Anime perdute di Mitchell Hogan è il primo volume di una nuova serie fantasy; Sorcery Ascendant Sequence.
Devo necessariamente parlarvi di questo libro partendo dallo stile, perché questo elemento ha, ahimè, influito negativamente sulla gradevolezza della lettura, portandomi a dare un voto molto più basso, di quello che gli avrei assegnato se fosse stato tradotto diversamente.
Premettendo che io non sono una traduttrice e non mi permetto di entrare nel merito del lavoro, né tantomeno ho a disposizione il testo originale per poterlo giudicare, devo ammettere che l'effetto finale non è affatto un'opera grammaticalmente e sintatticamente corretta.
All'interno di tutto il testo, e molto frequentemente da metà in poi, ci sono numerose frasi che in italiano non "funzionano" affatto sia nella loro struttura, sia nella scelta di una parola piuttosto che un'altra e a volte (più rare), persino nel significato, che viene riportato anche capovolto rispetto a quello che, si capisce poi, stava pensando il protagonista.
Come sapete lo stile influisce per me in proporzioni ben maggiori rispetto al resto, ed è, dunque, complicato valutare gli altri elementi tenendo conto che la comprensione e la piacevolezza della lettura fossero grandemente compromesse da questo aspetto.
Cercherò comunque di raccontarvelo il più oggettivamente possibile dato che penso che, se non fosse per questa pecca molto importante, il volume sarebbe stato da consigliare, specialmente ai fan del fantasy.
L'incipit si apre con un prologo pieno di azione che mostra molte delle premesse magiche che faranno parte della narrazione successiva.
Questo cattura l'attenzione del lettore che viene, da subito, trascinato nella lettura.
La trama sarà, invece, più lenta ed introduttiva. Al contrario di molti altri volumi fantasy l'iniziazione del protagonista alle arti magiche è già avvenuta e, la sua storia, parte proprio dalla sua uscita dalla vita sicura e più scolastica (sebbene non si tratti proprio di questo, come vedrete) e il suo arrivo nella "vita reale" dove le sue certezze e conoscenze si mostreranno molto più labili di quanto lui pensasse.
Questo aspetto è stato per me molto apprezzabile, perché affronta in modo fantastico un tema attuale quale il sistema lavorativo (in questo caso totalmente inventato) inefficiente e pieno di favoritismi e molto più complicato della teoria imparata a scuola.
Lo svolgimento introdurrà tutti i personaggi principali della storia e ci aiuterà a comprendere gli schieramenti buoni/cattivi, oltre al mostrarci il mondo fantasy ideato dall'autore e tutto ciò che è possibile e normale al suo interno.
Le scene d'azione si raccolgono tutte verso la fine del volume, sebbene ci siano molti capitoli basati sui "cattivi" che ci fanno comprendere che qualcosa di molto importante accadrà.
Per questo motivo il ritmo è piuttosto lento. I capitoli con personaggi differenti dal protagonista scorrono forse più velocemente perché pieni di mistero e privi di informazioni (che pian piano si scopriranno) aggiuntive.
Questo primo volume, dunque, com'è usuale nelle saghe fantasy, è particolarmente introduttivo ed è scritto alfine di inserire al meglio il lettore nell'ambientazione e fargli comprendere tutte la caratteristiche.
Al riguardo di quest'ultima, ho apprezzato enormemente la presenza di una mappa ad inizio volume e alcune descrizioni dell'autore, specialmente riguardo locali interni.
In generale la geografia del mondo ideato non è spiegata se non per alcuni suoi particolari, perciò non è subito chiara al lettore.
Il finale è aperto, ma possiamo dire che chiuda una parte della vicenda. Si capisce, insomma, perché il momento di "fine libro" sia stato scelto proprio in quel punto, ma non è possibile considerarla una storia autoconclusiva.
Si tratta di un fantasy per ragazzi, anche se l'età del protagonista non è giovanile come nei tipici Young Adult, perciò la caratterizzazione dei personaggi è finalizzata a questo target di lettori. Anche qui, penso che le personalità di ognuno di loro verranno ulteriormente sviluppate nei volumi successivi, dato che in questo l'autore aveva già molti concetti fondamentali da spiegare.
L'atmosfera è percepibile nelle scene più adrenaliniche che, per ora, sono poche ma che, di certo, aumenteranno nei prossimi volumi che si preannunciano pieni di accadimenti.
In conclusione, Anime perdute di Mitchell Hogan è un fantasy valido ed impostato in modo diverso, aspetto apprezzabile che lo rende riconoscibile dalle altre opere di questo genere.
Lo stile, però, non è di qualità.
Per questo motivo io non mi sento di consigliare questo volume tradotto, anche se sono certa che alcuni lettori potranno apprezzarne grandemente l'ottima storia e la struttura magica, vedendo al di là di questo aspetto non riuscito.