Un parco dei divertimenti gigantesco che promette di soddisfare ogni bisogno ma nasconde inquietanti verità: Wunderland di Francesco Recami è una lettura tanto rapida quanto destabilizzante.

Recensione

Wunderland è l’ultima uscita di Francesco Recami, pubblicato nel 2024 da Sellerio.

I titoli di questo autore mi hanno sempre incuriosita e finalmente posso dire di averlo provato.

Scelto tra i moltissimi testi presenti nella mia libreria, Wunderland mi ha inizialmente colpita per la sua ambientazione. La storia si apre infatti in un mondo molto simile al nostro ma con elementi che fanno immediatamente pensare al distopico: orari prestabiliti, controllo dei cittadini, spegnimento delle luci, coprifuoco. Dal racconto del protagonista comprendiamo sia che queste condizioni durano da tempo e si sono anche trasformate, diventando più rigide, sia che coloro che vivono all’interno di questo luogo immaginario situato da qualche parte in Germania non si ricordano granché del loro passato.

A contribuire alla grande resa dell’ambientazione si aggiungono descrizioni attente e dettagliate (ma mai noiose) e l’aspettativa. Infatti, nonostante il luogo di partenza già sia molto promettente il lettore capisce sin da subito che sarà un altro quello che lo stupirà veramente: Wunderland. Questo parco di divertimenti che racchiude dentro se stesso le migliori località del mondo (per l’Italia arriverà persino Rimini!) è la meta agognata del nostro protagonista, Bruno.

Quest’ultimo è anche il narratore e l’unico punto di vista della vicenda. Vero e proprio antieroe, colpisce più per i suoi difetti che per gli eventuali pregi che sente di possedere: cinico, sboccato e molto superficiale, fare il tifo per lui è quasi impossibile. Anche gli altri personaggi, a dirla tutta, non brillano per la loro simpatia e faticano a colpire positivamente.

La narrazione, essendo in prima persona, assomiglia più a una chiacchierata al bar piuttosto che a quella di un romanzo. È colma di volgarità, modi di dire e utilizza un linguaggio comune, a parte pochi casi isolati.

La trama cambia repentinamente così come il genere letterario del libro: se inizialmente sembra un distopico poi diventa quasi un thriller con colpi di scena incredibili, tradimenti, assassinii, fughe disperate.

Il ritmo di lettura è veramente molto veloce e se il romanzo non fosse così semplice nello stile si potrebbe addirittura rischiare di non comprendere il passaggio tra una scena e l’altra e tra una situazione e quella successiva proprio a causa di questa velocità.

Il messaggio è l’aspetto più interessante del romanzo e anche il motivo per cui quelli che durante la lettura sembrano difetti del testo possono essere invece considerati degli indizi per capire la verità nascosta sottostante che viene svelata solo a fine libro dall’autore stesso e che personalmente avevo capito solo in parte (la metafora sottostante ma più evidente tocca temi come il controllo sociale e la perdita della memoria storica, portando a una riflessione sul nostro rapporto con il passato e sulla manipolazione della realtà.).

In conclusione, Wunderland è un’idea brillante sviluppata in modo volutamente superficiale. Lo consiglio solo a chi ama i romanzi provocatori e caustici e non a chi, come me, ricerca profondità stilistica e personaggi ben costruiti perché ai nostri occhi rischia di essere un’esperienza più frustrante che appagante.