La strategia dell'imperfezione di Antonio Cetrano è un thriller informatico che, da subito, appassiona alla lettura. Se ne leggono recensioni molto positive sulla pagina Amazon del libro e anche io l'ho apprezzato e letto in breve tempo.
Ogni volta che vi scrivo inizio la recensione vera e propria con ciò che più mi ha colpito nel romanzo e, in questo caso, la prima parola a venirmi in mente, nel mio piccolo brainstorming, è stata "Adelman". Adelman è un personaggio del romanzo, non ne è il protagonista e, sebbene abbia un ruolo attivo nella storia, l'introspezione psicologica è molto limitata, eppure, mi è rimasto talmente impresso da venirmi in mente come primissima cosa da scrivere. In generale, posso dire che i personaggi del romanzo non sono particolarmente interiorizzati, cosa piuttosto normale in un thriller, ma ritengo che siano comunque ben delineati e adeguati al genere. In più non posso che valutarli positivamente dato che uno, Adelman appunto, mi ha colpita particolarmente e, quando nella lettura c'era lui, mi interessavo ancora di più.
Non posso dire lo stesso del protagonista, che non è affatto reso male ma che non mi ha lasciato molto, cosa che invece ci si aspetta solitamente da questo ruolo. Non lo trovo un difetto del libro ma semplicemente un qualcosa in più che avrebbe trasferito maggiore empatia verso di lui rendendomi ancora più partecipe.
Nel romanzo non troviamo solamente scene di pura azione come spesso accade nei thriller, vi sono anche numerose riflessioni del protagonista sull'ingerenza del mondo informatico nella nostra vita e la conseguente diminuzione della nostra privacy, aspetto apprezzabilissimo che rende la lettura anche riflessiva oltre che interessante e lancia anche un messaggio per tutti noi, se abbiamo voglia di coglierlo. In più, essendo molto orientato verso la tecnologia non tutti i momenti importanti si estrinsecano in scene d'azione vecchio stile, bensì attraverso un ottimo utilizzo di computer e tecnologie. Nonostante gli aspetti appena elencati possano far pensare ad un rallentamento della lettura, ciò non succede, il ritmo è sempre molto veloce e si macinano pagine su pagine senza nemmeno accorgersene, quindi l'autore è riuscito a rendere interessante la lettura senza alcun escamotage, solamente basandosi sulla sua capacità di scrittura.
Lo stile dell'autore, infatti, aiuta molto in quanto appena detto; è semplice e diretto ma non povero di contenuti. Riesce a bilanciare azione e pensiero in maniera eccellente senza annoiare mai. Unica pecca verso il finale che si fa più serrato e, forse più sbrigativo, aspetto che da una parte capisco perché trattandosi della conclusione del libro è necessario crescere il ritmo per dare un buon andamento alla lettura, però, trovandolo già perfetto sotto questo punto di vista in precedenza avrei preferito rimanesse invariato anche sul finale. Quest'ultimo aspetto è ciò di cui mi lamento anche per molti dei miei scrittori preferiti (sì Stephen King sto parlando di te!) e quindi sono consapevole di essere molto pignola al riguardo.
Ciò che mi ha stupito maggiormente è stata la capacità di Cetrano di riuscire in un primo libro come questo ad impostare una trama affatto semplice, rendendo lo svolgimento assolutamente credibile. Grazie al mio blog, infatti, sono venuta a contatto con molti libri di autori esordienti e so, grazie a questa mia piccola esperienza, che tendenzialmente evitano di inerpicarsi in trame troppo complesse onde evitare errori che l'inesperienza può generare. In questo caso, invece, il romanzo ha lo stesso livello di complessità che si può trovare in altri libri di genere similare e, personalmente, l'ho trovato molto ben costruito e attento.
L'atmosfera preponderante è quella di suspense generata dal mistero che si dipana lungo le pagine. Le sensazioni dei personaggi sono chiare perché ottimamente raccontate ma il lettore non partecipa attivamente alle loro emozioni. Probabilmente con un maggior approfondimento dei personaggi questa sensazione sarebbe stata più acuita su di me che, comunque, ho apprezzato la capacità dell'autore di farmi stare in tensione per vedere cosa sarebbe successo dopo.
Per quanto riguarda l'ambientazione; gli edifici e i luoghi in cui i personaggi si muovono e agiscono vengono sempre descritti sufficientemente dando la possibilità al lettore di comprendere bene ciò che succede ed immaginarsi ogni scena. D'altro canto non posso segnalarla come un pro perché, come è normale in un libro di questo genere, non è data una particolare importanza a quest'aspetto.
La strategia dell'imperfezione è un romanzo che mi ha catturata da subito e che rivela ottime potenzialità nel suo autore, Antonio Cetrano. Penso che sia un libro valido, specialmente nella prima parte e che possa piacere a molti di voi. Lo consiglio a tutti, anche se magari l'argomento informatico può disorientare un pubblico dall'età più avanzata ma anche senza conoscere bene l'argomento si possono comprendere tutti gli accadimenti ed apprezzare il libro nella sua totalità.