Recensione di Le origini del male di You-Jeong Jeong

Incipit

Mi sveglio con l'odore del sangue. È così intenso che mi sembra di sentirlo con tutto il corpo, non soltanto con le narici. Un odore che monta dentro di me come un'eco in una galleria. Dietro la retina mi sfarfallano scene bizzarre: il bagliore giallo e indistinto di una fila di lampioni nella nebbia, il turbinio dell'acqua sotto i miei piedi, un ombrello rosa che rotola lungo una strada fradicia di pioggia, un telone cerato che sbatte sferzato dal vento in un cantiere. Da qualche parte nella mia testa un uomo biascica le parole di una canzone: parla di una ragazza che non riesce a dimenticare e cammina nella pioggia. Non mi ci vuole molto per capire cosa sta succedendo, non ho bisogno di riflettere per immaginare il seguito. Niente di tutto questo è reale, e non si tratta del riverbero di un sogno. È un segnale che il cervello invia al corpo: resta sdraiato. Non ti muovere. È il prezzo da pagare per avere interrotto, di testa tua, la terapia per arginare le crisi. Non prendere i farmaci è come una pioggia dissetante nel deserto della mia vita, anche se a volte mi procura una crisi epilettica. Proprio come ora. Sono visitato da allucinazioni confuse, comunemente definite "sintomo prodromico di una crisi", che mi avvisano della tempesta in arrivo.

Trama in breve

Yu-jin, un giovane di ventisei anni, si sveglia coperto di sangue senza ricordare nulla della notte precedente.

Informazioni

Le origini del male è un romanzo del 2016 dell’autrice sudcoreana You-Jeong Jeong pubblicato in Italia da Feltrinelli nel 2019.

Scrittrice arrivata al successo tardivamente, Jeong ha partecipato a ben undici concorsi letterari prima di riuscire a pubblicare il primo libro a 41 anni d’età. Da quel momento il suo successo è stato repentino e internazionale: i suoi libri sono stati tradotti in tutto il mondo e Le origini del male è stato particolarmente apprezzato sia dalla critica che dai lettori. Al momento questa è la sua unica opera reperibile in italiano.

Per scrivere questo libro Jeong ha attinto dalla sua esperienza lavorativa come infermiera e in campo sanitario.

Pro

Iniziare Le origini del male è come entrare volontariamente a fare parte di un sortilegio: posarlo diventa impossibile e la percezione del tempo svanisce completamente. Il ritmo di lettura è sempre ottimamente bilanciato perché equilibra momenti veloci e avvincenti a parti più riflessive e introspettive che non rischiano mai di annoiare perché propedeutiche alla comprensione della trama e, quindi, alla soluzione del caso. Il fatto che il narratore non ricordi ciò che è successo stimola il lettore a stare al suo fianco in tempo reale e a scoprire insieme a lui, passo dopo passo, la verità che ha voluto dimenticare. Trattandosi di un thriller è particolarmente importante che questo elemento sia così ben riuscito e che spinga chi legge ad arrivare alla fine velocemente.

La trama raccontata, ****pur riprendendo dinamiche tipiche del genere, incorpora elementi che aumentano il coinvolgimento e il bisogno di scoprire la verità. Si comprende subito che il narratore è inaffidabile: ciò che racconta è vero, ma solo nella misura in cui mente anche a sé stesso e la situazione in cui si ritrova sin dall’inizio del testo sembra così definitiva e grave da colpire ad ogni nuovo retroscena.

Sebbene per tutto il romanzo le informazioni vengano dosate attentamente e diluite nel tempo chi legge avrà sempre la sensazione dall’essere ad un passo dalla soluzione finale.

Contro

Lo stillicidio di reminiscenze da parte del protagonista è, però, anche ciò che di meno credibile c’è nel testo. Se inizialmente tutto è spiegato e giustificato da medicine, volontaria amnesia e necessità di agire anziché pensare più il libro va avanti più è evidente come il protagonista sia incommensurabilmente lento a raccogliere informazioni o a ricordare. Questo aspetto di per sé potrebbe anche essere credibile ma diventa molto più difficile da sostenere nel contesto in cui succede: ha fretta ed è fondamentale che sappia tutto il prima possibile anche solo per non finire nei guai e, inoltre, si racconta come una persona sveglia, pratica e rapida perciò non c’è nessun motivo per cui indugi così tanto se non per indurre il lettore a proseguire con la lettura.

È infatti l’aspetto stilistico quello che ho ritenuto più fragile. Il romanzo non è scritto male ma è evidentemente un libro. Le scelte narrative risultano evidenti e spesso sottolineate in modo eccessivo: per chi ha esperienza con il genere, gli artifici stilistici diventano prevedibili già dalle prime pagine. Per lo stesso motivo è evidente cosa succederà ad ogni nuovo passo del testo e sebbene in Le origini del male abbondino i colpi di scena nessuno di essi riuscirà a stupire il lettore perché l’avrà, ahimè, indovinato diverse pagine prima.

Dicono che l’autrice per scriverlo si sia ispirata ad una storia vera (che è evidentemente stata raccontata in modo più narrativo che realistico) perciò avrebbe potuto paradossalmente colpire di più se raccontato in modo più lineare e meno macchinoso.

Impressione personale

Le origini del male è uno di quei libri di trama che tiene incollato e va letto nel minor tempo possibile in modo da poterselo godere al meglio senza soffermarsi troppo sui perché e i come della storia. La sospensione dell’incredulità da applicare è tanta e personalmente solo leggendolo in poco tempo sono riuscita a mantenerla a sufficienza per riuscire a portarlo a termine con gioia.

Si tratta di un libro astuto ed intrigante che usa tecniche stilistiche che funzionano sempre facilmente e che per questo vengono spesso utilizzate in romanzi di questo tipo. Qui sono ben inserite ma poco nascoste e per me sono state fin troppo evidenti.