Nell'autunno del 1951 spostarsi verso ovest non sarebbe parso affatto strano, a quel tempo anche l'est cominciò a muoversi piano piano in questa direzione. Tuttavia, nel novembre di quell'anno, Sebastian e Anna lasciarono Mokry diretti verso l'est, che allora era ancora più sterminato. Per la precisione, verso l'oriente meridionale, ovvero il sudest.
Generazione dopo generazione, una famiglia atipica vede il ripetersi della propria storia, come se le persone fossero tasselli intercambiabili in un destino già scritto.
Gli Eccentrici di Taras Prokhasko è un libro del 2002 edito in Italia da Utopia.
I libri che questo editore inserisce nel suo catalogo sono sempre perle letterarie perciò appena l’ho visto ho deciso di leggerlo pur non sapendo nulla al riguardo.
Si è inaspettatamente rivelato un testo particolarmente adatto alla mia comfort zone perché racchiude al suo interno elementi di realismo magico (anche sul retro di copertina viene paragonato a Gabriel Garcia Márquez, autore che amo particolarmente) e postmoderni (il mio genere letterario preferito).
Avendo fatto la libraia per diversi anni ho imparato a scegliere i libri solamente sfogliandoli: quelli che hanno una struttura particolare come questo romanzo sono i primi che richiamano la mia attenzione. La narrazione è frammentaria e i paragrafi in cui si divide sono spesso molto brevi, nonché numerati, come se in ogni capitolo ci fossero dei sotto-capitoli dedicati anziché un testo canonico. Questa frammentazione non è solamente visiva ma anche narrativa: ciò che succede da un paragrafo all’altro è collegato ma non sempre il legame è così evidente. Può succedere di andare avanti o indietro nel tempo o cambiare il soggetto del testo senza che questo sia esplicitato. Per leggerlo sono necessarie una buona concentrazione e flessibilità mentale. È grazie a questo elemento che il romanzo è stato considerato in parte postmoderno.
Non è solamente la struttura narrativa a brillare per originalità: tutto in questo testo è desueto e mai incontrato. La difficoltà di comprensione è anche collegata al fatto che succedono cose inedite e che i personaggi non si comportano in modo abituale. Dall’ambientazione desolata all’esistenza de Gli Eccentrici – un gruppo che inizialmente ci viene presentato solo attraverso un aspetto, ovvero il timore del protagonista che possano prendere Anna – fino alla ciclicità della narrazione, che fa nascere un’Anna dietro l’altra senza che questo sia mai considerato atipico o problematico.
Non vi è un unico messaggio deducibile dalla lettura del romanzo: in parte parla di guerra, in altra parte di natura, in un’altra ancora della ciclicità della vita. Il modo in cui lo trasmette però, non essendo canonico, può destabilizzare. All’interno del testo il protagonista principale rimane sempre il medesimo ma la sua compagna cambia continuamente pur rimanendo, ai suoi occhi, sempre la stessa. Questa scelta narrativa è volta a trasmettere la ciclicità degli eventi ma può risultare sgradevole e negativa data la spersonalizzazione dell’essere umano o suscitare domande sul perché sia la parte femminile ad essere apparentemente intercambiabile. A dare una risposta è certamente il realismo magico insito nel testo che fa avvertire al lettore come tutto ciò che succede sia scelto dal destino e quindi qualcosa di speciale ma per accettarlo occorre una buona dose di sospensione dell’incredulità.
Per lo stesso motivo può essere difficile avvertire l’atmosfera: leggendo il testo, si ha la sensazione di ricevere un insegnamento di vita più che di leggere qualcosa di reale o di scoprire realtà e persone effettivamente esistite. Il fatto che metà dei personaggi fondamentali siano spersonalizzati e che la controparte maschile (i personaggi maschili più importanti sono due) si erga più a baluardo di alcune scelte di vita che come “persona qualunque” fa pensare più ad un’allegoria che a qualcosa di vivo e, quindi, emotivamente può risultare meno coinvolgente.
Nonostante le premesse del testo fossero molto vicine a ciò che preferisco in Letteratura - stile frammentario, struttura che avanza e retrocede velocemente nel tempo, realismo magico che rende il tutto più profondo - devo ammettere che questo testo mi è piaciuto al di sotto delle aspettative. Ho apprezzato ogni scelta linguistica e strutturale, ma a livello personale mi sono accorta di aver raccolto poco. Una volta terminata la lettura, ho avvertito molto di più il peso dei contro che vi ho indicato, mentre il valore dei pro è rimasto in secondo piano. Trattandosi di un romanzo valido, particolarmente apprezzato dalla critica e selezionato da un editore attento alla qualità letteraria, non posso fare a meno di chiedermi se io stessa non ne sia stata all’altezza. In queste recensioni, per quanto cerchi di essere il più oggettiva possibile, ho come scopo finale quello di registrare la mia impressione personale e non quello che penso sia comodo dire di un testo. Credo che farei una figura migliore incensando il libro e dicendo che mi ha cambiato la vita ma la verità è che ciò che mi rimarrà più impresso è il fastidio che ho provato davanti ad una figura femminile così strumentale e intercambiabile.
In conclusione, Gli Eccentrici è un romanzo che ha reso celebre e riconosciuto il suo scrittore, considerato ad oggi uno dei migliori rappresentati letterari ucraini. È facile riconoscerne la diversità sin dalle prime pagine e proprio per la sua struttura particolare può creare difficoltà ai lettori meno abituati ad uno stile non lineare. Al di là della sua difficoltà si distacca dal romanzo canonico anche per l’utilizzo che fa dei suoi personaggi, chiamati a rappresentare un’idea piuttosto che delle persone reali.
Per questi motivi ritengo possa piacere maggiormente a chi: