TRAMA IN BREVE

Fabrizio Salina, Principe siciliano, è Il Gattopardo. Uomo dell’aristocrazia raccontato nel periodo precedente e successivo all’Unità d’Italia, che riesce a dimostrare sia il suo attaccamento alla tradizione, sia la sua comprensione della necessità di cambiamento.

INCIPIT

Maggio 1860

"Nunc et in hora mortis nostrae. Amen."
La recita quotidiana del Rosario era finita. Durante mezz'ora la voce pacata del Principe aveva ricordato i Misteri Dolorosi; durante mezz'ora altre voci, frammiste avevano tessuto un brusio ondeggiante sul quale si erano distaccati i fiori d'oro di parole inconsuete: amore, verginità, morte; e mentre durava quel brusio il salone rococò sembrava aver mutato aspetto; financo i pappagalli che spiegavano le ali iridate sulla seta del parato erano apparsi intimiditi; perfino la Maddalena, fra le due finestre, era sembrata una penitente anziché una bella biondona, svagata in chissà quali sogni, come la si vedeva da sempre.

OPINIONE VELOCE

🖋 È un libro ricco di descrizioni e sono queste a fare principalmente da cardine per l’apprezzamento: se si riesce ad entrare nel testo queste incanteranno, se non si riesce di rischia di perdersi e di dover tornare indietro per riuscire a comprende bene.

✏️ L’ambientazione, sia spaziale (Sicilia che sembra di conoscere e di vedere in prima persona), che temporale (situazione storica/politica, modo di fare, di vestire, comportamenti giusti e sbagliati) è il fiore all’occhiello della lettura.

📚 Altro aspetto che farà la differenza nell’apprezzamento sarà la figura di Don Fabrizio. Uomo fiero e dal carattere fermo ma passionale. Il lettore conoscerà i suoi pensieri e, se entrerà in sintonia con lui, avrà più occasioni di divertimento e ironia, oltre che spunti di riflessione.

💖 Il mio amore spassionato va a Bendicò, poco presente nella storia, ma si sa che io per gli animali ho sempre il cuore più tenero!

⁣💶 L’avete commentato in moltissimi in questo periodo ed ho scoperto che ha rubato il cuore a molti e forse solo per questo sarebbe da consigliare. Io non l’ho amato perdutamente ma sono contenta di averlo letto, anche se ammetto che senza GDL non so se sarei arrivata in fondo! Quindi: consigliato ma leggetelo quando ve la sentite o, ancora meglio, in buona compagnia 💖

CITAZIONI

Nell'affresco del soffitto si risvegliarono le divinità. Le schiere di Tritoni e di Driadi che dai monti e dai mari fra le nuvole lampone e ciclamino si precipitavano verso una trasfigurata Conca d'Oro per esaltare la gloria di casa Salina, apparvero di subito colme di tanta esultanza da trascurare le più semplici regole prospettiche; e gli Dei maggiori, i Principi fra gli Dei, Giove folgorante, Marte accigliato, Venere languida, che avevano preceduto le turbe dei minori, sorreggevano di buon grado lo stemma azzurro con Gattopardo.

Ma il giardino, costretto e macerato fra le sue barriere, esalava profumi untuosi, carnali e lievemente putridi come i liquami aromatici distillati dalle reliquie di certe sante; i garofanini sovrapponevano il loro odore pepato a quello protocollare delle rose ed a quello oleoso delle magnolie che si appesantivano negli angoli; e sotto sotto si avvertiva anche il profumo della menta misto a quello infantile della gaggía ed a quello confetturiero della mortella, e da oltre il muro l'agrumeto faceva straripare il sentore di alcova delle prima zágare.

Il Principe se ne pose una sotto il naso e gli sembrò di odorare la coscia di una ballerina dell'Opera. Bendicò, cui venne offerta pure, si ritrasse nauseato e si affrettò a cercare sensazioni più salubri fra il concime e certe lucertoluzze morte.

Andare a Palermo la sera, ed in quei tempi di disordini, appariva manifestamente senza scopo, se si eccettuasse quello di un'avventura galante di basso rango: il prendere poi come compagno l'ecclesiastico di casa era offensiva prepotenza. Almeno padre Pirrone lo sentì così, e se ne offese; ma, naturalmente, cedette.

Ma che tristezza, anche: quella carne giovane troppo maneggiata, quella impudicizia rassegnata; e lui stesso, che cos'era? un porco, e niente altro.

QUARTA DI COPERTINA

Siamo in Sicilia, all'epoca del tramonto borbonico: è di scena una famiglia della più alta aristocrazia isolana, colta nel momento rivelatore del trapasso di regime, mentre già incalzano i tempi nuovi (dall'anno dell'impresa dei Mille di Garibaldi la storia si prolunga fino ai primordi del Novecento). Accentrato quasi interamente intorno a un solo personaggio, il principe Fabrizio Salina, il romanzo, lirico e critico insieme, ben poco concede all'intreccio e al romanzesco tanto cari alla narrativa dell'Ottocento. L'immagine della Sicilia che invece ci offre è un'immagine viva, animata da uno spirito alacre e modernissimo, ampiamente consapevole della problematica storica e politica contemporanea.

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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