TRAMA IN BREVE

Il racconto della vita di una faina non comune.

INCIPIT

Mio padre morì perché era un ladro. Rubò per tre volte nei campi di Zò, e alla quarta l'uomo lo prese. Gli sparò nella pancia, gli strappò la gallina di bocca e poi lo legò a un palo del recinto come avvertimento. Lasciava la sua compagna con sei cuccioli sulla testa, in pieno inverno, con la neve.

OPINIONE VELOCE

Paradossalmente è stato un libro con un protagonista/narratore animale a farmi riflettere e capire che cos’è un essere umano. 

Ci sono delle domande tipiche da noi che un animale non si farebbe mai, una su tutte ‘perché proprio a me?’.

Noi esseri umani ci convinciamo in qualche modo di essere protetti, vediamo gli altri affrontare di tutto e finché non siamo noi quelli colpiti ci convinciamo di essere al riparo. Nella nostra tana. Al sicuro, Quando poi succede qualcosa ci è impossibile accettarlo e basta, prima dobbiamo passare da mille emozioni diverse.

È anche per questo che noi esseri umani abbiamo spesso bisogno di credere che ci sia qualcosa di più, un disegno più grande, un oltre, un perché. 

I miei stupidi intenti è un libro che racconta di animali con problemi da animali: il freddo, la sopravvivenza dai predatori, la fame… ma ci si accorge ben presto che non sono questi i veri nemici che affronterà il protagonista.

Libro di esordio di un autore giovane e italiano, mi ha stupita perché riesce a parlare di tematiche già toccate in milioni di altri libri in modo originale e, soprattutto, per niente banale. 

Questo libro mi ha lasciato tanto, sia le emozioni immediate legate all’empatia sia quelle a lungo termine tipiche dei libri che ci raccontano qualcosa di noi, aggiungendo un tassello di consapevolezza lì dove prima c’era solo uno spazio vuoto che non vedevamo.

Ogni giorno che passa invece di scomparire dalla mia memoria questo testo si sedimenta e fa crescere una consapevolezza che mi serviva, mi serve e mi servirà. 

Il mio voto è un 8.5, sono curiosissima di leggere anche il secondo libro dell’autore, uscito da poco!

QUARTA DI COPERTINA

«Esistono vari modi di strillare un libro magnifico. Ma solo un modo è giusto per "I miei stupidi intenti": leggetelo, leggete questo romanzo in stato di grazia». Marco Missiroli. Questa è la lunga vita di una faina, raccontata di suo pugno. Fra gli alberi dei boschi, le colline erbose, le tane sotterranee e la campagna soggiogata dall'uomo, si svela la storia di un animale diverso da tutti. Archy nasce una notte d'inverno, assieme ai suoi fratelli: alla madre hanno ucciso il compagno, e si ritrova a doverli crescere da sola. Gli animali in questo libro parlano, usano i piatti per il cibo, stoviglie, tavoli, letti, accendono fuochi, ma il loro mondo rimane una lotta per la sopravvivenza, dura e spietata, come d'altronde è la natura. Sono mossi dalle necessità e dall'istinto, il più forte domina e chi perde deve arrangiarsi. È proprio intuendo la debolezza del figlio che la madre baratta Archy per una gallina e mezzo. Il suo nuovo padrone si chiama Solomon, ed è una vecchia volpe piena di segreti, che vive in cima a una collina. Questi cambiamenti sconvolgeranno la vita di Archy: gli amori rubati, la crudeltà quotidiana del vivere, il tempo presente e quello passato si manifesteranno ai suoi occhi con incredibile forza. Fra terrore e meraviglia, con il passare implacabile delle stagioni e il pungolo di nuovi desideri, si schiuderanno fra le sue zampe misteri e segreti. Archy sarà sempre meno animale, un miracolo silenzioso fra le foreste, un'anomalia. A contraltare, tra le pagine di questo libro, il miracolo di una narrazione trascinante, che accompagna il lettore in una dimensione non più umana, proprio quando lo pone di fronte alle domande essenziali del nostro essere uomini e donne. I miei stupidi intenti è un romanzo ambizioso e limpido, ed è stato scritto da un ragazzo di soli venticinque anni. Come un segno di speranza, di futuro, per chi vive di libri.

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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