TRAMA IN BREVE

Bob, barista di un Drop Bar, ha lasciato alle spalle ormai da anni una vita da delinquente. Ora tutto quello che fa è sopravvivere; giorno per giorno la sua routine è dettata da lavoro e Chiesa; non un hobby, non un sogno, il suo futuro è un continuo ripetersi della stessa scena già vista e rivista. Un giorno, però, un nuovo incontro cambia il suo punto di vista.

INCIPIT

Bob trovò il cane due giorni dopo Natale, mentre il quartiere languiva silenzioso nel gelo, la pancia gonfia di alcol e gas.

RECENSIONE

La teoria è che ogni sera il denaro venga raccolto e "parcheggiato", "parcheggiato" in un bar prescelto. Il locale raccoglie tutti gli incassi illegali della serata e li trattiene fino alla mattina dopo.

Dennis Lehane è un autore di thriller e noir con i fiocchi; ho letto quasi tutto ciò di suo che è stato pubblicato in Italia e l'ho sempre adorato.

Chi è senza colpa nasce, in realtà, come racconto pubblicato nella raccolta Boston Noir (inedita in italiano). Quando ne è stato tratto un film, come spesso succede, questo racconto è stato notato anche in Italia ed è stato pubblicato singolarmente. E, anche se avrei preferito fosse tradotta l'intera raccolta, ringrazio Piemme per aver almeno portato in Italia questo racconto.

Io sono fan di Lehane e, ovviamente, volevo vedere il film, mai al mondo, però, guarderei consapevolmente un film o una serie tv senza aver prima letto il libro, perciò anche se con tempi piuttosto lunghi ho ricevuto il libro in regalo e mi sono buttata sulla lettura.

Per chi non lo sapesse Dennis Lehane è l'autore di perle quali Shutter Island (non ditemi che non avete visto il film, non ci credo!!!) e Mystic River (idem, sicuramente conoscete il film) oltre che di una serie noir che ha due protagonisti veramente simpatici da cui sono stati tratti alcuni film, anche se separati tra loro. Chi è senza colpa, senza ombra di dubbio, non è paragonabile alle altre opere perché non arriva agli stessi livelli, ma secondo me è piuttosto rilevante che fosse un racconto e non un romanzo e che, quindi, ciò che si cercava di trasmettere fosse necessariamente differente.

I racconti sono generalmente più incisivi di un romanzo ma difettano di alcuni aspetti più profondi, il loro ruolo spesso (soprattutto quando si parla di generi come il noir) è quello di colpire forte non quello di sedurti strada facendo.

Per quanto sia tipico dell'autore inserire scene che ti rimangono impresse per sempre, non è assolutamente naturale per lui ridurre così al minimo l'introspezione dei personaggi e la spiegazione della trama, e io penso che ciò sia imputabile al fatto che, appunto, trattandosi di un racconto lui mirasse ad un diverso approccio; più incisivo e meno descrittivo.

Questa lunga premessa, insomma, ha lo scopo di farvi capire che questo libro verrà valutato da me come un racconto (perché NON è un romanzo) e che, se voi deciderete di leggerlo, non potrete trovare lo stesso Lehane letto nei romanzi.

Iniziamo da ciò che mi ha colpita di più: il protagonista. Cos'ha di speciale? Non ha personalità. Sembra totalmente apatico e trascinato dagli eventi e questo è frutto di una decisione dell'autore che si comprende bene solamente alla fine del racconto. Mi ha doppiamente stupita perché questo scrittore è particolarmente dotato nel creare le personalità ai suoi personaggi e durante la lettura mi chiedevo il perché avesse fatto questa scelta, poi però sono assolutamente rimasta soddisfatta dalla risposta. Con gli amanti delle anticipazioni (sì, esistono e sono introno a noi anche se non li riconosciamo) ci vediamo nella recensione con spoiler dove spiegherò tutto in modo meno criptico!

Ma l'esperienza gli aveva mostrato che le donne l'amore che lui aveva nel cuore lo vedevano, ma che preferivano un cuore con un involucro esterno un po' più attraente. E non erano soltanto le donne, era lui stesso. Bob non si fidava di se stesso quando c'era da maneggiare cose fragili. Erano anni che non si fidava più.

La trama mi è piaciuta da subito; la malavita, i bar che fungono a rotazione da "parcheggio" per i soldi dei "cattivi", un dolcissimo cagnolino.. gli elementi c'erano tutti per intrigarmi! Lo svolgimento mi è piaciuto meno; non perché sia brutto ma perché prima di tutto avevo già anticipato i colpi di scena (conosco troppo Lehane per non immaginarmi certe cose) e secondariamente perché certi aspetti non vengono approfonditi e spiegati a sufficienza. La motivazione già l'ho data: si tratta di un racconto ed è naturale che non ci si soffermi su certi dettagli, io però, non apprezzo quando questo accede!

I personaggi non sono affatto interiorizzati; certo li conosciamo attraverso gli occhi del protagonista ma non trattandosi di un attento osservatore non scaviamo nel loro profondo. Persino quando leggiamo delle scene in cui il protagonista non è presente non riusciamo comunque ad afferrare che caratteristiche superficiali degli altri personaggi. Anche questo aspetto non è affatto da Lehane, anche se capita spesso che i "cattivi" vengano considerati tali senza particolari approfondimenti. Non lo trovo un aspetto fortemente negativo perché, anche in questo caso, trovo tutto motivato dall'alone di mistero che si vuole lasciare sulla trama.

Lo stile di Lehane a me piace, la traduzione del libro, però, non mi ha convinta molto. Non intendo dire che sia fatta male, ma non ho apprezzato certe scelte lessicali come ad esempio gli infiniti "sicché" che, per quanto siano simpaticissimi se detti da un fiorentino, non mi suonano affatto bene sulla bocca di un mafioso statunitense o ad un poliziotto abituato a vivere nella periferia.

Sicché se chiedessi in giro non mi sentirei dire che qui si raccolgono scommesse, oppure, che so...

Trattandosi di un racconto, ovviamente, i tempi di lettura sono brevi. Io l'ho finito in un giorno e non dubito che lo farete anche a voi (tempo permettendo). Inoltre io l'ho letto al mare Sotto l'ombrellone e penso che sia perfetto per questo genere di lettura. Il ritmo, però, non è dei più veloci, sebbene non sia affatto lento.

Aspetto che ho apprezzato moltissimo è che anche in una storia così breve Lehane sia riuscito ad inserire frasi e pensieri che facciano nascere dubbi e domande al lettore. Il bravo scrittore, infatti, anche davanti alla trama più superficiale ti porta ad arricchirti di qualcosa, altrimenti la lettura sarebbe vana.

Eppure compravano. Erigevano impalcature di debiti, e proprio quando sembrava che l'intera baracca stesse per crollare per il troppo peso prenotavano un nuovo salottino con pagamento dilazionato e lo aggiungevano alla pila. E di pari passo con il bisogno di acquistare sembrava esserci quello di gettare. Nelle cataste di rifiuti Bob vedeva le tracce di una dipendenza quasi violenta e gli sembrava di assistere a un'espulsione di cibo da corpi che non avrebbero dovuto ingerirne.

L'ambientazione mi è piaciuta molto; il bar, la città, la casa di ognuno di loro, viene tutto descritto sufficientemente senza però scendere in particolari che avrebbero modificato il tenore della lettura. Quando ho visto il film ho ritrovato esattamente ciò che avevo immaginato leggendo il racconto.

L'atmosfera è strana e mi è piaciuta. Non si riesce a capire bene, è impossibile scalfire la coltre di nebbia creata dall'autore per non farci vedere sotto. 

Sì fermò un istante sul marciapiede, sentendo il cielo nero inchiostro sopra di sé e il freddo nelle dita, e chiuse gli occhi per non vedere la notte.

Ci era abituato. Ci era abituato.

Non era un problema.

Se non cercavi di combatterla, potevi fartela amica.

Infine vi parlo del film. Come quasi tutti i film tratti da un libro di Lehane (e sono veramente tanti!), è fatto piuttosto bene ed è fedele nella trama a quanto scritto dall'autore. Nella recensione con spoiler vi parlo di ciò che, invece, le due opere hanno di diverso.

Non solo non è il migliore di Lehane ma mi spingo anzi a dire che è il peggiore, eppure lo consiglio comunque perché è sicuramente meglio di tantissimi altri libri del genere. Se lo leggete ricordatevi però che questo non è l'apice dell'autore e che le sorprese non sono affatto finite.

RECENSIONE (CON SPOILER)

DI SEGUITO TROVERETE SPOILER CHE POTREBBE ROVINARVI LA LETTURA, NON LEGGETE SE NON VOLETE CHE ACCADA!

IL PROTAGONISTA

Bob sembra uno sfigato per la maggior parte del libro. Sembra privo di sogni, aspettative, progetti e non si capisce perché. La verità è che lui è stato un assassino e ha asservito tutta la sua vita rimanente a fare ammenda per questo omicidio. Ha consapevolmente deciso di non vivere davvero per potersi meritare la vita dopo la morte. Alla fine, però, capisce che in realtà non vale la pena vivere male questa vita senza sapere se quella dopo gli verrà negata o meno.

LE DIFFERENZE TRA LIBRO E FILM

Ci sono poche differenze nelle scene che vediamo nel film da quelle descritte dal libro; alcune sono modificate altre mancano e altre ancora sono state aggiunte ma lo scheletro della trama del racconto è inalterata.

Cambiano un po' i rapporti tra i personaggi; nel libro non si capisce molto come sia possibile che Bob e Nadia abbiano stretto un rapporto dal nulla, mentre nel film lei inizia a fare da dogsitter a Bob, dando un minimo di senso ad un buco che non è stato riempito dall'autore nel libro.

Nadia stessa è diversa nel film: aleggia meno mistero su di lei, ci si fida e si sa che non ha niente da nascondere perché si vede la sua reazione quando trova in casa Eric. Nel libro questo non c'è, non ci verrà mai spiegato se Nadia è dalla parte dei "buoni" o da quella dei "cattivi" e questa è proprio una delle lacune più importanti che avrei voluto non ci fosse nel racconto.

Infine, la cosa più importante di tutti: Bob. Nel libro sembra una persona pentita di un passato da malvivente che cerca di riscattarsi davanti agli occhi di Dio ma che capisce solo dopo di dover seguire la sua natura. Nel film, invece, sembra un pazzo omicida che vive una vita anonima appositamente per non farsi scoprire dalla polizia, rimanendo insospettabile agli occhi di tutti. Sinceramente la versione del film mi è anche piaciuta di più di quella del libro (gli psicopatici intelligenti come personaggi di finzione sono sempre interessanti) ma certamente non è strettamente attinente a quanto scritto nel racconto, sebbene le scene siano le stesse.

Manca, ad esempio, la scena in cui Bob paga il conto aperto di Millie, la vecchina senza soldi che frequenta quotidianamente il bar. Nel film questa scena è stata evidentemente omessa perché non si vuole dare una valenza "redentrice" al comportamento del protagonista bensì la sua persona deve combaciare con chi finge solamente di essere buono per trarne beneficio da quello che gli altri pensano di lui.

QUARTA DI COPERTINA

Bob è un uomo solitario. Una vita spesa tra la casa dove vive da solo - la stessa dove è nato e cresciuto, con i mobili vecchi e la moquette ormai scurita - e il bar del cugino Marv, nei Flats, dove serve da bere. Finché un giorno, poco dopo Natale, qualcosa nella sua vita sembra finalmente succedere: tornando a casa, Bob trova tra l'immondizia un cucciolo di pitbull in fin di vita. Ed è proprio mentre cerca di metterlo in salvo che fa la conoscenza di Nadia, la nuova vicina di casa, una ragazza con l'aria di averne viste molte... Quella stessa notte, da Cousin Marv's c'è una rapina. Bob e Marv sono i soli testimoni. Ma una rapina in un bar che, come quasi tutti i bar dei Flats, è in mano ai ceceni, che lo usano come "parcheggio" per i soldi guadagnati illegalmente, è qualcosa di molto pericoloso. E Bob, adesso che forse ha per la prima volta una ragione per vivere, è deciso a non farsi piegare. Nelle stesse strade e negli stessi bar di "Mystic River", Dennis Lehane ambienta questo lavoro, in cui personaggi feriti e disillusi cercano, nonostante tutto, di restare aggrappati alle loro piccole e grandissime ragioni di vita.

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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