Recensione

Il fatto è che io non credo nei fantasmi. Ma li vedo di continuo.

Non devi dirmi che mi ami è un memoir dell'autore statunitense (e nativo americano) Sherman Alexie uscito recentemente per NN Editore.

Il memoir comprende tutta la vita di Alexie, dalla sua infanzia nella riserva di Spokane al giorno d'oggi.

Cosa vuol dire essere un indiano Spokane senza il salmone? Per un cristiano sarebbe come se Gesù non avesse fatto rotolare via il masso della tomba e non fosse mai risorto.

Ricchissima è la varietà degli argomenti trattati:

È tipico del memoir, in opposizione alla biografia, il fatto di non seguire un ordine cronologico stretto e di saltare di argomento in argomento a seconda dei collegamenti mentali e mnemonici dell'autore. Nel caso di Non devi dirmi che mi ami questo aspetto è portato al massimo e trasporta il lettore in un esercizio stilistico e psicologico probabilmente inedito e, comunque, impossibile da replicare nel medesimo modo.

Prima di tutto il libro presenta sia prosa che poesia, talvolta vengono alternate in capitoli diversi, in alcuni casi troviamo dei frammenti dell'una intervallati da alcune frasi dell'altra. Alexie non si dà regole se non quella di scrivere tutto ciò che gli sembra necessario.

Per lo stesso motivo vi capiterà di trovare concetti ripetuti. In alcuni casi l'autore lo fa da subito: vi saranno delle frasi ribadite senza alcuna differenza, una dopo l'altra, altre avranno lo stesso inizio ma non la stessa fine e, tantissimi argomenti, verranno ripresentati più volte in un punto diverso del libro e raccontati per molte righe esattamente nello stesso modo già letto, per poi aggiungere elementi nuovi pian piano.

All'interno di Non devi dirmi che mi ami troverete capitoli di poche righe o di alcune pagine, frammenti scritti con stile lineare e altri più poetici e/o criptici.

E lo so, avete già letto un paio di volte questa storia nel libro. Ma devo raccontarla e raccontarla ancora.