«I Drawlers sono luoghi di solitudine e abbandono», spiegò. «I Drawlers sono... terre desolate.»
Terre desolate è il terzo libro della serie La Torre Nera di Stephen King. Come sapranno già coloro che mi seguono da un po', io ho letto tutto dell'autore e sto rileggendo, molto lentamente, l'intera serie per vedere se le mie prime impressioni si riconfermeranno, o se, questi libri mi riserveranno ulteriori sorprese, positive o negative che siano. Inizialmente, lo scopo principale era quello di rileggerli per poi poter visionare il film La Torre Nera, uscito da poco nelle nostre sale, ma scoprendo la poca serietà ed attinenza di quest'opera cinematografica con i libri in questione, ho deciso di continuare la lettura ma di lasciare perdere il film, sperando che l'eventuale serie TV sarà qualcosa di meno ridicolo e che rispetti l'opera principale.
Sintesi della mia opinione dei primi due volumi:
L'ultimo cavaliere non mi ha entusiasmata né la prima né la seconda volta che l'ho letto, sebbene lo abbia capito di più grazie alla rilettura. È fondamentale per capire la trama dell'intera serie ma si apprezza più con il senno di poi che durante la lettura, che può risultare un po' ostica.
La chiamata dei tre, invece, è stato uno dei miei preferiti alla prima lettura e mi è piaciuto moltissimo in questa rilettura. Lo vedo come un romanzo fondamentale per capire le basi della serie; lo considero, perciò, più come una preparazione che come l'inizio vero e proprio.
Di Terre desolate ricordavo poco, se non che mi era piaciuto ma non quanto il precedente; l'ho letto alla velocità della luce durante la prima lettura e, mi sono ripromessa di leggerlo più lentamente durante questa rilettura. In realtà, ho fallito clamorosamente, perché, ho finito il libro in soli tre giorni di lettura.
Chi mi segue su Instagram sa che, in realtà, avevo iniziato questo romanzo in estate, in due giorni sono arrivata circa a 2/3 delle pagine. Successivamente, l'ho prestato al mio ragazzo che sta leggendo la serie per la prima volta, ed ho aspettato che lui lo terminasse. Questo significa che ho ripreso il libro in mano parecchio tempo dopo averlo iniziato e, sinceramente, pensavo persino di essermelo rovinato un po', perché avendo affrontato moltissime letture nel frattempo, non avevo più una particolare attenzione verso Terre desolate. Poi l'ho ricominciato a leggere e, dopo dieci pagine, mi sono subito accorta che il tempo passato dall'inizio della lettura non aveva cambiato assolutamente niente, anzi, perché mi ha coinvolta immediatamente e, infatti, l'ho terminato proprio quel giorno, portandomi anche a modificare i miei piani perché non pensavo davvero di non riuscire a scollarmi dalle sue pagine.
Il ritmo, infatti, è molto serrato e, trama e stile, ti spingono a girare le pagine molto velocemente. Io già sapevo cosa sarebbe successo, eppure, non riuscivo a soffermarmi troppo. In realtà, mi sono ripetuta più volte di rallentare, perché volevo interiorizzarlo il più possibile, con King però davvero non riesco e, così, ho finito la rilettura impiegando forse meno tempo che nella prima lettura.
I milioni di tag totalmente differenti confonderanno coloro che non hanno mai letto un libro di questa serie: fantasy, fantascienza, western, horror, sembra un mix terribile che vuol dire tutto o niente e, se fossi io a scoprire che un romanzo appartiene a così tanti generi diversi, me ne terrei ben alla larga, spaventata dalla confusione ma, in realtà, questa serie va ben al di là della classica categorizzazione.
Ho trovato un paragone azzardatissimo per spiegarvi cosa intendo ma premetto che molti di voi, sia chi legge King che chi non l'ha mia letto, rabbrividirà nel leggerlo e che, probabilmente non lacondividerà nessuno. Per me la serie La Torre Nera è, in parte, paragonabile a (rullo di tamburi) Lost.
Probabilmente la stragrande maggioranza di voi avrà visto questa serie TV o ne avrà sentito parlare e, sapendo di cosa parla, sarete sicuramente consapevoli del fatto che è impossibile inquadrarlo in un unico genere. Nelle prime puntate può sembrare quasi un horror, prende ben presto una piega mistery, è indubbiamente di fantascienza, ma gli autori non si sono fatti mancare nemmeno aspetti fantasy molto marcati.
Quando, esattamente un anno fa, ho visto questa serie TV per la mia primissima volta, non l'ho minimamente collegata a questa serie di libri, l'avevo letta poco meno di dieci anni fa ed era ben lungi da essere ricordata così nel dettaglio. Da quando, però, ho iniziato a rileggerla, specialmente in questo volume che introduce aspetti molto Lostiani, ho trovato tantissime analogie tra le due serie. Non sto parlando di plagio, ovviamente, ma semplicemente di una sensazione comune data da entrambe le opere, perché entrambe sono ascrivibili a più categorie perché presentano elementi tipici di più generi ma, prese nella loro totalità, possono essere considerate totalmente differenti da ciò che ci si può aspettare da un romanzo di quella categoria.
Insomma, Terre desolate più che un agglomerato di generi è, semplicemente, una cosa a parte. Troppo complicata per avere un'unica categoria, bisognerebbe costruirgliene una ad hoc, proprio come si dovrebbe fare con Lost.
È, ovviamente, impossibile parlarvi della trama senza anticipare assolutamente nulla dei libri precedenti. Nonostante io sia un'acerrima nemica delle anticipazioni, sarà impossibile che leggendo le citazioni o anche altri aspetti di questa recensione, non scopriate qualcosa di nuovo. Quindi, io anticiperò il meno possibile, ma se avete intenzione di leggere la serie e non l'avete ancora iniziata, vi consiglio di andare alla recensione del primo volume, che potete trovare QUI.
Per anticipare il meno possibile, mi limiterò a dire che, finalmente, il ka-tet è al completo e che questo può essere considerato il volume in cui inizia il vero e proprio viaggio verso La Torre Nera.
Come sapete, io divido il concetto di trama con quello di svolgimento. La trama per me è l'idea generale lo svolgimento è lo sviluppo della stessa. In questo caso la trama è molto bella ma lo svolgimento la rende anche migliore di quanto ci si sarebbe potuto aspettare.
Secondo la mia personalissima opinione, però, questo libro è una miscellanea di più storie, per ogni parte c'è una trama diversa e, se fosse stato suddiviso a sua volta in più libri non ci avrei trovato niente di strano. La struttura, infatti, è studiata in un modo piuttosto stravagante, nella trama completa che potete trovare qui sotto, specifico esattamente in quale punto, secondo me, sarebbe dovuto terminare il romanzo e perché la penso così.
Il finale è, da sempre, uno dei punti deboli di King. In questo caso invece di fare il suo solito errore, di cui vi parlerò largamente nel primo post che farò su questo autore, fa una scelta che non condivido affatto. Non dico altro, perché anticiperei qualcosa, ma in tutta verità, a causa di questo motivo, il voto avrebbe oscillato tra l'8 e l'8 e 1/2.
Inutile dire, anche perché ve l'avrò ripetuto ormai una decina di volte se non di più, che lo stile di King a me piace tantissimo. Si tratta di un autore mainstream o, altrimenti detto, commerciale, e non ha certamente lo stile di un autore di letteratura alta, sebbene molti dei cosiddetti autori "seri" per me scrivano ben peggio. Io, però, lo amo così com'è, lo trovo perfetto per il genere che scrive (e non è solo horror, non mi stancherò mai di ripeterlo!!!) e lo trovo davvero bravissimo. Questo, ovviamente, non significa che sia perfetto e che io non noti i suoi difetti, anzi, avendolo letto in tutte le salse e anche più volte, mi riesce ancora più semplice notare qualcosa che non mi piace. Vi parlerò di lui in generale il prima possibile nell'articolo che citavo precedentemente, così potrò parlarvene quanto vorrò e non inserirò dettagli inutili in questa recensione. Se avrete pazienza, scoprirete tutte le novità che, al momento, sono solo in fieri ma che quando saranno realizzate vi stupiranno certamente. (E io non vedo l'ora!)