«C'era una spada tra noi»: prima di morire, Borges aveva espresso il desiderio che sulla sua lapide venissero incise queste parole. Lo aveva chiesto a María Kodama, la giovane e bella assistente di origine giapponese che lo aveva sposato quando lo scrittore aveva ottantasei anni, condividendo gli ultimi due mesi della sua vita, ed era rimasta al suo capezzale a Ginevra, città in cui Borges aveva vissuto da ragazzo e dove ora voleva essere sepolto. Uno studioso ha definito quella breve epigrafe « un simbolo potente e affilato ». Secondo lui sarebbe un'importante chiave di accesso alla scrittura di Borges - la spada che separa il suo stile dal realismo letterario del passato - ma a me sembra una confessione estremamente pacata e personale.
Cosa accade quando il dolore si radica nel corpo e nel linguaggio? Due persone sole, segnate nel corpo e nello spirito, si incontrano mentre cercano frammenti di felicità tra le parole, durante L’ora di greco.
L’ora di greco è un libro del 2011 di Han Kang edito da Adelphi.
Vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura nel 2024, mi ha incuriosita e spinta a provare un suo romanzo e il titolo “scolastico” di questo mi ha indotto a sceglierlo.
L’aspetto per cui mi ha colpita maggiormente è stato il ruolo del linguaggio all’interno del testo. Non solo le parole usate sono poche e scelte con attenzione rendendo lo stile minimalista ma particolarmente intenso, ma l’utilizzo del linguaggio e il significato dello stesso formano proprio il tema chiave del testo.
L’ora di greco, infatti, non è solo il momento in cui è ambientata una parte del libro ma il significato di tutto ciò che accade. È nella lingua greca che entrambi i protagonisti si rifugiano per trovare un senso a ciò che sta accadendo nella loro vita. Per questo motivo, all’interno del libro non troverete il mero racconto di una lezione di greco, ma imparerete anche voi ad amare la lingua raccontata, scoprendone significati particolari e sentendo in prima persona ciò che ogni singola parola fa provare ai due personaggi.
La struttura del testo è il secondo elemento più significativo: i capitoli alternano i punti di vista dei due protagonisti e non sono lineari, andrete avanti e indietro nel tempo dovendo impiegare un po’ di fatica e concentrazione sia per capire chi sta raccontando sia di quale momento della sua vita si tratta. Anche lo stile cambia e può passare dalla terza alla prima persona fino a diventare anche epistolare. Il testo è sempre mutevole e in movimento, dandovi l’impressione di vederlo scorrere come acqua senza mai poterlo afferrare completamente.
La trama è scarna e introspettiva. I frammenti che leggerete vi faranno vedere i momenti salienti della vita dei sue protagonisti senza spiegarveli o approfondirli. È il lettore ad avere il compito di completare gli spazi mancanti e dare un significato a ciò che viene raccontato. Per questo motivo si tratta di un libro non particolarmente adatto a coloro che amano storie avvincenti con svolgimenti complessi ricchi di colpi di scena: ciò che succede in questo libro all’apparenza è poco e solo chi leggerà tra le righe e percepirà il non detto potrà apprezzarlo veramente.
Si è trattata di una lettura piacevole ma non particolarmente avvincente: adoro il ruolo del linguaggio nel testo ma quando leggo sono più tecnica che sensibile perciò, anche se sono riuscita a percepire la potenzialità della forza dell’atmosfera, non l’ho avvertita realmente durante la lettura e, per questo, al di là dell’apprezzamento immediato, mi ha lasciato poco.
In conclusione, leggendo L’ora di greco è semplice comprendere cos’ha di speciale l’autrice e il perché si è distinta tanto da ottenere un premio letterario così prestigioso (mai descrizione del Nobel fu più azzeccata: “per la sua intensa prosa poetica che affronta i traumi storici ed espone la fragilità della vita umana”). La sua forza è riposta però in qualcosa di ineffabile e non tecnico che può essere percepito con forza dal lettore come completamente ignorato. Solo leggendola potrete sapere se tra voi nascerà la connessione necessaria.
È un libro valido ma non canonico e come tale non è adatto a tutti, lo consiglio solo a coloro che: