Recensione di Riccardin dal ciuffo di Amélie Nothomb

Incipit

Incinta a quarantotto anni per la prima volta, Enide aspettava il parto come altri la roulette russa. Eppure poteva dirsi felice di questa gravidanza che aveva desiderato tanto a lungo. Se ne era resa conto quando era già al sesto mese.

Trama in breve

Deodato, un giovane intelligente ma di aspetto sgradevole, e Altea, una ragazza di bellezza mozzafiato ma poco brillante, intrecciano le loro vite in una moderna reinterpretazione della fiaba di Perrault “Enrichetto dal ciuffo”.

Informazioni

Riccardin dal ciuffo è un libro del 2016 di Amélie Nothomb edito Voland.

Autrice originale e divertente, mi ha conquistata ormai da molto tempo, tanto da indurmi ad ascoltare un audiolibro al mese (al momento su Audible sono presenti tutti a parte l’ultima pubblicazione) della sua bibliografia, in ordine cronologico.

Ancora una volta la scrittrice si cimenta nella ricostruzione in chiave moderna di una delle fiabe che più l’hanno colpita durante l’infanzia: Enrichetto dal ciuffo. Questo testo contiene uno dei temi chiave nei romanzi dell’autrice belga la bellezza.

Pro

Ciò che colpisce in ogni libro di Nothomb è la sua originalità. Anche quando, come in questo libro, si cimenta a raccontare a modo suo qualcosa di già esistente non mancano le occasioni per il lettore di essere stupito da svolgimenti atipici, dialoghi particolari o anche solo comportamenti inaspettati da parte dei personaggi. Anche per chi, come me, ha già letto quasi tutto ciò che ha scritto non è facile sapere cosa effettivamente succederà all’interno del testo. Famosa per i suoi finali kamikaze, Nothomb non ti fa capire fino all’ultimo momento se quello sarà uno dei libri a lieto fine, con finale aperto o che finisce “male”.

Il secondo aspetto che amo di questa scrittrice e che ho ritrovato anche in questo libro è l’utilizzo sapiente e bilanciato della sua ironia. Ultimamente sono tanti gli scrittori che mi danno l’impressione di eccedere con questo elemento: scherzano talmente tanto che, per quanto risultino simpatici e i loro romanzi piacevoli da leggere, ci si ritrova a fine lettura a prenderli poco sul serio: troppe battute e poca letteratura, almeno all’apparenza. Nothomb, invece, non utilizza volentieri narratori intrusivi e lascia la parte simpatica alle scene che racconta o direttamente ai suoi personaggi. Ci si diverte perciò senza sentirsi indotti a farlo, avvertendo una genuina simpatia che non pare mai forzata o esagerata.

Contro

Un aspetto che può piacere o meno a seconda della personalità del lettore è la sua ripetitività. Non è la prima volta che Nothomb parla di bellezza all’interno di un suo testo e fa conoscere le sue opinioni al riguardo. Sebbene la trama sia diversa non è difficile per chi ha già letto molto altro di suo fare paragone con diversi altri romanzi, primo fra tutti Attentato. Leggerla in ordine cronologico fa notare sia in quali aspetti c’è una crescita o un cambiamento sia in cosa invece rimane inamovibile e uguale ad anni prima e in questa tematica purtroppo non cambia mai nulla.

A proposito è arrivata anche una critica di Michela Murgia che l’ha definito un libro “scritto con la mano sinistra”. Cioè un romanzo scritto quando ormai non c’è più nulla da dire e che l’autore scrive solamente per continuare il suo lavoro dato che ormai, essendo famoso, vende anche solo per il proprio nome.

Il motivo per cui mi spingo a dire che nella tematica “purtroppo” non cambia mai nulla è il secondo aspetto negativo del testo: il messaggio. Sono la prima a pensare che i libri non debbano insegnare nulla o fare la morale ma conoscendo la vita privata della scrittrice e le problematiche personali che ha dovuto affrontare e leggendo i suoi libri con questo argomento è veramente difficile non vedere ciò che trasmette con testi di questo tipo e l’effetto finale, per chi è sensibile all’argomento bellezza/peso può non essere dei migliori e creare difficoltà ad alcuni lettori. Se in teoria ciò che dovrebbe arrivare è ciò che ci fa capire anche la fiaba originale cioè che “la bellezza non è unica ma è negli occhi di chi guarda” nella pratica è piuttosto evidente come negli occhi dell’autrice la bellezza sia sempre e solo una.

Impressione personale

Al contrario di Michele Murgia, non credo che uno scrittore dovrebbe pubblicare un romanzo solo se ha qualcosa di nuovo da dire o l’urgenza/esigenza di farlo. Concordo però sul fatto che Riccardin dal ciuffo non ha aggiunto niente alla carriera letteraria di Nothomb e che se non fosse esistito nessuno avrebbe avvertito un vuoto nella sua bibliografia già ricca e varia.

Ascoltandolo ho passato ore piacevoli che me l’hanno farro apprezzare ma che mi hanno anche fatto pensare spesso “ancora?”. La qualità c’è, c’è l’intrattenimento, la penna c’è e per questi motivi l’ho valutato 7.5: esperienza positiva ma che non rifarei in particolare.

Conclusione