Recensione di La confessione di Schroder di Amity Gaige

Incipit

Quanto segue è la cronistoria di cosa abbiamo fatto Meadow e io dal momento della nostra scomparsa. Il mio avvocato dice che devo raccontare tutto: dove siamo andati, cosa abbiamo combinato, chi abbiamo incontrato, eccetera eccetera. Come sai, Laura, non sono un tipo reticente. Sono un tipo loquace, si potrebbe dire addirittura chiacchierone, per essere un uomo. Ma da giorni non spiccico parola. Ho fatto un voto. In bocca ho un sapore umido e stantio, come di caverna. Non sono molto bravo a osservare il silenzio, s'è capito, e ci sono montagne di cose che voglio dirti. Il che forse giustificherà l'euforia di questo documento, nonostante la storia di per sé sia ben triste. Il mio avvocato tra l'altro sostiene che questo documento un giorno potrebbe venir buono in tribunale. Ragion per cui è difficile non vedere tali pagine anche come una sorta di appello, non solo alla tua pietà, ma a quella di un'ipotetica giuria, qualora dovessi affrontare un processo. E nel caso • la parola "giuria" ti sembri emozionante (a me è parsa tale, per un attimo), sappi che ho scoperto a mie spese come una giuria possa prendere facilmente fischi per fiaschi, restando aggrappata alle impressioni iniziali, e come di rado risulti capace di decretare da ultimo l'inequivocabile proscioglimento, o la punizione, che meritiamo, giacché perlopiù si limita a indicare come i giornali traviseranno il caso. Comunque è difficile non pensare a loro, dico ai miei potenziali ascoltatori. Agli avvocati. Alle giurie. Alle folle oceaniche.

Trama in breve

Erik è in carcere: la sua vera identità è ormai venuta alla luce. Non è mai stato un Kennedy, come ha sempre fatto credere, il suo vero nome è Schroder. In questa lettera-confessione, ci racconta le scelte che lo hanno condotto fino a lì, svelando il come e il perché del suo destino.

Informazioni

La confessione di Schroder è un libro del 2013 della scrittrice americana Amity Gaige portato in Italia da NN Editore nel 2024.

Si tratta del terzo libro dell’autrice pubblicato da questa Casa Editrice che, come sempre, dà l’opportunità al pubblico italiano di conoscere eccellenze della Letteratura estera che, senza di loro, rischieremmo di non scoprire mai.

Scrittrice poco prolifica - al momento ha pubblicato solamente quattro libri, l’ultimo dei quali nel 2020 - mi ha sempre incuriosita ma non ho mai avuto la possibilità di approcciare i suoi titoli. La confessione di Schroder è stato il primo che ho letto e mi ha già convinta a comprare e leggere tutto ciò che ha scritto (nella speranza che anche il testo inedito in Italia venga pubblicato da NN).

Pro

Il romanzo conquista da subito grazie al modo in cui è scritto: nonostante si tratti di uno stile intimo e riflessivo - è la lettera scritta alla ex moglie direttamente dal carcere in cui il protagonista cerca di farsi capire da lei - la narrazione rappresenta anche la personalità del narratore: ironico e particolarmente fanatico del linguaggio (in fondo è un tedesco che si è riuscito a spacciare come americano, per lui conoscere bene le lingue e il significato sotteso delle parole è fondamentale), Erik si sofferma spesso su aspetti che non sono legati strettamente a ciò che è successo fuori ma più a ciò che nel frattempo accadeva dentro di lui. Il libro in questo modo risulta da un lato semplice e scorrevole e dall’altro intelligente e interessante: il lettore che ricerca principalmente alla trama troverà poco fastidiosi i momenti maggiormente legati ad approfondimenti intellettuali perché brevi e raccontati in modo intrattenente e coloro che ricercano un coinvolgimento intellettuale apprezzeranno il libro anche quando il romanzo non indugia in essi perché le scelte stilistiche rimarranno sempre coerenti con quanto raccontato negli approfondimenti. Il modo di scrivere di Gaige, sia per le scelte linguistiche sia per la decisione del narratore in prima persona, è stato accostato a quello di Nabokov in Lolita.

Grazie a questo equilibrio perfetto di scrittura si ha sempre l’impressione di leggere qualcosa di reale: Schroder per noi è una persona vera e non si dubita della credibilità di ciò che viene raccontato nonostante si tratti di uno storia incredibile. Come spesso succede, poi, sono le storie che sembrano più strane e inventate ad essere vere. E, infatti, il romanzo si basa su una vicenda realmente accaduta e su una persona realmente esistita: Christian Karl Gerhartsreiter di cui vi invito a leggere la vera storia (QUI in inglese su Wikipedia) solo dopo aver finito la lettura del romanzo. Sono talmente simili da rischiare di rovinarsi tutta la trama!

Contro

Il romanzo è strutturato come una confessione: sin da subito sappiamo che il protagonista si trova in carcere e di cosa è accusato. Tutto ciò che ci rimane da scoprire è come e perché Erik abbia deciso di agire in quel modo e come abbia fatto ad arrivare alla situazione che apre il libro. Per questo motivo è un testo con pochissima suspense, non ci troveremo mai a pensare che possa finire in modo differente da quello che già conosciamo molto bene. Questo non comporta una mancanza di voglia di continuare il libro - perché ad importare è l’introspezione del narratore e quella si completa esclusivamente avanzando con la lettura - ma può essere da deterrente per coloro che preferiscono i romanzi che presentano cliffhanger, colpi di scena o incertezze di trama. Nonostante sia un narratore potenzialmente inaffidabile perché ci racconta ciò che è successo dal suo punto di vista, sicuramente non particolarmente equilibrato, il lettore non dubiterà mai che la premessa di quanto scritto possa essere una menzogna.

Proprio grazie al fatto che veniamo a conoscenza della vicenda direttamente dalle parole di colui che chiaramente nella storia dovrebbe rappresentare il cattivo c’è il rischio di non vederlo come tale. Erik è un bugiardo che ha manipolato le persone a lui vicine, è colpevole di ben due reati, uno dei quali (rapire la propria figlia) è emotivamente facile da giudicare come estremamente negativo, eppure durante la lettura spesso ci sta simpatico. È intelligente, divertente, affezionato alla figlia e racconta le sue ragioni con apparente volontà di far conoscere la verità oggettiva e non quella di convincere a tutti i costi o manipolare il lettore. Non è perciò adatto a coloro che pensano che un romanzo debba inviare un messaggio positivo o fare la morale perché, come il già succitato Lolita, questo è un romanzo che dà spazio proprio a colui che, per alcuni, non dovrebbe avere affatto diritto di parola, figuriamoci un intero libro raccontato dal suo punto di vista.

Impressione personale

Nel mio caso, i contro a voi raccontati non hanno influenzato per niente la lettura. Io principalmente apprezzo un testo per come è scritto e, devo dire la verità, sono piuttosto scettica davanti ai testi che presentano dei plot twist all’interno perché spesso sono poco credibili e molto artificiali. Durante la mia lettura di La confessione di Schroder non mi sono mai annoiata e non ho mai pensato che fosse inutile leggere il libro perché tanto sapevo già come sarebbe finito. Questo romanzo non è un viaggio solo nel senso letterale del termine ma anche in ciò che compie il lettore all’interno della memoria di Schroder. Ho terminato il testo in soli tre giorni perché avevo genuinamente voglia di continuarlo e preferivo lui ad altri libri che, sulla carta, sarebbero dovuti essere più avvincenti. Lo stesso si può dire del messaggio: non penso che i libri contemporanei dovrebbero avere una morale e trovo divertente e ben fatto il lavoro di quegli scrittori che riescono a rendere simpatici i loro personaggi principali, pur se cattivi o anche malvagi. Il motivo per cui nella scheda del libro lo troverete paragonato a Lamb, libro con la medesima tematica di Lolita ma che mi ha fatto capire il protagonista, è proprio questo.

Conclusione

In conclusione, La confessione di Schroder un testo che si ispira a un’incredibile storia vera e sceglie di raccontarla a partire dalla fine, dal punto di vista del cattivo. Questa scelta stilistica e strutturale regge esclusivamente grazie alla capacità narrativa di Amity Gaige che riesce da un lato ad entrare perfettamente del personaggio principale e dall’altro a farlo conoscere a chi legge a piccole dosi riuscendo ad equilibrare accadimenti e introspezione psicologica alla perfezione.

Si tratta di un libro qualitativo che presenta una trama intrigante perciò penso che possa piacere potenzialmente a diversi tipi di lettore. Lo consiglio soprattutto a chi: