Incipit

Son oggi trecentoquarantotto anni sei mesi e diciannove giorni dal dì che i parigini si svegliarono al frastuono di tutte le campane suonanti a distesa nella triplice cinta della Cité, dell'Université e della città intera.

Recensione

Il mio primo Hugo. Anche in questo caso si è trattato di amore a prima vista e, sicuramente, colmerò presto la mia lacuna leggendo anche altri scritti di questo autore.

Quando inizio un classico conosciuto come questo, mi aspetto che vi siano determinati elementi; una trama che valga la pena di essere ricordata, personaggi conosciuti nel profondo, stile eccelso ma allo stesso tempo coinvolgente e ricercatezza, cultura. In questo romanzo ho trovato tutti gli elementi citati e anche di più. Hugo mi ha davvero stupita.

La trama non è affatto banale, certi "colpi di scena" sono comprensibili ben prima che si svelino, non è lo stesso per i comportamenti dei personaggi che, invece, sono assolutamente imprevedibili. Oltre alla sua imprevedibilità è encomiabile la sua complessità; numerosissimi personaggi fanno parte della scena e incidono molto sull'avanzamento della storia. Difficilmente si possono distinguere dei veri e propri protagonisti perché i destini di tutti vengono resi importanti per la riuscita finale del romanzo.

I personaggi sono molto diversi tra di loro e molto meno stereotipati di quanto si possa pensare, ricordiamoci che si tratta di un classico dell'800 in cui era molto in voga lo stereotipo del bello-buono e del brutto-cattivo, ciò non accade e, anzi, viene contrastato in questo libro. Purtroppo il romanticismo non ha salvato Hugo dal rendere Esmeralda, la protagonista femminile, un po' troppo simile ai personaggi tipici dell'epoca ma è comprensibile considerando che femminismo e derivati sono ancora molto lontani. Esmeralda è un personaggio ambivalente; superficiale e sciocca per quanto riguarda l'amore e i sentimenti (guarda solo alla bellezza estetica e si innamora con molta facilità) ma ,allo stesso tempo, piena di pietà verso gli altri e grandemente attaccata all'idea di moralità e di famiglia. I personaggi, quindi, sono ben caratterizzati e possono soddisfare anche i lettori che, come me,  sono più esigenti in questo campo. Essendo un romanzo dalla forte impronta storica, non vi sono solo personaggi inventati dall'autore bensì moltissimi personaggi reali che Hugo descrive attraverso citazioni e descrizioni accuratamente cercate dall'autore in altri scritti. Rimane, però, molto comprensibile per il lettore capire chi è dalla parte dei buoni e chi, invece, è dalla parte dei cattivi come, del resto, ci si aspettava dai romanzi dell'epoca.

La ricercatezza e cultura del romanzo è indubbia; Hugo ha sicuramente svolto un più che degno lavoro di ricerca per far sì di inserire elementi veritieri sia nel far parlare i personaggi, sia nelle caratteristiche geografiche e, soprattutto per quanto riguarda le descrizioni di paesaggi, vestiti ed edifici.

L'architettura ha un ruolo fondamentale dentro il romanzo, il titolo "Notre-Dame de Paris" non è stato scelto erroneamente, infatti, nonostante la trama articolata e variata, l'autore riserva capitoli interi dedicati alle descrizioni strutturali di strade ed edifici, specialmente per descrivere Notre-Dame de Paris, mostrando al lettore le differenze intercorse tra la chiesa che conoscevano nel 1482 da quella che potevano vedere i lettori di Hugo nel 1831.

Lo stile è l'elemento che, in genere, spaventa di più i lettori che vogliono avvicinarsi ai classici. Inizialmente può essere considerato troppo forbito ma dopo pochissime pagine, se non righe, riesce molto facile immedesimarsi nella scrittura e ne tempo in cui l'autore scrive. Ci sono, nel testo, alcune parole specifiche di indumenti o mestieri che non appartengono al nostro tempo o, addiruttura, alla nostra cultura (essendo ambientato in Francia) ma, superato il primo incontro è semplice rapportarsi con queste parole. Lo stile di Hugo è talmente scorrevole che, anche quando parla di cose che non conosciamo, anche quando descrive per lunghi capitoli scene che non vediamo, anche quando si sofferma su elementi che possiamo considerare banali prima della descrizione, non ci annoiamo mai e riusciamo a capire tutto ciò che ci vuole dire.

Elemento fondamentale che non pensavo di trovare, perlomeno non in maniera così predominante e divertente, è l'ironia. L'autore usa questo strumento narrativo fantastico che in pochi usano, forse anche per paura di cadere nel ridicolo. In questo romanzo l'ironia è ben dosata; la drammaticità degli avvenimenti tristi non viene inficiata e la pesantezza di alcuni argomenti viene smorzata. Questo rende "Notre-Dame de Paris" un romanzo ambivalente, sia ironico che drammatico, ti fa sia ridere che piangere.

Le descrizioni sono lunghe, impegnative ed importanti. Da un lato le ho apprezzate moltissimo perché aiutano a immedesimarsi meglio nel luogo, a vedere meglio gli abiti dei personaggi, a conoscere cose che non sapevo, dall'altro richiedono una concentrazione maggiore e tolgono un po' al lettore la facoltà di immaginazione. Non amo sapere per filo e per segno ogni elemento dell'ambiente e della persona perché così l'immagine mentale che mi farei viene troppo circoscritta. Un conto è quando si tratta di edifici o luoghi che possono essere solo in un modo e che Hugo descrive perfettamente per come erano ai quei tempi, un altro è un vestito che potrei immaginarmi anche da sola, almeno in parte.

Il narratore spesso si palesa e parla direttamente con il lettore ma, al contrario di altri libri che usano lo stesso stratagemma, la concentrazione di chi legge non viene inficiata anzi, la lettura viene resa ancora più scorrevole e interessante grazie agli appunti fatti dal narratore.

L'unico elemento che mi sento di definire negativo, anche se non a causa dell'autore o del libro, è stata la mia difficoltà a capire i riferimenti storici derivanti da nomi di personaggi famosi che nemmeno conoscevo. Il libro è molto dotto, parla di molti fatti e accadimenti francesi che un italiano, a meno di un interesse personale, non può conoscere. La storia della Francia in parte l'ho studiata a scuola ma non sufficientemente in dettaglio per comprendere tutto e si tratta di moltissimi argomenti diversi. Questo è un limite più mio che del libro ma volevo farlo presente ad un futuro lettore che potrebbe trovarsi nella stessa situazione. La non conoscenza di determinati eventi o personaggi non inficia la comprensione della trama, ovviamente, però il libro in questo modo ha sfumature che comprendiamo meno e magari rischieremo di annoiarci in alcune righe che elencano solo nomi di personaggi sconosciuti ai più.

Consigliato a chi desidera leggere un ottimo classico, a chi si interessa del periodo trattato, a chi si interessa di architettura e a chiunque voglia leggere un libro che gli insegni qualcosa. Non lo consiglio a chi ha bisogno o voglia di letture leggere, poco impegnative, fluenti e, soprattutto poco impegnative.

Citazioni

"I grandi eventi della storia hanno conseguenze imprevedibili"

"Il miglio mezzo di fare aspettare il pubblico è assicurarlo che lo spettacolo sta per cominciare subito"

"Non è l'interesse a predominare nella nobile natura dei poeti. Supponendo che l'entità del poeta sia rappresentata dal numero dieci, è sicuro che un chimico, nell'analizzarla e farmacopolizzarla, come dice Rabelais, la troverebbe composta da una parte d'interesse contro nove di amor proprio"

"Giove ha creato gli uomini in un accesso di misantropia, e durante la vita di un saggio il destino ne tiene in stato d'assedio la filosofia"