Le anime morte

Di Nikolaj Vasil'evič Gogol'

Einaudi

379 pagine

8,5/10

Consigliato: Sì

Russo

Classico

TRAMA IN BREVE

Čičov, truffatore recidivo, viaggia per il Paese in cerca di ricchi possidenti che gli vendano a poco prezzo le loro anime morte; i loro contadini deceduti ma ancora iscritti a censimento.

INCIPIT

Nell'androne d'una locanda della città di N., capoluogo di governatorato, entrò una graziosa, piccola vettura a molle, di quelle in cui viaggiavano gli scapoli: tenenti colonnelli a riposo, capitani in seconda, proprietari di campagna che possiedono un centinaio d'anime di contadini: in una parola, tutti quelli che si dicono signori di mezza taglia.

RECENSIONE

La Letteratura russa del XIX secolo è, per me, qualcosa di incredibile: questi autori avevano tutto ciò che uno scrittore dovrebbe avere per essere non solo bravo, ma eterno.

Non mi ero ancora cimentata con Gogol' e, così, quando per il mio compleanno ho ricevuto Le anime morte come regalo, ho deciso di leggerlo il prima possibile.

La particolarità più grande di questo romanzo è sicuramente la sua incompiutezza e, per questo, non è possibile fruirne nella versione in cui l'autore avrebbe voluto farcelo leggere. L'idea di Gogol' era quella di costruire un poema composto da tre libri; il primo è stato regolarmente pubblicato mentre l'autore era in vita e, perciò, è completamente valutabile ed apprezzabile, il secondo è stato scritto, riscritto e addirittura bruciato dall'autore stesso prima di morire, perciò ciò che è pervenuto a noi è ben poca cosa rispetto al risultato che avrebbe ottenuto, avendo il tempo necessario e la volontà per farlo. Il terzo libro, invece, non è mai stato iniziato. 

Ovviamente non posso valutare la cura e la struttura (nonché il finale) di un'opera incompiuta, perché è assolutamente impossibile comprendere adeguatamente quale impressione mi avrebbero potuto dare se Le anime morte fosse stato terminato. Ciò che dirò, perciò, concernerà principalmente il primo libro: l'unico valutabile nel suo complesso.

Inutile dire che lo stile di Gogol' è curato ed interessante. L'autore parla di Čičikov, il protagonista, in terza persona, mostrandocelo pian piano e svelandoci sia le sue azioni che le sue intenzioni. Non solo l'autore si fa notare, ma lo fa anche con piacere: capita molto spesso che lui parli direttamente a noi confidandoci la sua volontà di parlarci di una cosa o dell'altra e, anche, confessandoci le sue "difficoltà" a parlare di taluni argomenti. Questo, ovviamente, è accompagnato da un'incredibile ironia che colpisce il lettore ad ogni passo. So che sono molti i lettori che non apprezzano che l'autore si riveli a loro, rovinando la magia del racconto. Io, invece, apprezzo molto questo aspetto, se portato avanti nel modo giusto e se rende il tutto più leggero anziché più pesante. Gogol' non dà l'impressione di farci una lezione ma scherza con noi, ci mostra ancora di più il ridicolo di quanto succede e, perciò, aggiunge sicuramente qualcosa di importante e positivo per la gradevolezza della lettura.

Elemento fondante della stragrande maggioranza dei testi russi ottocenteschi è la grande critica alla società. Tenendo conto del momento in cui questi autori scrivevano i loro libri, il messaggio inviato può essere considerato molto forte, anche coraggioso. Inoltre, checché se ne pensi, molti libri classici (non tutti) diventano tali proprio perché, se contestualizzati nel modo giusto, rivelano verità sempiterne che possono essere paragonate anche alla nostra società, soprattutto quella dei social che, ormai, si può dire rispecchi (ahimè!) la vera indole delle persone.

L'idea da cui parte la narrazione è originale ed interessante, una di quelle che mi ha intrigata maggiormente in un classico di questo tipo: Čičikov ha un passato piuttosto turbolento e, in questa storia, cerca di compiere la truffa del secolo: comprare delle anime morte! Non mi dilungo sui dettagli della trama perché, come sempre, non voglio anticipare nulla, ma il messaggio di cui vi parlavo poco fa, ha una grande importanza sul perché di questa decisione apparentemente ambigua! Lo svolgimento non lo valuto perché il primo libro può essere considerato, secondo me, come un'introduzione alla storia vera e propria mentre sarebbero stati i due libri successivi (come in effetti dimostrano i frammenti del secondo) ad avere una consistenza più rocambolesca e intricata.

L'ambientazione del libro è la Russia. Per quanto i nomi dei luoghi siano specificati con la lettera iniziale (stile russo anche questo), non è importante che una determinata vicenda accada in un punto piuttosto che in un altro perché, l'intento di Gogol' con questo libro, è di farci capire come funziona la vita del suo Paese, le differenze tra città e campagna e tra Signori ricchi e agiati e uomini che a stento riescono a sopravvivere. L'estetica, in questo libro, c'è ma non ha un'importanza capitale, tutto viene demandato al popolo russo più che alla geografia del luogo e, se troverete delle descrizioni, esse saranno rivolte più ai personaggi che al paesaggio.

I personaggi descritti da Gogol' sono stati inseriti a bella posta per rappresentare delle categorie di persone. Non troveremo, perciò, un'introspezione personale ma una descrizione (sempre ironica e irriverente) di quello che le persone appartenenti a quelle categorie tendevano ad essere. Questo romanzo dà rilevanza alla dicotomia dei pensieri tra persone di diversa estrazione, sesso, e pensiero, non c'è spazio per aspetti più specifici che possano farli uscire dagli schemi prestabiliti.

Il protagonista è, ovviamente, il personaggio maggiormente approfondito anche se, in realtà, pur essendo più presente non viene conosciuto da noi più degli altri. Gli autori russi sono spesso dei maestri nel vedere e poi mostrare a noi tutto ciò che una persona nasconde e, Gogol', non fa eccezione. La capacità dello scrittore di centrare, ogni volta, il punto della situazione mostrandoci sia le apparenze che i veri pensieri dei suoi personaggi mostra la sua grande conoscenza della società di cui si appresta a parlarci.

La percezione dell'atmosfera è sempre soggettiva, non ho dubbi che chi non amerà lo stile e la prolissità di questo autore non potrà sentire altro che una grande noia, desiderando abbandonare il romanzo il prima possibile. Io, invece, mi esalto sempre davanti ad autori che riescono a giocare con le parole come questo grandissimo scrittore e, perciò, mi sono fatta prendere dalla lettura molto velocemente. Inoltre, checché ne dica Gogol' stesso, ho subito provato simpatia verso Čičikov, preoccupandomi delle sue sorti. 

L'incipit è coerente con quanto vi ho detto sino ad ora: potrete notare al suo interno l'ironia onnipresente dell'autore, l'ambientazione che tende a spiegare un concetto piuttosto che un luogo e il focus sui proprietari e le anime in loro possesso.

Il ritmo di questo libro è lento (ma non troppo), persino per i miei standard. Come ho già anticipato Gogol' è orgogliosamente prolisso e si dilunga spesso. Coloro che amano la velocità potranno avere difficoltà con questo libro, che non è fatto per una lettura svagata e superficiale. Io, come sapete, ritengo che la prolissità se abbinata ad un buono stile, possa essere un valore aggiunto e non un difetto e, in questo caso, penso che Gogol' non abbia ecceduto.

In conclusione, Le anime morte di Gogol' spicca per ironia, intelligenza e messaggio. Sarebbe stato, probabilmente, un libro a cui avrei potuto assegnare un 10 se fosse stato completo e fosse continuato nello stesso modo. Ritengo che la lettura parziale del secondo libro, per quanto soddisfi la curiosità del lettore, possa rovinare l'opinione generale che si ha del romanzo perché libri come questo non sono frutto di una scrittura di getto, bensì opere completate in maniera maniacale, perché tutto possa essere perfetto agli occhi dello scrittore. Se Gogol' non riteneva la seconda parte degna di essere lasciata ai posteri un motivo c'è, e chiunque lo capirà leggendola. Questo non significa che la seconda parte del romanzo sia completamente da buttare; voglio solo specificare che è diversa dalla prima, forse per alcuni potrà anche essere la migliore delle due.

Lo consiglio perché un romanzo di questa levatura, che sia incompiuto o meno, ha un valore inestimabile per la cultura di ognuno di noi. Il cuore, però, è spezzato all'idea di non poter mai leggere l'opera completa.

CITAZIONI

Ahimè: i grossi a questo mondo, sanno meglio provvedere ai propri interessi, che non i sottili! I sottili si fanno adibire piuttosto a incarichi speciali, o semplicemente s'immatricolano in servizio e perdono tempo di qua e di là: la loro personalità è come troppo leggera, aerea, e senza alcun fondamento. I grossi, invece, non occupano mai posti d'angolo, ma sempre di centro, e dove arrivano a mettersi a sedere, ci si mettono stabilmente e solidamente, cosicché sarà più facile che il posto scricchioli e rovini sotto di loro, piuttosto che essi ne schizzino via.

Tale fu l'opinione, assai lusinghiera, che si formò in città sul conto dell'ospite; e vi si mantenne fino al momento in cui una strana singolarità dell'ospite, e una sua iniziativa – o passage, come dicono in provincia – che il lettore verrà presto a conoscere, non immerse nel più profondo sconcerto quasi tutta la città.

Quel che gli dava gusto, non era ciò che veniva leggendo, ma piuttosto la lettura in sé, o per dir meglio, il processo stesso della lettura, per cui ecco, dalle lettere viene immancabilmente fuori una certa parola, la quale, a volte, sa il diavolo cosa vorrà dire.

Ma l'autore sente grande vergogna a intrattenere così a lungo i lettori  con persone di così  bassa estrazione, giacché sa per esperienza quanto a malincuore essi faccian conoscenza colle classi più basse. Tant'è, cosiffatto è l'uomo russo: va pazzo per fa la conoscenza di chi, sia pure d'un grado solo, gli sta al di sopra; e una semplice relazione di saluto con u conte o con un principe è per lui preferibile a tutti i più stretti legami di amicizia.

Ma perché, dunque, proprio nei momenti che non si pensa a nulla, e si è allegri, senza inquietudini, d'improvviso, per conto suo, ci traversa un'altra bizzarra corrente? Ancora il riso non ha fatto in tempo a sparire del tutto dal volto, e già sei diventato un altro fra le stesse persone di poc'anzi, già un'altra luce t'illumina il volto.

Tante cose vengono in mente, così passeggiando, all'uomo, cose che tanto spesso strappano l'uomo al noioso minuto attuale, e pizzicano, irritano, smuovono la fantasia, e gli riescono care anche quando è convinto lui stesso che non si avvereranno mai!

In lui tutto era un po' bizzarro, a cominciare dalla cultura, di cui era paladino e zelatore; gli piaceva, anche, sapere quel che gli altri non sapevano, mentre non gli piacevano quegl'individui, che sapevano qualche cosa che lui non sapesse.

QUARTA DI COPERTINA

Pavel Ivanovic Čičikov viaggia attraverso la Russia comprando "anime morte", i nomi dei contadini morti dopo l'ultimo censimento sui quali i proprietari dovevano pagare le tasse fino al censimento successivo. Vuole usare quei nomi per ottenere l'assegnazione di terre concesse solo a chi poteva dimostrare di possedere un certo numero di servi della gleba. Il romanzo avrebbe dovuto comporsi di tre parti, la terza però non fu mai scritta, mentre della seconda restano solo alcuni frammenti nei quali però il quadro dei vizi e dei difetti russi appare meno fosco che nella prima parte.

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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