Vivere!

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Poi decisi di non prendermela, in fondo che senso aveva tormentarmi così? tutto questo era destino. Come recita il detto, chi scampa a una grave sventura, troverà infine la fortuna. Sicuramente mi aspettava un futuro radioso nella seconda metà della mia vita.

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Incipit

Quand’ero dieci anni più giovane, ottenni un bel lavoro da scansafatiche, andar per le campagne a raccogliere ballate popolari. Per tutta l’estate errai come un passeggero vagabondo tra casette e campi inondati di sole e di cicale. Mi piaceva bene quel tè dal gusto amarognolo dei contadini; lo tenevano in un secchio, sotto gli alberi sul ciglio dei campi.

Recensione

Informazioni generali

Vivere! è un romanzo di Yu Hua del 1993 portato in Italia da Feltrinelli con una traduzione di Nicoletta Pesaro.

Struttura

Il romanzo è un racconto nel racconto. Il narratore iniziale, che incontriamo nell’incipit, si soffermerà per quasi la totale durata del libro a raccontare la storia di Fugui, il protagonista, così come lui stesso l’ha ascoltata. Il narratore reale per la maggior parte del romanzo è perciò Fugui stesso. La cornice letteraria del racconto nel racconto, un po’ come quella più celebre del manoscritto ritrovato, ha la funzione di aggiungere credibilità al testo e in questo libro in particolare credo sia stata usata anche da filtro per non far dialogare il lettore direttamente con il protagonista che, soprattutto a inizio libro, potrebbe risultare un interlocutore sgradevole a causa di ciò che racconta di sé stesso.

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Ma non ho mai incontrato una persona indimenticabile come Fugui, che ricordasse in modo così nitido la propria vicenda e la sapesse poi raccontare così bene. Era uno di quegli uomini che sanno leggere il proprio passato, era capace di rivedere perfettamente il suo modo di camminare quand’era giovane e persino come era invecchiato.

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Trama e tematiche

La storia raccontata è quella di Fugui e comprende quasi tutta la sua vita. Da ricco spendaccione a padre di una famiglia povera, il suo racconto è personale ma grandemente influenzato dalla Storia. Le tematiche maggiormente affrontate sono i rapporti familiari, malattia, morte e povertà.

Stile, ambientazione e atmosfera

Il racconto è interamente in prima persona ed è impostato anche linguisticamente come se fosse orale. Il linguaggio è semplice e chiaro e lo stile può sembrare piatto e neutro perché non presenta inflessioni che inducano all’ilarità o alla tristezza il lettore.

L’ambientazione geografica è prevalentemente quella della Cina rurale e a livello temporale comprende buona parte del XX secolo. Racconta bene, ma senza approfondirle, le trasformazioni politiche e sociali della Cina del Novecento.

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In paese è stata organizzata una mensa, ora che le pentole sono state distrutte nessuno sarà più costretto a fare da mangiare: bisogna risparmiare le forze per correre verso il comunismo. Se si ha fame, basterà alzare le gambe e varcare la soglia della mensa: pesce, carne mangerete a crepapelle!

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A causa dello stile, inizialmente è difficile provare emozioni, se non la possibilità di fastidio nei confronti degli atteggiamenti di Fugui che a inizio storia si presenta come un giovane ricco superficiale e dissipatore. Procedendo con la lettura si comincia però ad apprezzare la neutralità del racconto: le scene descritte e le tematiche affrontate sono già talmente forti che aggiungere enfasi stilistica avrebbe reso meno credibile il racconto dando una sensazione di esubero emotivo al lettore.

Cura del testo

Nel libro sono presenti note brevi e nessuna prefazione/postfazione. Non c’è alcuna difficoltà di comprensione del testo ma le tematiche raccontate poco conosciute dal lettore occidentale sono numerose perciò ci sarebbe stato molto spazio potenziale di approfondimento. La traduzione appare ottima: il testo è fluente e coerente.

Esperienza personale