Appunti di un venditore di donne

Di Giorgio Faletti

Dalai

341 pagine

7,5/10

Consigliato: Sì

Italiano

Thriller

Sotto l'ombrellone

Sociale

TRAMA IN BREVE

Bravo, venditore di donne, è il protagonista di questa storia. Vive a Milano godendosi la vita notturna della città con la sua comitiva composta interamente da uomini che svolgono attività illegali ma remunerative. La sua vita cambia un giorno in cui incontra una donna che cambierà tutto il suo mondo e gli farà vedere tutte le cose da un punto di vista diverso.

INCIPIT

Io mi chiamo Bravo e non ho il cazzo. 

Questa poteva essere la mia presentazione. Il fatto di andare in giro con un soprannome invece che con un nome vero e proprio non significa niente. Ognuno è quello che è, a prescindere dalle scie burocratiche che si tira appresso come le stelle filanti dopo un veglione di Carnevale. La mia vita non sarebbe cambiata di una virgola, qualunque nome avessi avuto da offrire insieme a una mano da stringere. Niente di più e niente di meno. Non una salita o una discesa, non un braccio di mare calmo o agitato dove affannarsi o di cui rimpiangere l'affanno. Non avere un nome era un provvido cono d'ombra in cui celarsi, un volto appena intravisto, una figura appena percepita, il nulla, il nessuno. Dal momento in cui io ero quello che ero, una simile condizione racchiudeva nello specifico tutto ciò che mi serviva, senza opzioni e senza deroghe.

RECENSIONE

Appunti di un venditore di donne è il secondo libro che leggo di Faletti. Anni fa ho letto "Io uccido" libro che ricordo di aver apprezzato anche se con qualche piccola riserva. Anche con questo libro ho avuto la medesima impressione. Questo romanzo è diverso dal primo Faletti che ho letto perché non rientra totalmente in un genere specifico.

Il libro può essere diviso idealmente in due parti; la parte iniziale che arriva circa a metà delle pagine del romanzo è più riflessiva e lenta. Ciò che accade nella prima metà serve, di fatto, per intavolare adeguatamente tutti gli elementi che serviranno poi nella seconda parte. La seconda parte è un vero e proprio thriller all'italiana, molto limitato nelle pagine ma ben fatto. L'etichetta di thriller è dovuta, ovviamente, a questa seconda parte. Per chi volesse una lettura di un thriller puro, non è questo il caso. Dato che queste due metà sono diverse sotto molti punti di vista, capiterà che vi spieghi più nel dettaglio a quale parte mi riferisco con i miei commenti.

Parto immediatamente parlando dello stile dell'autore che, pur restando lo stesso, varia molto dalla prima parte alla seconda. In entrambi i casi ho sia motivo di apprezzarlo che qualche dubbio al riguardo. Nella prima parte del romanzo, ci sono molte riflessioni del protagonista che portano l'autore a scrivere molte frasi che io chiamo "da citazione", cioè le classiche frasi che vengono messe ad hoc in un romanzo che poi verranno citate perché particolarmente belle, vere o significative. Non escludo che un autore possa ragionare e scrivere in questo modo anche spontaneamente, però, quando ci si ritrova frasi di questo tipo continuamente il dubbio legittimamente viene. L'effetto è un po' alla Fabio Volo e non mi è piaciuto. D'altra parte, bisogna dare anche una chance alle frasi e vedere se, oltre all'effetto cercato, vi sia anche un senso che le renda veramente interessanti e non buttate lì solamente per i lettori più creduloni. Devo dire la verità, per quanto sia restia ad apprezzare questa scelta stilistica devo ammettere che ho apprezzato parecchie frasi e, perciò, non ritengo né una nota di vanto né un aspetto negativo lo stile di Faletti in questo libro. Nella seconda parte lo stile, come ho già detto, si modifica. Essendo impostata come thriller vengono a mancare molte riflessioni e con esse anche le frasi "da citazione" in compenso vengono narrati più fatti e, anche qui, ho apprezzato lo stile ma non lo valuterei positivamente perché è molto sbrigativo. Capisco la volontà di dare un ritmo diverso al romanzo, ma passare da una metà libro con milioni di riflessioni ad una metà che racconta solo i fatti, senza nessuna pausa di sospensione, non mi è sembrato un metodo indicato. In poche parole entrambe le due parti sono esagerate, una con troppi fronzoli e una con troppi pochi. Non si può dire che sia scritto male, ma nemmeno che sia ben fatto, almeno secondo i miei canoni.

Il ritmo è altrettanto difficile da valutare perché, come si evincerà, cambia notevolmente nelle due parti. All'inizio non è eccessivamente lento, ma sicuramente non si può considerare serrato, successivamente è fin troppo sbrigativo. Tutto sommato, avendo letto il romanzo molto velocemente, direi che ha un buon ritmo e che possa essere letto anche dai lettori che si stufano facilmente.

La suspense c'è, inizialmente perché non si sa dove andrà a parare il romanzo e ci si chiede cosa sta per succedere, ben consapevoli che non potrà durare la routine descritta e successivamente perché, anche se tutto succede velocemente, si scoprono novità su novità e ci si chiede "cosa salterà fuori ancora"? Quindi è una caratteristica riuscita anche se, magari, non forte come in altri thriller. I colpi di scena ci sono e sono stati inaspettati, almeno per me.

La struttura è ben riuscita; tutti gli elementi si collegano adeguatamente, non ci sono discrepanze o cose non spiegate. Il senso di finzione che ho sentito per quanto riguarda lo stile l'ho sentito, però, anche qui. Tutto torna ed è ben costruito ma tutti i dettagli che vengono forniti alla fine del romanzo, tutti questi collegamenti con qualunque azione intrapresa dai personaggi, mi hanno dato un po' troppo l'idea di preconfezionato, cosa che non mi fa impazzire preferendo i libri scritti di getto. Lo considero comunque un elemento positivo perché non ha nulla da eccepire, ma volevo farvi presente questa impressione che, comunque, ho quasi sempre davanti a thriller strutturati in questo modo.

La trama, tutto sommato, non è molta. Leggiamo la vita di Bravo, ciò che gli accade e il futuro ma non c'è qualcosa che mi abbia particolarmente colpito come idea. Anche il punto di vista del "venditore di donne" per quanto sia assolutamente nuova non l'ho considerata particolarmente rilevante perché si comporta diversamente da ciò che si pensa di questa categoria, non l'ho visto come un modo per imparare e conoscere una realtà diversa piuttosto come un qualcosa raccontato dall'autore attraverso la sua immaginazione. Non mi sentirei di consigliare questo libro per la trama né sconsigliarne la lettura per lo stesso motivo. 

L'ambientazione è la prima cosa che mi è piaciuta e quella che apprezzo di più anche adesso, a posteriori. Non conosco Milano e non so se ciò che è scritto mi abbia fatto capire quello che veramente è in realtà, o almeno una sua sfaccettatura, ma ogni descrizione mi è entrata dentro e mi ha fatto vivere qualcosa, come se la conoscessi. Mi capita raramente di soffermarmi su questo aspetto in un romanzo, non perché non sia oggettivamente importante ma perché, soggettivamente, non mi dice mai molto. In questo caso, invece, l'ho amata. Avendo letto molti libri considero sempre particolarmente apprezzabile quando mi capita che, leggendo un libro, una sua particolarità mi colpisca maggiormente e mi faccia provare qualcosa di nuovo e, quando succede, capisco ancora di più il perché amo leggere. 

I personaggi sono fortemente legati all'ambientazione, anche in questo caso non posso dichiarare di sapere se c'è verosimiglianza con persone che fanno quel tipo di mestiere, la loro umanità, però, è ben descritta. In questo caso avrei preferito un maggior approfondimento, magari nella seconda parte dove, magari, avrei provato più empatia per tutti loro, se solo li avessi conosciuti meglio. Credo che fosse volere dell'autore quello di far capire come noi esseri umani tendiamo a conoscere superficialmente le persone a noi vicine, però per apprezzare un libro io, essendo così anche nella vita, ho bisogno di capirli, mettermi nei loro panni e così mi è stato impossibile. La loro moralità non la commento dato che vengo considerata spesso e volentieri una "bachettona" su certi argomenti. Sicuramente non si tratta di esempi da seguire.

I dialoghi sono interessanti, specie quelli tra Bravo e il suo vicino Lucio. Per il motivo scritto qui sopra, però, non li ho ritenuti particolarmente rilevanti. Quando i rapporti tra i personaggi non hanno niente di speciale, nemmeno i dialoghi possono essere speciali.

Il messaggio, come ho già anticipato, per me c'è. Questo romanzo ci fa capire che, anche se conosciamo qualcuno da anni, questo non significa che sappiamo realmente com'è fatto. Lo stesso Bravo nasconde il suo segreto a tutti i suoi amici, non confidandosi con nessuno. Io sono d'accordo solo in parte; non tutti sono interessati ad avere quel tipo di rapporto con le altre persone ma penso che, se lo si desidera, può succedere. Ovviamente entrambe le parti devono volerlo e, ance così, non si conoscerà mai una persona nella sua totalità, andare oltre la superficiale conoscenza però è assolutamente possibile e anche auspicabile quando si tratta di affetti e persone care. Non so se poi questo messaggio l'ho letto solo io o era veramente intenzione di Faletti inserirglielo perché nel romanzo non ci sono riflessioni tali da farlo capire chiaramente. Avrei preferito approfondisse di più questo aspetto dando così un senso maggiore a questo libro, almeno per me. Il libro è ambientato nel periodo in cui c'è stato in sequestro di Aldo Moro, il romanzo è molto legato a questo e l'autore manda un messaggio anche relativamente a questo; i politici e i potenti sapevano. Riguardo a questo non commento perché non amo i libri con queste finalità né quando sono d'accordo né quando sono in disaccordo. Per chi è interessato al discorso può essere, però, un incentivo alla lettura.

Lo consiglio perché si legge velocemente, è apprezzabile e ben scritto. Adatto ad una lettura disimpegnata sotto all'ombrellone o, comunque, in un periodo di svago.

TRAMA COMPLETA (CON SPOILER)

Come si può desumere dall'incipit, Bravo è il soprannome del protagonista e non ha il pene. Entrambi i fattori sono legati ad un evento traumatico della vita dell'uomo in cui alcuni uomini lo hanno evirato intimandogli, nel frattempo, di essere bravo. A causa della sua menomazione Bravo non può più avere rapporti sessuali e, quasi per una legge del contrappasso, decide di diventare un venditore di donne. Svolge questo lavoro in modo atipico; non costringe le ragazze in nessun modo, anzi sono loro a farsi avanti per quel tipo di lavoro. I clienti delle donne di Bravo sono personaggi famosi e potenti che tengono all'anonimato più assoluto e che pagano molto bene i servizi ad esse forniti. 

Un giorno Daytona, un suo amico, gli fa notare una ragazza dicendogli che vorrebbe portarsela a letto. Bravo accetta subito la sfida implicita in quelle parole e va a chiedere alla ragazza se è disposta ad andare a letto con l'amico in cambio di soldi. La ragazza, che si chiama Carla, accetta. 

Quando i due amici si rivedono Daytona si dichiara molto soddisfatto e consiglia a Bravo di servirsi dello stesso servizio, dandogli il numero di telefono della donna. Bravo ovviamente non potrebbe fare niente con la ragazza ma l'amico non lo sa. Il protagonista butta via immediatamente il numero sotto gli occhi dell'amico.

Una delle ragazze di Bravo, Laura, ha dei problemi con un uomo che vive con un boss della malavita. Bravo decide di fare uno scambio con il capo in modo da convincerlo a trattenere il suo uomo e tenerlo lontano da Laura. Gli propone di comprare un biglietto vincente dal suo legittimo proprietario in modo tale da avere della liquidità legalmente dichiarata da poter usare liberamente. Il boss accetta l'accordo.

Lo scagnozzo dell'uomo, però, non accetta questa intromissione di Bravo nella sua vita amorosa e lo porta, di nascosto dal capo, in un luogo solitario dove vuole ucciderlo. Dal buio sopraggiungono, però, degli spari che salvano il protagonista e uccidono l'altro uomo. Non capendo cosa succede e perché l'abbiano risparmiato Bravo scappa e ruba la macchina del suo aguzzino per giungere al parcheggio dove ha lasciato la sua automobile.

Giunto al parcheggio nota la presenza di Carla che lo informa di aver deciso di entrare nel suo giro di affari e di voler diventare una delle sue donne, Bravo è stanco e sotto shock per quanto gli è appena accaduto e si fa portare a casa da Carla. Qui la donna lo spoglia per metterlo a letto mentre lui è svenuto e scopre della sua menomazione.

Il giorno successivo viene passato dai due per le vie di Milano, acquistando nuovi vestiti per Carla e per migliorarne l'immagine, Laura dice a Bravo di non voler più fare quel mestiere perché si è innamorata e quindi l'uomo decide di mandare Carla a svolgere un lavoro molto importante, insieme ad altre due ragazze.

Il lavoro è per Lorenzo Bonifaci, un cliente con cui l'uomo aveva già lavorato. Il festino di Bonifaci, però, non va a buon fine come le altre volte, il giorno successivo Bravo scopre che tutti i partecipanti sono morti. Il protagonista nutriva già dei sospetti  avendo notato che la sua macchina era stata cambiata e capisce che sta per passare un sacco di guai per il delitto appena scoperto. La polizia, infatti, va a perquisire la casa dell'uomo e lo porta anche al Commissariato per un interrogatorio, ma non scopre nulla.

Tutta la vita di Bravo comincia a disfarsi quando scopre che in realtà sono le Brigate Rosse che stanno cercando di incastrarlo per quelle morti e che il suo vicino di casa, Lucio, ne è il capo. Daytona era a conoscenza del piano e aveva collaborato in cambio di soldi e persino Carla, di cui si stava innamorando, è parte di quel gruppo e sapeva tutto sin dall'inizio.

Lucio e i suoi uomini lo portano in una casa dove simuleranno il suo suicidio e lasceranno tutte le prove che porteranno a lui come colpevole del pluriomicidio avvenuto ma, a sorpresa, Carla uccide tutti i presenti eccetto lui. Scappano in un luogo sicuro e gli dà una cartella che lui può utilizzare per portarla alla polizia e discolparsi di tutto ciò che è successo, anche lei ne possiede alcune e con esse prende il primo aereo disponibile e scappa dall'Italia.

Bravo legge la cartella e va da suo avvocato, insieme fotocopiano il contenuto della cartella e consegnano le copie ai giornali, essendo così sicuri che la Polizia non ne insabbierà il contenuto. Si scopre che il mandante dell'attentato di Bonifaci è il padre di Bravo, un politico molto influente che non vedeva il figlio da molti anni e non era a conoscenza del suo nuovo nome e della sua nuova vita. Il figlio racconta al padre tutto ciò che sa e lo informa che farà sapere tutto alla Polizia e ai giornali e poi si costituisce.

Tutto va per il meglio e Bravo scappa con i soldi della schedina che doveva dal al boss della malavita (che si scopre essere stato il suo mutilatore, tra l'altro, e viene ucciso in prigione) e si costruisce una nuova vita all'estero.

Ora vive da ricco proprietario di diversi alberghi e ha una ragazza di nome Pilar che ha rapporti sessuali con altri uomini ma che ama lui. In uno dei suoi alberghi arriva una famiglia e Bravo riconosce subito la donna; è Carla. I due si parlano brevemente e si dichiarano felici delle loro rispettive vite e poi si allontanano definitivamente senza rivedersi più. 

CITAZIONI

"L'ordine delle cose della vita di ognuno è quello che è e basta. Talvolta non ci sono modi e motivi per comportarsi in maniera diversa."

"Sono stato cacciato dal teatro e sono e sono stato costretto a passare dal palco alla schiera degli spettatori. Scaraventato nell'ultima fila, direi. Eppure il dolore di quel taglio non è stato niente in confronto al dolore dell'applauso."

"A sorpresa, è subentrata la quiete. Niente più salite o discese, solo pianura. Niente più mare calmo o agitato. Solo la beffa della bonaccia, quella che non gonfia e non straccia le vele."

"In realtà il respiro di Milano è un fiato pesante, esattamente come gli aliti che dobbiamo avere noi in questo momento. L'unica cosa a essere pura è la suggestione, ma si vive anche di questo."

"Questo posto e questa vita fanno appassire i colori ed è inutile mescolare dei grigi. Più chiaro o più scuro, sempre un altro grigio viene fuori."

"Per ogni uomo c'è un'area della vita compresa nel perimetro sacrosanto dei cazzi suoi. La cosa più difficile è capire, per ognuno, quanto è estesa quest'area."

"Milano è una città che di notte offre molti nascondigli. Nonostante le luci e nonostante le insegne. Quanta più luce c'è, tanta più ombra hai a disposizione. E io in quell'ombra ho sempre saputo muovermi molto bene."

QUARTA DI COPERTINA

1978: a Roma le Brigate Rosse hanno rapito Aldo Moro, in Sicilia boss mafiosi come Gaetano Badalamenti soffocano ogni tentativo di resistenza civile, all'ombra della Madonnina le bande di Vallanzasca e Turatello fanno salire la tensione in una città già segnata dagli scontri sociali. Ma anche in questo clima la dolcevita del capoluogo lombardo, che si prepara a diventare la "Milano da bere" degli anni Ottanta, non conosce soste. Si moltiplicano i locali in cui la società opulenta, che nella bella stagione si trasferisce a Santa Margherita e Paraggi, trova il modo di sperperare la propria ricchezza. È proprio tra ristoranti di lusso, discoteche, bische clandestine che fa i suoi affari un uomo enigmatico, reso cinico da una menomazione inflittagli per uno "sgarbo". Si fa chiamare Bravo. Il suo settore sono le donne. Lui le vende. La sua vita è una notte bianca che trascorre in compagnia di disperati, come l'amico Daytona. L'unico essere umano con cui pare avere un rapporto normale è un vicino di casa, Lucio, chitarrista cieco con cui condivide la passione per i crittogrammi. Fino alla comparsa di Carla che risveglierà in Bravo sensazioni che l'handicap aveva messo a tacere. Ma per lui non è l'inizio di una nuova vita bensì di un incubo che lo trasformerà in un uomo braccato dalla polizia, dalla malavita e da un'organizzazione terroristica. Un noir fosco su uno dei momenti più drammatici del dopoguerra italiano, in una Milano che oscilla tra fermenti culturali e bassezze morali.

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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