Goodbye, Philip Roth

Philip Roth è morto ieri 22 Maggio 2018 ma le sue opere rimarranno a noi per sempre; ecco quali vi consiglio.

Goodbye, Roth

 

Svegliarsi con le parole Philip Roth è morto è garanzia che quella tua giornata non sarà come tutte le altre.

Non si tratta di un amico o di un parente, ma la sofferenza c'è: l'accorgersi che siamo tutti mortali, anche chi immortale lo potrà essere per altre vie, è un duro colpo.

Philip Roth è morto ieri 22 Maggio 2018 e, con lui, è morto un pezzo della Letteratura. 

Tante sono le polemiche suscitate dalla sua morte, perché noi esseri umani ancora non abbiamo capito (e forse non lo capiremo mai) che davanti all'Arte bisogna tacere, che la soggettività esiste non per dover schiacciare le opinioni altrui ma per poterne godere senza aver bisogno di infangare gli altri. Un genio della Letteratura americana oggi è morto e, a parlare, secondo me dovrebbe essere solo chi conosce la sua Arte o chi, in generale, la rispetta in quanto tale.

Il motivo per cui oggi ho deciso di scrivervi è questo: è oggettivo che qui in Italia la Letteratura, specialmente quella alta, sia particolarmente bistrattata. L'unico momento in cui Philip Roth è stato veramente famoso (non in termini di qualità badate, bensì in quantità di gente che se ne interessa nel nostro Paese) è questo e, dunque, non voglio che ciò vada sprecato. Oggi è l'unico giorno in cui parlare di Philip Roth da parte di noi amanti delle sue opere potrà valere qualcosa anche al di là del nostro cerchio, oggi è il giorno in cui abbiamo perso un grande autore, ma è anche il giorno in cui potremo, finalmente, parlarne essendo ascoltati. Oggi è il giorno in cui chi non ha mai letto Philip Roth se ne interesserà e si chiederà da quale libro dovrebbe iniziare per scoprire se è così sensazionale come molti dichiarano.

Perché Roth è morto sì, ma è tutto quello che ha scritto prima di oggi che dovrebbe creare sensazione, che meriterebbe il primo posto in tendenza su Twitter, che dovrebbe essere riportato su ogni siti di Cultura che si rispetti.

Non tutti amano Roth, non è un scrittore adatto ad essere amato incondizionatamente. Al di là di ciò che si dice di lui come persona, si percepisce da ogni suo scritto una consapevolezza di sé che può stare antipatica, persino essere odiata.

Di lui come autore si può dire di tutto: troppo sesso, troppo tracotante, troppo arzigogolato, troppo prolisso, troppo troppo. Chiunque, però, abbia la capacità di distinguere qualcosa di qualitativamente valido, potrà asserire che Roth, con tutti i suoi difetti, era un genio della parola, un uomo che avrebbe saputo raccontare di tutto senza renderlo mai noioso o banale. Una persona nata per scrivere si riconosce, e Roth lo era e ha dedicato tutta la sua vita a migliorarsi ogni giorno, fino ad arrivare ad un livello irraggiungibile per la maggioranza delle persone.

Come sapranno i più affezionati, il mio blog si è aperto proprio con una recensione di un libro di Roth, la mia prima opera di quest'autore che, da subito, mi ha fatto capire di avere scoperto una nuova frontiera della Letteratura. 

Questi sono i motivi per cui oggi, nel mio piccolo, ho intenzione di ripercorrere velocemente con voi le opere (che conosco) di questo grande autore, in modo da aiutarvi a capire da cosa partire per iniziare a scoprirlo. Il mio tentativo, forse vano, è quello di incanalare il dispiacere per la morte di un grande artista in qualcosa di utile per tutti. Se anche uno solo di voi comprerà un romanzo di Roth dopo aver letto questo articolo, io sarò felice. Non lo si può far tornare indietro, ma lo si può far vivere per sempre attraverso la sua opera.

Il primo concetto fondamentale da sapere su questo autore è che le sue opere possono essere divise in due filoni: quello che vede un narratore diverso per ogni opera e quello che, invece, ha un unico protagonista: Nathan Zuckerman.

Mentre per il primo filone voi potrete leggere liberamente ciò che vorrete senza incorrere in nessun tipo di anticipazione, se sceglierete un'opera del secondo filone dovrete sapere che, indifferentemente dal titolo scelto, state rischiando di apprezzare meno la storia.
Il motivo è semplice: tutti i libri con la figura di Nathan Zuckerman sono completamente sé stanti ma presentano al loro interno la figura di Nathan, alter ego letterario dell'autore e, per questo, leggendo le opere in ordine sparso potrete apprezzare meno il percorso di vita e di cambiamento di questo personaggio, rischiando di gradire il libro diversamente da quanto avreste fatto procedendo in ordine cronologico.

Questo lo dico per avvertirvi: io ho letto i libri in ordine sparso e mi sono accorta di tutto con il senno di poi, sei tratta di sfumature che non a tutti interessa cogliere, sta a voi decidere se andare in ordine cronologico rischiando di non iniziare subito dal libro che fa per voi o di scegliere l'opera solamente per le sue caratteristiche rischiando, però, di rovinarvi in piccola parte l'idea che avrete leggendo solo successivamente le opere pubblicate precedentemente.

Io ora parlerò delle opere che ho letto presentandovele in ordine cronologico di pubblicazione.

  • Goddbye, Columbus e cinque racconti (1959) (Filone NO Zuckerman) 
    Sto leggendo proprio oggi quest'opera che ancora mi mancava. Ho terminato la lettura di Goodbye, Columbus e l'ho apprezzata. È principalmente una storia d'amore che racconta le difficoltà nel relazionarsi tra due giovani innamorati di estrazioni sociali diverse.
    A chi la consiglio come prima opera: A coloro che amano vedere il progresso letterario di un autore, a chi ama le storie d'amore basate sull'intelletto oltre che sulla passione, a chi vuole entrare nel mondo di Roth a piccoli passi leggendo qualcosa di più standard e facilmente digeribile.
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  • Lo scrittore fantasma (1979) (Filone Sì Zuckerman) 
    Primo romanzo che vede come protagonista l'alter ego letterario dell'autore alle prese con il sogno della sua vita: diventare un grande scrittore. 
    A chi la consiglio come prima opera: A coloro che sono interessati a conoscere la storia di Nathan Zuckerman dagli esordi e trovano affascinante come la psicologia del personaggio possa crescere nel tempo. A chi vuole una lettura intelligente e geniale che gli mostri di cosa è capace l'autore senza, però, esagerare nell'estensione.
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  • Zuckerman scatenato (1981) (Filone Sì Zuckerman)
    Secondo libro che vede come protagonista l'alter ego letterario dell'autore. In questo romanzo il personaggio si dibatte contro i problemi causategli dalla popolarità provocategli dalla pubblicazione del suo primo romanzo.
    A chi la consiglio come prima opera: A chi dà particolare importanza all'ironia, in ogni romanzo di Roth questo aspetto è fondamentale ma, qui, l'autore rincara la dose donando al lettore una lettura scorrevole e divertente ma piena di significato.
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  • La lezione di anatomia (1983) (Filone Sì Zuckerman)
    Terzo libro che vede come protagonista l'alter ego letterario dell'autore. Qui è forte la componente erotico/sessuale, anch'essa raccontata con grande ironia.
    A chi la consiglio come prima opera: A chi apprezza che in un libro vengano toccati tutti gli argomenti possibili, anche quelli considerati tabù, a chi non crede che si possa parlare di sesso in un testo di alta letteratura, a chi ha voglia di divertirsi leggendo qualcosa di qualità.
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  • La controvita (1986) (Filone Sì Zuckerman)
    Quarta opera con Zuckerman che, però, diverge grandemente nella struttura dagli altri romanzi. Ci sono più mondi possibili e il nostro narratore si diverte ad immaginare cosa sarebbe successo se.
    A chi la consiglio come prima opera: A chi non si spaventa davanti alla sostanza se scritta con bravura. A chi ama i libri strani, dalle strutture diverse. Alle voci fuori dal coro che hanno bisogno di qualità oltre che di genialità.
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  • I fatti, autobiografia di un romanziere (1988) (Filone Sì Zuckerman)
    Autobiografia che Roth decide di scrivere a 55 anni, per poter dividere la realtà dalla finzione e farci capire da quali fatti sono nate le storie che vedono come protagonista il suo alter ego letterario.
    A chi la consiglio come prima opera: A chi è incuriosito da Roth come persona e non come autore.
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  • Pastorale americana (1997) (Filone Sì Zuckerman)
    In questo romanzo è presente Nathan Zuckerman che funge da narratore ma il vero protagonista della storia è Lo Svedese, uomo conosciuto sin dai tempi dalla scuola dall'alter ego di Roth. 
    A chi la consiglio come prima opera: A chi desidera buttarsi subito sull'opera che esprime Philip Roth al 100%. Tutti i suoi pregi e i suoi difetti sono presenti all'interno di quest'opera vincitrice del Premio Pulitzer.
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  • La macchia umana (2000) (Filone Sì Zuckerman)
    Anche in questo libro Nathan Zuckerman fa da narratore e spettatore: il vero protagonista è un altro. La macchia umana è stato il primo romanzo che ho letto di Roth e, per questo, mi lega a lui un affetto particolare. Colpisce in particolare per l'introspezione dei personaggi (tutti) unica: solo Roth poteva essere capace di farlo.
    A chi la consiglio come prima opera: A chi apprezza i personaggi vivi, reali e non solo realistici. Chi sa che tutti, anche i cattivi, hanno buoni pensieri e, spesso, si considerano le vere vittime. A chi è affascinato dalla capacità di un autore di riportare e rendere reali i piccoli gesti che ognuno di noi compie e di cui, forse, nemmeno si rende conto.
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  • Indignazione (2008) (Filone NO Zuckerman)
    Quest'opera parla della guerra di Corea, ma dal punto di vista dello studente spaventato all'idea di doverla affrontare e che si rifugia nello studio per non doverlo fare, non del soldato esperto che abbraccia il fucile per degli ideali. Questo colpisce in particolare per il finale e per il carattere del protagonista.
    A chi la consiglio come prima opera: A chi vuole conoscere Roth iniziando da qualcosa che può essere letto in qualsiasi momento e da chiunque: una piccola storia che racconta di una vita semplice e normale ma ambientata in un momento storico importante e difficile per i ragazzi statunitensi.
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Ognuno di questi libri è consigliato, inoltre, a chi è interessato a conoscere la cultura ebraica e, soprattutto, la difficoltà per un uomo ebreo per riuscire a vivere nel mondo contemporaneo. Il retaggio della religione e della famiglia incidono su tutti gli uomini della generazione di Roth e, nelle sue opere, questo argomento è fortemente trattato. 

Spero che questo mio articolo vi possa interessare alle sue opere se non l'avete mai provato, che vi induca a dargli un'altra possibilità se per caso avrete letto qualcosa che forse non era fatta per voi e che vi induca a riprenderlo in mano in caso lo aveste abbandonato.

Goodbye, Roth. Noi continueremo a leggerti e a ritrovarti ogni giorno.

 

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