sole, appunto, ma mi venne voglia di cantare e mi lanciai, a squarciagola, in una personale interpretazione della canzone.

Poi, dopo un break veloce per uno spuntino, tornammo alla nostra cara, vecchia Libreria Misericordia a via di San Giovanni Decollato al Velabro, proprio sotto il Campidoglio (l'unica libreria di Roma specializzata su Roma, l'orgoglio di Ettore che ne è il proprietario, io gli do una mano); il Capo si ritirò nelle sue stanze, ovvero la garçonnière nel retrobottega che usa come pensatoio (spesso) e alcova (ancora più spesso) e dove, da buon romano, quasi tutti i giorni dopo pranzo esercita l'arte della "pennichella".

"Mia madre aveva il senso dell'economia sviluppato fino alla genialità... Figuratevi, io mi chiamo Gastone. Ebbene lei mi chiamava solo Tone... Per risparmiare il Gas!"

Anche se poi i romani, consciamente o inconsciamente, Petrolini ce l'hanno dentro, fa parte del loro DNA, del loro spirito sornione, irriverente. E spesso il suo repertorio si tramanda di padre in figlio.

Il "trasandato" ero io, ovviamente, ma non me la presi, mi scivolò addosso (d'altra parte si tutti mi chiamano Fango qualche motivo ci sarà).

Quando siamo alle prese con un nuovo caso il mio inconscio non si fa pregare per produrre incubi e sogni bizzarri, soprattutto nel dormiveglia. 

«Certo, il famoso "A chi giova"; nei libri gialli è un'espressione che si usa per arrivare al movente di un delitto».

QUARTA DI COPERTINA

Quando un giovane comico, Simone Rossmann, scompare, l’ispettore Ceratti è chiamato a seguire le indagini. Recatosi nell’appartamento del ragazzo, trova un vecchio disco incantato su un grammofono, che ripete la parola “morire”. La voce del disco è quella del divo del varietà del Novecento, Ettore Petrolini. Sembrerebbe una macabra coincidenza, ma le stranezze non sono finite: il palazzo in cui l’appartamento si trova è proprio quello dove aveva vissuto il grande attore romano e l’appartamento è tappezzato da sue immagini, foto e locandine. Ceratti convoca allora il suo amico libraio, Ettore Misericordia, chiedendogli come al solito un aiuto nelle indagini. Un caso così intricato, infatti, ha bisogno dell’intuito di qualcuno in grado di immergersi totalmente nella storia di inizio Novecento, senza tralasciare i dettagli più insoliti che potrebbero rivelarsi determinanti. Ha così inizio un’indagine rocambolesca, che si addentra nella vita movimentata di Ettore Petrolini, un uomo vissuto quasi un secolo prima. I misteri del passato si intrecciano con quelli del presente dando vita a un’avventura piena di colpi di scena tra palazzi e strade romane.

Un giovane comico scompare in circostanze misteriose
Un altro caso per il libraio Ettore Misericordia


Hanno scritto dei loro libri:
«Un giallo, una lunga indagine che trasporta il lettore in tutti i luoghi più belli o più segreti della capitale.»
Il Corriere della Sera

«Una lettura intrigante e coinvolgente, condita da frizzante humor che si ispira a Conan Doyle e Rex Stout.»
La Sicilia

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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