"Anche gli anni ottanta che andarono in scena quella sera lo confermarono: fu un decennio che parlò tantissimo, disse tutto, disse troppo, e forse, con un po' di silenzio, avrebbe detto molto di più"
WLM Edizioni non mi ha mai delusa, ho letto ormai molto libri di questo editore e non mi sono mai imbattuta in qualcosa che non mi piacesse e, Musical 80, va di diritto nella mia top 3!
Si tratta del primo libro che leggo dell'autore Nicola Gervasini, quindi non sapevo assolutamente cosa aspettarmi perché come sempre non leggo le sinossi per non anticiparmi nulla e, sicuramente il titolo non mi rievocava ricordi particolari dato che io, a causa dell'età, gli anni ottanta non li ho affatto vissuti.
Il libro, in realtà, non è ascrivibile ad un unico genere.
È certamente un noir; c'è un omicidio ed il narratore, nonché il protagonista, è il poliziotto chiamato a trovare e ad arrestare il colpevole.
C'è, però, anche qualcosa di più. Prima di tutto il protagonista è piuttosto atipico come poliziotto; non si crede particolarmente dotato nel suo lavoro ed il sogno della sua vita è quello di diventare uno scrittore di successo. La sua simpatia è dirompente e la sua storia personale mette spesso in secondo piano l'interesse per la storia.
"Quando mi sono innamorato di lei? È successo almeno sei o sette volte penso. Dovrei tenere il conto di certe cose, ma avere un diario della mia vita significherebbe poi doverla anche pesare, misurare, quantificare. E io non ho nessuna intenzione di rinunciare alle doverose mistificazioni che si rendono necessarie ogni qualvolta ripensiamo agli episodi salienti della nostra esistenza."
infine, ma sicuramente non meno importante, Musical 80 è un riflessione su quegli anni e il loro ruolo all'interno della vita dei personaggi e, dunque, anche di ognuno di noi, o di voi se vogliamo escludere chi è troppo giovane per averli vissuti veramente. Come deduciamo anche dalla sinossi questo decennio è facilmente associabile alla superficialità e all'apparenza, sarà anche l'interpretazione dell'autore? Non vi resta che leggerlo per capirlo!
Io conoscevo davvero poco e, devo dire la verità, non mi sono mai interessata a questo particolare periodo decisamente troppo vicino per avermi attirato dal punto di vista storico ma anche troppo lontano per averne sentito parlare. Io sono nata nel 1990 e per me gli stessi anni 90 sono piuttosto nebulosi perché non ho ricordi legati alla prima metà di questo decennio, gli anni ottanta sono sempre stati là, a portata di mano ma non abbastanza interessanti per spingermi a conoscerli. L'autore è riuscito sia a spiegarmeli nei loro tratti principali e più "generalizzati" che a farmi capire ciò che di più importante c'è l'atmosfera del periodo. Lo ritengo, perciò, anche molto utile sia per chi come me è totalmente ignorante in materia, sia per chi desidera un revival di ciò che è stato. Come avrei voluto farlo leggere a mio babbo, sono sicurissima che gli sarebbe davvero piaciuto!
"Qualsiasi cosa sognasse, caro commissario, lo sognava in grande. Perché i tempi glielo permettevano. E non era il sogno a essersi rivelato troppo grande. Eravamo noi che eravamo troppo piccoli."
Trattandosi di un romanzo con tanti elementi (noir, protagonista egocentrico e forte importanza degli anni 80) non si capisce da subito in che modo si svilupperà la trama e non si sa cosa aspettarsi. Lo svolgimento, però, ci mostra subito la capacità dell'autore di dipanare ogni matassa senza farci confondere. Non c'è stato alcun momento in cui, durante la lettura, io abbia desiderato leggere qualcos'altro: quando si andava avanti con la trama noir mi interessava vedere cosa succedeva, quando il protagonista ci raccontava tramite flashback episodi passati della sua vita dimenticavo totalmente l'omicidio irrisolto e ogni volta che si parlava degli anni 80 prendevo appunti su appunti per non dimenticarmi assolutamente nulla.
"Ve l'ho detto che avrei voluto diventare uno scrittore? Sì, ve l'ho detto. Ma voi avete pensato bene di dimenticare il particolare. Siete interessati solo a sapere chi è l'assassino, voi, mica alle mie paturnie. Magari state saltando pure le parti in cui mi lascio andare ai ricordi per arrivare al punto."
Lo stile dell'autore mi è piaciuto moltissimo. La narrazione è sempre simpatica e scorrevole grazie alla scelta di far raccontare tutto direttamente dalla voce del protagonista, dandoci l'impressione di parlare direttamente con l'autore del romanzo, quasi fosse autobiografico, rendendo la lettura molto intrigante. Il punto di vista è intelligente e brillante anche se non molto politically correct (ed è giusto che sia così), e l'ho apprezzato tantissimo, nonostante la sua forte connotazione maschile che mi ha impedito per ovvi motivi di immedesimarmi con il protagonista.
"Ora, dopo quell'esperienza, ne ho la certezza: se la storia umana fosse stata scritta dalle donne, i trattati non sarebbero esistiti. La guerra dei trent'anni, ad esempio, sarebbe stata la guerra dei trenta bisticci. Trenta piccole guerre, cruentissime e feroci, ma di breve durata, a cui avrebbe fatto seguito almeno cinque secoli di odi e amori, cattiverie e tenerezze, perdoni e maledizioni, pianti e sorrisi. Sarebbe stato tutto più umano insomma, tutto più femminile."
Il ritmo di narrazione non è né lento né veloce perché l'autore si prende le giuste pause tra una scena d'azione e l'altra. In compenso il mio ritmo di lettura è stato, invece, velocissimo perché ho veramente apprezzato ogni singola riga, e mi sono dovuta forzare per non finirlo in un giorno solo. (Il perché non lo dovessi finire in un giorno solo è talmente machiavellico da indurmi a tacervelo, rimarrà un mistero tra me, il libro e coloro che conoscono il mio essere perfettina!)
"Ogni sera lo osservavo inerte dalla mia poltrona, e ogni volta decidevo che la distanza tra me e il lavello non rendeva l'impresa di lavare quel bicchiere degna di contenta fatica. Osservavo così l'agonia si quel gusto ucciso dall'aria senza alcuna pietà, decidendo che il destino di quella grappa non sarebbe stato finire nella mia pancia, e nemmeno nel tubo del lavandino, ma semplicemente perire sbiadita in quella tomba di vetro."
I personaggi sono, ovviamente, meno importanti del protagonista ma vengono comunque ben descritti. Mi è piaciuta tantissimo la lotta allo stereotipo del protagonista; ogni volta che ci descrive qualcosa o qualcuno l'uomo cerca di non incorrere in stereotipi che, in un modo o nell'altro, riescono sempre ad entrare anche nella terminologia e nei pensieri persino degli uomini più attenti. Anche solo le descrizioni dei personaggi potrebbero essere frammenti sufficientemente interessanti per poter apprezzare questo libro, non ve li ho inseriti nelle citazioni solo perché non volevo rovinarvi la sorpresa.
"Io invece quel giorno vidi cosa voleva dire essere una donna nelle mani di un uomo. Cosa voleva dire essere convinta di essere una miracolata di quel bastardo, invece che una povera sfruttata. Io quel giorno decisi che non volevo essere quel tipo di donna."
L'ambientazione non ha un ruolo fondamentale nelle vicende è comunque sempre presente e ben chiara.
Tra tutti i libri che recensisco sono molti quelli che consiglio ma pochissimi quelli che sono così belli da indurmi ad insistere con gli amici perché li acquistino. In questo caso è successo e sono sicura che se lo leggeranno (non l'avete comprato? correte subito ad acquistarlo su Amazon!!) lo potranno solamente apprezzare, perciò, come è ovvio, non posso che consigliarlo anche a voi! Compratelo per voi e anche come regalo se volete essere sicuri di regalare qualcosa che l'interessato ancora non ha ma che apprezzerà di certo! Credetemi, ci sono tante perle tra gli editori meno noti e aspettano solo di essere trovate!
Non vi ho ancora convinti? Leggete qualche citazione e capirete subito perché vale la pena di acquistare questo libro!