«L'Apopstosis.»
«Mai sentita nominare.»
«Non sono un esperto, ma a grandi linee si tratta di un processo fisiologico cellulare, una morte programmata. Spinta da particolari input, la cellula si suicida senza creare alcun danno circostante, anzi si decompone in maniera tale che le altre cellule possano assimilare i suoi resti.»
Apopstosis è il secondo romanzo che leggo dell'autore Renato Mite e, devo dire la verità, l'ho trovato molto diverso da Aporia, sebbene vi siano alcuni aspetti che mostrano la stessa paternità dei due libri. Si tratta un Thriller Informatico ambientato in un futuro che non sembra molto lontano dal nostro, con una storia che ricorda il mondo distopico.
La trama del libro, si concentra sull'esistenza del PNS: un congegno che permette alla HOB, società con il monopolio assoluto sulla cura della cittadinanza, di controllare lo stato di salute dei suoi utilizzatori per poter rilevare eventuali malattie per tempo.
Ovviamente, dietro al buon intento della nuova tecnologia, giocano interessi economici molto importanti, che possono indurre il colosso della medicina a prendere decisioni pericolose e volte più guadagno che al benessere della cittadinanza.
Nello svolgimento quest'idea verrà sviluppata sapientemente, lasciando spazio sia all'azione che al pensiero. Inoltre, la storia non verterà solamente sull'aspetto del thriller ma anche sui rapporti interpersonali dei diversi protagonisti.
Il libro è diviso in due parti talmente diverse tra loro che, se fossero state inserite in due volumi (nonostante l'esigua lunghezza della seconda) non avrebbero comunque creato disagio nel lettore. Le tempistiche sono desumibili dal testo ma non vengono esplicitate chiaramente.
Nella seconda parte (ambientata più di due anni dopo la prima) sono presenti anche capitoli di flashback che raccontano eventi precedenti a quelli narrati nella prima parte.
Questa struttura è, perciò, piacevole perché rende il romanzo completo e ricco, al contempo può però confondere, perché sarà compito del lettore comprendere cosa viene prima e cosa dopo un determinato evento.
I personaggi presi in considerazione sono diversi e anche i punti di vista raccontati. Sebbene sia chiaro che il ruolo del protagonista debba essere assegnato a Matt, l'hacker della storia, non troviamo un approfondimento particolare per nessuno di loro.
I loro caratteri e le ragioni dei loro comportamenti (spesso legate anche alla sfera emotiva) sono chiari ma attorniati da un alone di mistero che, in questo modo, preserva alcuni aspetti della trama che diventeranno veri e propri colpi di scena.
Sembrava animato dal moto perpetuo , tanto era la sua decisione, e neanche in ascensore riusciva a star fermo, quasi fosse un animale in gabbia.
L'ambientazione si può dedurre ma non viene esplicitata: comprendiamo che si tratta dell'immediato futuro o di un mondo parallelo al nostro e che il luogo in cui si svolgono le vicende è situato negli Stati Uniti.
Lo stile dell'autore è fatto da diversi elementi.
Prima di tutto c'è il gergo specifico, informatico e medico, convincente e credibile (non so se anche attendibile perché non mi intendo di nessuno dei due ambiti.)
Come seconda tipologia troviamo le parole inventate dall'autore, che sono poche e principalmente collegate a nomi propri (PNS).
Infine, la narrazione. I termini utilizzati dal narratore sono spesso ricercati e desueti nel linguaggio comunque (ella, finanche ecc..).
Trattandosi di narrativa di genere già ricca di parole specifiche l'accompagnamento con un stile poco colloquiale può portare a confondere il lettore, creando dei problemi di comprensione, specialmente in quei frammenti in cui si parla di invenzioni non esistenti nel nostro mondo e che, perciò, devono essere comprese ex novo.
Anche nei dialoghi lo stile non è quello del linguaggio colloquiale, specialmente quando è Matt a parlare.
Questo aspetto mi ha ricordato molto alcuni film (prevalentemente classici) in cui per rendere maggiormente incisivo un concetto semplice si ricorre a termini aulici, o più alti, per poterne evidenziare maggiormente la portata. Non si tratta di un errore ma di qualcosa che io difficilmente riesco ad abbinare ad un genere che si avvicina, di molto, alla fantascienza e, quindi, al futuro.
«Io penso che tu abbia bisogno di Liz, poi viene l'hacking: emancipare informazioni di interesse generale detenute da pochi come proprietà privata. Il tuo settore è la medicina e la tua medicina è Liz. Se non ti curi, l'hacking ti seppellirà.»
Il ritmo di lettura cambia enormemente a seconda della fase della storia.
Nella prima parte del volume è più lento e cresce pian piano.
Nella seconda parte è, invece, veloce sin dalle prime pagine.
In conclusione, Apopstosis è un libro che si legge volentieri grazie alla trama intrigante portata avanti con passione ben percepibile.
Si tratta, però, di un libro che non riesce ad esplicitare tutte le sue potenzialità e che, se rivisto e corretto nel refusi e approfondito in alcune scene, potrebbe portare ad un lettura ancora più piacevole e significativa.
Una buona idea (e un'ottima preparazione), insomma, a cui bisognerebbe dare maggiore spazio di crescita, con un editing che riesca a far risplendere le ottime caratteristiche e che smussi, invece, le parti meno credibili.
Lo consiglio, perciò, solo a chi si interessa maggiormente alla storia (che è consigliabilissima) e meno alla veste estetico/strutturale.
È un diamante grezzo da rifinire, chi guarderà alla sua anima riuscirà ad apprezzarlo maggiormente e a coglierne il messaggio.