TRAMA IN BREVE

Un esperimento scientifico rischioso e attuato senza rispettare i limiti di sicurezza a cosa potrebbe portare? Glenn Cooper ci regala la sua risposta, trasportandoci nel suo Inferno. Diverso da quello raccontato e descritto in altri libri, l'Oltre rimane un luogo di dannazione eterna.

L'Inferno ha tutte le risorse naturali della Terra, ma difetta del suo capitale intellettuale. Qui, la civilizzazione stenta a progredire.

INCIPIT

Emily sentì un rumore di passi alle proprie spalle. Prima di affrontare la minaccia, tese i muscoli, prese fiato ed espirò con forza. Quando si voltò. vide un uomo armato di coltello.

RECENSIONE

«Io? Vuoi scherzare? Io sono morto più di duecento anni fa!»

Dannati di Glenn Cooper è il primo volume dell'omonima trilogia.

È difficile inscriverlo in una specifica categoria perché per il ritmo veloce e la grande quantità di stravolgimenti e scene d'azione potrebbe essere classificato come un thriller, per la grande presenza di personaggi storici e i continui riferimenti ad avvenimenti della Storia mondiale realmente avvenuti potrebbe essere considerato un romanzo storico, per l'introduzione che funge da spiegazione e da espediente per raccontarci la storia potrebbe essere un libro di fantascienza e, infine ma non per rilevanza, per il mondo ideato dall'autore che ci viene raccontato sarebbe da considerare decisamente un fantasy (qualcuno aggiunge pure un pizzico di horror alla descrizione per non farsi mancare nulla).
È un libro, dunque, molto difficile da definire e che, forse per questa miscellanea di generi che presenta, ha incontrato molte critiche. Persino da parte di alcuni dei fan sfegatati dell'autore.

La struttura del libro, come succede spesso con questo Cooper, è sfalsata. In alcuni capitoli (la maggior parte) troviamo L'Inferno, il luogo in cui i cattivi defunti vengono obbligati a scontare una condanna eterna, dall'altra invece troviamo l'epoca contemporanea e il nostro mondo, nello specifico l'Inghilterra.

Quando leggo un titolo famoso cerco sempre di informarmi (dopo averlo letto ed essermene fatta una mia opinione) sulle critiche o le lodi maggiori. Critica principale che ho riscontrato è quella sulla credibilità. Sono specialmente i fan dell'autore ad aver considerato questo romanzo meno credibile rispetto ai precedenti. Io penso che in gran parte questo possa essere collegato al genere: gli amanti del thriller accettano forse più facilmente escamotage collegati a questo, piuttosto che al mondo di fantasia. 
È evidente in più punti che ciò che accade e le regole dell'inferno riescano a convergere in modo tale da rendere fattibile l'avventura dei nostri protagonisti, ma personalmente questi espedienti non mi sono sembrati meno credibili o coerenti di quelli ideati in altri romanzi. 
Anzi, qui le regole sono totalmente create da lui, perciò è ancora più difficile poter dire che "ha sbagliato" e che qualcosa "non poteva succedere".

«L'unica cosa buona di questo posto è che ci arrivi tutto intero, anche se sulla Terra ti hanno fatto a pezzi. Questo però non vuol dire che sei... come si dice... invulnerabile. Puoi rimanere ferito. Però non invecchi. Hai per sempre l'età che avevi quando sei morto.»

Lo stile è in linea con il genere: snello, veloce, con una scelta di parole mirata a colpire, ad impatto, il lettore. I termini utilizzati sono volutamente scelti per far provare emozioni sensoriali al lettore.

Quello era l'Inferno.
Pile di putridi e fetidi resti umani erano ammucchiate lungo le pareti della cella. Sarebbe stata una visione più tollerabile se quelle frattaglie fossero state gli scarti inerti di un mattatoio. Ma quelle carni putrescenti si muovevano, formando una ripugnante massa ondeggiante e fremente. A peggiorar le cose, c'erano i suoi che si levavano tra le mura, un'agghiacciante cacofonia di bassi gemiti, lamenti e sporadiche parole: nomi, invocazioni d'aiuto, suppliche.

Cooper non dimentica anche i suoi fan italiani, donando alla nostra Storia grande spazio nello svolgimento e richiamando più volte il nostro Paese nel testo.

«Siamo vicini all'Italia. Riesco quasi a sentirne il profumo.»

Come si può dedurre l'ambientazione ha molta rilevanza. Se dal puto di vista temporale abbiamo pochi riferimenti, che non ci interessano più di tanto se non per capire se finirà bene o no, da quello spaziale Cooper ci descrive moltissimi particolari. È il mondo ideato da lui, ovviamente, ad occupare maggiore spazio: L'Inferno (o Oltre) ci viene descritto come geograficamente simile al nostro ma fortemente arretrato. Il motivo è piuttosto evidente: lo scrittore ipotizza che gli uomini di genio siano tendenzialmente meno violenti e che, dunque, non siano molti gli inventori e gli ideatori che meritano la dannazione eterna.

Quella versione di Londra, però, era una bassa e disordinata distesa di casette di legno e costruzioni più grandi in mattoni. Un edificio in pietra alto come un palazzo si ergeva più o meno nel punto in cui sulla Terra c'era la Torre di Londra.

L'atmosfera è principalmente legata alla suspense del thriller. Cooper e inserisce all'interno del testo frasi ad hoc per catturare l'attenzione del lettore che, volente o nolente, si troverà incuriosito al riguardo. 

Quasi ipnotizzato dalla cruda bellezza di quello spettacolo, all'improvviso John udì un urlo che, una volta sentito, non ti abbandona più per il resto della vita.

Incipit e finale sono piuttosto semplici da indovinare nella loro intenzione per chi ha letto molto di questo genere ma, proprio per questo, sono da considerare ben fatti. La scena dinamica iniziale in medias res che cattura l'attenzione è da manuale e il finale aperto che porta a desiderare di leggere anche il seguito anche. Niente di sbagliato, dunque, anche se facilmente prevedibile (non sul finalissimo però, dove Cooper ha osato molto e, forse, ha anche esagerato).

I protagonisti, specie quello maschile, ricordano molto altri suoi personaggi già utilizzati e si appoggiano su alcuni cliché già rodati. e spesso apprezzati dai lettori (che un uomo riesca ad essere fedele alla sua compagna senza compiere uno sforzo oltre natura, ad esempio, è assolutamente impossibile). Gli altri personaggi incuriosiscono per ciò che rappresentano (come si fa a rimanere indifferenti incontrando grandi nomi, in positivo ma soprattutto in negativo, della nostra Storia?) ma anche loro non sono particolarmente tridimensionali. I buoni ed i cattivi sono facilmente riconoscibili, sebbene abbiamo i giusti tratti sbagliati (i buoni) e giusti (alcuni cattivi) da farli sembrare più realistici. 

Gli uomini sono uomini, a qualsiasi latitudine.

In conclusione, Dannati è un romanzo d'intrattenimento che riesce a compiere egregiamente il suo lavoro. Adatto più a lettori onnivori che amanti di un unico genere, potrà intrattenervi con un'ottima idea sviluppata con il giusto equilibro tra suspense e accadimenti. Perfetto come lettura disimpegnata sotto l'ombrellone.

Lo consiglio solamente a chi desidera qualcosa di leggero ma curato nel contenuto (i riferimenti storici mi sono sembrati ben spiegati e frutto di ricerca), meno a chi vuole qualcosa di introspettivo. La cura dell'edizione italiana dal punto di vista grammaticale non è impeccabile; ho individuato diversi refusi ed errori.

A gennaio leggerò il secondo volume della trilogia.

CITAZIONI

Le uniche cose che la trattenevano dal mandare al diavolo Quint erano il progetto Hercules e la speranza dell'imminente fusione con il Large Hadron Collider del CERN.

La gravità era l'eccezione. Tutte le teorie unificate della fisica prevedevano l'esistenza dei gravitoni: anche se non erano mai stati osservati, i gravitoni erano l'obiettivo dell'intera comunità scientifica.

... era sparita.
E al suo posto c'era un'altra persona.
Nelle ore e nei giorni successivi, avrebbero rivisto migliaia di volte le registrazioni di quel momento, fotogramma per fotogramma. Le telecamere in alta definizione registravano a sessanta fotogrammi al secondo. Qualunque cosa fosse, era avvenuta durante l'intervallo infinitesimale tra due fotogrammi.

«Ha mai sentito parlare degli strangelet?»

Si pensava che gli strangelet potessero formarsi in presenza di una grossa concentrazione di energia, come durante i primi stadi della nascita dell'universo, o all'interno di una stella di neutroni, o in seguito a collisioni dirette di raggi cosmici.

Il fetore lo colpì ancora prima di rendersi conto di dove fosse. Più intenso che in una lurida latrina in un avamposto afghano, il tanfo dolciastro e pungente di decomposizione gli fece venire la nausea.

Lungo il cammino, s'imbatterono in altri campi arati di recente, pronti per la semina. Come sulla Terra, anche lì era primavera. Eppure non sembrava proprio un periodo rigoglioso e carico di speranza. Non c'era rinascita, a Oltre.

«Quanto mi mancano le loro opere, quanto mi mancano i libri! Mi è stato riferito che qui circola qualche volume, ma purtroppo non ne posseggo nessuno. Questa è solo una delle numerose privazioni di chi è all'Inferno.»

«E, anche quando le sue carni sono ormai ridotte a una poltiglia putrescente e le ossa a frammenti e polvere, in essa c'è ancora un barlume di coscienza, una coscienza che continua a soffrire. In eterno. È questo il nostro infausto destino.»

«Non esistono territori amici. Non si è mai al sicuro, neppure tra le mura di un castello. Questi luoghi brulicano di ladri e canaglie. La campagna è di tutti e di nessuno.»

«Sì. Le donne non sono malvagie come gli uomini. Non è ancora così nella vostra epoca?»

«Nessuno è felice di trovarsi qui. I forti e gli scaltri, tuttavia, trovano un modo per sopravvivere; i deboli e gli imbecilli incontrano maggiori difficoltà. Voi siete forte o debole?»

«Siamo arrivati a Hampton Court.»
Il palazzo era stato costruito per volere del cardinale Wolsey, Lord cancelliere di Enrico VIII. Il sovrano se n'era impossessato dopo che il religioso aveva perso il suo favore, quindi l'aveva ampliato perché accogliesse la sua immensa corte.

All'improvviso, la malvagità dell'Inferno le riempì le narici di un fetore disgustoso.

È come se un sadico avesse riscritto le regole per assicurarsi che la nostra punizione sia eterna.

Una parete era rivestita da oggetti che fino ad allora non aveva visto da nessun'altra parte.
«Libri!» esclamò.
«Sì, libri.»

Non si erano detti altro. Erano entrambi soldati e i soldati tenevano sempre sotto controllo le proprie emozioni.

QUARTA DI COPERTINA

Lo chiamano Oltre. Alcuni sono appena arrivati in quel mondo così simile al nostro eppure così diverso. Altri invece sono lì da secoli e sono ormai indifferenti alla perenne coltre di nubi che nasconde il sole e all'atmosfera cupa che li circonda. Ma ognuno di loro condivide lo stesso destino: dopo essere morti, sono stati condannati per l'eternità. Sia che abbiano scritto a caratteri di fuoco il loro nome nel grande libro della Storia - tiranni sanguinari, sovrani spietati, criminali di guerra - sia che nel corso della loro oscura esistenza si siano macchiati di colpe incancellabili, adesso sono tutti relegati in quel luogo maledetto. Tutti, tranne John Camp. Lui è "vivo", ed è lì per sua scelta. Perché ha giurato di salvare la donna che ama. Durante un audace esperimento di fisica delle particelle, la dottoressa Emily Loughty è scomparsa nel nulla e, quando si è deciso di ripetere il procedimento per capire cosa fosse successo, John si è posizionato nel punto esatto in cui lei era sparita e... in un attimo è stato catapultato nel mondo chiamato Oltre. E ora deve affrontare il male assoluto per ritrovare Emily e riportarla indietro. Ma il tempo a sua disposizione è poco, e tutti e due rischiano di rimanere per sempre prigionieri nella terra dei Dannati...

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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