EPIGRAFE

L'uomo è una leva la cui forza e lunghezza spetta solo a lui determinare.
Donald Crowhurst, citato in Nicholas Tomalin e Ron Hall, Lo strano viaggio di Donald Crowhurst

La geografia non ha più alcuna importanza perché non c'è più un vicino o un lontano, la scorsa monetaria che racchiude il globo ha distrutto la geografia delle distanze.
Alasdair Gray, 1982, Janine

Un giorno morirò e sulla mia tomba ci sarà scritto: "Qui giace Reginald Iolanthe Perrin; egli non conosceva i nomi dei fiori e delle piante, ma conosceva l'ammontare delle vendite di torte al rabarbaro nello Schleswig-Holstein".
David Nobbs, The Fall and Rise of Reginald Perrin

Attraverso le parole, l'autrice ci offre le sue vergognose rivelazioni.
Attraverso le parole, ci regala i suoi terribili segreti.

James Wood, scrivendo di Toni Morrison sul "Guardian", 18 aprile 1992

INCIPIT

Commesso viaggiatore trovato nudo nella sua auto

Nella notte di giovedì, una pattuglia della polizia di Grampian, perlustrando il tratto isolato dalla neve sulla A93, Tra Braemar e Spittal of Glenshee, ha rinvenuto un'automobile apparentemente abbandonata sul ciglio della strada sotto il Glenshee Ski Centre.
A un esame più attento, è risultato che il conducente privo di sensi era ancora all'interno del veicolo. Gli abiti appartenenti all'uomo di mezza età, che era pressoché nudo, erano sparpagliati all'interno della vettura. Sul sedile del passeggero, accanto a lui, c'erano due bottiglie di whisky vuote.

TRAMA IN BREVE

Maxwell Sim, uomo di mezza età, sta vivendo un momento di profonda crisi. La moglie l'ha lasciato e, questo l'ha portato ad uno stadio depressivo che lo porta ad azioni a dir poco sconsiderate. Il lettore, pur consapevole dell'amarezza della vicenda, si diverte ad accompagnare Maxwell nelle sue incredibili avventure, alla scoperta di terribili segreti.

RECENSIONE

Io neanche li leggo i romanzi, figuriamoci scriverne uno.

Il gruppo di lettura su Jonathan Coe è già giunto al suo quartultimo romanzo: I terribili segreti di Maxwell Sim.

Libro di 363 pagine strutturato in modo inusuale e nuovo persino per lo scrittore britannico; le parti si possono definire itineranti, perché parlano sempre di spostamenti da un luogo verso l'altro. Sebbene vi siano anche momenti statici, in cui il protagonista è fermo in un luogo o in un altro, il viaggio ha grande importanza per lo scritto, nonostante il contenuto sia maggiorente legato al significato retrostante allo stesso, piuttosto che alla sua geografia.

Ogni giorno andiamo in giro in mezzo alla ressa, corriamo di qua e di là, arriviamo quasi a toccarci ma in realtà c'è pochissimo contatto. Tutti questi scontri mancati. Tutte quelle possibilità perse. È inquietante, a pensarci bene. Forse è meglio non pensarci affatto.

Altro aspetto strutturale particolare, ma riscontrato spesso con questo autore, è il metaracconto. All'interno del testo, infatti, vi sono anche altri quattro scritti, di quattro personaggi differenti, che ci faranno conoscere sia fatti realmente accaduti che eventi passati nella vita di Maxwell, il nostro narratore/protagonista.

I primi giorni dopo averlo letto, non riuscivo a pensare ad altro. Ero così indignato, così furioso con lei, che ogni centimetro di spazio mentale (chissà se si misura in centimetri lo spazio mentale? Non ne ho proprio idea) era stato colonizzato dai pensieri su come dovevo reagire.

Simpatico e apparentemente allegro, Max si fa scoprire a poco a poco, raccontandoci ogni suo terribile segreto. Sebbene sembri, e probabilmente sia, una persona piuttosto comune e poco ambiziosa, ci apparirà sempre più chiara la complessità interiore da lui nascosta, che non mancherà di stupirci fino al vero e proprio finale del testo.

Quest'ultimo è, come i libri "gialli" dello scrittore, ricco di colpi di scena (alcuni deducibili, altri no) e inaspettato, persino nel messaggio

Maxwell è il protagonista e il narratore della vicenda; è un uomo comune che è appena stato lasciato dalla moglie e che cerca, in ogni modo, di superare la crisi psicologica che ne è conseguita.
Si tratta di un non-lettore che mai si sarebbe immaginato di scrivere un testo e che, spesso, si rivolge a noi ammettendo la sua incapacità di rendere, per iscritto, ciò che ha visto o provato. Via via si fa sempre più "esperto" e ci invita a notarlo interrogandoci sulla piacevolezza di alcune sue scelte stilistiche. Il suo interagire con noi e il suo non nascondersi (per quanto, talvolta, ammetta che preferirebbe farlo) nemmeno davanti al racconto di azioni di cui non è fiero, ce lo rende immediatamente simpatico. Vive in un momento di difficoltà ed è inevitabile per il lettore provare tenerezza nei suoi confronti.

Per esempio, vi è piaciuta la mia trovata di iniziare ogni frase con "dimenticato" quando descrivevo delle parti sexy? È un bell'esempio di scrittura, vi pare? Ci ho messo un po' a farmi venire l'idea, ma alla fine ce l'ho fatta.

Così come se fosse un caro amico, gli concediamo di raccontarci la sua verità, pur accorgendoci della sua totale parzialità che, invece di farci adirare, ci fa sorridere della sua ingenuità.
Oltre a questo, specialmente all'inizio, troverete anche alcuni, spassosi, monologhi su argomenti disparati, legati solamente in parte alla vicenda vera e propria. 

Non c'era posto per un'altra persona, in quel rapporto. La presenza di un uomo l'avrebbe contaminato. A meno che, naturalmente, quell'uomo non fossi io.

Il fatto che quello che ci parla, sia dichiaratamente un narratore inesperto, non vi deve far supporre ad uno stile povero, semplice o banale. Max, infatti, riesce con nonchalance ad utilizzare tecniche narrative anche difficoltose da mettere in pratica (ad esempio la tecnica del contrappunto) senza farci mai notare questa sua incredibile capacità, sempre camuffata da sue ammissioni di goffaggine e di inesperienza. Il testo, dunque, è scritto molto bene e presenta lo stile tipico di Jonathan Coe.

Proprio grazie all'incredibile divertimento che accompagna la lettura del testo (per il quale ho inserito la tag "umoristico" proprio per questo motivo e non perché sia definibile all'interno del genere), il libro termina ad una velocità sorprendente. Io l'ho letto "a rate", per seguire le tappe del gruppo di lettura e mi è sempre dispiaciuto dovermi fermare (cosa che mi capita di rado, anche se il libro mi sta piacendo). Il ritmo di lettura è, perciò, molto veloce.

In conclusione, I terribili segreti di Maxwell Sim è il libro più divertente di Jonathan Coe e, per questo, credo che sia anche tra i più adatti ad essere letto da qualunque lettore e, per questo motivo, lo consiglio a tutti. Come spesso accade nei suoi romanzi, anche qui vengono citati innumerevoli libri, che verrà voglia di leggere, e fatti reali, che verrà voglia di conoscere più approfonditamente.
L'amarezza, riscontrata e da me poco amata negli ultimi testi dello scrittore, è presente solo nella conclusione e nel messaggio che se ne può trarre.

Il prossimo libro di questo autore che leggeremo insieme sarà Expo 58 (disponibile anche nella promozione Feltrinelli "2 Libri a 9.90€"), se volete partecipare al gruppo Telegram potete scrivermi sui social o alla mail! 

CITAZIONI

Stavo per dire "il mio amico Stuart", ma credo che ormai non lo sia più, un mio amico. Sembra che io abbia perso un bel po' di amici negli ultimi anni. Non è che abbia troncato con loro in modo drammatico, abbiamo solo deciso di non tenerci in contatto. Proprio di questo si è trattato: di una decisione, una decisione consapevole, perché non è poi così difficile tenersi in contatto con la gente al giorno d'oggi, con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione per farlo. A mano a mano che invecchi, però, alcune amicizie ti sembrano sempre più ingiustificate. E un bel giorno ti chiedi: "A che servono?". E allora interrompi i contatti.

In realtà "discussione" è una parola forte per il genere di confronti che ho con mio padre. Lo è anche "confronti", per la verità. Mio padre e io non abbiamo mai alzato la voce. Se uno dei due non era d'accordo, o si offendeva, si limitava a chiudersi in un silenzio ferito – un silenzio che, in alcuni casi, durava parecchi anni.

"C'è parecchio da dire su Watford," proseguii con un tono lievemente difensivo. "Non molti sanno che è gemellata con Pesaro, una città italiana assolutamente deliziosa, sulla costa adriatica."

Con questo non voglio dire che se vivi a Watford ti svegli tutte le mattine e ti dici: Oddio, forse la vita è un po' uno schifo, ma guarda il lato positivo, se non altro sei a Watford, insomma non è che Watford sia un posto tale per cui il fatto stesso di vivere lì ti dia un motivo per continuare a vivere, no, questa sarebbe una forzatura.

Aveva un accento inglese. Piuttosto snob,  ma con una lieve pretesa di mockney, il finto cockney che l'elegante gioventù di oggi sembra costretta a ostentare.

"Amici?"
Pensai ai miei settanta amici su Facebook. L'onestà mi costrinse ad ammettere: "Non proprio".

Mi svegliai di nuovo prima delle sette, e poco dopo feci una cosa di cui mi vergogno parecchio, e che riguarda il mio computer e internet. Non intendevo parlarvene, ma, insomma, dal momento che l'idea sarebbe di raccontarvi tutta la storia, dall'inizio alla fine, nel bene e nel male, suppongo di non poterla tralasciare.

QUARTA DI COPERTINA

9 marzo 2009, Maxwell Sim, neo-agente di commercio, viene trovato nudo e in coma etilico nella sua auto in Scozia, durante una bufera di neve. Nel bagagliaio un cartone pieno di spazzolini ecologici. Cos'è accaduto? Com'è arrivato fin lì? Torniamo indietro di qualche mese: Maxwell ha quarantotto anni e sta attraversando un periodo difficile, sembra aver toccato il fondo. Appena divorziato, in cattivi rapporti con il padre, incapace di comunicare con la sua unica figlia, capisce che nonostante i suoi settantaquattro amici su Facebook non ha nessuno al mondo con cui condividere i suoi problemi. Non avendo più niente da perdere, decide di accettare una curiosa opportunità di lavoro: un viaggio da Londra alle isole Shetland per pubblicizzare un'innovativa marca di spazzolini ecocompatibili. Si mette in macchina con mente aperta, le migliori intenzioni e la voce amica del navigatore come compagnia. Ben presto si accorge che il viaggio prende una direzione più seria, che lo porta nei luoghi più remoti delle isole britanniche, ma soprattutto nei più profondi e bui recessi del suo passato. Jonathan Coe reinventa il romanzo picaresco per i nostri tempi.

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COMMENTI

Diana Silvia Margherita Reydych

10:29 - 3 agosto 2019

Complimenti per la recensione dettagliata, mi è piaciuta molto!

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