Goran, un criminologo, e la sua squadra stanno lavorando ad un caso; cinque bambine sono scomparse. Capiscono ben presto che non si tratta solo di rapimento bensì anche di omicidio, il serial kieller fa in modo di far loro trovare sei braccia sepolte nel terreno. Cinque appartengono alle bambine di cui conoscevano già la scomparsa, una è invece di una bambina sconosciuta.
L'agente Mila Vasquez, esperta di sparizioni di bambini, viene assegnata al caso con il compito di scoprire l'identità della sesta bambina.
Viene trovato il corpo della prima bambina, Debby, dentro il baule della macchina di un uomo. Il punto di vista in questo capitolo è molto interessante perché è proprio quello dell'uomo e l'autore cerca di farci credere che sia lui l'assassino delle bambine anche se, ben presto, si scopre che è stato solo "vittima" del killer vero e proprio. La squadra scopre, però, che l'uomo non è affatto innocente: è infatti un pedofilo che, fino a quel momento, aveva nascosto accuratamente la sua seconda vita. L'uomo si uccide appena il cadavere viene scoperto perciò gli investigatori non hanno modo di interrogarlo su come fosse venuto in possesso del corpo di Debby.
La bambina frequentava una scuola privata e, cercando nella sua stanza, gli agenti trovano un segnale GPS che li porta fino ad un ex orfanotrofio, qui si trova il secondo cadavere; quello di Annette, la seconda bambina rapita. La squadra scopre i nomi di alcuni uomini che, da bambini, erano stati in quell'orfanotrofio e li interrogano. Scoprono, così, che un tempo ci fu un delitto perpetrato da un bambino nei confronti di un altro. Il colpevole venne poi salvato dal prete che decide di coprire il reato e non dichiarare ciò che era realmente accaduto. Gli agenti vogliono parlare con l'uomo ma è irrintracciabile, ormai il prete è un altro, si chiama padre Timothy e non conosce né le vicende né il precedente prete. Una serie di indizi porta Mila ad andare da sola, di notte, dentro l'edificio a cercare ricetrasmittenti con cui il colpevole potrebbe averli sentiti parlare e scopre, troppo tardi, che Goran sapeva già che il colpevole era padre Timothy e di non aver detto nulla per non destare sospetti (assolutamente inverosimile, a parer mio). La protagonista si trova, dunque, in una situazione di pericolo con il prete che vuole ucciderla e con lei che non può difendersi perché al buio, da sola e drogata (che il prete avesse drogato il tè che le aveva fatto bere era talmente ovvio che mi sarei sinceramente stupita se poi non fosse stato così) i due finiscono sulla torre in cui il prete, che in realtà era il bambino che aveva ucciso il coetaneo nell'orfanotrofio, cerca di uccidere anche la donna, spingendola di sotto come già aveva fatto in precedenza. Mila riesce a salvarsi ma, nel tentativo, fa cadere il prete dalla torre e così anche lui muore e non può raccontare in che modo conosce il serial killer.(Lei drogata che riesce a fare peripezie straordinarie non mi ha convinta molto.) Anche lui non è altro che una pedina nello schema del vero cattivo, la squadra capisce che è intenzione dell'uomo far trovare loro i cadaveri delle bambine in luoghi in cui si sono consumati delitti di vario genere.
Il terzo corpo viene trovato a casa di una famiglia, piuttosto abbiente, tornata da una lunga vacanza. La squadra impiega molto tempo a capire quale sia l'indizio lasciato dal serial killer in questo caso. Seguendo un segnale, capiscono che la casa in cui è successo il delitto era quella di fronte. Un uomo ha tenuto in ostaggio una famiglia per molto tempo e nessuno se ne accorto. Egli viveva come un parassita nella casa come se gli appartenesse e teneva la famiglia legata ed incapace di difendersi. Si scopre che l'uomo non è più nella casa da qualche tempo e che, prima di lasciarla, ha ucciso tutti i suoi prigionieri, a parte il cane. Attraverso prove e rilevamenti scoprono che l'uomo è uno degli interrogati a riguardo dell'orfanotrofio, proprio lui aveva fornito le informazioni necessarie a capire l'accaduto(altro momento che stride, gli investigatori scoprono che l'uomo è stato in una discarica ma perché sono così convinti che sia proprio lui?). Una volta giunti alla casa capiscono immediatamente che l'uomo non è intenzionato ad arrendersi. Anche lui viene ucciso e, così, rende impossibile l'identificazione del serial killer.
Mila capisce che la bambina trovata nella casa non è la terza in ordine di rapimento, bensì la quarta. In realtà la terza era stata trovata in precedenza ma lei e Goran non erano stati avvertiti perché si trattava della casa di un uomo molto ricco e potente (altra nota stridente a parer mio, nel libro viene detto che l'avrebbero detto più avanti ma ai due è stato detto che le analisi dicevano fosse la terza bambina e il capo Roche teoricamente teneva aggiornati i giornalisti perciò come avrebbe potuto raccontare poi al pubblico che avevano mentito spudoratamente su questo ritrovamento per poter coprire le malefatte di un uomo ricco? In più appena i due fanno presente questa scoperta il capo, che inizialmente li voleva tenere all'oscuro, cambia idea in un attimo e li informa su tutto.). Il proprietario della casa è gravemente malato e si scopre che negli anni passati ha ucciso moltissimi giovani e li ha poi sepolti nel giardino di casa. Dato che l'uomo si trova in come gli agenti non possono interrogarlo ma Mila li convince ad utilizzare una medium per interagire con lui (avrei molte cose da dire sull'utilizzo della medium e dell'incoerenza che si sviluppa tra il dialogo e lo svolgimento ma ve le risparmio). La medium scopre che il serial killer e l'uomo si sono incontrati un giorno di molti anni prima e che è stato proprio lui ad indurlo per la prima volta ad uccidere un ragazzo. Grazie alle visioni della donna, la squadra scopre qualche caratteristica del serial killer, in particolare i suoi occhi grigi.
La quinta bambina è quella che crea più problemi alla squadra, viene trovata, infatti, nel Pensatoio; il luogo in cui la squadra vive e passa le giornate alla ricerca di indizi per risolvere il caso. Alla fine si pensa che il cattivo che è stato indicato dal serial killer sia Boris, l'esperto in interrogatori della squadra. L'uomo è accusato relativamente all'uccisione dell'ultima vittima del serial killer di cui la squadra si è occupata durante il caso precedente.
Attraverso trucchi di finta ipnosi e psicologia inversa Goran e i suoi scoprono che la sesta bambina, che si suppone ancora viva, è la figlia di Sarah Rosa una delle componenti della squadra. Lei ha aiutato il serial killer a posizionare i corpi e le prove poiché lui minaccia, se lei non lo avesse fatto, di uccidere sua figlia.
Da qui, per me, inizia la parte meno verosimile del romanzo in cui tutto è spiegato velocemente e senza dare spiegazioni plausibili.
Alla fine, per puro caso, si trova il responsabile della morte delle bambine; Vincent Clarisso. Anche lui muore prima di poter essere interrogato e tutti ritengono il caso chiuso. Mila, però, non si lascia convincere da quella soluzione, soprattutto perché l'uomo non ha gli occhi grigi e scopre che a casa sua ci sono riprese dell'appartamento di Goran e crede che sia stato rapito anche il figlio del criminologo. Giunti a casa sua scoprono che è pazzo e che ha ucciso sia la moglie che il figlio, senza ricordarsene e che ha allucinazioni uditive e visive in cui crede che il figlio sia vivo. Mila viene sconvolta da questa scoperta perché nel frattempo aveva instaurato un rapporto sentimentale con il criminologo (nonostante fosse incapace di amare e provare qualsiasi sentimento all'inizio del romanzo) e capisce che Boris è innocente e che la bambina nel pensatoio era riferita al crimine di Goran. Ci sarebbe una lunga parentesi da fare anche su Mila che non sa provare empatia ma capisce metà delle cose proprio grazie ad empatia, ma non voglio infierire.
La protagonista scopre, senza prove, che l'uomo che stavano cercando, cioè l'ideatore di tutto, è chiuso in carcere dall'inizio delle indagini. Il titolo del libro è spiegato; il suggeritore è il mandante di tutto ma non ha materialmente fatto nulla. L'uomo termina la sua condanna senza che si riesca a scoprire la sua identità.
Dulcis in fundo abbiamo l'amo che cerca di catturarci per convincerci ad andare avanti con il prossimo romanzo. Mila è stata rapita da bambina e ha sempre pensato che l'uomo responsabile del suo rapimento mentisse dicendo che lui voleva proteggerla da un uomo chiamato Frankie. Scopre che la stessa cosa è stata detta alla sesta bambina, così capisce così che, probabilmente, tutto è stato organizzato dal serial killer per lei e che Frankie, tutto sommato, esiste veramente.