TRAMA IN BREVE

È mezzanotte, Mari, la nostra protagonista, si trova in un bar di Tokyo, apparentemente intenzionata a passare l'intera notte fuori di casa.
Noi osserviamo dall'alto buoni e cattivi che si interfacciano tra loro, inconsapevoli della nostra presenza.

INCIPIT

È una metropoli quella che abbiamo sotto gli occhi.
La vediamo attraverso lo sguardo di un uccello notturno che vola alto nel cielo. Nel nostro sconfinato campo visivo, appare come un gigantesco animale. O un confuso agglomerato, composto da tanti organi avvinghiati
 l'uno all'altro. Un'infinità di arterie si protendono fino alle estremità di un corpo inafferrabile, vi fanno circolare il sangue e ne rigenerano di continuo le cellule. Trasmettono nuove informazioni, e raccolgono quelle vecchie. Comunicano nuovi bisogni, e raccolgono quelli vecchi. Portano nuove contraddizioni, e raccolgono quelle vecchie. Al ritmo di queste pulsazioni, il corpo si accende in più punti, si infiamma, si contorce. Le mezzanotte è vicina, il metabolismo di base per sostenere la vita dell'organismo, che ha appena superato la fase culminante della sua attività, continua con vigore inalterato. Un gemito, quasi un accompagnamento in sottofondo, si leva dalla città. Un gemito monotono, privo di alti e bassi, eppure denso di presagi.

RECENSIONE

Quali che siano le intenzioni di ognuno di noi, veniamo trascinati insieme lungo lo scorrere del tempo alla stessa velocità.

After dark di Haruki Murakami, edito da Einaudi é, senza dubbio, il romanzo più postmoderno dell'autore e per questo colpisce il lettore: nonostante i temi siano i medesimi che tornano di frequente negli scritti dell'autore, il modo di esporli, sia dal punto di vista narrativo che strutturale, diverge.

Che la struttura sia peculiare lo si può comprendere anche solamente sfogliando il volume: ad inizio capitolo, e talvolta anche tra un paragrafo e un altro di un medesimo capitolo, sono collocati degli orologi stilizzati che segnano l'orario in cui si svolge la vicenda ivi raccontata (che va da mezzanotte alle sette di mattina, da cui potete già rilevare il perché del titolo).

In questo modo l'attenzione del lettore viene focalizzata su un aspetto che solitamente è presente ma non particolarmente rilevante (perlomeno non nel dettaglio) nelle altre storie dell'autore e questo provoca una differente atmosfera; se solitamente leggere un Murakami è come entrare all'interno di una bolla in cui tempo e spazio sembrano non avere la stessa importanza rispetto alla vita reale, in After dark si avvertirà una maggiore pressione e l'elemento temporale diverrà addirittura più rilevante del normale, rappresentando quasi una chiave necessaria per cercare di comprendere ciò che accade.

Inizialmente i punti di vista raccontati che si alternano sono due, ma più si avanza con la lettura più questi aumentano e maggiormente la struttura diventa maggiormente complessa, iniziando ad avere dei cambi di punti di vista anche all'interno del medesimo capitolo.

Complice della situazione è anche lo stile: il narratore si rivolge direttamente a noi e ci fa immediatamente avvertire la nostra reciproca posizione di estraneità alla vicenda. Noi osserviamo ciò che accade dall'alto e da lontano; come ci servissimo di una telecamera invisibile che non può essere notata e che ci lascia la possibilità di spiare.

Dal nostro punto di vista di telecamera immaginaria, ci soffermiamo su ogni oggetto che si trova nella stanza e lo filmiamo a lungo, diligentemente. Siamo degli invasori anonimi e invisibili. Osserviamo. Tendiamo le orecchie. Fiutiamo gli odori. Ma non siamo concretamente presenti in quel posto, e non lasciamo tracce. Per così dire, obbediamo alle stesse regole di correttezza di un viaggiatore nel tempo. Guardiamo, ma non interveniamo.

Questo senso di estraneità, che ci mette nella condizione di sentirci degli invasori, si sposa alla perfezione con il messaggio postmoderno (che mostra qui sia il positivo – il fatto che possiamo vedere e sentire anche il più impercettibile movimento – sia il negativo – il fatto che non ci compete e che chi viene osservato sia totalmente inconsapevole della nostra presenza dell'avanzamento della modernizzazione) che l'autore desidera inviare, veicolato dagli strumenti tipicamente associati al genere. Saranno numerosissime le battute "tecnologiche" che vengono fatte dai personaggi, e particolarmente rilevante per questa suggestione sarà il ruolo di un televisore.

Per tentativi ed errori lo schermo sta cercando di raggiungere la stabilità, questo è sicuro.
Sta tentando di far succedere qualcosa in questa stanza. Qualcosa che ha probabilmente un significato importante.

La trama parla principalmente di Mari, una giovane ragazza che si trova nelle prime ore della notte a leggere un libro in un bar ancora aperto di Tokyo. La giovane donna è in giro per la città anziché essere a casa a dormire e scopriremo il perché solamente procedendo con la narrazione. Durante la nottata, che si trasformerà poi in mattina, Mari verrà a contatto con una realtà molto lontana dalla sua che coinvolgerà anche il mondo criminale. Tutto questo, insieme ai diversi racconti e dialoghi che raccoglierà durante la notte,  le servirà a riflettere sulla sua attuale situazione.

Murakami è molto bravo a farci percepire come queste ora notturne, pur riflettendo le stesse strade e gli stessi luoghi che si possono frequentare di giorno, creino una minore distinzione tra giusto e sbagliato: la barriera che si presume esserci tra crimine e normalità si dissolve con l'avanzare della notte per poi ricominciare a sbiadire con il ritorno del giorno.

Il quartiere a quest'ora funziona secondo principî propri. Siamo alla fine dell'autunno. Non c'è vento, però l'aria è fredda. Fra poco sarà un giorno nuovo.

Come è solito nell'autore sono tantissimi le citazioni di libri, film e musica. Ricorrono moltissime delle tematiche a lui più care, che non vi esplicito non volendo anticipare troppo.

Ciò che fa veramente senso in quella maschera, è il fatto che, nonostante aderisca perfettamente al viso, non lasci minimamente immaginare cosa pensi, senta e intenda fare (o non fare) la persona che si trova dietro. Non il minimo indizio che ci consenta di giudicare se la natura di quell'uomo sia buona o cattiva, se i suoi pensieri siano giusti o ingiusti, se la schermatura serva a nasconderlo o invece a proteggerlo.

Il finale è forse uno dei più conclusivi della bibliografia dello scrittore, per quanto sia comunque da interpretare (così come succede pressoché in ogni sua opera) e lasci non pochi dubbi irrisolti, specialmente su come interpretare alcune scene del testo.

In conclusione, After dark è un libro in cui Haruki Murakami riesce ad incanalare i suoi temi tipici in una struttura ed atmosfera differente: quella del postmodernismo. Questo cambiamento, soprattutto a livello di ciò che si percepisce leggendolo (non coinvolgimento ma un potenziale senso di disagio e un sicuro estraniamento) può provocare nel lettore sensazioni contrastanti: io l'ho amato particolarmente perché sono rimasta stupefatta dalla capacità dell'autore di riuscire a giocare con lo stile e con i suoi "cavalli di battaglia" riuscendo a creare qualcosa di così simile e, al contempo, così diverso da ciò che ha scritto fino ad ora.

Trovo anche che sia un romanzo postmoderno con una simbologia piuttosto semplice ed evidente e che, per questo, possa aiutare a comprendere il genere a chi non lo conosce o lo trova complicato da interpretare. 

Per tutto questo e, specialmente, per la sua qualità, mi sento di consigliarlo a tutti, anche se si tratta di un esperimento (ottimamente riuscito) ma come tale potrà non convincere, specialmente coloro che ricercano in Murakami specialmente il realismo magico.

CITAZIONI

Gettiamo un'occhiata intorno, poi fermiamo lo sguardo su una ragazza seduta vicino alla finestra. Perché proprio lei? Perché non un'altra? Non lo sappiamo. Eppure per qualche motivo la nostra attenzione è attirata da quella ragazza... così, è una cosa che ci viene spontanea.

La ragazza è molto infervorata nella lettura. Non stacca quasi gli occhi dalle pagine di uno spesso libro dalla copertina rigida, di cui non possiamo leggere il titolo perché ha ancora la fodera di carta della libreria. Deve trattarsi di un argomento impegnativo, a giudicare dalla serietà con cui sta leggendo. Sembra divorare il testo riga per riga, senza saltare una parola.

– Meno male. Era un pensiero che mi angosciava. Ho un sacco di cose che non vanno, io, però... come dire? Sono problemi miei, problemi interiori. Sarei davvero malmesso se fossero immediatamente visibili a chiunque. Soprattutto sul bordo di una piscina durante le vacanze estive.

Quella notte un dio appare nei sogni dei tre fratelli e gli dice: un po' più avanti sulla costa potete trovare tre grosse rocce rotonde. Prendetene una ciascuno e fatela rotolare fin dove vi pare. Quando vi fermerete, quello sarà il posto dove ognuno di voi vivrà. Più alto sarà il posto dove arriverete, più ampia sarà la vista che avrete sul mondo. Fin dove andare, siete liberi di deciderlo voi.

– Mia sorella non saprebbe distinguere un trombone da un tostapane, ci puoi scommettere. Tra una cosa di Gucci e una di Prada, invece, le basta un'occhiata per vedere la differenza.

Proprio così, questo televisore dovrebbe essere spento. Scuro e freddo, dovrebbe proteggere il silenzio profondo della notte. Secondo ogni principio logico. Invece non è così.

Ogni tanto, mentre legge, le viene in mente di cambiare posizione. Mette i gomiti sul tavolo, o si appoggia contro lo schienale. Oppure alza il viso e fa un profondo respiro, poi controlla se nel locale c'è ancora molta gente. A parte queste parentesi, è concentrata nella lettura. La capacità di concentrazione pare che sia un elemento importante della sua personalità.

Di sicuro non ha fretta. Sembra che voglia far sentire alle tre donne davanti a lui il peso della propria presenza. Far capire che qualunque cosa faccia, può metterci tutto il tempo che vuole.

– Devi essere molto intelligente.
– No, non lo sono. Ma fin da quando ero piccola i miei genitori mi hanno sempre detto che non ero bella, quindi se volevo ottenere qualcosa, dovevo studiare.

– Anche se mio zio aveva tanti dischi. Diceva che i cd non hanno un bel suono. Erano quasi tutti dischi di jazz. Ogni volta che andavo a trovarlo me li faceva ascoltare. Io ero piccola e di musica non ci capivo niente, però mi piaceva l'odore delle vecchie copertine, e sentire il rumore un po' gracchiante che faceva la puntina quando la posava sul disco.

– Fare qualcosa in modo creativo... sì, ma in pratica che cosa significa?
– Be'... far arrivare la musica fino in fondo al cuore. Cioè... quando chi suona si muove fisicamente. con tutto il corpo, e anche ci ascolta si muove con tutto il corpo. Ecco, creare questa condizione di sintonia.

Quello lì non si dà minimamente la pena di pensare che io sono io, o che tu sei tu. Davanti a lui ogni persona viene privata del suo nome e del suo volto. Diventiamo tutti dei dei semplici simboli. Dei semplici numeri.

– Quello che vorrei dire forse è questo, – riprende Takahashi. – Che una persona, qualunque persona cioè, può venire catturata da un polipo gigantesco e risucchiata nelle tenebre. 

A questo mondo ti sembra di fare tutto come si deve, ma al minimo sgarro di colpo finisci in fondo al baratro. E una volta che ci sei finita, non c'è più niente da fare. Non torni più a galla. Puoi solo continuare a vivere da sola nel buio.

QUARTA DI COPERTINA

Tokyo, un quartiere che inizia a vivere quando cala il buio, strade dove le insegne di bar e night club restano accese fino all'alba. Dalla mezzanotte alle sette del mattino, alcune persone sono casualmente coinvolte in una squallida vicenda di violenza. All'Alphaville, un love hotel gestito da Kaoru, un'ex campionessa di lotta libera, una giovane prostituta cinese viene picchiata da un cliente che poi fugge. In una caffetteria poco distante, Mari, una diciannovenne studentessa di cinese in cerca di solitudine, sta leggendo un libro; Takahashi, un giovane musicista jazz disinvolto e chiacchierone, vorrebbe attaccare discorso ma si scontra con la sua reticenza. Tuttavia, quando Kaoru cerca qualcuno che faccia da interprete alla prostituta ferita, Takahashi, che con il suo gruppo sta provando in uno scantinato vicino all'albergo, le suggerisce di rivolgersi alla giovane. Mari viene cosi a contatto con un ambiente a lei estraneo, ma paradossalmente riesce a comunicare con le persone che vi incontra in modo spontaneo e profondo: per la prima volta vince la riluttanza a parlare di Eri, la sorella maggiore, caduta in un letargo volontario dal quale non sembra volersi svegliare. L'immagine della bellissima ragazza che sta per essere inghiottita nel nulla attraverso lo schermo di un televisore apre un pericoloso spazio onirico nel quale rischia in ogni momento di scivolare la realtà.

GRUPPO DI LETTURA

Per questo libro c'è stato un Gruppo di Lettura settimanale, eccovi i risultati dei sondaggi:

  • Il 45% dei partecipanti aveva già letto ed apprezzava fortemente Murakami prima della lettura di questo libro
    Il 33% aveva letto altro di suo ma non lo convinceva
    Il 22% con questo libro ha avuto il primo approccio con l'autore

  • Al 67% il libro è piaciuto tantissimo
    Il 22% ha avuto riconferma della poca compatibilità con l'autore
    L'11% ha avuto una sensazione intermedia

  • Il 33% ha valutato questo libro 7-7.5/10
    Il 33% lo ha valutato 9-9.5/10
    Il 23% gli ha dato un 8-8.5
    L'.11% gli ha assegnato un 10

  • I due aspetti più apprezzati sono stati Stile e Atmosfera

  • I due aspetti meno apprezzati sono stati Trama e Finale

  • Sul finale "alla Murakami" che non spiega tutto ciò che si potrebbe spiegare
    Il 33% dice "non mi piace molto"
    Un altro 33% dichiara "è un aspetto che amo"
    Il 23% asserisce "mi piace abbastanza"
    L'11% pensa che in questo volume fosse adatto

  • L'atmosfera onirica tipica di Murakami
    Al 45% piace
    Al 33% piace tantissimo
    Al restante non convince particolarmente

  • Il 45% si è affezionato "molto" ai personaggi positivi
    Il 22% "moltissimo"
    Un altro 22% si è affezionato "mediamente"
    L'11% "per niente"

  • Il 45% consiglierebbe assolutamente questo libro
    Il 33% lo consiglierebbe ma con "istruzioni per la lettura"
    Il restante lo consiglierebbe a qualcuno in specifico
PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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