Al momento giusto, saprà trovarla e allora nascondersi non le servirà. Il suo cuore è addormentato, non morto. Vedrà che prima o poi anche per lui ci sarà un dolce risveglio
Dolce risveglioè l'ultimo romanzo di Donatella Perullo, una scrittrice che apprezzo molto e di cui ho già letto e recensito un libro noir, Il gioco del ragno e uno horror, Nemesi.
Dato che si tratta di una scrittrice italiana di cui mi fido molto ho pensato di provare a leggere anche il suo Dolce risveglio, nonostante io sappia perfettamente di avere problemi ad apprezzare i romanzi rosa. (Ad oggi, l'unico che ho letto che ho apprezzato veramente è stato Via col vento.)
Questo mio esperimento mi ha portata a capire che, purtroppo, i problemi che ho con il genere non riescono ad essere compensati dai pregi di chi li scrive perché, sebbene io abbia trovato riscontro anche in questo libro delle qualità principali dell'autrice, esse non sono bastate per riuscire a convincermi durante la lettura.
La recensione che state per leggere, perciò, sarà indubbiamente influenzata dai miei gusti personali, anche se come sempre cercherò di spiegare il perché di ogni decisione e tenterò di fare conoscere il libro alle lettrici (ma anche ai lettori) che possono, invece, interessarsi a questo genere così ostico per me.
Innanzitutto, i miei complimenti a Donatella Perullo per la sua capacità di mutare il proprio stile in relazione al genere di ciò che scrive senza, però, estraniarsi dal proprio io e dal timbro personale. Leggendo un qualunque suo libro, infatti, capiamo che è stato scritto da lei ma, le parole scelte si adattano perfettamente a ciò che viene raccontato e, perciò, possiamo trovare un tono più duro nel noir, più macabro nell'horror e più dolce nel romanzo rosa. Un cambiamento di stile narrativo affatto facile che apprezzo molto e che non è da tutti.
Questo romanzo fa parte di una collana dal nome Chef per amore, in collaborazione con Simone Rugiati. Per questo motivo il tema all'interno del libro non verte solamente sull'amore ma anche sulla cucina e, lasciatevelo dire, il languorino sarà assicurato! Inoltre, all'inizio del libro, troverete delle ricette di Rugiati, da provare!
Uno degli elementi su cui sono maggiormente combattuta è la protagonista.
L'autrice mi ha già dimostrato negli altri suoi romanzi, di riuscire ad ideare donne con spina dorsale, non insensibili ma nemmeno troppo svenevoli e, anche in questo caso, non mi ha delusa.
Uno dei principali problemi che ho con i romanzi rosa è proprio il comportamento della protagonista: non riesco ad immedesimarmi in donne diverse da me, che sembrano buttare la razionalità alle spalle soltanto perché un uomo le colpisce esteticamente.
Il carattere di Gilda, la protagonista di Dolce Risveglio, si può definire un punto d'incontro delle due tendenze.
Prima di tutto è una ragazza sensibile ma non superficiale, è matura, è sia sognatrice che ambiziosa e, per quanto possa essere influenzata dal lato estetico del suo lui, riesce senza sforzo a capire che ciò che conta non è semplicemente quello. Lei stessa ha alte aspettative su di sé e si ripete spesso di non diventare come le solite protagoniste di un romanzo rosa, proprio perché si rende conto di dover contrastare l'irrazionalità.
Oggettivamente, il messaggio mandato delle emozioni consapevoli che abbattono le barriere della ragione, è positivo e bello da leggere.
Soggettivamente, però, io e Gilda ci siamo allontanate. Non sono riuscita ad entrare nel suo inconscio perché l'ottenebramento dell'amore non è qualcosa che mi appartiene e, al posto suo, moltissime evidenze mi sarebbero state ben più chiare sin dall'inizio. L'ho trovata troppo ingenua e, sebbene sappia che ciò è credibile perché c'è chi prova questa sensazione di irrazionalità sulla propria pelle, non sono riuscita a renderla mia.
Non la trovo, perciò, una caratteristica sbagliata dall'autrice ma di qualcosa che non mi appartiene e non mi dà l'opportunità di entrare nell'ottica giusta.
Sì era sempre vantata si essere una donna tosta, non quelle svenevoli insipide che dipingono nei romanzi rosa e che vanno in ebollizione al primo sguardo.
L'incipit del libro rispecchia, in parte, quanto appena detto. Si comprende da subito il carattere della protagonista, la sua solarità, la voglia di dare amore. È un personaggio fortemente positivo e lo notiamo da subito, ci accorgiamo però anche del fatto che l'amore che prova la rende piuttosto cieca davanti a quelle che, viste dall'esterno, sembrano evidenze.
La trama non trova al suo interno una mera storia d'amore; gli elementi inseriti dall'autrice sono diversi; l'amore incondizionato di una bambina, il sostengo tra donne, la malvagità di persone abiette, i sogni della protagonista. Anche in questo caso ci sono aspetti che ho apprezzato moltissimo e altri che ho gradito meno ma, questi ultimi, sono sempre collegati al medesimo motivo raccontato sopra; tutto ciò che è relativo alla storia d'amore mi sembra facilmente intuibile e non perché Perullo scriva male, ma perché non emozionandomi passo dopo passo riuscivo solamente a vederne la conclusione.
Tra i punti forti dell'autrice c'è la resa dell'atmosfera, particolarmente evidente in questo libro in cui permea dolcezza in ogni elemento, e non solo nella ricetta! Donatella Perullo è bravissima a farcela sentire; riesce a descrivere ciò che provano i personaggi anche senza dircelo esplicitamente. L'amore, sia quello in senso stretto per un uomo che quello per le altre persone e per la città si sente in ogni parola, in ogni frase. Leggendo questo romanzo anche da un punto di vista cinico come il mio non è difficile sentire la forza positiva di quanto viene detto.