TRAMA IN BREVE

Uno stesso evento, se raccontato da due punti di vista differenti, cambia completamente la concezione di ciò che è successo. Ed è così che una colpa, che ai tempi in cui viene commessa nemmeno sembra tale, possa provocare una necessità di espiazione eterna che cambia, inesorabilmente, la vita di tutti coloro che ci hanno avuto a che fare.

DEDICA

Per Annalena

INCIPIT

Lo spettacolo per il quale Briony aveva ideato le locandine, programmi e biglietti, costruito il botteghino con un paravento sbilenco e foderato di carta rossa la cassetta dei soldi, era opera sua, frutto di due giornate di una creatività tanto burrascosa da farle saltare una colazione e un pranzo.

RECENSIONE

Espiazione è forse il libro più famoso di Ian McEwan, autore britannico di cui ho già letto e recensito Il mio romanzo viola profumato.

Le mie aspettative su questo autore erano molto alte e speravo di trovare in Espiazione l'opera definitiva che mi convincesse a leggere tutto ciò che ha scritto. Questo è successo solamente in parte e, con questa mia recensione, spero di riuscire a spiegare il perché.

Che Ian McEwan sia bravo a scrivere è indubbio: in questo libro i punti di vista trattati sono differenti e la narrazione cambia ogni volta che passiamo da un personaggio all'altro. La scelta lessicale è convincente e, a seconda dell'utilizzo dei segni di interpunzione, il lettore capta personalità differenti senza avere la necessità di leggere, nei fatti, come esse siano fatte. Il primo capitolo, ad esempio, vede come protagonista una giovane lettrice e scrittrice frenetica e ossessionata dalla perfezione e questi dettagli si possono comprendere anche dalla velocità narrativa e dalle parole utilizzate per esprimere i suoi pensieri, oltre che da ciò che è esplicitato dal narratore. Questo è percepibile anche solo dall'incipit, che mostra una frase ricca sia di contenuti che di dettagli e la scelta del termine "burrascoso" che esprime anche il carattere della ragazzina.
In un unico caso quest'ultimo si fa sentire, senza però svelare troppo di sé.

All'interno del testo è presente anche dell'ironia, che si concentra maggiormente nella prima parte del libro e che si coglie ancora di più una volta terminata la lettura.

Detestava l'idea di apparire austera. L'impressione che ci teneva a dare era quella di una persona rilassata; rilassata e composta allo stesso tempo. Ma soprattutto voleva avere l'aria di chi non ha sprecato nemmeno un istante pensando a come vestirsi e, per quello, ci voleva tempo.

La struttura del romanzo è molto particolare perché si divide in quattro parti molto diverse tra loro. La prima presenta più capitoli e, da sola, copre metà delle pagine del volume. Al suo interno troverete molteplici punti di vista che vi faranno immediatamente capire una delle qualità principali della narrazione: la volontà di dimostrare come un medesimo episodio possa essere percepito in modo estremamente vario a seconda di chi lo sta osservando o vivendo.
Le altre tre parti, invece, rappresentano tre punti di vista posteriori agli accadimenti della prima. Non specifico i personaggi che ne prendono parte onde evitarvi anticipazioni. A tal proposito mi sento anche di sconsigliarvi vivamente di leggere la sinossi che, a meno che non sappiate già di cosa parla questo romanzo, vi potrebbe dire più di quello che vorreste sapere.

Quello che penso si possa dire della trama senza introdurre troppe informazioni è che parla dei Tallis, famiglia agiata che vive nell'Inghilterra del 1935. In Espiazione scopriamo le personalità dei membri della famiglia e di coloro che hanno a che fare con loro. 

Lo svolgimento della storia coincide con quello che, si può percepire chiaramente, è il messaggio che l'autore desiderava inviare grazie a questo testo. L'espiazione, infatti, sarà quella di un personaggio che farà qualcosa di terribile ai suoi cari e, questo, inciderà profondamente sulle loro relazioni.

Soltanto una storia permetteva di entrare in più di una testa e dimostrare come ciascuna avesse uguale valore. Ecco l'unica morale di cui un racconto aveva bisogno.

L'opera segue una trama difficile da indovinare ma molto credibile, totalmente in linea con il messaggio. Nella sezione finale presenterà un colpo di scena conclusivo più facile da immaginare ma risolutivo e convincente che risponderà ad alcuni quesiti aggiuntivi del lettore.

L'ambientazione si può dedurre sia da riferimenti impliciti che espliciti, non l'ho percepita come importante nella prima metà dell'opera, mentre nella seconda metà è evidente che ciò che sta succedendo sarebbe potuto essere completamente differente se collocato in un momento storico diverso. Mentre la Seconda Guerra Mondiale in una sua piccola parte prende molto spazio nel testo, l'Inghilterra e la sua situazione socio politica vengono solamente menzionate.

I personaggi sono ben resi, soprattutto per quanto riguarda i loro differenti punti di vista. L'autore riesce bene nel suo lavoro e non induce il lettore a parteggiare per gli uni o per gli altri, creando un'atmosfera di sofferenza e malinconia generale che su di me ha creato poca reazione emotiva.

In conclusione, trovo che Espiazione sia un romanzo ben scritto nato dalla necessità dell'autore di inviare un proprio messaggio. Le idee utilizzate da McEwan mi sono piaciute ma trovo che non siano state portate avanti quanto le potenzialità lasciavano immaginare.

Lo consiglio perché si tratta di un buon libro che, se letto nel momento giusto, può anche insegnare qualcosa. Non l'ho trovato un capolavoro letterario e, quindi, vi induco ad approciarvi a questa lettura con aspettative medie. Leggerò sicuramente altro di McEwan per farmene un'opinione maggiormente centrata.

Il mio errore principale è stato, probabilmente, quello di paragonare (non volontariamente) questo autore a Jonathan Coe, scrittore britannico che amo particolarmente per il brio della sua scrittura, indifferentemente da ciò di cui parla. Ho scoperto solamente oggi che McEwan viene, invece, definito Ian Macabre, in riferimento alla cupezza della sua narrazione. 

CITAZIONI

Briony non poteva saperlo allora, ma quello sarebbe stato l'attimo di maggior successo della sua iniziativa. Niente poté eguagliarne il senso di soddisfazione, tutto il resto si ridusse a una serie di sogni e delusioni.

Briony era una di quelle bambine possedute dal desiderio che al mondo fosse tutto assolutamente perfetto.

Quello che di solito la gente non capisce è che perlopiù i bambini amano essere lasciati in pace.

Sì. Incapace di forzare la lingua a pronunciare quella parola, Briony poté solo annuire, e mentre lo faceva, percepì un tetro brivido di autoannientamento e condiscendenza diffondersi sulla sua pelle e sollevarsi lento da lei come un pallone che, palpitando, oscurasse la stanza.

Un secondo pensiero faceva immancabilmente seguito al primo, ogni mistero generava mistero; chissà se anche gli altri erano vivi quanto lei.

Sembrava talmente ovvio, adesso che era troppo tardi: il racconto era una sorta di telepatia. Attraverso la trascrizione di segni sulla pagina, lei era in grado di trasferire i pensieri e sentimenti della sua mente a quella del lettore. Era un processo magico, tanto comune che nessuno si soffermava a rifletterci. Leggere una frase coincideva con il comprenderla; come nel caso del gesto di piegare un dito, tra il prima e il dopo non c'era nulla.

Cecilia si domandò, come talora le capitava incontrando qualcuno per la prima volta, se quello poteva essere l'uomo che avrebbe sposato, e se avrebbe quindi ricordato quel particolare momento per il resto della vita, magari con gratitudine, o con amaro rimpianto.

La malattia le aveva impedito di dare ai suoi figli tutto ciò che dovrebbe offrire una madre. Intuendolo, i ragazzi l'avevano sempre chiamata per nome.

L'agitazione continua riguardo ai figli, marito, sorella e domestiche, aveva scorticato la sua sensibilità; emicranie, amore materno e, nel corso degli anni, ore e ore passate sdraiata immobile a letto, avevano distillato in lei una sorta di sesto senso, una ricettività tentacolare che strisciava dalla penombra per insinuarsi in ogni anfratto della casa, inosservata e onnisciente.

Bisognava rimettere il punto esclamativo. Evidentemente non era nato solo allo scopo di alzare il volume delle frasi.

A dispetto dei suoi esami eccellenti, lo studio della letteratura gli pareva a posteriori solo un interessante gioco di società, come leggere libri e farsene un'opinione era l'auspicabile corollario di un'esistenza civile.

In quell'attimo atroce, Robbie si rese conto di non aver mai odiato nessuno fino ad allora. Era un sentimento puro come l'amore, solo privo di passionalità e gelidamente lucido.

Quella decisione, come più volte in seguito ebbe occasione di ripetersi, avrebbe sconvolto la sua vita.

Scrivere, in fondo, non era come librarsi in cielo, sperimentare una forma possibile di volo, di fantasia, di immaginazione?

QUARTA DI COPERTINA

A tredici anni un amore che sboccia può sembrare un plagio. Una ragazzina che assiste a una violenza può convincersi di aver riconosciuto il responsabile e far condannare un innocente, rovinandolo e rovinandosi. Perché tutta la vita sarà segnata dalle conseguenze. La ragazzina crescerà, diventerà una scrittrice, ma non si libererà del peso dell'ingiustizia inferta a un innocente, alla propria sorella innamorata e in fin dei conti anche a se stessa.

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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