Recensione di Orbital di Samantha Harvey

Incipit

Ruotano intorno alla Terra nella stazione spaziale, cosi uniti e così soli che ogni tanto persino pensieri e mitologie si fondono. A volte sognano gli stessi sogni - frattali e sfere azzurre e volti familiari inghiottiti dall'oscurità, e il nero vivace dello spazio che è una frustata a tutti i sensi. Lo spazio puro è una pantera, selvatica e primordiale; la sognano aggirarsi ferale tra loro. Dondolano nei sacchi a pelo. A una spanna di distanza, oltre una lastra di metallo, l'universo si dispiega in semplici eternità. Il sonno si fa più leggero mentre un lontano mattino terrestre inizia a balenare e i primi messaggi silenziosi del nuovo giorno lampeggiano sui loro portatili: la stazione sempre allerta, sempre sveglia, ventilatori e filtri che ron-zano. In cucina ci sono i resti della cena, forchette sporche fissate al tavolo con calamite e bacchette infilate in una custodia sulla parete. Quattro palloncini azzurri fluttuano nell'aria purificata, insieme a bandierine di stagnola con la scritta Buon compleanno. Nessuno compie gli anni ma volevano festeggiare e non c'era altro. Su un paio di forbici c'è un baffo di cioccolato e una piccola luna di feltro è legata con un pezzo di spago alle maniglie del tavolo pieghevole. Fuori, la Terra rotola via in una massa di luce lunare, si allontana mentre loro avanzano verso il suo sconfinato confine; i ciuffi di nuvole sul Pacifico dipingono di cobalto l'oceano notturno.

Trama in breve

Facciamo compagnia a sei astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale mentre sono intenti ad osservare la Terra, tanto amata e tanto fragile.

Informazioni sul libro

Orbital di Samantha Harvey è un libro del 2024 pubblicato in Italia da NN Editore e tradotto da Gioia Guerzoni.

Iniziato nel 2010 e poi abbandonato dalla scrittrice (che ha studiato filosofia e scrittura creativa) per mancanza di conoscenze empiriche sul tema “spaziale” del romanzo.

Com’è capitato a molti il periodo della pandemia ha aiutato la scrittrice a trovare il tempo per affrontare nuovamente la scrittura di quest’opera che le è valsa molte ore di ricerca.

Il libro ha ricevuto recensioni molto positive dalla critica e ha vinto il celebre Booker Prize.

PRO

Messaggio ecologista: Nel romanzo gli astronauti guardano la Terra dall’alto e riflettono su di essa. Se dapprima non notano nulla più di ciò che già si conosce del nostro pianeta, più approfondiscono ciò che vedono e più scorgono gli effetti delle politiche, ecologiche ma non solo, dei diversi Stati. Con i loro occhi il lettore riesce a vedere la fragilità e l’importanza del luogo che ci ospita, dimostrando come il nostro guardare a Marte e al resto dello spazio derivi solo dall’essere troppo vicini alla Terra e al darla per scontata.

Struttura divisa in orbite: Il titolo, Orbital, si presenta nella denominazione di capitoli, che sono appunto divisi in 16 orbite eseguite dalla Stazione Spaziale Internazionale. Le riflessioni dei personaggi sono spesso legate a ciò che vedono fuori dal loro finestrino in quel momento.

Il periodo di pandemia in cui è stato sviluppata buona parte del romanzo dona un doppio significato ad entrambi questi elementi: la struttura ad orbita può indicare la ciclicità della vita e della natura e l’osservazione eseguita dagli astronauti risuona come ciò che ha provato ognuno di noi osservando la vita scorrere al di fuori delle nostre case, rappresentando una metafora di isolamento e alienazione da quella che poteva essere considerata la vita reale.

CONTRO

Trama quasi inesistente: Il libro è particolarmente legato alla contemplazione e alla conseguente percezione. Sono poche le cose che accadono e non sono strettamente collegate tra loro. Non c’è un seguito di quanto viene raccontato.

Personaggi abbandonati: I diversi personaggi che popolano il libro sono denominati, descritti e anche brevemente raccontati in quelle che sono le loro particolarità e le loro priorità. Il lettore però fa appena in tempo a distinguerli l’uno dell’altro e a cercare di conoscerli meglio che essi scompaiono per lasciare il primo piano alla loro contemplazione. Nonostante ad alcuni capitino anche cose molto gravi esse vengono solo nominate, come se esistessero ma, davanti all’immensità della vita e del mondo, non fossero rilevanti. Questa scelta narrativa rende ancora più evidente e forte il messaggio ma impedisce al lettore di affezionarsi e di vedere realmente coloro che abitano la storia.

La mia opinione

Sono riuscita a riconoscere il messaggio del testo e a comprendere perché è stato apprezzato dalla critica tanto da vincere o arrivare finalista a molti premi. È il libro giusto al momento giusto: ricorda ciò che abbiamo appena vissuto durante la pandemia grazie all’alienazione dei personaggi, invia un messaggio ecologista in un periodo in cui è sempre più evidente che ciò che stiamo facendo per il nostro pianeta è troppo poco e aiuta a guardare tutto ciò che succede da lontano, per ricordarci che siamo parte di un tutto e che prima o poi dovremo farne i conti.

Nonostante questo, però, mi ha annoiato. Non sempre capire il valore di un libro è sufficiente a stimarlo e, purtroppo, questo è il mio caso. Non amo i libri di messaggio e da sempre ricerco prevalentemente lo stile, che da qualcuno è stato considerato “simile a Virginia Woolf”, mentre per me è molto piatto e attutito, perfetto per rendere l’atmosfera e il messaggio che voleva inviare ma assolutamente non interessante dal punto di vista letterario e ben lontano dall’avere i guizzi stilistici della scrittrice citata.