TRAMA IN BREVE

Ventinove racconti su storie vere ricostruite dall'autore da fonti più o meno ufficiali: tutti i protagonisti sono siciliani o collegati in modo rilevante alla Sicilia.

INCIPIT

Una sera di undici o dodici anni fa venni chiamato al telefono da un caro amico, feudatario di un paese dell'agrigentino, che vive a Roma in una bella casa di fronte al più famoso palazzo della città. Senza perdersi in convenevoli, il feudatario disse esattamente queste parole: «Vieni a bere qualcosa da me. E ricordati di portare il libretto degli assegni».

RECENSIONE

Ho scritto questo libro con l'animo leggero di chi è consapevole di compiere un affettuoso dispetto.

Il cane che andava per mare e altri eccentrici siciliani di Stefano Malatesta edito Neri Pozza è un libro che ho incontrato per caso: avendo Kindle Unlimited mi ci sono imbattuta navigando nel catalogo e l'idea di leggere racconti brevi ma legati a storie vere mi piaceva molto.

Nei ventinove racconti c'è grandissima varietà: i protagonisti sono molto diversi tra loro così come le loro storie.

L'eccentricità, elemento che doveva fare da base a tutte le storie, credo che sia stato l'elemento che più mi è mancato e che ha influito maggiormente sulla valutazione.  
Si può parlare di situazioni ed atteggiamenti inusuali, ma a parte il legame con la Sicilia (talvolta un po' labile) un vero e proprio fil rouge tra queste storie è difficile trovarlo.

Alcune storie mi sono piaciute molto altre poco.
Quella del cane, racconto che dà titolo all'opera e che è inserito per primo nella raccolta (non per caso, secondo me) è sicuramente stata la più interessante per me perché ho un debole per gli animali.
Altre le ho dimenticate subito dopo averle lette e quindi non saprei dirvi qual è quella che ho apprezzato meno.

L'apprezzamento è stato perciò altalenante ma mediamente buono. Non lo leggevo volentieri e credevo fosse principalmente per la mancanza di approfondimenti di alcuni concetti: in molti racconti Malatesta apre numerosi riferimenti ad altre storie non direttamente collegate con il testo che però non vengono raccontate e spiegate e che costringono il lettore che vuole comprendere a cercare autonomamente di cosa si tratta.

Dell'ultimo racconto è stata pubblicata anche una lettera di risposta da parte di uno dei personaggi coinvolti e chiamati in causa a cui segue un'ulteriore risposta dell'autore.
È stato grazie a questa lettera (quella del "personaggio") che sono riuscita a capire cosa stonava, cosa non mi riusciva a convincere del testo: l'ho trovato forzato e, con il senno di poi, anche poco rispettoso.

La maggioranza delle storie di questa raccolta è raccontata partendo da una ricostruzione di dicerie, racconti, aneddoti spesso (a detta dello stesso autore) anche contraddittori, ma vengono presentati profili caratteriali dei protagonisti e delle persone a loro collegate (spesso mai conosciute direttamente dell'autore) decisamente nette, descritte con termini negativi solitamente associabili al dispregio. Trattandosi di storie vere e considerando che, come sappiamo, gli stereotipi non sono mai la verità totale di una persona ho trovato questo approccio superficiale. Avrei preferito leggere le stesse storie senza l'intrusione "giudicante" dell'autore verso le persone raccontate.

Ovviamente si tratta di un gusto personale, dovuto anche al fatto che non conoscevo Stefano Malatesta e che, perciò, sono più propensa di chi lo stima come autore per aver letto precedentemente altro a non credere in toto ai suoi racconti o a ritenere forzate alcune connessioni.

In conclusione, Il cane che andava per mare ed altri eccentrici siciliani è una racconta di racconti che contiene tanti spunti interessanti ma che approfondisce poco gli stessi.
È consigliabile a chi ama gli aneddoti, le storie veloci e lo uno stile leggero e ritmato.
Non consigliabile a chi vuole approfondimento, documentazione o un approccio più oggettivo che personale verso il testo.

QUARTA DI COPERTINA

Gli italiani non hanno mai avuto fama di essere stravaganti. Nel corso dei secoli sono stati definiti attraverso una moltitudine di luoghi comuni: geniali, cinici, opportunisti, trasformisti, artisti, umani e brava gente, estroversi, simpatici, impareggiabili amatori e attori nati, anarchici e poco osservanti delle leggi, magnifici nelle avversità e pessimi nel benessere, rumorosi, canterini, superstiziosi, mandolinari e tutto il resto. A nessuno è mai venuto in mente di definirli eccentrici. Gli unici eccentrici italiani, dice Stefano Malatesta, sono i siciliani. E la differenza starebbe in quella forma mentale che si chiama insularità. Un atteggiamento di spirito, un carattere, un modo tutto particolare di vedere le cose per estremi, prima ancora di essere un dato geografico. Luigi Pirandello aveva parlato di corda pazza. Gli eccentrici amano raccontarsi. Chiunque sia andato in Sicilia si è accorto della generale e naturale propensione al racconto divertente e curioso. Storie di personaggi irripetibili, di figure di dissennati, particolarmente numerosi nell'aristocrazia, quasi ci fosse un dovere di stravaganza per titolo e per censo. Vicende esilaranti, ma anche complicate, riferite in innumerevoli e contraddittorie versioni, continuamente arricchite da altre testimonianze anche loro in contrasto. Solo un non siciliano come Malatesta, ma che conosce la Sicilia come pochi altri, poteva avere la presunzione di scriverne, e il piacere di estrarle dalle leggende metropolitane o paesane e di definirle.

Sono ventinove storie di varia natura e lunghezza e la prima parla di un cane marinaio e viaggiatore: perché lasciar fuori gli animali? Le altre riguardano gli umani, tutti siciliani, con le eccezioni di tre forestieri: uno psicologo-mulattiere tedesco, un famoso scrittore inglese dell'Ottocento e un arciduca d'Asburgo, che si sono meritati la corda pazza ad honorem. Il resto dell'elenco comprende due cugini di Tomasi di Lampedusa, il primo gay dichiarato di Corleone, l'uomo che ha venduto una statua greca a un museo americano per il prezzo più alto mai pagato per un'opera d'arte antica, un paio di principesse, un duca scrittore di cose d'Africa e gastronomo, numerosi baroni veri e falsi, un mecenate d'arte, un mago nero, due registi, un artista che ha scolpito tremila teste, un ragioniere molto particolare, uno sciamano, un poeta-pecoraio e altri ancora. Il risultato è uno straordinario, assolutamente anomalo ritratto della Sicilia, che Malatesta ha scritto nella sua casa siciliana, fortunosamente arrivatagli da un eccentrico.

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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