Questa è una raccolta di racconti curata da Isaac Asimov. La copertina potrebbe trarre in inganno gli osservatori meno attenti, facendo loro pensare di avere davanti un'antologia di racconti gialli di Asimov: non è così. In questa raccolta, infatti, c'è solo un racconto del famoso scrittore, gli altri quindici sono stati scritti da altri autori. Di Asimov c'è, però, anche un'introduzione e, il fatto che abbia curato lui la raccolta, implica anche una sufficiente qualità dei racconti prescelti.
Nonostante quest'ultima premessa, ero piuttosto scettica prima della lettura; non amo particolarmente il genere, prediligo i romanzi ai racconti e non conoscevo la maggior parte degli autori presenti nella raccolta. Ho capito da subito, però, che avevo sbagliato valutazione; i racconti sono molto meglio di quanto pensassi, alcuni mi sono piaciuti enormemente e nessuno di loro mi ha annoiata o fatto desistere dalla lettura.
Come succede in ogni raccolta, specialmente in quelle che contengono scritti di diversi autori, c'è una grande eterogeneità tra le storie narrate, nonostante il genere giallo e il tema del cibo legato ad un delitto siano gli stessi per ognuno. Sono proprio gli sviluppi dei racconti che mi hanno stupita maggiormente; nonostante la base "gialla" alcuni si sviluppano nel noir, altri nell'horror, alcuni si avvalgono del metodo deduttivo, altri colpiscono per le scene forti che si presentano. Prima di ogni racconto vi è una breve spiegazione di chi sia l'autore e di quali siano i suoi libri più famosi, elemento che ho apprezzato molto per poter inquadrare meglio il genere di ognuno e, diciamocelo, anche per rincuorarmi del fatto che, nonostante non li conoscessi, questo autori sono rinomati nel loro genere.
Sono a conoscenza del fatto che, al momento, questa raccolta è di difficile reperibilità, ma se riuscirete a procurarvela o anche solo a trovare altre raccolte che contengono alcuni di questi racconti sono sicura che non rimarrete delusi.
Per raccontarvi meglio quanto ho gradito la lettura di questo libro vi parlerò brevemente di ognuno dei sedici racconti.
Il primo racconto della raccolta è Il ragazzo del brodo di pollo, in questo racconto piuttosto breve di R. L. Stevens cominciamo a capire il concetto del cibo legato al veleno. Questo scritto è piuttosto lineare, ha la giusta suspense nonostante personalmente abbia capito sin dall'inizio lo svolgimento della trama. L'elemento che mi ha maggiormente colpita è il finale, ben scritto e con molta suspense.
Il caso dei coprini chiomati di Ruth Rendell è un giallo poliziesco ben costruito anche se non particolarmente avvincente; si capisce subito ciò che è successo ma non si riesce a capire come, quando finalmente viene spiegato si è contenti di avere chiuso il caso e di andare avanti con un altro racconto.
Poison à la carte di Rex Stout è uno dei racconti che vede come protagonista il famoso investigatore privato Nero Wolfe. Sa questo racconto il livello è cresciuto decisamente; ottima l'introspezione dei personaggi che vengono descritti in maniera vivida e divertente. Ottima la trama e l'intreccio. La spiegazione del colpevole un po' carente ma, anche qui, una scena finale ottima, degna di un telefilm poliziesco, assolutamente approvato. Anche l'ironia presente nel racconto è stata molto apprezzata.
Giardino del male di Carol Cail è il mio racconto preferito della raccolta; sicuramente non quello oggettivamente migliore né quello che potrà piacere alla maggior parte della gente ma io, da Fedele Lettrice di King, non ho potuto non apprezzarlo. Questo racconto ha, infatti, un'atmosfera horror molto apprezzabile, ben riuscita e che mi ha colpita molto tra racconti con svolgimenti decisamente diversi. Da leggere assolutamente per chi ama il genere.
La specialità della casa di Stanley Ellin è, da quanto ho capito leggendo le recensioni nel web, il racconto che è piaciuto alla maggior parte dei lettori di questo libro. L'ho apprezzato anche io perché è ben scritto e scorrevole ma, anche in questo caso, aver capito tutto dalle prime pagine ha reso meno avvincente la trama e la scoperta finale. Merita comunque una lettura di tutti voi.
Agnello al macello è un racconto di Roald Dahl, conosco quest'autore da quando sono piccola (alle elementari si poteva definire il mio scrittore preferito) e sono rimasta stupita di trovarlo in questa raccolta. Lo scrittore di questo racconto è molto diverso da quello che mi ricordavo; un racconto di un cinismo incredibile con una protagonista glaciale, ve lo consiglio caldamente; anche in questa versione a me sconosciuta Roald Dahl dà il meglio di sé.
Senza che nessuno lo insegua è il racconto di Isaac Asimov, è tratto dal ciclo di racconti gialli dei Vedovi Neri. Come ci si può aspettare da Asimov è un tipo di giallo deduttivo dove si parte da un concetto e si arriva, a tentativi, alla comprensione del perché esso si sia verificato. Devo dire la verità; mi ha delusa. Dopo racconti molto belli come i precedenti mi aspettavo qualcosa di più. Non ho letto ancora abbastanza di Asimov per farmi un'idea precisa su di lui ma, per ora, ho notato una grande differenza tra i suoi racconti e i suoi romanzi, questi ultimi li ho amati immensamente mentre i racconti mi lasciano sempre un'impressione strana, di dubbio. Anche in questo caso non si tratta di un brutto racconto, è scritto bene, ma la fine è troppo secca per i miei gusti. Ottimo esercizio di deduzione, comunque.
Le due bottiglie di salsa di Lord Dunsany mi ha stupita; mi piace tantissimo il suo stile e, anche se avevo capito tutto sin dall'inizio, mi sono goduta molto la lettura di questo racconto che ha anche un finale ben scritto ed interessante.
Il furto della bustina di tè usata di Edward D. Hoch, invece, non l'ho apprezzato particolarmente. Il genere è molto improntato sull'azione, cosa che non apprezzo particolarmente. Inizialmente è interessante perché si vuole capire dove andrà a parare ma, una volta capito, il piacere della lettura non è particolarmente alto. Le conclusioni sbrigative che hanno portato allo scioglimento del giallo poi, saranno anche credibili, ma sono state troppo buttate lì di colpo per poterle apprezzare.
Gli esiliati di T. S. Stribling gioca molto sulle razze e le loro diversità. Per quanto l'intento dell'autore fosse ottimo e assolutamente non razzista non amo particolarmente queste generalizzazioni. L'ironia che troviamo nel racconto è molto legata a questo e, per quanto non ci sia niente di male, l'ho trovata un po' eccessiva. Il racconto è carino, anche qui ho risolto il caso ben prima dell'ispettore, però interessante anche se non molto credibile.
Ricetta per un matrimonio felice di Nedra Tyre si distingue molto dagli altri perché quello che leggiamo è un foglio scritto dalla protagonista dove ci racconta i suoi pensieri del momento. Anche in questo caso penso che chi ama letture strane e un po' macabre lo possa apprezzare anche se non si tratta di un horror. Si capisce cosa succederà ma questo non guasta affatto la lettura.
L'uovo mortale di Janwillem van de Wetering non me lo ricordavo e sono dovuta andare a vedere alcune pagine per ricordarmi di cosa parlasse, questo già fa capire che non è assolutamente tra i miei preferiti della raccolta. L'inizio è talmente lento e noioso che, per quanto sia un racconto, porta a procrastinarne la lettura. La soluzione del caso è ovvia e piuttosto banale, non mi sentirei di consigliarvelo.
Il mistero della mela norvegese di James Holding ha dei protagonisti particolari; invece di trattarsi di un omicidio che devo essere compreso si tratta di una morte avvenuta in circostanze accidentali che viene romanzata dai due scrittori protagonisti della storia come se fosse un delitto. E come si sa la fantasia porta a brutti scherzi a volte..
Gideon e il caldarrostaio di John Creasey impostato molto sul noir, non l'ho apprezzato. La trama in sé poteva essere interessante se sviluppata in modo diverso ma tutto viene descritto velocemente, inclusa la soluzione del caso.
La solita polpetta di Pronzini ricorda molto un altro racconto della raccolta che non vi indicherò, però, per evitarvi spoiler; in caso aveste letto uno e sapeste che l'altro è simile vi rovinereste la sorpresa finale. Sono costretta a ripetere che avevo capito già cosa sarebbe successo e questo mi ha rovinato un po' la lettura, è un buon racconto anche se ho preferito l'altro di questo genere. Anche qui ho trovato l'autore troppo sbrigativo sul finale.
Vita da cani di Francis M. Nevins Jr. parla di omicidi di animali e perciò lo sconsiglio a chi non ama il genere, avrei preferito una maggiore umanità nei protagonisti che, invece, sono totalmente privi del benché minimo sentimento di compassione. Anche qui la soluzione era prevedibile e anche poco credibile, non l'ho apprezzato particolarmente anche se, bisogna ammettere, che si distingue un po' dal genere.
Lo consiglio a chi lo trova su qualche bancarella o l'ha a casa e non sa decidere se leggerlo o meno e consiglio anche a chi non lo trova di prendersi le raccolte dove possono trovare quelli più interessanti per loro. Ottimo da leggere in un pomeriggio di svago magari sotto l'ombrellone.