Recensione di La Strega di Marie NDiaye

Trama in breve

In La Strega è direttamente Lucie, la sua protagonista, a raccontarsi. La sua vita si divide tra la straordinarietà del suo retaggio, viene infatti da una stirpe di streghe, e il bisogno estremo di essere accettata dagli altri.

Incipit

Quando le mie figlie ebbero raggiunto l'età di dodici anni, le iniziai ai poteri misteriosi. Misteriosi non tanto perché ne ignorassero l'esistenza, o perché io glieli avessi tenuti nascosti (a loro non nascondevo nulla di me, dato che eravamo dello stesso sesso), ma piuttosto perché, essendo cresciute con una conoscenza vaga e indifferente di questa realtà, non capivano la necessità di preoccuparsene o di doverla tutt'a un tratto padroneggiare in qualche modo, così come non vedevano l'utilità di imparare a cucinare i piatti che preparavo per loro e che rientravano in un campo altrettanto remoto e poco appassionante. Eppure l'idea di ribellarsi a questo noioso insegnamento non le aveva sfiorate. Non tentarono mai, neppure in certi pomeriggi di sole, di darci un taglio con una scusa qualunque. Mi piaceva pensare che quella docilità nelle mie figlie tutt'altro che docili, le mie gemelle irascibili e impulsive, fosse dovuta alla consapevolezza che forse avevano, nonostante tutto, di trovarsi di fronte a un obbligo sacro.

Informazioni su libro e autrice

La Strega è un libro di Marie NDiaye uscito originariamente nel 1996 e pubblicato solamente quest’anno in Italia grazie alla Casa Editrice Prehistorica Editore con una traduzione di Antonella Conti.

Nata da madre francese e padre senegalese, NDiaye è stata la prima scrittrice donna e afrodiscendente a vincere il Premio Goncourt (con il romanzo Trois femmes puissantes nel 2009) e nei suoi libri, compreso quello di cui vi parlerò oggi, indaga sulle problematiche che può avere un individuo diverso dai canoni prestabiliti nel costruirsi un’identità sociale e personale.

Tra le sue influenze viene citato Kafka: sebbene in modo meno “burocratico” anche lei illustra le assurdità che sono associate alla vita quotidiana e fa percepire il senso di alienazione dell’individuo nella società odierna.

Ho inserito il testo nell’etichetta realismo magico perché elementi atipici e associati alla magia vengono inseriti dall’autrice durante scene realistiche senza che questo provochi una reazione da parte dei personaggi che faccia comprendere al lettore che è successo qualcosa di strano. Questo elemento, però, anziché amalgamarsi con il racconto come succede negli autori solitamente associati a questo stile, viene evidenziato dal modo in cui viene raccontato proprio come in Kafka le stranezze, per quanto inserite nella vita reale, rimangono impresse e sottolineate.

PRO

Messaggio Come già anticipato, l’autrice nei suoi testi mostra come sia difficile per una persona “fuori dagli schemi” riuscire ad essere accettata dalla società, basata invece su schemi rigidi e fissi, in questo testo ho avvertito però anche un forte messaggio femminista che estende la concezione dell’essere accettati alla donna in generale. Le donne della famiglia della protagonista, infatti, sono streghe e riescono ad andare d’accordo con i propri partner esclusivamente quando fanno a meno di usare i loro poteri e permettono loro di dimenticarsi di questo inconveniente. Il loro bisogno di essere amate ed accettate porta loro a rinunciare ai propri poteri o comunque a nasconderli per andare bene alla controparte maschile, incapace di compiere alcunché di straordinario ma pronta a sentirsi superiore perché più aderente a quella che loro considerano la normalità. Nonostante la protagonista annulli completamente se stessa per essere accettata, il lettore comprenderà da subito come questo tentativo sia disperato: il suo desiderio di normalità non potrà mai essere realizzato.

Atmosfera

Il racconto è in prima persona e ci permette di leggere direttamente i pensieri di Lucie, la protagonista. Sebbene all’inizio il lettore la incontri nel momento più alto della sua vita, cioè quando la donna decide di tramandare il proprio retaggio e insegnare anche alle figlie la propria magia, comprende sin da subito come ci sia qualcosa che non va. La narratrice è piena di dubbi e paure e le trasmette nel suo testo. Leggendo ciò che scrive si capirà immediatamente come lei tenda ad adorare chiunque le stia intorno (specialmente le figlie, che non la ricambiano) e che tenda a parlare di se stessa come una persona mediocre. Questo bisogno estremo di aiuto espresso dalla protagonista, non tanto in ciò che dice ma nel modo in cui si racconta al mondo, trasmette un carico emotivo al lettore che, da subito, sente il bisogno di sapere che cosa succederà dopo e se Lucie potrà avere il riscatto che merita.

CONTRO

Protagonista

Per trasmettere come l’essere umano desideri ardentemente la convalidazione da parte degli altri, l’autrice decide di rappresentare questo sentimento in purezza in Lucie. La protagonista appare da subito come una donna che ha tutti gli strumenti per essere felice ma che per come pensa di dover vivere, cioè secondo le regole stabilite da altri, rincorre un’esistenza che non le permette di esserlo. Questo continuo anelito all’essere diversa da ciò che è e la sua impossibilità di vedere i propri meriti sono, da un lato, fondamentali per trasmettere il messaggio e farci entrare direttamente nella storia (chi non si è mai sentito bisognoso di essere capito e avrebbe fatto di tutto per “andare bene”?) ma, dall’altro, porta a provare un sentimento agrodolce verso la protagonista a cui vogliamo bene ma al contempo vorremmo urlare di svegliarsi e di agire, anziché continuare a rimanere una vittima. Perché noi - che vediamo tutto dall’esterno - ci rendiamo conto, al contrario di lei, che è intrappolata in una gabbia da cui deve uscire.

Personaggi

Non è un caso che nei libri di Kafka i personaggi fossero pochi e sempre esterni, appartenenti al fuori. Per dare una sensazione forte di alienazione è necessario che, anche se sono presenti molti altri personaggi come nel caso di questo romanzo, essi siano completamente indifferenti a ciò che succede al personaggio principale. In un mondo costruito per loro, tutto ciò che fanno è seguire il proprio schema ed essere ciò che gli altri si aspettano da loro. Persino quando l’aiutano lo fanno per un tornaconto personale e per poter impersonare al meglio il loro ruolo, mai per un impeto di umanità. Questo aspetto è ovviamente voluto e ben reso ma non permette di affezionarsi ai personaggi, aspetto che per chi lo ricerca, può essere considerato negativo.

Opinione personale