Vi ho fatto insegnare a ben maneggiare la spada, avete un garretto di ferro e un polso d'acciaio; battetevi per qualunque ragione; battetevi tanto più ora che i duelli sono vietati, e che, appunto per questo, ci vuole doppio coraggio a battersi.
Lo stesso giorno il giovane si mise in viaggio, munito dei tre doni paterni che si componevano, come abbiamo detto, di quindici scudi, del cavallo e della lettera per il signor di Tréville; è inutile dire che i consigli erano stati dati per soprappiù.
... di chiedergli con la massima flemma notizie della sua salute.
"Cattiva, signore, cattiva" rispose il Re "mi annoio."
Questa era infatti la peggiore malattia di Luigi XIII, che spesso prendeva uno dei suoi cortigiani, lo attirava presso una finestra e gli diceva: "Signor Tal dei Tali, annoiamoci insieme".
A quell'epoca si faceva carriera grazie alle donne, senza arrossirne.
Quelle che erano soltanto belle davano la loro bellezza, e da ciò, senza dubbio, viene il proverbio secondo il quale la più bella donna del mondo non può dare quello che ha. Quelle ricche davano, in più, una parte del loro denaro, e si potrebbe citare un discreto numero di eroi di quest'epoca galante che non avrebbero né guadagnato dapprima i loro speroni, né vinte poi le loro battaglie, senza la borsa più o meno ben fornita che un'amante aveva appesa all'arcione della loro sella.
L'amore è la più egoistica di tutte le passioni.
"Che ne sapete voi, signore? Occupatevi dei vostri moschettieri e non rompetemi la testa. A sentirvi parlare, sembra che, se si arresta un moschettiere, la Francia è in pericolo. Eh! Quanto rumore per un moschettiere! Ne farò arrestare dieci, venti, perbacco! E anche cento e tutta la compagnia! E non voglio che si dica una parola!"
Un uomo di cinquant'anni non serba per molto tempo rancore a una donna di ventitré.
Era il primo biglietto che riceveva, il primo appuntamento che gli veniva accordato. Il suo cuore, gonfio di ebbrezza e di gioia, si sentiva sul punto di venire meno sulla soglia di quel paradiso terrestre che vien chiamato amore.
Ma tutti questi ragionamenti erano battuti, distrutti, rovesciati da quel sentimento di dolore intimo che alle volte s'impadronisce di tutto il nostro essere e ci grida in tutti i modi che una grande disgrazia ci sovrasta.
Un birbante non ride come un uomo onesto, un ipocrita non piange le stesse lagrime di un uomo di buona fede. Ogni falsità è una maschera e per quanto la maschera sia ben fatta, con un po' di attenzione si arriva sempre a distinguerla dal viso.
Sebbene D'Artagnan non fosse un sentimentale, la bella merciaia aveva fatto un'impressione reale nel suo cuore e, come diceva, sarebbe veramente andato in capo al mondo per cercarla. Ma il mondo ha molti capi per il semplice fatto che è rotondo, ed egli non sapeva da che parte andare.
D'Artagnan invece escogitò un piccolo piano che vedremo più tardi in esecuzione, e che gli prometteva una graziosa avventura, come si poteva arguire dal sorriso che di tanto in tanto, passava sul suo viso e illuminava le sue fantasticherie.
"Generalmente" diceva "non si chiedono consigli che per non seguirli, o, dopo averli seguiti, per avere qualcuno al quale si possa rimproverare di averli dati.
... rispondeva con voce soffocata di cui la padrona non notava nemmeno l'accento doloroso perché, com'è noto, non v'è nulla di più egoistico della felicità.
Ma avremmo torto se volessimo giudicare le azioni di un'epoca dal punto di vista di un'altra epoca. Ciò che oggi sarebbe considerato come un'onta per un galantuomo, era in quel tempo una cosa semplice e naturale, tanto che i cadetti delle più grandi famiglie si facevano generalmente mantenere dalle loro amanti.
"Io star male? Mi prendete per una femminuccia? Quando mi si insulta io non mi sento male, mi vendico, capite?"
... e ogni viso non conservava più se non l'espressione delle proprie segrete inquietudini; giacché dietro ogni felicità attuale si cela un timore per l'avvenire.
D'Artagnan, amico mio, tu sei coraggioso, tu hai delle grandi qualità, è vero, ma le donne ti perderanno.
La notte, com'è facile immaginare, trascorse quindi assai rumorosamente perché in simili casi non c'è altro mezzo per combattere l'estrema preoccupazione che l'estrema spensieratezza.
L'assedio di La Rochelle fu uno dei grandi avvenimenti politici del regno di Luigi XIII e una delle grandi imprese militari del Cardinale. È dunque interessante, anzi necessario, dirne qualche cosa, tanto più che molti episodi di questo assedio si collegano talmente alla storia che stiamo raccontando che non è possibile passarli sotto silenzio.
"Il tempo, amico mio, farà nascere l'occasione, il tempo sarà vostro alleato; più si è impegnati, più si guadagna quando si sa aspettare."
"Eh, mio Dio, sarete ingannati lo stesso" disse Athos che era ottimista quando si trattava di cose, e pessimiste quando si trattava di uomini.
E Planchet si mise a piangere; non oseremmo dire se fosse di terrore, a causa delle minacce fattegli, o per la commozione di vedere quattro amici così strettamente uniti.
La vita è un rosario di piccole miserie che il filosofo sgrana ridendo.
Il lettore immagini dunque come, per effetto di questa scoperta, aumentasse in lui il desiderio di udire quanro essi dicevano; i suoi occhi assunsero una strana espressione, e, con passi di gattopardo, egli si avvicinò alla siepe; ma non era riuscito ad afferrare che qualche parola insignificante, allorché un grido breve e sonoro lo fece trasalire e attirò l'attenzione dei moschettieri.
"Niente violenza, la violenza è una prova di debolezza. Prima di tutto, con questo mezzo io non sono mai riuscita a nulla; forse, se usassi la mia forza contro le donne avrei qualche probabilità di trovarle più deboli di me e per conseguenza di vincerle; ma io lotto contro gli uomini, e per loro non sono che una donna. Lottiamo dunque da donna, nella debolezza è la mia forza."
"Il mio Dio!" disse "Fanatico e insensato! Io sola sono il mio Dio, io e colui che mi aiuterà a vendicarmi."
Le passioni sempre nuove che la consumavano davano alla sua vita l'apparenza di quelle nubi che passano nel cielo, riflettendo ora l'azzuro, ora il fuoco, ora il nero opaco della tempesta e che non lasciano sulla terra altra traccia che la devastazione e la morte.
Era una notte buia e tempestosa, grosse nubi correvano in cielo velando la luce delle stelle; la luna non si sarebbe alzata che a mezzanotte. Talvolta, alla luce di un lampo che solcava l'orizzonte, si scorgeva la strada che si svolgeva bianca e solitaria; poi, spentosi il lampo, tutto rientrava nel buio.
Luigi XIII, come tutti i cuori deboli, mancava di generosità.